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In ogni caso, non me ne è mai fregato nulla della poesia, anzi a sentire la parola leopardi mi vien l'aonco, come si dice da me, l'unico che ho letto volentieri è stato cecco angiolieri(tanto per darti un'idea :) ) Poi nulla toglie che legga, m'interessi di cultura a tutto tondo, etc...ma fare l'artista maledetto non è nelle mie aspirazioni anche perchè a mio parere quelli sono i veri spettatori, che non si godono la vita ma si limitano a descriverla anche se nei modi più strani e belli(mi dicono)... |
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lo trovo troppo troppo strutturato/complesso e poco spontaneo...e per me la poesia è naturalezza e spontaneità. Per me la poesia è andare dalla ragazza che ami è dirle "vorrei sfiorare le tue labbra 100 volte e 1000 volte baciarti fino ad aver finito il fiato...poi vorrei dartene ancora altri 1000 per nutrirmi dei tuoi sospiri". Per me la poesia non è niente del: A silvia rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale quando giocavamo a scacchi nei tuoi occhi ridenti e fuggitivi e tu annoiata e pensosa per colpa delle mie frasi romanzate, te ne sei giustamente andata e hai preferito la morte piuttosto che guardarmi ancora in faccia. Per me la poesia è esprimere le emozioni così come vengono: ti guardo negli occhi? la prima emozioni che mi viene in mente e la prima parola a cui riesco ad associarla: "fremo su questa terra, io cavallo imbizzarrito per il tuo sguardo". Piace, non piace....segue una metrica, non la segue...diventerà illustre e famosa o meno? chissene.... P.S: quando diventerò famoso però il mio libro l'ho compri :lol: P.S2: è in parte vero che per scrivere sei in un certo senso spettatore, ma da un altro devi aver vissuto (oppure avere tanta poesia). Ma l'esperienza non ti toglie l'arte; è il tempo necessario per avere esperienze che toglie tempo all'arte--> ed infatti ribadisco che chi è felice raramente prendere su carta e penna per scrivere una poesia (lo farà nei momenti tetri) |
Vivere significa combattere per cambiare il proprio destino...
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Re: Cosa significa vivere?
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http://samueljscott.files.wordpress....er_simpson.jpg Dehèhihò....Passami un'altra birra Maarge! (cit.) |
OFF TOPIC
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di poesia non me ne intendo e non so consigliartene altri =) Quote:
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E adoro anche poeti recenti del calibro della Merini, Neruda, poi un Lorca e Ungaretti (anche se è completamente diverso dalla poesia romantica diciamo che Ungaretti è stato il poeta che al tempo delle medie m'ha fatto innamorare della poesia). Uno stile ricercato e antico mi sa sia di troppo artificioso e innaturale sia di roba per pochi. Per me la poesia invece deve arrivare ad ogni spettatore che è disposto a fermarsi per ascoltarla (anche qui mi avvicino molto all'idea romantica); quindi niente arcaismi, pochi riferimenti ad una cultura particolare e/o riferimenti all'antichità. Soprattutto non seguire una metrica particolare: magari una qualche poesia può venire spontanea ricrearla seguendo un qualche schema, ma le più sicuramente meglio se fatte di getto e comunque senza stare lì a contare le sillabe e a rigirarla fino alla morte |
X Giova: Io credo che tu abbia ragione con tutta la storia dei comportamenti del leone ecc....gli animali sono liberi di seguire i loro istinti, mentre gli uomini sono frenati dalle convenzioni e regole imposte dalla società....una colpa primaria io la darei anche alla chiesa, con tutte le sue idee di castighi per i peccatori, di continuo soppesaggio del bene e del male, senso di colpa e vergogna per l'uomo.....
