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Re: Umberto Galimberti e la scuola
Ok, raghy, scegliete voi i criteri che più vi piacciono.
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Per me è stato avvilente vederlo sottovalutarsi in quel modo, perché fra l'altro è un ragazzino sensibile con un'empatia fuori dal comune. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Che questa persona abbia un problema che magari deve esser risolto con cure adeguate è chiaro, è il tipo di problema che secondo me non è così chiaro se ci si basa su sintomi così superficiali e non si dispone di analisi più sofisticate. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Chi ha detto che bisogna osservarlo solo con gli strumenti esistenti attualmente? :nonso: Per questo la neurologia attuale non è ancora una neurologia seria. Ma se non ci hanno capito ancora nulla di com'è fatto materialmente il cervello e come sia collegato alla mente (alla stregua di un computer che è costruito da noi e conosciamo la sua architettura e come osservare il software in azione) e non dispongono di teorie adeguate queste diagnosi non le possono fare con tanta certezza, siamo a livello di stregoni, l'ho detto. Il pezzo cerebrale attivo che svolge la funzione cognitiva x quando fai qualcosa, deve esistere per forza, magari non è situato in un posto specifico (nello stesso punto in ogni cervello), ma deve esistere (e non può avere secondo me una qualsiasi forma per quanto variabile). Se si individua in un singolo cervello dov'è il pezzo cerebrale che svolge la funzione x e si dispone di teorie e analisi del genere capaci di rilevare se il pezzo è costruito bene o male, si potrà concludere che si è sfasciato o è mal funzionante il sistema specifico. Finché non si dispone di una mappa mentale nel singolo cervello (e di analisi affidabili che siano capaci di rilevare cose del genere) non si possono fare buone diagnosi funzionali secondo me. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Se hai detto prima che non è possibile rilevare certe cose se non tramite dei test? E' noto il tipo di comportamento, il meccanismo a monte lo ignorano ancora tanto è vero che ci sono teorie della mente disparate che la collegano in vari modi col cervello. Si è compreso solo che la controparte hardwere o meccanica si trova nella scatola cranica, come funzioni in modo dettagliato a me sembra che non lo sappiano, conoscono generalmente solo dove son situate le controparti meccaniche di funzioni (in linea di massima, infatti poi ognuno potrebbe averle piazzate altrove) non come poi svolgano effettivamente certi compiti (altrimenti le si sarebbe potute anche sfruttare per produrre forme di intelligenza artificiale molto sofisticate identiche a quella umana), sono ancora delle vere e proprie scatole nere. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
Mi sono stufato di ripetere sempre le stesse cose.
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Una persona va a scuola e non ottiene lo stesso rendimento di altre, questa è una cosa misurabile, chi lo nega, ed è anche condivisibile che ci sia bisogno di una forma di intervento per metterla in pari, ma a monte cosa c'è che non va secondo me non lo si può evincere con test del genere. Se è una funzione cognitiva specifica deficitaria in un continuo di deficitarietà (e si possiedono analisi sofisticate non comportamentali capaci di verificare una cosa del genere) ci sarà bisogno di un sostegno in tal senso, ma può essere benissimo che altro funziona male e disturba le cose. Se non si possiedono analisi specifiche che rilevano "materialmente" il disturbo bisogna conoscere molto bene la persona per poter escludere un mucchio di altri problemi, familiari, di insicurezza e via dicendo, con quattro test del genere dubito che si possa fare una diagnosi adeguata per individuare il problema così come dubito che un medico ad orecchio sia capace di diagnosticare correttamente una polmonite. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
Invece è chiaro per chi interviene visto che come detto prima i meccanismi cognitivi alla base di certi problemi sono noti e di conseguenza si possono realizzare trattamenti efficaci.
