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Re: Non lavorare
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Re: Non lavorare
Sono d'accordo con ciò che hai scritto. Io faccio un lavoro che non mi piace ogni giorno é un'angoscia stare 9 o 10 ore a contatto con i colleghi. Però quando ero disoccupato mi sentivo davvero male, un senso di vergogna e di inferiorità rispetto agli altri, rifiutavo gli inviti perché era imbarazzante per me dire agli altri la mia condizione lavorativa. Poi il lavoro non risolve i problemi però almeno un senso di indipendenza me l'ha dato, qualche soldo in tasca me l'ha messo e questo è già qualcosa. Mi dispiace per la tua situazione ti capisco bene.
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Re: Non lavorare
Non avere un lavoro è bruttissimo anche solo perchè la gente ti fa sempre domande sul lavoro,e questo ti rende ancora piú fobico ed evitante.Peggio di non avere un lavoro c'è averlo e non riuscire a farlo.
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Re: Non lavorare
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Mi crea una sorta di equilibrio e motivazione.. già solo il fatto di alzarsi al mattino e avere un orario... il fatto di avere contatti con altre persone (seppur perlopiù a livello di "colleganza" e "lavorativo") paradossalmente (ma neanche tanto) mi aiuta parecchio... Nei periodi di disoccupazione non mi sono sempre trovato bene, nel senso che pur avendo tanti hobby alla fine il tempo libero è tanto.. un po' alla volta diventi apatico, pigro e poi comunque ti chiudi ancora più in te stesso perchè passi le giornate da solo (e anche se hai qualche amico questi in giornata hanno i loro impegni)... Poi quando lavoro riesco ad apprezzare molto di più il tempo libero e le vacanze e mi organizzo meglio per far qualcosa... Penso che alla nostra età comunque l'uomo debba essere attivo, è nel pieno delle sue energie... poi ovvio che dopo i 60 anni il discorso cambia, infatti l'età pensionabile dovrebbe essere questa e non 70!! (e bisognerebbe far lavorare i giovani non gli anziani over 60) |
Re: Non lavorare
Quelli che quando sei disoccupato ti fanno sentire il peso della tua condizione, possono poi essere gli stessi che quando il lavoro lo trovi, ti fanno pesare il fatto che sia umile, mal retribuito, poco stimabile socialmente.
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Re: Non lavorare
Il mio lo detesto,ma a 34 anni non posso più cambiare,il jobs act è la rovina dell'Italia,contratti di tre mesi,paga da fame,io sono un 'indeterminato ma sono entrata in azienda 13 anni fa e nonostante sia un part time guadagno decentemente so di gente che fa il doppio delle mie ore e prende solo 800,00 euro al mese....che schifo!
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Re: Non lavorare
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Re: Non lavorare
Anche andare a lavoro , aver a che fare con le colleghe stronze che parlano tra di loro, aver sempre paura di fare errori e poi che non ti venga rinnovato il contratto. Questo fa altrettanta paura
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Re: Non lavorare
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Re: Non lavorare
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Re: Non lavorare
Tre step di vita, equilibrio mentale, lavoro, sentimento per una persona corrisposto.
Nell'ordine. Il primo crea le basi per il secondo, e il secondo x il terzo. Credo che già al secondo step uno può ritenersi soddisfatto e aver modo e spazio per sviluppare al massimo i primi due. C'è gente che con i primi due al top, senza il terzo, ha una serenità invidiabile piuttosto che gente con i tre completi e magari traballanti. Come dice Spinxo il lavoro è importante, anche più importante del non avere un sentimento profondo corrisposto. Con il lavoro ci vivi, sperimenti nel concreto alcune tue capacità, crei una tua identità, accresci l'autostima, la giornata è occupata e ti rendi automaticamente socialmente "vivo". Ovvio che per avere un lavoro si deve stare dignitosamente di mente. Con panico, umore depresso e menate varie gravi, il lavoro spesso diventa ulteriormente incasinante. Invertire l'ordine degli step si può ma si rischia di annegare ogni volta. |
Re: Non lavorare
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Io facevo un altro tipo di discorso, che vedere il lavoro come la soluzione delle proprie difficoltà psicolgiche è sbagliato, può essere un aiuto, è certamente necessario per mantenersi, e può anche essere un'occasione di miglioramento, ci sono tante cose potenzialmente positive nell'esperienza lavorativa, ma non deve essere visto come la soluzione. Nel lavoro ci si porta dietro le stesse problematiche che abbiamo fuori dal lavoro, bisogna affrontarlo con questa consapevolezza, altrimenti poi si rischia di realizzare solo dopo che avevamo delle aspettative mal riposte. |
Re: Non lavorare
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Re: Non lavorare
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anzi con un terzo traballante e che ti crea solo fastidi o sofferenze e magari anche danni a tutti e 3 sul medio-lungo termine (mi vien da pensare ad esempio ad un divorzio.. che ti rovina anche economicamente e "mentalmente") sarebbe meglio avere solidi i primi due.. poi certo se sei fortunato e hai un terzo solido allora è un altro discorso... |
Re: Non lavorare
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Hai vinto alla lotteria della vita :perfetto: |
Re: Non lavorare
Senza aver ancora letto le risposte, immagino già come saranno fioccate le obiezioni.