Appunto: Cos'è la vergogna (giusto x fare un esempio) ...è una sentimento che negli animali non esiste, la società lo ha introdotto nella comunità degli uomini, tutto questo senso di pudore e castità.... :roll: Tutte cose che vanno contro la natura, sono forzate, per un essere che in fondo è un animale anche lui. E allora si capisce che tutti i pedofili, gli assassini, i soggetti considerati pericolosi dalla società, sono in un certo senso anche giustificati, in quanto la loro immoralità deriva semplicemente da istinti repressi, ma che sono naturalissimi..... :x Si cerca quindi di abolire la stessa natura dell'uomo per conformarlo ad un soggetto con caratteristiche tutte inventate.... In conclusione: la grande civiltà umana costruita su una favola che mostra la sua bella faccia al mondo ma che in fondo all'anima è sconvolta e lacerata da contraddizioni e ferite insanabili :twisted: X Jhon: Io col dire che noi fobici siamo più "profondi", non intendevo sotto intendere che questo sia un aspetto positivo....anzi :? Inutile dire che avrei preferito non diventare mai fobica, non conoscere mai questo sito, amalgamarmi per tutta la vita con la gente normale....perchè solo loro sono i "sani", sono i soli che sanno godersi la vita realmente...non come fanno i poeti o gli artisti che sfogano le proprie insoddisfazioni e dolori su un foglio di carta o su una tela per dipingere.... "Quando scrivo sono normale, equilibrato, sereno" (cit. Pavese) Ecco appunto, per sentirsi sereno un artista ha bisogno di professare la sua arte, ma questo è come dire: "mi sento realmente realizzato in una vita, effimera, inventata, che esiste solo nella mia testa" :evil: Quindi su questo punto non sono d'accordo con Giova (mi spiace..ehehe) e concordo con John. Se mi si presentasse un bivio davanti: scegliere se vivere una vita da Blaise Pascal o da una donna comune di 1 tonnellata che vende dolci e ogni giorno accende un cero ai suoi cari....senza indugio io sceglierei la seconda 8) Credo che se si potesse sapere in questo momento chi è la persona più felice al mondo, verrebbe fuori un individuo poco istruito e che dedica la sua vita in valori come il lavoro manuale e la famiglia.... :roll: |
"Ero morbosamente sviluppato, mentre loro erano tutti ottusi e uguali l'uno all'altro come una mandria di montoni. Eppure ero un vile e uno schiavo. Ma ogni uomo del nostro temo che si rispetti deve essere un vile e uno schiavo. Io ero appena una mosca rispetto a tutta quella gente, una sudicia e brutta mosca, più intelligente di tutti loro, più evoluta, più nobile, va da sè, ma insomma una mosca, che a tutti cedeva il passo di continuo, da tutti umiliata e da tutti offesa" (cit.dostoevskij)
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Re: Cosa significa vivere?
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dare una definizione al vivere è una tra le cose più difficili secondo me.... potrei dirti tutto e niente.... perchè comunque parliamo di un concetto molto elevato.... che potrebbe essere visto diversamente a seconda delle scuole di pensiero... E allora, tagliamo la testa al toro... e vediamo un pò cosa disse un nostro amico approposito del vivere.... Un amico di molti di noi, nelle cui parole mi identifico. E spero che come me molti altri prenderanno spunto da qui per capire tante cose. Vivere è passato tanto tempo Vivere! è un ricordo senza tempo Vivere è un po' come perder tempo Vivere.....e Sorridere!....... VIVERE! è passato tanto tempo VIVERE! è un ricordo senza tempo VIVERE! è un po' come perder tempo VIVERE....e Sorridere dei guai così come non hai fatto mai e poi pensare che domani sarà sempre meglio OGGI NON HO TEMPO OGGI VOGLIO STARE SPENTO! Vivere! e sperare di star meglio Vivere e non essere mai contento Vivere come stare sempre al vento VIVERE!......COME RIDERE!!! VIVERE! anche se sei morto dentro VIVERE! e devi essere sempre contento! VIVERE! è come un comandamento VIVERE..... o SOPRAVVIVERE.... senza perdersi d'animo mai e combattere e lottare contro tutto contro!..... OGGI NON HO TEMPO OGGI VOGLIO STARE SPENTO!..... VIVERE e sperare di star meglio VIVERE VIVERE e non essere mai contento VIVERE VIVERE e restare sempre al vento a VIVERE.....e sorridere dei guai proprio (così) come non hai fatto mai e pensare che domani sarà sempre meglio!!!!! |
