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knulp 10-11-2007 13:35

http://www.castlerock.it/dbimg/article765.jpg
http://www.brundisium.net/public/i400colpi.jpg


Antoine Doinel è un bambino solo, indesiderato e incompreso che vive con la giovane madre e il patrigno. Ha poca voglia di studiare e si diverte ad andare al cinema, a marinare la scuola, a compiere piccoli furti, oppresso da una famiglia che pensa troppo a se stessa e lo relega a buttare via la spazzatura o ad andare a comprare il latte, lasciando ai compagni di scuola il compito di accompagnarlo all'adolescenza. Il riformatorio diventerà il trampolino per il tuffo nel mare della vita.

http://mirumir.altervista.org/_altervista_ht/400c.jpg

knulp 11-11-2007 12:28

http://imagecache2.allposters.com/im...66-Posters.jpg

A Buffalo nevica il giorno in cui Billy esce di prigione dopo cinque anni. Il giovane possiede un carattere molto particolare, non sopporta di essere toccato da un altro essere umano e può passare in un batter d'occhio dalle buone maniere alla violenza incontrollata. Goon è l'unica persona che sa che Billy è stato in prigione ingiustamente per una scommessa di gioco persa. Neanche i suoi genitori sanno che è stato in galera, Billy gli ha raccontato che stava svolgendo un lavoro importante per conto del governo. Per far visita ai genitori ignari, però, rapisce una ballerina costringendola a fingersi sua moglie...

http://aichi.to/lady/maho/1102buffalo66.jpg

valmor 11-11-2007 18:52

Una bella orfana è decisa a farsi suora, ma ad un certo punto viene ospitata nella casa di uno zio molto ricco che, dopo aver cercato di violentarla, si impicca...

http://blogs.laguiatv.com/media/viridiana.jpg

Amylee17 18-11-2007 23:25

"Una storia vera" ( The Straight Story ) di David Lynch

http://img240.imageshack.us/img240/5...dinadq9.th.jpg

Una storia vera è un film del 1999 diretto da David Lynch. Si basa su un fatto realmente accaduto e racconta la storia di Alvin Straight, un contadino dell'Iowa che nel 1994, a 73 anni di età, intraprese un lungo viaggio a bordo di una motofalciatrice per andare a trovare il fratello reduce da un infarto. Straight coprì in 6 settimane la distanza di 240 miglia, viaggiando a 5 miglia all'ora.

Recensione:

"La cosa peggiore della vecchiaia è il ricordo di quand'eri giovane". David Lynch racconta, commuove e torna a far riflettere sui temi importanti della vita, in modo dolce e poetico come solo un genio dietro la macchina da presa sa affrontare. La vecchiaia, l'importanza della famiglia, i ricordi e la saggezza, la vita e la morte, il regista abbandona momentaneamente gli incubi, le sue ossessioni e lo studio dei sogni per affrontare temi più forti e allo stesso tempo delicati con una storia incredibilmente straordinaria, basata su un fatto realmente accaduto.

Alvin Straight (Richard Farnsworth) ha settantatré anni, vive a Laurens nell'Iowa con la figlia Rose (Sissy Spacek), una madre ritardata alla quale hanno portato via i figli. Le sue condizioni di salute sono pessime: oltre a non vedere bene - che non gli consente di avere la patente -, convive, infatti, con un principio di enfisema polmonare e un'artrite che lo costringe ad usare ben due bastoni. Presto viene a sapere che il fratello Lyle del Wisconsin è molto malato e si avvicina alla morte. Malgrado non si parlino da tanto tempo a causa di un banale litigio e le proibitive condizioni fisiche non glielo permettano, Alvin decide di mettere da parte l'orgoglio e di intraprendere un viaggio lungo più di 350 miglia attraverso gli stati dell'Iowa e del Wisconsin, con un vecchio tosaerba che traina un piccolo rimorchio - la sua "casa" durante il viaggio -. Tra lande sterminate e paesaggi mozzafiato nel cuore dell'America, ripresi da raffinate inquadrature panoramiche, Alvin trascorre quasi due mesi di viaggio e incontra tanta gente, dispensando autentica saggezza e suscitando infinita tenerezza. Un pellegrinaggio interiore dunque, che si sublima con il ricordo sbiadito e nostalgico di un cielo stellato. La pellicola è una grande metafora del tempo e della sua ineluttabilità sottolineata magistralmente dalle scelte registiche; geniale in tal senso introdurre il gruppo di giovani ciclisti che sfrecciano ad alta velocità accanto al vecchio Alvin, in contrasto con la sua ponderatezza e la sua flemma, resa perfettamente con movimenti dolci dell'inquadratura e dalla splendida interpretazione di Farnsworth. Sembra quasi che questo voglia sottolineare la fretta e la furia di arrivare tipica dei giovani d'oggi, che non si fermano mai, che hanno un'ansia instancabile di crescere, paragonata alla serenità e lentezza di chi conosce il valore del tempo. E il viaggio di Alvin, in una visione più generale, potrebbe essere comparato alla vita stessa, fatta d'incontri e di un gran numero d'esperienze, nella quale forse il punto d'arrivo non è importante quanto il percorso in sé: non conta dove riusciamo ad arrivare, ma il panorama che il viaggio ci riserva.
Lynch dimostra ancora una volta di essere un cineasta formidabile, completo e versatile, un teorico del cinema che ripone nell'emotività dei personaggi (sempre molto passionali) e nel gioco di sguardi tutta la potenza comunicativa dei suoi film. Il regista stupisce ancora una volta concependo una pellicola che ripone la sua bellezza interamente nella sua semplicità. Questa caratteristica è attribuibile a diversi aspetti del film: oltre alla storia, anche il montaggio risulta essere realizzato in maniera semplice e lineare, in controtendenza rispetto alle altre pellicole. Se si esclude "The Elephant Man" (1980) siamo ben lontani dai labirinti mentali di "Lost Highway" (1997) o dalla mostruosa creatura di "Eraserhead" (1976) o tanto più dall'ottica multi-strato creata nel successivo "Mullholland Drive" (2001), dove sogno e realtà s'intrecciano e contorcono in scene apparentemente senza senso, costruite appositamente per rendere un perenne e claustrofobico stato di tensione. "The Straight Story" è il personale omaggio alla vita di un D. Lynch sicuramente meno allucinato, ma in grado ancora una volta di affascinare e lasciare un segno indelebile nello spettatore.

