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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
io l'ho sempre intesa a livello "fisico", dove porgere l'altra guancia sarebbe un suicidio assicurato. e se stiamo a livello letterale, io ho avuto la prova che non funziona stare lì fermi a prenderle. anzi, ti incattivisci. un cane se lo percuoti diventa un demonio, l'uomo è uguale soprattutto da bambino e adolescente, non ha mezzi per difendersi e può solo subire...ma tutto questo non è porgere l'altra guancia, ma caricare una bomba a orologeria.
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
Questo modo di pensare malsano è uno dei motivi che mi ha portato ad allontanarmi dal cristianesimo. Le persone che ci fanno del male vanno allontanate. Ci sono cose che si possono perdonare e cose che non si possono perdonare.
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
Progere l'altra guancia non fa per me.. siamo esseri umani, non santoni ascesi a un piano superiore dell'esistenza.. abbiamo emozioni, giorni si e giorni no.. per quanto un detto possa essere teoricamente affascintante, la realtà è ben altra.. e io sono permalosa :sarcastico:
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
Vi copio l'interpretazione "metafisica"
Piuttosto che rendere "un occhio per occhio", Gesù ci incoraggia a resistere al male, perché dare la nostra attenzione al male invita solo più male nella nostra vita. Allo stesso modo, se qualcuno dovesse colpirci, piuttosto che vendicarci e quindi rimanere invischiati in una battaglia, Gesù ci incoraggia a "porgere l'altra guancia". Questo non è (come alcuni potrebbero aver interpretato) un modo che permetta ad un assalitore di colpire un'altra persona, ma indica che voltarsi e allontanarsi dalla potenziale aggressione è l'unico modo per ottenere un risultato positivo e simile al comportamento di Cristo. La violenza genera più violenza. |
Re: Porgere l'altra guancia ? ...
in una società dove tutti applicassero questa logica non solo di non reagire ma addirittura di sottomettersi al proprio carnefice porgendo l'altra guancia, allora non dovrebbero esistere neanche le leggi perchè ognuno potrebbe sentirsi libero di fare tutto ciò che desidera senza mai pagarne le conseguenze!! sarebbe un mondo del tutto innaturale popolato interamente da sadomasochisti
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
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Varykì dov'eri che ti stavo aspettando :D |
Re: Porgere l'altra guancia ? ...
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
no cmq secondo me occhio per occhio è esagerato , ma pure porgere l altra guancia , un occhio per ditino del piede magari a volte è necessario :sisi:
poi dipende dalle situazioni ogni caso è a se |
Re: Porgere l'altra guancia ? ...
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
Per me è possibile solo in casi in cui l'entità dello "schiaffo" non è abbastanza rilevante da toccare altre corde che fanno parte della propria sfera: uno "schiaffetto" isolato posso anche non renderlo, ma se invece lo è oppure assume caratteristiche vessanti in qualunque contesto, ricambio con quello che metaforicamente equivarrebbe a un "calcio in cu*o".
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Re: Porgere l'altra guancia ? ...
porgere la nuca e andarsene...
Una volta fui aggredito da un pazzo, sia se avessi reagito sia se fossi rimasto lì ad aspettare che colpisse ancora sarai stato picchiato male, presi le mie cose e lo lasciai lì. Idem col verbale: una ex coinquilina tendeva a colpirmi psicologicamente, io mi alzavo e tornavo nella mia stanza. Qualche volta evitando di sparecchiare anche se era il mio turno. Se non puoi andartene beh allora comanda l'istinto di sopravvivenza o di autodifesa, ma nelle reazioni non fisiche ciò non sempre riesce a chi è 'fobico', per cui tende a rimandare la risposta puntando inconsciamente a un successivo atteggiamento passivo-aggressivo. La vendetta paradossalmente la trovo più spontanea da applicare a chi ti ha fatto del male non volendolo, anche se non lo ritengo giusto. Se lo ha fatto intenzionalmente un po' ci ha perso anche lui. Tranne cose estreme tipo se fanno qualcosa a un tuo famigliare, lì saltano i "ragionamenti". In un certo senso porgere l'altra guancia può funzionare, se lo fai esplicitamente come una sfida, ma non credo sia questo il senso inteso da Cristo |
Re: Porgere l'altra guancia ? ...
Gesù era un cenobita credeva nella salvezza attraverso il dolore. Così come i martiri, i flagellanti e i portatori del cilicio.
Abituarsi al dolore fisico e ai supplizi della vita era un modo per elevare la propria spiritualità e sentirsi più vicino a Dio. L'opposizione non violenta non è solo del cristianesimo ma anche buddhismo, induismo e tante altre religioni e filosofie, però dipende dal contesto storico perché se da una parte nel cristianesimo abbiamo i martiri torturati, sbranati dalle belve e segati a metà dall'altra ci sono le crociate che han compiuto massacri partendo dall'idea di voler proteggere i pellegrini che si recavano in terra santa (perché evidentemente Dio non lo faceva). Tutto questo si basa sulla buona fede dell'uomo, sulla sua capacità empatica, il senso di colpa e sul guadagnarsi il paradiso. La beatitudine in cui questa gente credeva è un aspetto da non sottovalutare, gli dava la forza di sopportare il peggio del peggio perché ne avrebbero ottenuto un tornaconto nell'aldilà. I comandamenti e lo spauracchio del giudizio universale. L'uomo in realtà non è molto diverso da una belva, i feral childs lo dimostrano, tutto dipende da come viene cresciuto un individuo. Per fare un esempio banale chi nasce e vive nel bronx o in paesi perennemente in guerra con un altissimo livello di criminalità non danno alcun valore alla vita e ai diritti dell'uomo. Questo aspetto faceva molto comodo anche ai regnanti di turno, era una gran bella cosa che il popolo accettasse ogni sorta di ingiustizia senza ribellarsi. Sicuramente combattere e scontrarsi è brutto ma subire è ancora più brutto, anche io sono per l'idea di evitare entrambe le situazioni ma troppo spesso non è possibile e arrivi ad un punto in cui a volte non riesci nemmeno a combattere e non ti resta che trovare un modo di accettare di subire per cercare di soffrire di meno. Difatti io credo che le persone più religiose sono anche quelle che hanno sofferto di più nella vita, persone che han bisogno di dare un senso a questo dolore perché non riescono ad accettare l'idea che l'esistenza è caos senza significato, c'è bisogno di credere, c'è bisogno di sperare che prima o poi (anche dopo la morte) ci sarà tregua. Il buddhismo ad esempio insegna proprio a diventare insofferenti perché le emozioni trascinano nel samsara nel ciclo di reincarnazione, la beatitudine attraverso l'imperturbabilità, ok intanto il popolo cinese ha sterminato i tibetani.. ma se poi tu credi di reincarnarti, credi nel karma, si ritorna a dover considerare le forti connotazioni spirituali di speranza, di giustizia ultraterrena che girano attorno al contesto. Su una persona non religiosa, non spirituale o poco spirituale questa cosa non attecchisce, giustamente. |
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