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incompresa88 16-03-2019 11:18

Re: Una vita da prigioniera
 
Mi chiedo che senso abbia continuare a "vivere" così. Questa non è vita. Passare le giornate a lavorare inutilmente perché tanto non mi interessa nulla, a disprezzare le persone, a provare rabbia per una società che sento lontanissima da me. Aggiungiamoci una depressione esistenziale sempre più nera, l'ansia sempre presente, una gravissima forma di evitamento e davvero è come se fossi una prigioniera.

Paolo Zam 16-03-2019 11:30

Re: Una vita da prigioniera
 
effettivamente ... avrei poco da aggiungere. E' proprio un non vivere

Dorian Gray 16-03-2019 12:55

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da incompresa88 (Messaggio 2237380)
Mi chiedo che senso abbia continuare a "vivere" così. Questa non è vita. Passare le giornate a lavorare inutilmente perché tanto non mi interessa nulla, a disprezzare le persone, a provare rabbia per una società che sento lontanissima da me. Aggiungiamoci una depressione esistenziale sempre più nera, l'ansia sempre presente, una gravissima forma di evitamento e davvero è come se fossi una prigioniera.

Brutta situazione, mi dispiace.

Green Tea 16-03-2019 14:08

Quote:

Originariamente inviata da incompresa88 (Messaggio 2237380)
Mi chiedo che senso abbia continuare a "vivere" così. Questa non è vita. Passare le giornate a lavorare inutilmente perché tanto non mi interessa nulla, a disprezzare le persone, a provare rabbia per una società che sento lontanissima da me. Aggiungiamoci una depressione esistenziale sempre più nera, l'ansia sempre presente, una gravissima forma di evitamento e davvero è come se fossi una prigioniera.

È sopravvivenza, ma sono sicuro che si possa trovare un punto fermo su cui fare affidamento e con cui raggiungere, se non una vita felice, almeno un compromesso accettabile.

incompresa88 16-03-2019 18:36

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da Green Tea (Messaggio 2237471)
È sopravvivenza, ma sono sicuro che si possa trovare un punto fermo su cui fare affidamento e con cui raggiungere, se non una vita felice, almeno un compromesso accettabile.

Non per me. Per me non c'è nessun punto fermo, niente di niente. In futuro sarà ancora peggio. Solitudine totale. D'altra parte, non so stare con la gente, non so gestire nulla e mi sento tranquilla solo in camera mia. Non posso avere nulla, uscire mi fa solo male.

Lacey 16-03-2019 18:51

Re: Una vita da prigioniera
 
Dopo aver aperto la discussione non sono più entrata nel forum, non mi aspettavo tutte queste risposte.

È stato un momento di sfogo in una giornata particolarmente nera, non ho scritto ulteriori dettagli perchè ne ho già parlato in passato in altre discussioni ed è una situazione un po' complessa (giusto per dare un'idea, genitori in guerra perenne, madre disabile a cui devo badare, e oltretutto sono disoccupata e senza vita sociale).

Vi ringrazio per le risposte e il sostegno, a volte una parola gentile è quello che ci vuole... non risolve nulla, ma mi fa sentire un po' meno sola.

Quote:

Originariamente inviata da lone 73 (Messaggio 2237215)
Quanti anni hai,se te lo posso chiedere?

30

Lacey 16-03-2019 19:02

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da incompresa88 (Messaggio 2237580)
Non per me. Per me non c'è nessun punto fermo, niente di niente. In futuro sarà ancora peggio. Solitudine totale. D'altra parte, non so stare con la gente, non so gestire nulla e mi sento tranquilla solo in camera mia. Non posso avere nulla, uscire mi fa solo male.

Questo avrei potuto scriverlo io, ad esempio (siano anche nate nello stesso anno, oltretutto).

Prima amavo la solitudine, adesso la odio. Sto troppo tempo da sola e !i rendo conto che la cosa mi fa male.
Ma il pensiero di incontrare gente o stringere nuove relazioni per me è altrettanto inconcepibile: quando ci ho provato mi è andata malissimo, l'ansia da gestire era troppa e sono tornata sui miei passi.
Quindi sono evitante al 100%.

Quando avevo un lavoro la situazione era tollerabile, almeno avevo una routine quotidiana e incontravo gente per metà della giornata, da un punto di vista esterno potrebbe sembrare poco ma per me era tutto. Poi il contratto è finito e sono tornata di nuovo ai domiciliari.