mefiori 23-11-2007 19:51

Cinque tra i più famosi detective del mondo - un francese, due americani, una inglese, un cinese - vengono invitati "a una cena e assassinio" nel castello di un eccentrico miliardario, il quale promette un milione di dollari esentasse a quello dei cinque che per primo risolverà il caso dell'imminente delitto. Il castello di Twain è ricco di misteri e di sorprese, a cominciare dal maggiordomo cieco e dalla cuoca sordomuta, per continuare con le apparizioni dell'imprendibile anfitrione. Superati i primi scogli di attentati alle persone, messi di fronte a ben tre cadaveri (il terzo, quello dello stesso Twain, pugnalato dodici volte allo scoccare della mezzanotte), gli investigatori si trovano sottoposti a prove mortali da cui si salvano. Non si salvano, invece, dal ridicolo: ogni soluzione è brillante ma falsa. Sono veramente morte le presunte vittime? Chi è il diabolico organizzatore della beffa?

http://giotto.ibs.it/vjack/z01/8013123665201.jpg

Amylee17 27-12-2007 22:58

DANCER IN THE DARK

http://img292.imageshack.us/img292/6...darktb8.th.jpg


L'incipit di Dancer In The Dark è molto più di una esplicita dichiarazione d'intenti, racchiude in un breve lasso di tempo la crisi della visione tematizzata dal film. Lo stravolgimento delle gerarchie sensoriali che sembra essere uno degli imperativi del cinema contemporaneo.
Selma (la cantante islandese Bjork) è una giovane immigrata cecoslovacca nell'america industriale degli anni '50. Operaia in una piccola fabbrica, Selma e il figlio Gene vivono in una roulotte nel giardino di casa di due americani apparentemente benestanti, il poliziotto Bill (David Morse) e la bella moglie Linda (Cara Seymour). Il loro legame matrimoniale è in realtà esclusivamente legato alla disponibilità economica che Bill ha fatto credere di avere alla moglie dissipatrice. In realtà Bill e la sua casa sono in mano alle banche. Anche Selma nasconde dietro agli occhiali spessi un terribile segreto: sta diventando cieca. Non solo. Anche il figlio Gene è afflitto dalla stessa malattia ereditaria agli occhi. Presto, se non si interverrà chirurgicamente, anche lui è destinato all'oscurità. L'infinito amore della madre tiene celato a Gene questo terribile destino. Selma lavora giorno e notte. Risparmia centesimo su centesimo pur di poter pagare un giorno l'operazione di Gene.

Per sfuggire alla dura realtà quotidiana della fabbrica e di una vita non certo felice Selma sogna ad occhi aperti. Sogna di essere la protagonista di un musical. Uno di quei musical hollywoodiani che Selma ama e di cui conosce perfettamente ogni meccanismo narrativo, tanto da essere capace di costruirsi il "suo" musical interiore. Un mondo immaginario ove tutto è colore, espressione stilistica, perfette coreografie di figure danzanti. La cecità fisica di Selma apre le porte della sua immaginazione. Ogni rumore della realtà, il frastuono meccanico delle macchine in fabbrica, la puntina gracchiante di un vecchio giradischi, il suono cupo di un treno sulle rotaie, si trasformano nella testa di Selma in un motivo da musical. La realtà diviene ancora più cupa e tragica quando Bill, spinto dalle continue richieste economiche della moglie, ruba il piccolo tesoro di Selma. Accecata dal bisogno, tradita nelle amicizie, Selma uccide Bill durante una colluttazione.
L'amore per il figlio, la decisa volontà di espiare il suo peccato originario, l'aver cioè dato vita ad un figlio pur conoscendo l'ereditarietà della malattia agli occhi, spingono la giovane operaia verso un terribile calvario. La punizione, la tortura psicologica e fisica, sono il fardello che Selma sceglie consapevolmente di portare sulle spalle fino alla sua morte.

