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Re: Le origini del Cosmo nel “De rerum natura” di Lucrezio. Ovvero, la natura delle c
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Le ragazzine di 13 anni, in media, stravedono per Moccia e altri autori che trattano tematiche amorose. Quello non è un giudizio critico, ma è solo interesse nelle letture in cui ci si immerge, perché tali argomenti rispecchiano la vita reale di alcuni. Ma un buon lettore saprà distinguere un Moccia da un Joyce, ad esempio. Ed è questo il giudizio critico che intendo io. Altrimenti, oggi, avremmo sullo stesso piano i vari Ammaniti, Moccia e Hornby con Dante, Shakespeare e Melville |
Re: Le origini del Cosmo nel “De rerum natura” di Lucrezio. Ovvero, la natura delle c
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Re: Le origini del Cosmo nel “De rerum natura” di Lucrezio. Ovvero, la natura delle c
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Realizzò dunque nella sua esistenza il precetto del suo maestro Epicuro: "vivi nascosto" (lathe biòsas). Quote:
In seguito con l'avvento della nuova religione furono soprattutto i contenuti della sua filiosofia ad essere giudicati, e l'opinione che su di lui espressero gli autori cristiani ne determinò l'oblio. Venne riscoperto nel 1418 e l'entusiasmo degli umanisti per la nuova scoperta fu grande; fu letto e imitato non solo nei testi letterari ma anche nell'arte figurativa, come la Primavera di Botticelli, e riferimento filiosofico di Giordano Bruno e Tommaso Campanella, fino alla Controriforma, periodo in cui venne inserito tra i libri proibiti per i suoi contenuti. |
Re: Le origini del Cosmo nel “De rerum natura” di Lucrezio. Ovvero, la natura delle c
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Comunque posso fare anche di meglio :occhiali: Nel primo elogio, Epicuro assume i panni dell'eroe epico che affronta in duello la "religio", vincendola e sottomettendola: da quel momento l'umanità è stata liberata dal mostro che l'aveva soggiogata per secoli. Strumento della vittoria è la "ratio", che ha purificato l'uomo dagli orrori della mente, e in particolare dalle false notizie sulle pene dell'oltretomba. "Ratio" significa chiara e lucida interpretazione del mondo naturale, consapevolezza della nostra sorte, rifiuto di ogni intrepretazione mitica della realtà. "Religio" significa superstizione, tutto quell'insieme di culti, di timori e di interdizioni, quella zona oscura di credenze terrificanti che Roma aveva attinto dal mondo etrusco, e contro le quali Lucrezio si scaglia con furore e sarcasmo. I procedimenti impiegati da Lucrezio per dimostrare l'insensatezza dellla religione e delle favole mitologiche sono due: indicare le conseguenze scellerate della superstizione religiosa, e utilizzare razionalisticamente i miti della tradizione per illustrare alcuni aspetti del comportameno umano. Tenete a mente quanto detto da Lucrezio quando fate i vostri discorsetti sulla religione :occhiali: |
Re: Le origini del Cosmo nel “De rerum natura” di Lucrezio. Ovvero, la natura delle c
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Direi di chiudere qua questo OT, perchè il binario del discorso sta scivolando paurosamente fuori. |
Re: Le origini del Cosmo nel “De rerum natura” di Lucrezio. Ovvero, la natura delle c
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Re: Le origini del Cosmo nel “De rerum natura” di Lucrezio. Ovvero, la natura delle c
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