Teach83 16-03-2019 19:03

Re: Una vita da prigioniera
 
Deve essere angosciante dover badare ai tuoi genitori in difficoltà, quando tu avresti bisogno di qualcuno che badi a te. Hai almeno un sostegno di Invalidità per tua madre ? So che certe volte erogano cifre ridicole che non bastano neanche a pagare l'affitto, ma non conosco la tua situazione.

incompresa88 16-03-2019 19:22

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da Lacey (Messaggio 2237590)
Questo avrei potuto scriverlo io, ad esempio (siano anche nate nello stesso anno, oltretutto).

Prima amavo la solitudine, adesso la odio. Sto troppo tempo da sola e !i rendo conto che la cosa mi fa male.
Ma il pensiero di incontrare gente o stringere nuove relazioni per me è altrettanto inconcepibile: quando ci ho provato mi è andata malissimo, l'ansia da gestire era troppa e sono tornata sui miei passi.
Quindi sono evitante al 100%.

Quando avevo un lavoro la situazione era tollerabile, almeno avevo una routine quotidiana e incontravo gente per metà della giornata, da un punto di vista esterno potrebbe sembrare poco ma per me era tutto. Poi il contratto è finito e sono tornata di nuovo ai domiciliari.

Sei figlia unica tu? Io sì, e questo è un ulteriore problema. Tra qualche anno, mi ritroverò anch'io a dover badare ai miei e il solo pensiero mi fa venire voglia di farmi fuori prima che succeda. Non è per egoismo, ma perché sono talmente evitante che non saprei come aiutarli. Non so usare il telefono, uscire di casa è un dramma, interagire peggio ancora. Mi chiedo come farò quando i miei genitori invecchieranno e dovrò essere io a badare a loro.
Con la solitudine ho da sempre un rapporto complicato, ma sono costretta a farmela andar bene perché l'alternativa è di gran lunga peggiore. Anche per me è inconcepibile incontrare gente. Troppa ansia, evitamento ai massimi livelli e inoltre da parte mia noto sempre un maggior disprezzo verso il prossimo. Tutto mi irrita, mi dà la nausea. Più che fobica, sto diventando psicopatica, secondo me.

Masterplan92 16-03-2019 19:25

Re: Una vita da prigioniera
 
Diventare schizoidi è una conseguenza naturale..io lo sono ormai..

Lacey 16-03-2019 19:25

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da Teach83 (Messaggio 2237591)
Deve essere angosciante dover badare ai tuoi genitori in difficoltà, quando tu avresti bisogno di qualcuno che badi a te. Hai almeno un sostegno di Invalidità per tua madre ? So che certe volte erogano cifre ridicole che non bastano neanche a pagare l'affitto, ma non conosco la tua situazione.

Fortunatamente almeno da quel punto di vista non abbiamo problemi, nel senso che i miei genitori non hanno problemi economici, io invece essendo disoccupata sí, dipendo completamente da loro, e la cosa mi pesa tantissimo, anche perchè se avessi un'indipendenza economica potrei almeno coltivare l'illusione di liberarmi un domani dall'ambiente tossico di casa mia, invece neppure quello.

Se andassero d'accordo tra di loro, credo non mi penserebbe dover badare a mia madre, ma il fatto che ci sia una vera e propria guerra quotidiana mi ha logorato l'esistenza, mi hanno letteralmente fatta impazzire.

Teach83 16-03-2019 19:59

Re: Una vita da prigioniera
 
Essere evitanti è uno schifo. A me è venuto anche il sospetto di essere Asperger o schizoide, ma penso che derivi dalla abitudine a rimanere da solo protratta per troppo tempo. Poi gli Asperger spesso non comprendono il sarcasmo, invece io lo capisco benissimo ( e lo pratico), però ci sono analogie quando si tratta di entrare in conversazione con più di tre persone: non capisco quando infilarmi nel discorso o sbaglio i tempi, la caciara diventa un brusio fastidioso e sono costretto ad alzare la voce oppure a stare zitto per il fastidio. :moltoarrabbiato:

CamillePreakers 16-03-2019 20:20

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da incompresa88 (Messaggio 2237598)
Sei figlia unica tu? Io sì, e questo è un ulteriore problema. Tra qualche anno, mi ritroverò anch'io a dover badare ai miei e il solo pensiero mi fa venire voglia di farmi fuori prima che succeda. Non è per egoismo, ma perché sono talmente evitante che non saprei come aiutarli. Non so usare il telefono, uscire di casa è un dramma, interagire peggio ancora. Mi chiedo come farò quando i miei genitori invecchieranno e dovrò essere io a badare a loro.
Con la solitudine ho da sempre un rapporto complicato, ma sono costretta a farmela andar bene perché l'alternativa è di gran lunga peggiore. Anche per me è inconcepibile incontrare gente. Troppa ansia, evitamento ai massimi livelli e inoltre da parte mia noto sempre un maggior disprezzo verso il prossimo. Tutto mi irrita, mi dà la nausea. Più che fobica, sto diventando psicopatica, secondo me.