Dancer In The Dark è un film nettamente scisso in due parti. Due film semi indipendenti che si compenetrano, si contaminano, si rivelano essere l'uno il "testo critico" dell'altro.
Da una parte il dramma. La tragedia della vita reale di Selma. Un egoistico amore verso il figlio che spinge Selma ai margini della società, all'impossibilità di intrattenere relazioni emozionali di alcun genere con i suoi simili. Le lenti spesse degli occhiali isolano, celano Selma alla vista degli altri uomini. Una impenetrabile barriera difensiva portata con malcelato disagio. Tutto filmato o meglio riprodotto secondo i canoni del Dogma. La camera a mano, la pellicola sgranata, nessun "trucco" cinematografico, nessun taglio. Nessun filtro, nessuna luce di scena. La massima impressione di realtà da riversare sullo spettatore.
Dalla parte opposta il musical. Il mondo interiore di Selma dedotto dai canoni del musical classico. Colori sgargianti, scenografie perfette, movimenti armonici dei personaggi che improvvisano gradevoli passi di danza. L'effetto nascosto della ripresa tramite 100 telecamere disposte con certosina pazienza per "cogliere l'attimo". Una netta impressione di irrealtà. Il cinema classico rappresentato nella sua valenza di evasione, di puro intrattenimento, di fuga dalla realtà.

Inizialmente i due mondi a parte si sfiorano soltanto. Dal mondo reale ritratto dal Dogma scocca la scintilla, il rumore, per la creazione del mondo immaginario classico del musical. Col procedere della narrazione i due mondi iniziano a contaminarsi. I toni leggeri e spensierati del musical si caricano della tragedia di Selma. La visone reale negata nel mondo concreto, diviene visone immaginaria necessaria alla sopravvivenza. Tutto il male del mondo, le angosce e le pene di Selma si riversano nel musical. Realtà ed immaginazione divengono inseparabili. Nella processo di compenetrazione dei due testi, nella apparente facilità con cui è possibile trasformare il musical in tragedia e viceversa, si evidenzia l'artificiosità artistica che sottende ad entrambi. Una attacco frontale studiato a priori. L'evidenziazione di canoni del genere attraverso il loro forzato accostamento. A cui segue la loro negazione programmatica, ed infine lo sbriciolamento stesso del concetto di genere.
In poco più di due ore Dancer In The Dark ripercorre l'evoluzione del cinema negli ultimi anni. In un solo istante, l'ultimo movimento di macchina, il volo finale della macchina da presa verso il soffitto della prigione, segna in modo inequivocabile l'impossibilità finale di scindere le due categorie cinematografiche. In un solo movimento di macchina il film segnala la natura intima del cinema (post)moderno. Non un cinema di genere, ma un cinema fatto di più generi, amalgamati ed omogeneizzati tra loro. Con Dancer In The Dark Lars Von Trier non solo riflette ed evidenzia i meccanismi narrativi ed i percorsi emotivi forzati del cinema classico, ma mette in mostra, senza falsi pudori, le forzature narrative e stilistiche che sono il fondamento del suo cinema. Del cinema contemporaneo nella sua globalità.

Redman 27-12-2007 23:17

http://filmup.leonardo.it/locand/interstate60_us.jpg

Neil Oliver è un giovane artista, ma il padre non approva le sue scelte, preferirebbe che frequentasse Oxford. Tutte le cose cambiano quando Neil incontra O.W.Grant, che può esaudire esattamente un desiderio per persona. Il desiderio di avere delle risposte lo porta a viaggiare lungo una strada che non esiste: la "Interstate 60". Lungo la strada molti incontri lo attendono, riuscirà a trovare ciò che chiede?

mefiori 04-01-2008 18:14

Raga, per le discussioni e i pareri sui film aprite un topic apposta perchè l'idea è quella di fare solo una sezione cinema qui

valmor 08-01-2008 13:30

http://img90.imageshack.us/img90/887...r5postehl6.jpg
Titolo: He was a Quiet Man

...il protagonista interpreta un impiegato timido isolato e solo che medita di sparare ai coworkers, alcuni dei quali non lo trattano bene...ma succederanno cose inaspettate e imprevedibili che cambieranno la sua vita...........

xanaxworship 08-01-2008 17:05

http://www.ilcancello.com/LOCANDINE%...OFILM/UGLY.jpg


un film che mi ha preso il cuore.