Ok, volendo essere un po' più diplomatico che in passato, è vero, anche avere difficoltà nelle relazioni (amorose, e non) è un grosso problema. Problema che per le sentimentali ho avuto per 3/4 di vita (mica poco direi) e per le amicali continuo ad avere tuttora, full time. Però...il punto è sempre lo stesso, secondo me. Ok, non hai la relazione, hai difficoltà, forse non ce l'avrai mai. Vivi male, ma autonomo. Non hai il lavoro: non lo trovi, lo trovi e lo perdi subito e continuamente, non lo cerchi neanche perchè sei rassegnato per qualsivoglia motivo, manco esci di casa, manco riesci a concentrarti... Già mi immagino le casistiche che popolano la mente dell'uomo medio (ma anche di insospettabili, temo): non gli piace lavorare, fa la vittima, è un troll, esagera, com'è possibile che questo non lavora/non ha mai lavorato ecc. Purtroppo. Fatto sta che dipendi da qualcuno: genitori, partner. Ok, c'è l'invalidità ma quanto è complicato ottenerla? e quanto è difficile avere il coraggio di chiederla? Vivi pure in coppia ma DIPENDI. Finisci per vivere male, perchè non vuoi spendere soldi che in definitiva anche se ti regalano non sono frutto del tuo, di lavoro. Va bene finchè sei adolescente, o finchè studi, ma poi? quando tutti i tuoi coetanei lavorano... E tu stai tutto il giorno a pensare, a riflettere, ad angosciarti...poi ti stufi, mandi i pensieri a quel paese e cerchi un po' di svago e sollievo perchè tanto, non vai da nessuna parte così. E alla fine la mancanza di lavoro diventa motivo di imbarazzo e disagio al pari dell'ansia, della depressione, e ti porta all'isolamento e all'emarginazione ancora di più. E non parliamo del fatto che un partner può andarsene e che i genitori prima o poi non ci saranno più...vivi in uno stato di perenne attesa di una catastrofe. |
Re: Non lavorare
Io da quando lavoro non faccio altro che invidiare i reclusi in casa e gli hikikomori :nonso: , di certo non tornerei indietro, ho responsabilità e un impiego che dopotutto mi soddisfa. Però il pensiero di tornare a casa e chiudermi in camera per sempre è davvero invitante, dopotutto è nella nostra indole volere ciò che non possiamo avere.
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Re: Non lavorare
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Su questo sono d'accordo: una vita da disoccupato o da lavoratore saltuario è la fonte più forte di paure per il futuro (ma anche per il presente) |
Re: Non lavorare
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Io francamente spero che l'automazione porti ad un licenziamento di massa: l'uomo deve finirla di lavorare! Io già adesso mi comporto affinché tale prospettiva si realizzi: compro solo su internet, così da penalizzare gli anacronistici commercianti al dettaglio; quando vado al supermercato utilizzo solo le casse automatiche, sperando che le cassiere umane vengano licenziate al più presto ecc... Credo che sia di fondamentale importanza cominciare a distruggere, anche sul piano teorico, la grezzissima etica piccolo borghese del lavoro. L'uomo dovrebbe vivere per realizzare se stesso, non per abbruttire la propria anima e il proprio corpo nei lavori forzati. Io ho fede nel progresso tecnologico che, a quanto pare, risulta oggi inconciliabile con l'etica del lavoro ancora diffusissima. Se le cose continueranno in questo modo, ci ritroveremo presto con un movimento neo-luddista del cazzo pronto a distrugge i trattori per poter tornare a lavorare la terra con la vanga e l'aratro trainato dal bue o, perché no, magari anche da disoccupati disposti a tutto :miodio:. A questo punto io scelgo il progresso, e che vada al diavolo l'etica del lavoro.
PS: sono un neet e mi comporto in modo da permettere a tutti di poter godere del mio privilegio. L'unica cosa che rimane da fare è lottare per ottenere un compenso concesso indipendentemente dal lavoro svolto, così da evitare un congestionamento del sistema economico dovuto ad una carenza di domanda (crisi di sovrapproduzione). |
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