Fai una qualche terapia?

incompresa88 16-03-2019 20:29

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da Dahmer (Messaggio 2237631)
Fai una qualche terapia?

No, nessuna. Non credo nella terapia e non vedo come potrebbe risolvere i miei problemi (non credo di soffrire solo di ansia/evitamento, ma temo ci sia altro di ben più grave).
Una terapia tra l'altro sarebbe impossibile per me. Sono completamente chiusa in me stessa, non aprirei bocca con uno sconosciuto. So già cosa dovrei fare, so cosa mi direbbe, ma su di me non funziona. Ho già provato ad espormi, l'ho fatto per anni e non ha funzionato. Non amo le persone, non so interagirci (nemmeno voglio, in realtà) e non credo ci sia qualcosa che possa farmi cambiare idea.
Sono inadatta alla vita, non amo vivere e non vedo l'ora che finisca tutto.

Lacey 16-03-2019 20:55

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da incompresa88 (Messaggio 2237638)
Non amo le persone, non so interagirci (nemmeno voglio, in realtà) e non credo ci sia qualcosa che possa farmi cambiare idea.
Sono inadatta alla vita, non amo vivere e non vedo l'ora che finisca tutto.

Questo è quello che ho pensato nei momenti peggiori della mia vita, ma devo ammettere che - pensando razionalmente - non può essere cosí nera la vita. C'è sempre qualcosa per cui vale vivere, una seppur minima luce nel buio: io trovo la felicitá nelle piccole cose, in un nuovo libro da leggere, in una passeggiata in una giornata di sole, in qualcosa di buono che ho mangiato. Possono sembrare sciocchezze, ma per chi vive una vita di privazioni possono fare la differenza.

Fondamentalmente abbiamo tutti vissuti e storie diverse, ma credo che per tutti possa esserci una soluzione proprio nelle persone: se imparassimo ad essere meno egoisti e pensare un po' di meno ai nostri malesseri e di piú a quelli di chi ci sta accanto, se riuscissimo a comunicare un po' di calore umano gli uni con gli altri ci sentiremo meno abbandonati a noi stessi e meno soli.

Abbiamo dei pesanti limiti relazionali, è indubbio, ma almeno qui siamo tutti sulla stessa barca, su questo ci capiamo. Nessun uomo è un isola, anche se lo crede c'è sempre qualcosa che lo lega ad un altro.

Tu ti senti sola e incompresa, eppure giá solo con questo post ho notato delle somiglianze tra le nostre situazioni personali. Non ti dico questo per una sorta di "mal comune mezzo gaudio", ma non pensare che attorno a te hai solo nemici, non è cosí. Al massimo, siamo noi ad essere nemici di noi stessi, io almeno l'ho sempre pensata cosí.

Keith 16-03-2019 20:56

Re: Una vita da prigioniera
 
La maggior parte delle persone sono delle teste di... quindi penso sia anche in parte normale avere atteggiamenti evitanti. Anche quelle che sembrano un po' più valide hanno sempre il loro tornaconto o qualcosa da chiedere.. forse è anche colpa nostra che non siamo abbastanza affascinanti per far sì che la gente ci stia vicino solo per il puro gusto di farlo.

incompresa88 16-03-2019 21:32

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da Lacey (Messaggio 2237650)
Questo è quello che ho pensato nei momenti peggiori della mia vita, ma devo ammettere che - pensando razionalmente - non può essere cosí nera la vita. C'è sempre qualcosa per cui vale vivere, una seppur minima luce nel buio: io trovo la felicitá nelle piccole cose, in un nuovo libro da leggere, in una passeggiata in una giornata di sole, in qualcosa di buono che ho mangiato. Possono sembrare sciocchezze, ma per chi vive una vita di privazioni possono fare la differenza.