THE UGLY - genesi di un serial killer
di Scott Reynolds


Simon Cartwright non è un serial-killer. Simon non è un pazzo ma sente delle voci. Simon spesso riceve delle visite nella sua mente, visite da parte delle sue vittime. Simon è confuso ed ha paura. Simon sa essere spietato e mortale. Tutto questo e molto di più è Simon e ben presto se ne accorgerà la dottoressa Carol incaricata di tracciare un profilo psicologico di tale omicida internato in un allucinato manicomio criminale. Come può nascere un assassino? Cosa può spingere ad uccidere? La solitudine e l'opprimente società forse, oppure una sensibilità incompresa e derisa. Cosi' fra le pieghe della memoria di Simon incominciamo a viaggiare a ritroso. Fra omicidi ed un'infanzia triste, fra le mura della sua camera e lo sguardo gelido della madre. Senza un padre e senza un amico solo con un pallido amore nell'adolescenza ben presto interrotto. Questo e la violenza quotidiana creano Simon Cartwright e lo rendono rabbioso col mondo intero. Rabbioso e condannato ancora una volta di più a restar solo. Non serve raccontare nel dettaglio gli eventi che nel film accadono poiché ciò che veramente magnetizza è la figura di Simon magistralmente interpretata dal nostrano Paolo Rotondo. L'importante è aggrapparsi ben saldi alla poltrona per non rischiar di perdersi nel blu e nel rosso dell'allucinata fotografia, per evitare di farsi trascinare nel vortice di dolore che nella mente di Simon si muove. La fragilità dell'assassino e la sua spietatezza costituiscono un binomio mai cosi' ben delineato come accade in questo film. Impossibile non provare un profondo senso di pietà nei confronti di Simon cosi' come impossibile non spaventarsi dinanzi alla ferocia che poi esplode di colpo. Quanti di noi si sentiranno per brevi attimi vicini a lui, vicini al suo tormento e alla sua dolcezza calpestata. Quanti sentiranno fremere dentro la paura prima che egli scatti con il suo rasoio ed uccida. Se in "Maniac" di Lustig il serial-killer era brutalità e misoginia allo stato puro e se in "Henry - Pioggia di sangue" di Mcnaughton l'assassino è mostrato nella maniera più documentaristica possibile, qui in "The Ugly" l'unica cosa che conta è la mente stessa del folle. Guardando il film vi perderete nella confusione, nel dolore, nella paura e nei brevi attimi di gioia che Simon ha provato. Uno dei più grandi horror degli anni '90 in assoluto.

recensione presa da www.alexvisani.com

Amylee17 17-01-2008 13:02

Il posto delle fragole

del grandissimo BERGMAN...

http://img150.imageshack.us/img150/5065/immle2.th.jpg

Recensione:

Un vecchio medico parte in auto con la nuora, carica una coppia di autostoppisti, va a trovare la vecchissima madre, arriva all'università di Lund dove si festeggia il suo giubileo, il 50° anniversario della sua attività professionale. Alle vicende del viaggio si alternano sogni, incubi, ricordi che si fanno parabola sulla morte nascosta dietro le apparenze della vita. “... non avevo capito che V. Sjöström si era preso il mio testo, l'aveva fatto suo e vi aveva immesso le sue esperienze... Si era impadronito della mia anima nella figura di mio padre e se ne era appropriato...” (I. Bergman)

Wonderlust76 28-01-2008 15:15

http://img250.imageshack.us/img250/1...ebowskyrj9.jpg


Un bellissimo film di Joel Coen....da sbudellarsi dalle risate: con Jeff Bridges, John Goddman, Steve Buscemi.
Imperniato su un errore di identità e un sequestro di persona, ha per protagonista il barbuto in calzoncini corti Jeff Lebowski detto il Drugo (pessima traduzione dell'originale Dude), vecchio ragazzo degli anni '70, uno degli estensori del Manifesto (1962) di Port Huron, fedele alle amicizie e alle proprie idee, disincantato osservatore della putredine del mondo, ma deciso a fare la cosa giusta. Manca un filo forte a legare questa storia contorta, ma c'è un'assortita galleria di personaggi, attori bravissimi, talvolta irresistibili, ricchezza di invenzioni, una ghiotta sequenza onirica, intelligenti e divertenti dimostrazioni di cinema concettuale: “... è come una grande stanza mirabolante di quel museo-galleria degli sfigati e bizzarri del mondo in cui viviamo e che abbiamo voluto come è.”

Redman 29-01-2008 22:04

http://lyriccinemacafe.com/wp-conten...easeposter.jpg
"Se vuoi qualcosa nella vita datti da fare e prendila"

Jes 30-01-2008 13:59

Quote:

Originariamente inviata da Redman


uffi ma di questo film avevo già scritto io

88_ThE_BeSt_88 30-01-2008 15:00

http://i66.photobucket.com/albums/h2..._is_sparta.jpg

-madness? this is spartaaaaaaaaaaaa-

Redman 30-01-2008 15:15

Quote:

uffi ma di questo film avevo già scritto io
Lo avevi scritto sul tuo diario? :D ho guardato le pagine precedenti e non c era nulla 8)

Jeanne 03-02-2008 12:20

Paranoid Park
 
http://www.adorocinema.com/filmes/pa...k-poster01.jpg

Montaggio abilissimo di riprese in 35mm, video e super8, originale fotografia.
Incalzante e paradossale colonna sonora (posto dila' la playlist).
Un reportage dell'anima, un'avventura segreta fra il silenzio individuale e il frastuono del mondo.


paranoidpark.co.uk

knulp 03-02-2008 22:19

http://www.portici.enea.it/Cral/Tutt...e/image001.jpg

A Edimburgo tre amici – due uomini e una donna – scoprono che lo sconosciuto al quale hanno subaffittato un quarto del loro grande appartamento è morto lasciando una valigia piena di banconote. Fanno sparire il cadavere, liquidano due malviventi in cerca del malloppo e cominciano a dilaniarsi tra loro.