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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ho cercato un link a caso per vedere se come pensavo e leggo Tra le cause sono state principalmente indagati i fattori genetici e quelli acquisiti (sofferenza cerebrale precoce, lesioni di varia natura, ritardi maturativi, ecc.). L’esperienza clinica e i dati riportati da numerose ricerche suggeriscono che i disturbi specifici dell’apprendimento altre che tra loro si presentano frequentemente associati a disturbi emotivi e comportamentali.[...] E’ necessario, nella fase diagnostica, indagare gli aspetti neuropsicologici e quelli emotivi (indicare fattori di vulnerabilità e fattori protettivi) ed impostare un intervento adeguato. [...] Gli interventi devono interessare sia il trattamento del disturbo specifico, attraverso operatori specializzati e programmi mirati, che l’organizzazione emotivo-relazionale. vero che e' un sito di psicoterapia, non ho tempo di leggere ogni sito, ma perche' c'e' chi nega che le cause possono essere svariate e che bisogna tenere in considerazione anche l'aspetto psicologico? anche quando si ha chesso' una dermatite o una depressione non e' ben chiaro come procedere e si cerca di far fronte al problema tramite una certa indagine (caratteristiche del problema, storia del paziente, esami diagnostici se possibile) e poi per tentativi |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Ho letto il link che mi hai postato. Ho un dubbio, se posso chiedere. Ho notato che si parla in più punti della possibilità di conseguire un parziale recupero (miglioramento di condizione) del paziente affetto da dislessia. Volevo chiederti se per caso fossi a conoscenza di casi di recupero totale. Più in generale: quale tipo di trattamento viene utilizzato per aiutare il paziente a fare dei progressi?
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Comunque, informazione di servizio: il compagno di classe che mi aveva chiesto il parere sul video da me postato non si è fatto più sentire :D Per fortuna che esiste FS :)
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Bisogna far diventare la professione dell'insegnante una roba ambita, parte finale di un cursus honorum ambito come riconoscimento da parte di chi possiede esperienza comprovata da risultati nelle discipline. Far sì che quando uno alla domanda "che lavoro fai" se risponde "sono un insegnante" la mascella cada per terra come se ci si trovasse dinnanzi un luminare della medicina. A questo ovviamente va abbinato un potenziamento proporzionale negli investimenti scolastici, dalle infrastrutture agli strumenti. Fare in modo insomma che ci sia una ressa incredibile per esser chiamati a insegnare, così che si possa scegliere la creme de la creme. Come cazzo si può pretendere di aver insegnanti carismatici quando questa è una professione che attrae soprattutto scarti delle università o quando va bene persone allettate più dalle poche ore di impegno settimanale richieste e dal lungo periodo di vacanze estive (da abolire imho) che dal successo sociale, personale o economico, è un enigma a cui non so dare risposta. Se l'insegnante non viene stimato come portatore di una professionalità insostituibile e conseguentemente retribuito per tale, sarà troppo vulnerabile alle critiche e agli attacchi altrui. Attualmente a un insegnante vien chiesto sia di saperne della materia che spiega, sia di aver competenze pedagogiche e sociali tali per poterle spiegare con efficacia e nel contempo fungere da figura educativa. Questa proposta peraltro avrebbe anche l'effetto collaterale di rimettere in ordine il rispetto gerarchico e ridicolizzare gli attacchi a quella "elite intellettuale", i cosiddetti comunisti col rolex, chiarendo una volta per tutte che se uno si può permettere un rolex vuol dire che è capace di far cose che quello che non se lo può permettere se le scorda. Inoltre i rolex sono belli massicci, un bel rolex in faccia a qualsiasi cretino che osa criticare chi lo possiede è una soluzione da non sottovalutare. In sintesi: professori fighi, con belle auto, orologi di lusso e circondati di modelle, ecco. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
Ci sta. Bisogna spingere in quella direzione, si avranno contro un sacco di persone e quasi tutti i "vecchi" professori, ma come cosa aiuterebbe tantissimo il paese. Approvato. Fondiamo un partito di fobici (con copertura, si agirà dall'ombra)
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
Galimberti non ha la credibilità da quando è venuto fuori che ha plagiato varie opere di altri autori.. correggetemi se sbaglio ma non mi pare sia stata smentita sta cosa
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Poi medici psichiatri che fanno tutte queste analisi effettivamente io non li ho mai conosciuti... Dove abitano? In un mondo parallelo? Quote:
