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Re: Credenze di base
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Il fatto che non ci sia un corto circuito è falso anche da un punto di vista neurobiologico... L' esempio che hai fatto non è calzante, ti risponde molto bene moon. |
Re: Credenze di base
Un piccolo appunto: la definizione ''pensiero difunzionale'' mi sembra adeguata, se poi gli si attribuisce significati connotativi lo si fa volontariamente, ma il termine di per sè non presuppone nulla di più che un pensiero che per difetto non è funzionale alla persona.
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Re: Credenze di base
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ps in psicodinamica si chiamano convinzioni patogene |
Re: Credenze di base
Faccio anch'io un esempio mio, come ha fatto ottimamente Nick. :)
Credenza di base -> tutti presto o tardi mi rifiuteranno o mi abbandoneranno Credenza intermedia -> devo essere simpatico e divertente, altrimenti verrò rifiutato Situazione -> chatto con qualcuno e costui improvvisamente si scollega senza salutarmi Pensieri automatici -> si è scollegato perché non gli sono simpatico! Reazione emotiva -> :sad: Reazione comportamentale -> lo blocco :tongue_smilie: Reazione fisiologica -> uhm, niente di particolare, forse qualcosa allo stomaco, ma deve essere la fame... :yes: |
Re: Credenze di base
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Re: Credenze di base
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Re: Credenze di base
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Re: Credenze di base
Ragionando sull'eziologia dei pensieri disfunzionali, credo che ci sia una consequenzialità logica sull'origine della fobia circa il senso di colpa e la consapevolezza di essere in qualche modo sbagliati. E' una cosa che penso da un po' di tempo, ma leggendo moon che enuclea la sua credenza di base all'enunciato: ''tutti presto o tardi mi rifiuteranno o mi abbandoneranno''; e a quella di Nick: ''si vede che sono fobico''; si rende palese (almeno per me) l'esistenza di un livello ancora più basso di spiegazione. Il fatto di credere che prima o poi verrò abbandonato è un'idea che non può risolversi da sola, ma deve poggiare su un presupposto che la rende plausibile. Secondo me l'assunto che regge questa paura è l'idea (credenza) di essere sbagliati o colpevoli agli occhi degli altri, la proiezione in loro che ci sia qualcosa che non va in noi e che quindi va condannata: sono giustificato a pensare che gli altri inevitabilmente mi abbandonino solo se credo che ne abbiano motivo, e forse questo ''motivo'' è la vera credenza di base. Che poi questo motivo sia quello che ho detto non lo so.
Mi sembra possibile che questa credenza possa essere comune a tutti i fobici... ma forse è falso tutto quello che ho detto, magari nemmeno mi sono espresso bene e quindi non mi avete capito. Questa paura di non essere capito... :unsure: |
Re: Credenze di base
Forse un difetto della TCC è la mancanza di un postulato importante che va aggiunto, e che è questo:
"i pensieri disfunzionali sono giustificati". Infatti i pensieri disfunzionali non sono giudizi analitici della mente, ma postulati dati dalla mente, che si autoimpongono. Poi ovviamente anche il termine disfunzionale per me è improprio, è meglio chiamarli pensieri negativi. |
Re: Credenze di base
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Re: Credenze di base
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Qual è la tua opinione sul mio post precedente? |
Re: Credenze di base
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Mi sembra cioè che prima venga la sensazione di vergogna, indipendentemente dall'esperienza, e poi il pensiero disfunzionale di essere inferiore. La vergogna quindi non mi sembra l'effetto di un pensiero disfunzionale, ma la causa. Quindi rimuovendo il pensiero disfunzionale non necessariamente si rimuove la sensazione di vergogna. Forse questa sensazione di vergogna è la stessa di cui tu parlavi nel post precedente. In ogni caso io credo di averla identificata, e di aver identificato le azioni più costose a causa di questa vergogna. E' come se ci fosse un sistema di censura nel mio cervello, in cui una classe di azioni aventi particolari significati simbolici o interpretazioni vengono proibite attraverso l'ansia: se cioè io chiamo l'insieme di queste azioni da censurare insieme A, ogni volta che, casualmente, mi viene voglia di fare un'azione dell'insieme A scatta l'allarme della censura, che mi lancia forti segnali di ansia per oppormi una resistenza a fare quell'azione. Forse il meccanismo è analogo a quello di un gruppo algebrico, quindi dovrei considerare quella resistenza come una forza e cercare l'incognita che sarebbe la forza uguale e contraria a quella forza di resistenza. Se questo modello algebrico è corretto, quindi, il problema è chiedersi "a cosa corrisponde, nella pratica, la forza uguale e contraria, e come posso applicarla?" |
Re: Credenze di base
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Re: Credenze di base
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Re: Credenze di base
Tornando in topic, una credenza di base distorta del fobbico, è che tutti lo guardano e si fanno i fatti suoi e lo giudicano.
Supponiamo che un bel giorno il fobbico medio si alza si lava la faccia e decide di togliere questa credenza di base e sostituirla, ad esempio con : nessuno si interessa di me, sono tutti troppo occupati dalle loro vite diertenti e se ne sbattono il cxzzo di me, posso anche morire per strada e mi lasceranno crepare senza degnarmi di uno sguardo. ponendo che un fobbico qualunque fa questo change-over nel suo cervello, pensate che risolva dei problemi ? Io dico che se prima si faceva tutte le seghe mentali possibili per stare in mezzo agli altri, dopo il cambio, andra' in mezzo alla gente senza il minimo segno di ansia e paura. |
Re: Credenze di base
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Re: Credenze di base
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Re: Credenze di base
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Re: Credenze di base
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Il socialfobico percepisce queste dinamiche, questi giudizi subconsci delle persone che lo osservano, e trae l'informazione di questi giudizi dai loro movimenti. Per dimostrare in modo forte questa mia tesi basterebbe provare che un estroverso (dotato di padronanza dei movimenti del corpo) il quale fosse messo nelle condizioni di muoversi con il corpo in modo limitato (privandolo cioè dello strumento della comunicazione extra-verbale) avrebbe le stesse identiche sensazioni del fobico di essere considerato eccentrico. In questo modo si dimostrerebbe che le sensazioni del fobico sono fondate, perchè queste sensazioni, nelle stesse condizioni, sarebbero provate da chi non è fobico. |
Re: Credenze di base
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si quello che scrivi è vero, pero' va detto che la comunicazione non verbale di un fobbico, non è dovuta ad altro che ai suoi pensieri distorti, se tu vedi un fobico evitante per strada, percepsci la sua chiusura è come se avesse una corazza per proteggersi, tutti i movimenti non sono spontanei, ma ragionati, per questo spesso macchinosi |
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