mefiori 05-02-2008 14:19

Per cortesia, le discussioni inerenti ai film le potete fare aprendo altri topic? questa sezione è dedicata solo ai film

Jeanne 07-02-2008 15:43

http://img167.imageshack.us/img167/8...candinaig2.jpg


il trailer :: il sito

calinero 08-02-2008 22:42

http://i32.tinypic.com/23sxf74.jpg

lo ammetto, l'ho postato solo per far colpo su qualche fobica cineasta
quindi x non fare arrabbiare mefiori scrivetemi pure in privato, don zelle
:lol:

calipero 17-02-2008 22:49

http://content.answers.com/main/cont...lls_kitano.jpg

la prima storia è commoventissima :oops: :oops: :oops:

ma anche le altre non scherzano

pain 05-03-2008 03:01

http://img147.imageshack.us/img147/9...alunquemf6.jpg



titolo originale: He Was a Quiet Man
Nazione: U.S.A.
Anno: 2007
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 95'
Regia: Frank A. Cappello
Sito ufficiale: www.hewasaquietman.com
Sito italiano: www.uomoqualunque.com


Cast: Christian Slater, Elisha Cuthbert, William H. Macy, Sascha Knopf, Jamison Jones, Cristina Lawson, Greg Baker, Nicole Hawkyard
Produzione: Neo Art & Logic, Quiet Man Productions
Distribuzione: ONE MOVIE
Data di uscita: 22 Febbraio 2008 (cinema)

Trama:
Oppresso e stanco del grigiore della propria vita da impiegato qualunque, Bob Maconel, decide di porre fine alle angherie subite dai colleghi, all'oblio in cui é costretto a vivere, insomma, decide di riassumere un ruolo da protagonista nella propria vita. Mette a punto un piano per vendicarsi dei colleghi, ma il giorno stabilito per consumare la sua vendetta, un suo collega impazzisce ed, in effetti, anticipa le sue intenzioni, spara contro tutti i suoi colleghi, ma un attimo prima che la stessa sorte capiti a lui, Bob, spara per primo, uccidendo il collega e passando per un eroe... Il suo capo gli offre un posto da vice-direttore, Vanessa, la collega della quale é infatuato e che é rimasta paralizzata dopo la sparatoria, mostra un certo interesse per lui... La vita di Bob é cambiata per sempre, ma non nel modo che aveva immaginato lui, sarà in grado di accettare la nuova realtà?









uno introverso trattato male da tutti, solo senza famiglia e senza amici, ke fa una strage...strano vero? o forse no?

Zed 06-03-2008 18:36

http://www.911sharethetruth.com/imag...ger/DVD107.jpg

Sotto le mentite spoglie di un fantathriller si nasconde un'attualità disarmante, soprattutto per quel che riguarda l'informazione italiana che ormai è allo sfascio.

PS: il V-Day prende il simbolo da questo film!

Anche se non siete seguaci del Beppe nazionale, il film merita la visione ;)

calinero 20-03-2008 01:37

http://www.mymovies.it/filmclub/2007.../locandina.jpg

un po' lento in alcuni punti ma tutto sommato niente male!

un filino drammatico!

calimerlo 25-03-2008 22:14

http://lnx.zigolo.net/film/Guerra_roses.jpg

Un dolce e bravo maritino che lavora dalla mattina alla sera per mantenere la famiglia, viene lasciato dalla cattiva, ingrata ed insensibile moglie, che non solo gli ruba un sacco di averi nonostante sia stata mantenuta per tutta la vita, ma inizia anche ad odiarlo, costringendo l'uomo ad abbandonare l'amore per l'odio... ma solo uno dei 2 proverà il vero odio, uno invece sarà ancora innamorato... chissà chi sarà dei 2?
Il dolce e sensibile uomo amante dei cani coccoloni o la fredda ed aggressiva donna amante degli opportunisti gatti? :lol: :lol: :lol:
(frecciatina doppia carpiata per le amicone con le quali si sta discutendo in questi giorni, le altre si astengano please :lol: )

YellowDaisy 28-03-2008 17:17

Vorrei segnalare un film che a me è piaciuto tantissimo, sarà che l'ho visto d'inverno, al calduccio, in una particolare atmosfera, non so, ma io lo adoro e lo rivedo spesso. Al solo pensiero mi tornano alla mente paesaggi bucolici, cieli grigi, atmosfere magiche! Insomma, ne sono innamorata cotta! Sicuramente non è una pietra miliare del cinema, però se amate le storie romantiche ve lo straconsiglio! E poi c'è una bellissima scena di passione, riuscita benissimo lontano anni-luce dalla volgarità di molti films!
Il film è Possessio-Una storia romantica, i protagonisti sono il bellissimo Aaron Eckhart e la magnifica Gwyneth Paltrow e questa è la locandina:

http://img148.imageshack.us/img148/9...candinakz1.jpg

La recensione è quella di My Movies, dato che non sono molto brava a scrivere! :wink:
Lei, Maud Bailey, sta facendo ricerche su una poetessa lesbica dell'epoca vittoriana. Lui, Roland Mitchell, studia un grande poeta dello stesso periodo. Lui scopre una lettera dell'epoca che testimonierebbe di un'improbabile relazione tra i due scrittori... Direi che l'ultima parte è da omettere se vi volete godere il film! :wink:
Buona Visione! E fatemi sapere se vi è piaciuto! :wink:

xanaxworship 30-03-2008 15:37

BAISE MOI

http://isole.ecn.org/elpaso/cinema/i...04/scopami.jpg

trama:Due giovani donne, che hanno commesso ciascuna un omicidio, partono per un folle viaggio a base di sesso e delitti, fanno saltare le cervella alla gente senza il minimo scrupolo, bevono, praticano la fellatio e il coito plurimo.

Un “Thelma e Luise” a base di sesso e violenza, anarchicheggiante e grondante rabbia che disturberà molto i palati delicati. Dopo aver suscitato scandalo in Francia sbarcando nell’austero scenario dell’Assemblea Nazionale come elemento di discussione (censura sì? Censura no?), il film, tratto dal romanzo di Virginie Despentes ed interpretato da pornostar, arriva in Italia vietato ai minori di diciotto.
niente di sensazionale, ma me lo ricordo ancora nonostante non lo vedo da anni, quindi un pò mi ha colpito.ah non e un film porno cmnq.


http://i1.iofferphoto.com/img/item/3...moi_(2000).jpg

xanaxworship 03-04-2008 13:56

http://www.musicafilm.it/images/dvdm...front_3204.jpg

Mery per sempre

Mery per sempre è un film del 1989 diretto dal regista Marco Risi, ambientato a Palermo, nel carcere minore di Malaspina.la vicenda ruota intorno al rapporto difficile fra i ragazzi reclusi e un professore che tenta di aiutarli e a farli uscire da quello stesso tunnel di violenza e degrado che li ha fatti finire in carcere.film considerato neorealista,in cui molti attori non sono professionisti.il film non e male, la storia e sà di già visto mille volte , ma credo che questo film sia di una marcia in più rispetto agli altri del genere.e stato girato anche un seguito"ragazzi fuori"sempre di marco risi del 1990.

piocca 06-04-2008 22:23

Edward mani di forbice....eheheh :D
http://img204.imageshack.us/img204/9...orbifh5.th.jpg
non importa quanto diversi possiamo sembrare agli occhi degli altri, ognuno di noi ha qualcosa di splendido da offrire.
Edward, che al posto delle mani ha delle affilate forbici, non è capace di vivere come una persona "comune" nè tantomeno di relazionarsi con gli altri. Ha sempre vissuto ai margini e le forbici gli hanno in qualche modo impedito di avere relazioni o anche solo semplici contatti fisici (rispecchia un po' la nostra situazione :lol: )Tuttavia è in grado di realizzare splendide sculture, con tutti i materiali. E con queste esprime sentimenti ed emozioni che non riesce ad esternare...

calinero 13-04-2008 23:51

http://cinemascope85.files.wordpress...mezzanotte.jpg

Fuga di mezzanotte

Un cult, non necessita di presentazioni, novellino chi non lo conosce.

Aggiungo solo che è un ottimo film da vedere quando si è depressi, triste ma rassicurante.

caliserio 20-04-2008 20:19

http://italy.indymedia.org/uploads/2....jpgf15hlc.jpg

L'odio

L'unico sentimento che riesco a provare adesso, contro il mio destino, contro di me, contro il mondo intero.

A parte tutto, un buon film.

muttley 24-04-2008 21:07

http://z.about.com/d/movies/1/0/v/Z/...ejimposter.jpg

Un film che credo tutti i frequentatori di questo forum apprezzeranno. Il protagonista potrebbe benissimo essere uno di noi.

Redman 28-04-2008 20:55

http://www.dvdpuntoparty.it/loc/222c...pericolosa.jpg
La Trama

Chuck Barris ha una doppia vita: di giorno è un celebre conduttore di show televisivi, ideatore del "reality show" (autore di programmi come _The Dating Game_, conosciuto anche in Italia col titolo _Il gioco delle coppie_); di notte si trasforma in uno spietato agente della Cia, con una predilezione per gli omicidi efferati. Ma quando l'amore entra nella sua vita, la situazione è destinata a cambiare...