Faccio un test e un tizio mi dice che ho la malattia neurodegenerativa y, come si fa a sapere se questa malattia y ce l'ho davvero? Dai sintomi più superficiali e comportamentali? Siamo ancora a livello del test anche qua. Se verificano così chi è malato davvero, ci troviamo a livelli di analisi simili che possono nascondere a monte cose ben diverse. Una malattia (anche funzionale) bisognerà descriverla e definirla a livelli molto più bassi, non solo sintomatici di alto livello. Se una persona non riesce a camminare, c'è una funzione che l'organismo svolge male, ma per curarla non basta questo livello definitorio, bisogna arrivare ad una descrizione più mirata, il camminar male può essere causato da un mucchio di morbi diversi, il camminar male da solo non può costituire una malattia. E' proprio scorretto l'approccio. E' da quando la medicina è saltata fuori dalle diagnosi sintomatiche superficiali che si è iniziato a capirci qualcosa. Quando l'elemento biologico non c'era proprio e si credeva che i pensieri fossero situati nel cuore materialmente secondo te si poteva avere una conoscenza affidabile lo stesso di queste cose? Io credo proprio di no. Se non si afferra bene come mente e cervello son collegati queste cose rimangono abbastanza oscure secondo me. Per quanto riguarda i computer il collegamento risulta chiaro perché li abbiamo costruiti noi, con le persone non si può mettersi a studiare l'interfaccia utente, che corrisponde praticamente per analogia al sistema operativo supponendo che questa cosa rappresenti una conoscenza di alto livello di come funziona il computer. L'interfaccia mostra solo entrata e uscita dei risultati, il come vengono elaborati là sotto non lo si può comprendere soltanto osservando questa, io ad esempio posso usare un sistema operativo e vari programmi senza capirci nulla di come il computer elabora tutta questa roba (infatti non ne ho idea). Posso anche mettermi a fare dei test sul tempo di elaborazione e via dicendo, ma se non scendo più in profondità fino ad arrivare ai livelli più bassi dove l'elaborazione si confonde col meccanismo effettivo che la produce, non credo che si riuscirà a capire bene come funziona la cosa. E' come prendere un programma e mettersi a misurare quanto tempo impiega a fare un calcolo rispetto ad altri programmi su altri elaboratori e concludere che se è lento il problema è sicuramente del suo software che va riscritto o è difettoso. Se non si capisce bene tutta la macchina nell'insieme come funziona non si può arrivare a conclusioni del genere facilmente con osservazioni di questo tipo. Potrebbe essere l'hardwere nell'insieme che più di questo non può fare, e quindi se si vuole un calcolo più veloce bisogna cambiare processore e scheda (magari il software già è scritto nel modo più efficiente possibile), potrebbero esserci altri programmi che l'impallano tipo virus... E così via. Prima di poter concludere che è quel software specifico inefficiente bisogna escludere tutte queste altre cause, e per escluderle bisogna capire bene tutta la macchina come funziona scendendo a livelli molto più bassi dell'interfaccia e dei linguaggi di alto livello. Questo con mente e cervello secondo me ancora non l'hanno capito, sono in alto mare, per questo penso che questo tipo di diagnosi non siano molto affidabili attualmente. |
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
È stato persino pubblicato un libro sull'attività di plagio di Galimberti https://www.ibs.it/umberto-galimbert.../9788860632968 :miscompiscio:
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Aggiungo anche che se il problema fosse solamente genetico (problema all'hardware) le possibilità di miglioramento del paziente sarebbero nulle (o quasi); ma, dal documento succitato, emerge il fatto che molti riescono ad ottenere significativi miglioramenti; anche se lì non si fa riferimento a casi di "recupero totale". Questo significa che almeno parte del problema riguarda la mancanza di allenamento del paziente stesso (problema al software). Rimane il fatto che i criteri traverso i quali viene diagnosticato tale disturbo certificano - traverso test del QI, analisi della storia pregressa del paziente, test di lettura ecc - il fatto che uno studente si trovi indietro rispetto ai suoi compagni relativamente alle competenze nella lettura e nella comprensione di un testo scritto, ma non prova, traverso evidenze empiriche, che il problema sia legato alla genetica del paziente stesso. Non ci sono prove evidenti del fatto che la malattia sia una malattia (con origini fisiochimiche), e non una semplice lacuna culturale protrattasi nel tempo. Dato che la "velocità di lettura" è un qualcosa di perfettibile (nella maggior parte dei casi), diagnosticare una patologia relativa ad essa senza aver prima controllato i nessi che collegano la disfunzione alla macchina biologica, caso per caso, secondo me risulta un atteggiamento quantomeno azzardato. C'è il rischio che vengano messi insieme, in un unico calderone, casi diversissimi. Qualora non ci fossero nessi evidenti tra manifestazione del disturbo e corpo biologico, le cause del disturbo stesso potrebbero essere molteplici e disparate: la mancanza di allenamento, l'educazione impartita in famiglia ecc. È chiaro però come coloro i quali risultino affetti da un disturbo legato alla genetica, non siano in nulla assimilabili a coloro i quali risultino invece vittime di un disturbo legato a lacune culturali protrattesi nel tempo. C'è il rischio di assimilare queste due figure, pur così diverse fra loro. Sarebbe interessante avere a disposizione i dati statistici relativi all'incidenza della dislessia rispetto alla classe sociale di provenienza. La mia ipotesi è che i casi di dislessia, ma più in generale i casi di DSA, si manifestino precipuamente in famiglie con un basso livello culturale: famiglie proletarie, sottoproletarie o della classe medio-bassa. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
Mi trovo d'accordo con quel copione compulsivo di Galimberti su diverse cose, però mi ha fatto cadere le braccia quando ha denunciato il fatto che se un professore ce l'ha con un alunno questo non potrà mai essere promosso. Che un uomo di pensiero e speculazione creda alla fregnaccia di certi professori che perseguitano alunni che gli stanno antipatici non va bene, abbassa la sua percezione della realtà a quella dei genitori che picchiano i professori.