Fondamentalmente abbiamo tutti vissuti e storie diverse, ma credo che per tutti possa esserci una soluzione proprio nelle persone: se imparassimo ad essere meno egoisti e pensare un po' di meno ai nostri malesseri e di piú a quelli di chi ci sta accanto, se riuscissimo a comunicare un po' di calore umano gli uni con gli altri ci sentiremo meno abbandonati a noi stessi e meno soli.

Abbiamo dei pesanti limiti relazionali, è indubbio, ma almeno qui siamo tutti sulla stessa barca, su questo ci capiamo. Nessun uomo è un isola, anche se lo crede c'è sempre qualcosa che lo lega ad un altro.

Tu ti senti sola e incompresa, eppure giá solo con questo post ho notato delle somiglianze tra le nostre situazioni personali. Non ti dico questo per una sorta di "mal comune mezzo gaudio", ma non pensare che attorno a te hai solo nemici, non è cosí. Al massimo, siamo noi ad essere nemici di noi stessi, io almeno l'ho sempre pensata cosí.


Avere momenti in cui si vede tutto nero, penso sia anche normale, ma non lo è quando questa angoscia dura praticamente da sempre. Va bene trovare la felicità nelle piccole cose, certo (a me ad esempio fa stare bene nuotare, giocare col gatto, passeggiare in mezzo alla natura), ma resta il fatto che rimane quell'angoscia esistenziale di fondo, una sensazione di mancanza. E' questo che distingue la sopravvivenza dal vivere appieno la vita, secondo me.

Io non riesco a non sentirmi sola, a comunicare calore umano. Non comunico proprio nulla, purtroppo. Sono invisibile e insignificante. Purtroppo, anche se ci possono essere vissuti simili, caratteri simili, questo non è sufficiente lo stesso. Sarò io che ormai sono troppo diffidente e che vedo nemici ovunque, ma credo che in fondo a nessuno importi realmente niente degli altri (a meno che non si abbia qualcosa da offrire), e quindi la comunicazione rimane impossibile per quanto mi riguarda.

incompresa88 16-03-2019 21:33

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da syd_77 (Messaggio 2237651)
La maggior parte delle persone sono delle teste di... quindi penso sia anche in parte normale avere atteggiamenti evitanti. Anche quelle che sembrano un po' più valide hanno sempre il loro tornaconto o qualcosa da chiedere.. forse è anche colpa nostra che non siamo abbastanza affascinanti per far sì che la gente ci stia vicino solo per il puro gusto di farlo.

Lo penso anch'io. Quelle valide ci saranno pure, ma di certo non perdono tempo con persone poco affascinanti come noi.

CamillePreakers 17-03-2019 00:59

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da incompresa88 (Messaggio 2237638)
No, nessuna. Non credo nella terapia e non vedo come potrebbe risolvere i miei problemi (non credo di soffrire solo di ansia/evitamento, ma temo ci sia altro di ben più grave).
Una terapia tra l'altro sarebbe impossibile per me. Sono completamente chiusa in me stessa, non aprirei bocca con uno sconosciuto. So già cosa dovrei fare, so cosa mi direbbe, ma su di me non funziona. Ho già provato ad espormi, l'ho fatto per anni e non ha funzionato. Non amo le persone, non so interagirci (nemmeno voglio, in realtà) e non credo ci sia qualcosa che possa farmi cambiare idea.
Sono inadatta alla vita, non amo vivere e non vedo l'ora che finisca tutto.

Ma un tentativo lo potresti fare, alla fine male che va va uguale, bene che va potrebbe andare meglio almeno su alcuni aspetti...non puoi sapere veramente cosa succede se non fai almeno un tentativo. Ci sono posti per persone anche problemi molto gravi, basta sceglierselo bene.

Green Tea 17-03-2019 12:16

Re: Una vita da prigioniera
 
Quote:

Originariamente inviata da syd_77 (Messaggio 2237651)
La maggior parte delle persone sono delle teste di... quindi penso sia anche in parte normale avere atteggiamenti evitanti. Anche quelle che sembrano un po' più valide hanno sempre il loro tornaconto o qualcosa da chiedere.. forse è anche colpa nostra che non siamo abbastanza affascinanti per far sì che la gente ci stia vicino solo per il puro gusto di farlo.

Attenzione a pensarla così, io personalmente ho la tendenza ad avvicinarmi alle persone che mi sembrano essere in una situazione che ho vissuto o vivo.
Voglio qualcosa in cambio da loro? No.
Mi avvicino per fini personali? Si, ovviamente, il fine è sentirmi migliore di chi ha abbandonato me quando avevo bisogno di aiuto.


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