calimerlo 29-04-2008 19:56

http://www.portici.enea.it/Cral/Tutt...e/image002.jpg

Il pasto nudo

film semplicemente delirante

Cronenberg dovrebbero internarlo

Amylee17 09-05-2008 22:26

Come in uno specchio di Ingmar Bergman

:

http://img207.imageshack.us/img207/9...chioep0.th.jpg

La trama

Karin, col marito medico Martin, il fratello Minus ed il padre scrittore David, trascorrono le vacanze su un'isola dei mari del Nord. Karin, uscita da una clinica psichiatrica, preoccupa molto Martin, che l'ama e che sa come la donna sia incurabile. Non conosce però le sue periodiche allucinazioni durante le quali Karin si reca in una camera in soffitta e ode alcune voci che le annunciano la venuta di un qualcuno, che ella è convinta essere Dio. David, d'altro canto, pur amando la figlia, è preoccupato dei suoi successi di scrittore e annota i sintomi della malattia di Karin su un diario per poterne eventualmente trarre l'ispirazione per un suo romanzo. Karin scopre questo diario e viene a sapere di essere senza speranza. Ciò provoca in lei un trauma e si confida con Martin, che cerca di consolarla. Durante una gita in barca, fra Martin e David, soli, avviene un colloquio piuttosto violento, durante il quale David comprende e ammette i suoi errori e cerca un riavvicinamento alla famiglia. Karin, intanto, rimasta sola sull'isola con Minus, confida al fratello le sue visioni nonché il fatto che per vivere in questo nuovo mondo ella si allontana sempre più dal marito. Al ritorno di Martin e David, Karin chiede di ritornare in manicomio, distaccandosi per sempre da un mondo nel quale ormai non può trovare piu' pace. La sua decisione provoca peraltro un riavvicinamento fra Minus e il padre, i quali d'ora in poi riusciranno a comprendersi meglio.

Recensione

"Come in uno specchio" inaugura la trilogia dedicata specificatamene al problema religioso, che sarà completata, nel breve arco di due anni, da "Luci d'inverno" e "Il silenzio". Di fatto, questi tre film sembrano prestarsi a un'analisi globale. Troppe sono le analogie sostanziali, troppe quelle formali. Bergman era solito suggerire che i suoi film fossero esaminati singolarmente, ma egli stesso accomunò i tre film nella seguente classificazione: "Trattano di una riduzione. Come in uno specchio: certezza conquistata. Luci d'inverno: certezza messa a nudo. Il silenzio - silenzio di Dio - la copia in negativo. Perciò formano una trilogia".
Si è molto parlato del significato religioso finale delle tre opere viste in successione, e qualcuno si è meravigliato dello strano itinerario. Lo avrebbe preferito inverso, dal dubbio alla certezza. Ma l'apparente incongruenza si spiega accettando una lettura più semplice della trilogia. Bergman non vuol dimostrare qualcosa. Vuole soltanto proporre qualcosa alla riflessione, vuole stimolare alla ricerca. E lo fa di volta in volta presentando personaggi - persone a loro volta in stato di ricerca. Non è né credente è ateo. È solo un uomo desideroso, nel suo cammino di artista, di far partecipare il suo prossimo alle sue meditazioni, alla sua avventura nella foresta del silenzio dell'infinito. [... ...]
Stilisticamente la trilogia rivela la tendenza a circoscrivere sia lo spazio, sia il tempo.
Le vicende si svolgono in ambienti rigorosamente chiusi e in segmenti temporali bevi, ben delimitati. È l'uomo prigioniero delle sue angosce l'oggetto dell'attenzione del regista.
[......]La ricerca dell'infinito avviene su due binari principali e su un binario secondario. I binari principali sono Karin e David. Il binario secondario è Minus. Nessun binario segue il personaggio di Martin, sempliciotto medico positivista, banale, incapace, nonostante la sua apparente gentilezza, di dar risposta all'ansia d'amore che lo circonda. Il binario Karin parte da un presupposto, la malattia mentale, che induce la donna a una sorta di sdoppiamento esistenziale tra la realtà e le sue fantasie. [... ...] Diverso è il percorso di David. All'inizio del film è un uomo che sbaglia tutto. Ha sbagliato a lasciare la famiglia, sbaglia pensando di lasciarla di nuovo. Ha portato regali inutili e poco graditi... Ma David è un peccatore in fase di conversione. [... ...]
Resta da svelare il mistero del titolo. Le parole "come in uno specchio" sono tratte dagli Atti degli apostoli, e più esattamente dalla prima Lettera di San Paolo ai Corinti, capitolo 13, versetto 12: "Adesso noi vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; allora vedremo faccia a faccia". [da Ingmar Bergman di Sergio Trasatti Editrice Il Castoro S.r.l.]

Amylee17 09-05-2008 22:33

Sussuri e grida di Ingmar Bergman

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Trama

A Stoccolma, agli inizi del Novecento, Agnese sta morendo di cancro nella villa di famiglia; ad assisterla al suo capezzale ci sono le due sorelle, Maria e Karin, e l’amorevole badante Anna. Fra ricordi d’infanzia ed insanabili tensioni familiari Agnese giunge al termine della propria vita, ma la notte successiva il suo spirito tornerà per manifestare il tormento della donna…

Recensione

Presentato in concorso al Festival di Cannes 1973 e candidato all’Oscar come miglior film dell’anno, “Sussurri e grida” è universalmente considerato come uno dei massimi capolavori nella carriera di Ingmar Bergman. Prodotta, diretta e sceneggiata dallo stesso Bergman, che si è ispirato al teatro di August Strindberg, questa pellicola è una delle opere più intime e personali del grande regista svedese, che anche qui sceglie di trattare alcuni dei temi principali della sua produzione: l’ineluttabilità della sofferenza, la complessità delle relazioni interpersonali (in primo luogo quelle familiari) e il difficile confronto fra l’essere umano e la morte. Davanti alla macchina da presa, in un’affascinante esplorazione dei diversi aspetti dell’animo femminile, un gruppo di magnifiche attrici alle prese con un quartetto di personaggi indimenticabili.