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in off topic ho riportato su un thread intitolato "tra realtà e follia". Lì nel primo post e poi nei miei test successivi avevo esplicitato un po' la mia idea del poeta. Il poeta/artista è visto dall'esterno spesso come figura particolare dall'esterno. Esempio banale? il commento della prof. I miei compagni di classe: "prof...ma uno creativo in classe c'è...è giova! E' un poeta....anche durante di filo si stava annoiando e ha scritto una poesia " la prof: "ma davvero? dai perchè non la leggi...." io (ovviamente ho fatto il finto timido...tutto sommato quando leggo una mia poesia anche se da quanto tremo per l'emozione non riesco a tenere il foglio in mano mi sento più forte....mi sento salire l'autostima): "prof....ma adesso? qui? ma veramente....va beh se proprio devo" Allora blabla blablabla bla blabla blabla risultato? i compagni/e di classe a dire qualcosa del tipo "però niente male..." e la prof a sua volta "niente male davvero....hai un talento davvero nascosto...ma perchè hai scelto il liceo? dovevi scegliere qualcosa di diverso" io "forse ha ragione...ma infatti già penso al dopo io...con l'uni...il problema è finire solo il liceo prof" L'esterno...gli altri....non lo capiscono il disagio....le emozioni che ti distruggono davvero l'animo. Per gli altri uno che scrive poesie (dire "un poeta" mi pare brutto...sembra quasi etichettare come fosse una professione ---> tu sei un poeta e tu no....semplicemente scrivi poesie) è uno che magari nell'arco della giornata si prende il suo bel tempo libero e come uno scrive una barzelletta, tu ti diverti a cercare i paragoni e le figure più astruse...ma pensano che lo fai con uno spirito sereno e tranquillo. Invece....invece non è così...se scrivi una poesia non lo fai per vantartene come ti chiamassi Marco Carta e dovessi cantare 'na filastrocca....lo fai perchè ti stai corrodendo da dentro....ti stai spezzando e con quelle parole scritte su carta vuoi urlare a te stesso e al mondo tutto quel disagio, quella sofferenza, quella rabbia, quella paura (o in altri casi anche quell'amore e quella felicità). E infatti l'ho detto....difficilmente è poeta chi è felice. Quando sei felice pensi a viverti quel momento di felicità. Se sei a letto con la donna che ami non stai a pensare tanto a frasi del tipo "e sulle colline candide mi nutrivo di latte e blablabla"...pensi semplicemente a sbaciucchiarti e coccolarti....o almeno questo è quello che facevo io...per come ho la testa ad oggi non mi sorprenderei se iniziassi a pensare pure in quella situazione.... L'arte nasce spesso dalla depressione,dal dolore, dalla sofferenza.... Sotto questo punto di vista non c'è alcun dubbio: io stesso apro post su post in cui dico di rimpiangere com'ero fino a 4-5 anni fa....con il cervello quasi vergine...senza pensieri.... però allo stesso tempo dico che questo dolore, questo disagio, questa introversione, questa rabbia tra me e me m'ha sensibilizzato e m'ha fatto maturare nell'ottica della vita in un modo incredibile. Magari se fossi rimasto l'estroversone che ero oggi non sarei molto differente da altri coetanei immaturi che a 18-20 anni ancora guardano le cinture, se la tirano per idiozie, fanno a gara a chi "se ne è fatte di più" come fosse un gioco... tutto sommato quindi mi va bene anche essermi introversato in buona parte per aver raggiunto il mio stato psicologico/emotivo di oggi che io considero a tutti gli effetti più "alto". Ciò che invidio del giova di qualche anno fa era solo la capacità di svuotare la mente dai problemi....puf....e in un lampo facevo lo scemo a meraviglia...cosa che invece oggi riesco a fare spontaneamente molto, ma molto più di rado per via dei mille dubbie e i mille pensieri che mi attraversano. L'ho ripetuto anche nel thread aperto sul teatro... |
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Comunque quoto tutto quello che hai detto....tu dici però che sei contento di essere diventato come sei ora, ma ci sono molti fobici che la vivono in maniera diversa dalla tua....tu hai mantenuto la tua dignità, il tuo onore e riesci ad essere te stesso con gli altri come hai detto nell'altra discussione...mentre altri fobici la vivono in maniere tormentata, concepiscono la vita come un supplizio e una continua lotta contro se stessi....è diversa la cosa.... quanto darei per essere come te... :) |
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non ho detto però che riesco ad essere sempre me stesso....altrimenti non mi ritroverei forse nemmeno a scrivere su questo forum e non mi sarei ripetuto tante volte "sgombra la mente" (a mo di Neo in matrix prima di saltare dal palazzo 8) ). Io non ho alcun vantaggio....solo il vantaggio che riesco a far passare le mie fobie con freddezza agli occhi dell'altra gente...e quindi invece di essere etichettato come fobico sono etichettato come quello dal carattere particolare.... dentro rodi comunque perchè sai di non stare dando comunque ciò che vorresti... c'è sempre da lavorare insomma... |
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