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Re: Perché sono ancora vivo?
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La mia domanda allora diventa: se mi rendo conto che la mia vita è assolutamente inutile, perché non effettuo la scelta più sensata, e vi pongo fine? Anche questo dovrebbe far parte della selezione naturale, l'uomo, essendo un animale intelligente, può agevolare il corso della natura auto-eliminandosi, se dannoso. Cos'è che mi spinge a continuare a soddisfare i miei bisogni vitali, se so che non ha alcun senso continuare a farlo? Tu giustamente dici che se continuo a farlo, è perché, evidentemente, il mio organismo in realtà può convivere con questi blocchi. Tuttavia, essendo un animale intelligente, mi rendo conto che, seppur posso conviverci, non ha senso farlo. E la domanda ritorna, allora perché continuo a farlo? Che poi, la stessa domanda potrebbe essere rivolta ad altri argomenti, ad esempio, perché continuo a farmi domande alle quali non potrò mai rispondere? Dov'è il senso? |
Re: Perché sono ancora vivo?
Istinto di sopravvivenza, piuttosto difficile da aggirare quando si è nel pieno delle proprie facoltà mentali, se non fosse per quello questo mondo sarebbe popolato da meno della metà della popolazione mondiale, almeno il 90% delle persone sono inutili se non alla riproduzione della propria specie (che comunque resta senza scopo vero e proprio, ma come animali e tutto il resto in fondo).
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Re: Perché sono ancora vivo?
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Re: Perché sono ancora vivo?
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Poi tieni presente che anche attuare un suicidio non è proprio facile, non è che risulta semplice come alzare un dito. Io mi trovo in questa zona di confine da un bel po', certo è che se siamo ancora vivi vuol dire che 1) o siamo tanto inetti da non sapere cosa fare per ammazzarci (altra possibilità da non escludere) 2) oppure non siamo così convinti che toglierci di mezzo sia la soluzione migliore attualmente disponibile, non escludiamo che potrebbe esserlo, ma non ne siamo davvero sicuri e persuasi che le cose stanno davvero così. Tu puoi anche dire a parole che hai tutte le ragioni del mondo per non continuare a vivere, ma se tutte queste prove non risultano realmente persuasive per te, tutto quel che ti racconti non conta nulla. Per questo da un po' di tempo a questa parte ho iniziato a credere che la razionalità e cosa dovrebbe risultare persuasivo non è qualcosa di oggettivo ma è soggettivo. Posso dire di possedere le prove che Dio esiste e mostrarti tutta la dimostrazione per cercare di convincerti, ma se per te questa dimostrazione non risulta abbastanza persuasiva, non farà mai abbastanza presa su di te e continuerai a non credere che Dio esiste. Penso che anche con noi stessi le cose funzionano così, non è necessaria la presenza di qualcun altro, tutto quel che stai scrivendo qua in queste pagine probabilmente non riesce a persuaderti davvero che la conclusione a cui dici di arrivare è vera (la conclusione che dovresti ammazzarti perché adesso ti conviene farlo), perché se no non ci sarebbe dissonanza tra il come ti comporti e quel che scrivi qui. Saresti già morto da un bel po' se gli argomenti che stai usando adesso e che conosci già e che hai ripetuto più volte fossero stati davvero persuasivi per te. Io su certe cose non sono mai riuscito a convincermi che risultano vere o false e resto in realtà appeso e in uno stato di indecisione, non è poi vero che sono perfettamente persuaso che qualcosa vada fatta in base ad una serie di ragioni e poi non faccio questa cosa perché sono irrazionale... Queste descrizioni qua risultano falsate. In realtà quel che risulta vero è che queste ragioni per me, adesso, non sono definitive e non forzano ancora in modo assoluto la conclusione, ho bisogno ancora di altro per esser persuaso davvero. Poi tieni presente che nel caso del suicidio c'è anche un altro problema, nel dubbio non è che uno può provare ad ammazzarsi vedere se va meglio e poi tornare indietro. Per questo penso che per arrivare a fare cose del genere bisogna raggiungere una forma di persuasione soggettiva molto vicina alla certezza, e se non c'è questa forma di persuasione, pace, si convive con un dubbio che non ci può spingere definitivamente né ad amare la vita e a farci dire che è buona e bella, né a toglierci di mezzo. Si convive anche con l'incertezza e l'indecisione. 1) Non esser persuasi che la vita è bella e vale la pena di essere vissuta non equivale a 2) esser persuasi che non vale la pena di essere vissuta. Probabilmente nel tuo caso (ma direi anche nel mio) ci si trova nella posizione (1). Manca la certezza che si faccia un buon affare nel continuare ma allo stesso tempo manca anche la certezza che si faccia un buon affare a togliersi di mezzo... Che succede poi in casi del genere? La persona continua a vivere senza esser persuasa che la vita abbia senso. Si può mostrare facilmente che per continuare a vivere non sia necessario che sia presente una forma di persuasione relativa alla bontà dell'esistenza. Se non si è persuasi che sia buona la vita questo non significa poi in automatico che si sia persuasi che sia cattiva, per togliersi di mezzo è necessario che si sia davvero convinti della seconda affermazione non basta l'incertezza relativa alla bontà. Se sei vivo, per me la spiegazione è solo una, non è vero che sei convinto che la vita sia così cattiva, mentre non dubito che potresti essere incerto sulla sua bontà. |
Re: Perché sono ancora vivo?
Comunque ho rivalutato quell'idea del suicidio altruistico, si fa passare il suicidio come il gesto egoistico per eccellenza (al pari della masturbazione) e infatti sono visti entrambi negativamente dalla religione ma il suicidio può essere altruistico in determinate circostanze anche se nel caso della depressione ci andrei piano, cioè uno depresso potrebbe ammazzarsi per fare un favore all'umanità nel senso che non si sprecherebbero risorse a mantenere una persona che non riesce a rendersi utile e giustamente facendosi fuori preferisce risparmiare risorse che sicuramente saranno più utili ad altri.
Però la cosa non mi convince molto sinceramente. |
Re: Perché sono ancora vivo?
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Re: Perché sono ancora vivo?
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Spero che non sia stato lo stesso post a spingerti verso questa presa di coscienza, l'obiettivo non era quello di far stare male altre persone. |
Re: Perché sono ancora vivo?
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Meglio cercare di fare una piccola azione utile ogni giorno (basta anche solo un messaggio gentile e di comprensione a qualcuno sul forum, o aiuto a un animale o naturalmente in famiglia, in modo da non essere tanto parassiti neanche li'). Cosi' si e' gia' meglio e' piu' utili di tanti. Se attuiamo il metodo nazista dell'utilita' intesa come produttivita' per la societa' sono ugualmente immeritevoli di vivere tutti i malati di malattie non curabili ( o anche semplicemente che richiedono cure lunghe o care) e invalidanti -per non parlare poi degli anziani... A me pero' la storia che il figlio di papa' tutto figheto coi suoi master e viaggi all'estero lui si' che invece e' meritevole non mi va giu'. |
Re: Perché sono ancora vivo?
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Re: Perché sono ancora vivo?
Il fatto è che è facile cambiare opinione su queste cose quando l'umore cambia di molto e i miei post in questo topic ne sono la prova. :sisi:
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