Al centro del film c’è la figura di Agnese (Harriet Andersson), che nel suo letto di morte, nel corso di una lenta e dolorosa agonia in attesa della fine, si trova a ripercorrere alcuni episodi del proprio passato e a rimpiangere la felicità dell’infanzia. Attorno ad Agnese, punto focale dell’intera trama, si innesca il conflitto fra le sue due sorelle, accompagnate dai rispettivi mariti: Maria (Liv Ullmann), egocentrica ed ossessionata dalla propria bellezza, e Karin (Ingrid Thulin), una donna fredda ed incapace di qualunque contatto umano. All’atteggiamento insensibile e distaccato delle due sorelle fa da contraltare il personaggio di Anna (Kari Sylwan), la fedele badante che, con silenziosa e sincera devozione, si prende cura della moribonda Agnese accompagnandola nel suo viaggio verso l’aldilà; e infatti, nel finale, sarà lei l’unica ad avere il coraggio di avvicinarsi al cadavere di Agnese, per placarne lo spirito inquieto.

Intensa, angosciosa, a tratti addirittura straziante, la pellicola è contraddistinta da un’eccezionale potenza espressiva e da un acceso simbolismo, quasi sempre declinato in chiave psicanalitica. Bergman mette la propria regia al completo servizio degli interpreti, facendo un largo uso dei primi piani, e gioca in maniera formidabile sui contrasti cromatici per creare un’atmosfera cupa e opprimente, che rispecchia lo stato d’animo dei protagonisti. Non a caso, infatti, tutto il film è ambientato nello spazio circoscritto (e in qualche modo teatrale) della villa di Agnese, nella quale la costante penombra degli interni viene messa in opposizione con il chiarore della neve nelle scene in esterno, quelle che corrispondono ai flashback di Agnese con la madre. Straordinaria la fotografia di Sven Nykvist (premio Oscar), basata sull’utilizzo di pochi colori essenziali e fortemente simbolici: il bianco, il nero e soprattutto il rosso, tonalità dominante nelle stanze della villa (“ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima”, ha detto Bergman). Nella colonna sonora, musiche di Chopin e di Bach. Nel 1978, Woody Allen ha preso spunto da “Sussurri e grida” per girare il suo film più bergmaniano, “Interiors”.

Amylee17 09-05-2008 22:39

Fanny & Alexander di Ingmar Bergman

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Recensione

“E' una meravigliosa summa dei motivi bergmaniani, la fede e la magia, la paura e il mistero, la malvagità che guida molte vite e il riscatto che si ricerca nella morte, la scommessa con il diavolo, con i simboli mai cancellati dell'immaginazione infantile e dell'istituzione adulta. C'è stato un periodo in cui si considerava Bergman una specie di filosofo cinematografico, un divulgatore di problemi esistenziali, un piccolo prontuario per spettatori mezzo-colti, ma molto ambiziosi: 'Fanny e Alexander' dimostra soprattutto la qualiltà poetica di Bergman, la sua capacità di rendere piana, struggente e necessaria ogni storia. Il riepilogo bergmaniano di questo bellissimo film è in chiave di favola infantile, di un'infanzia rivisitata con gli occhi, le malinconie e il coraggio degli adulti, storia di una famiglia di teatranti agli inizi del secolo, storia di due fratelli, il bambino Alexander, la bambina Fanny, che aprono gli occhi sul mondo tra la finzione dell'arte e le durezze dell'esperienza. Bergman non rinuncia a nulla delle sue paure autobiografiche (tanto è vero che il film comincia con il piccolo Alexander che vede la morte accucciata in salotto), ma aggiunge quella parte lieta di sé, che si vede, per esempio, in 'Sorrisi di una notte d'estate', e aggiunge una nuova filosofia, che supera i dubbi e le angosce esistenziali: gli uomini sono soli, non c'è una realtà fuori dal mondo, la felicità consiste nell'adattarsi alle cose, la felicità è la piccola o grande gioia laica dell'amore e dei sensi."
(Stefano Reggiani, 'La Stampa')

knulp 11-05-2008 07:05

http://www.mymovies.it/filmclub/2002/12/002/imm.jpg

Un uomo approda alla stazione di Helsinki. La sera stessa viene derubato e ferocemente picchiato. Scappato dall'ospedale dove lo davano ormai per morto scopre di aver perso la memoria. Sperduto in una realtà che non conosce e privo di qualunque punto di riferimento (non ricorda nemmeno il proprio nome), l'uomo sembrerebbe destinato al peggio. Ma l'incontro con una famiglia di marginali e in seguito con Irma, sfiorita rappresentante dell'Esercito della Salvezza, gli permetterà – con tutte le lentezze e le esitazioni del caso – di rifarsi una vita.

Jeanne 14-05-2008 23:19

http://img505.imageshack.us/img505/8...quilonitg0.jpg


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