D'accordo con lui per quanto riguarda l'esclusione dei genitori da qualsiasi questione scolastica. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Se uno dice che sta crepando dall'ansia se anche non ha tachicardia o sudorazione o altro...be' io gli credo. Mentre se suda ma si sente tranquillissimo magari ha un problema di termoregolazione o di tiroide o chesso'...e idem il batticuore magari ha uno scompenso cardiaco ma che nulla c'entra con lo psicologico. Mi pare strano che uno abbia un'ansia che lo invalidi profondamente e non se ne renda conto... comunqque al limite si puo' chiedere alla persona se gli capita di sudar tanto o ha mai mai batticuore, dubito non si renda conto neanche di quello e servano esami oggettivi (che poi diciamolo di solito uno ansioso si riconosce a vista) poi certo piu' analisi si fanno meglio e' piu' si trova il vero problema, le cause e la soluzione ma questo sempre, con qualunque disturbo. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Se A dice "sono ansioso" e B dice poi "no non lo sei tanto, io lo sono più di te", come si risolve la cosa? :nonso: Dei parametri effettivi poi bisognerà usarli per rendere la cosa di dominio comune, confrontabile, misurabile, se si vuol definire un disturbo correlato a questa cosa, altrimenti di cosa si parla? Se bisogna poi dare anche delle pensioni di invalidità o cose del genere non ci si può basare sull'opinione soggettiva dell'individuo, bisogna definire il disturbo di cui è affetto in modo indipendente e le diagnosi non possono esser fatte in maniera tale da dipendere in modo artigianale da chi le fa. Altrimenti secondo me non si ha a che fare con malattie, ma con altro. A sentir certe persone ipocondriache sembra che stiano morendo se interrogate quando poi in concreto hanno dei disturbi lievi: bisogna mettere sullo stesso piano queste persone qua e i moribondi veri? Secondo me non è un buon sistema questo per valutare tutte queste cose, l'intervista privata per me rappresenta un sistema molto limitato, bisogna per forza sviluppare, ideare e pensare ad altri strumenti di indagine per dividere e catalogare questi fenomeni mentali apparentemente simili ma che possono esser prodotti da cose diverse e quindi rappresentare disturbi oggettivi di diversa natura. La sensazione di star morendo la possono provare molte persone ma ognuna di queste sensazioni va distinta poi in termini oggettivi e non semplicemente mentali (ossia descrittivi in senso soggettivo) secondo me. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Nessuno misura così l'ansia nei pazienti e se lo fa è comunque qualcosa di secondario rispetto agli altri strumenti che ci dicono molto di più. Quote:
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
A me Galimberti cm intellettuale piace e qndo posso lo ascolto volentieri.
Appena avrò tempo leggerò qlcosa dei suoi scritti perché molti a mio parer meritano sl x i temi trattati. Delle sue conferenze disponibili su youtube ho gradito molto quella con Marco Guzzi: L'unica csa che trovo proprio fuori luogo è cm pronuncia "Turgenev"... Ogni vlta che lo "spronuncia" in ql modo una biografia di Henri Troyat si suicida :mannaggia: |
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