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Anch'io ci vedo (vedevo) una possibilità di realizzazione nel lavoro. Però capita che ti scontri con la realtà dei fatti che ti dice che, non solo per problemi di tipo relazionale, avevi sopravvalutato le tue potenzialità. In parole povere l'obiettivo può venir mancato, cosa che poi ti porta a uno stato mentale in cui ti limiti a lavorare meccanicamente, senza grande impegno e voglia, con poco entusiasmo, che incide sulle possibilità di crescita professionale e mette anche a rischio la continuità lavorativa. Poi ovviamente in quasi tutti i lavori bisogna interagire con gli altri e facilmente un fobico sociale può finire in una situazione che non sa reggere, per cui la motivazione ne risente.
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
Questa sembra l'ennesima discussione sfogo su un tema per cui uno può soffrire e visto che non si risolve: mal comune, mezzo gaudio.
Pure il mio intervento è sicuramente maggiormente mosso da sfogo che altro. Io lavoro, qualcosa di modesto, a periodi mi pesa sopportare le ore di lavoro tutti i giorni che devo fare, vorrei un part time, ma non è verosimile trovarlo nel mio ambito. Inoltre, le pensioni hanno già pessime prospettive in Italia, con un part time prenderai anche meno... chissà che scenari futuri avremo... La mia principale speranza è soddisfare certi desideri che sento ancora possibili. Ma se falliscono: lavoro, stima (di cui onestamente non me ne frega niente), soldi (i beni materiali possono consolare, ma uno o due desideri importanti che ho non si comprano con i soldi, anche se collateralmente servono...), se falliscono i fini è chiaro che il mezzo rimane senza senso. A quel punto si avanza per la paura, la paura di non pagare le bollette, di diventare barbone, di fare una finaccia, resta solo questo a spingere avanti... però, manco a dirlo... la situazione si commenta da sola. |
Se non avessi bisogno di denaro smetterei domattina di lavorare
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Magari ho capito male io, ma mi sembra che la divergenza fondamentalmente sia sul fatto che a te pare strano di notare un certo modo di vedere il lavoro da parte di svariati utenti del forum, a me invece non pare così strano perché ricordo tanti se non proprio una grande maggioranza di post di avversione al lavoro, per un motivo o per l'altro. Post di tanti utenti dove viene espresso il concetto di non congenialità del mondo del lavoro al proprio modo di essere (o viceversa, che poi all'atto pratico è lo stesso). A me sembra proprio un'irriducibilità frequente allo schema più diffuso del lavoro come occupazione principale della vita, che ti prende una delle fette più importanti del tuo tempo ed è uno dei modi principali in cui ti definisci e vieni definito come individuo. Poi ripeto, magari sono io che sovrastimo la frequenza di certe affermazioni. Quindi, quando parli di "obiettivi/risultati possibili" genericamente, a me viene da precisare che non sono tali per tutti e in ogni caso, anzi. Tutto qui. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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E se scrivo possibile vuol già dire che non è certo, e non ho mai detto "per tutti". Non ho generalizzato niente per cui non vedo cosa ci sia da puntualizzare, eh ma non è detto, eh ma non per tutti. Allora anche a chi scrive che il lavoro è solo per mantenersi va detto eh ma non sempre, ma non per tutti e non se ne esce più. Altri scrivono in modo generalizzato, io faccio mille precisazioni restando sul campo delle possibilità e mai degli assoluti, dico "per qualcuno, forse, potrebbe", e vengo puntualizzata comunque, ma basta oh. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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In questo caso mi sembrava opportuno precisare, visto che hai parlato di possibilità in modo generico. Se non sei d'accordo ci sta, non è che dobbiamo pensarla in fotocopia, ma ripeto che non vedo di cosa scaldarsi. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
Mezzo calendario, ho scritto oggesú e manco col punto esclamativo.
Va bene così, ho finito di assecondare il mio doc, per oggi. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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A parte te, ma te si sa che sei boomer polemica. :sisi: |
Attualmente mi sono rifugiato nel lavoro,In un ruolo che non mi compete per le caratteristiche comportamentali che ho.
Faccio 100 per ottenere 1, con una lentezza indescrivibile. Non ho altro da fare al di fuori del lavoro ma sono cosciente che il lavoro per me in questo momento sia un rifugio per evadere da questa società. Avere un pretesto per non avere relazioni sociali (causa troppo lavoro). Ennesimo sabotaggio per evitare relazioni. Dei pochi soldi che metto da parte non me ne faccio nulla, non ho programmi o idee da realizzare. Penso quotidianamente ad un cambiamento, ma questo mondo va sempre peggio, e veramente non sono in grado di prendere decisioni in merito. |
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
senza lavoro si può avere una vita? si, perchè non si vive per lavorare..
casomai, non si vive senza soldi purtroppo.. che vengano dal lavoro, da una vincita, da una eredità, donazione, ecc... |
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
Giusto ieri mi è capitato di parlare con una persona che lavora tantissimo, perché ha un'attività di famiglia in proprio a cui si dedica.In più "nel tempo libero" collabora ad un'altra attività di quel settore. Non ama uscire e viaggiare, e non ha famiglia sua. Si dice soddisfatto della sua vita perché gli piace il suo lavoro e ha la passione.
Io non dico che debba essere la vita ideale di tutti, però che il lavoro possa dare una realizzazione anche significativa e fare vivere una vita soddisfacente, non è da escludere a priori. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
Non lo so se tutti quelli che lavorano tantissimo lo fanno perché amano il loro lavoro o la realizzazione, oppure lo fanno anche per non guardare l'abisso della propria vita privata.
Io stesso in questo periodo quando vado al lavoro, e mai lo avrei pensato, trovo un po' di sollievo, proprio perché mi allontana dai pensieri di un quotidiano in isolamento.. al lavoro due chiacchiere le scambi.. non hai tempo per pensare perché tutto è a ritmi serrati e ci vuole concentrazione. |
Boh tanta gente si autoconvince secondo me, dicono che si sentono realizzati e gli piace il lavoro per dedicarsi a quello e non pensare alla vita privata vuota come un pozzo nel deserto.
Ripeto, troppo facile coprire la non vita con il lavoro. I rapporti servono e sono fondamentali, con o senza lavoro. Puoi pure prendere 2.000€ al mese e poi la sera torni a casa nella tua solitudine e non hai nessuno nemmeno per prendere una birra. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
Non conosco questa persona abbastanza da sapere, ma non credo sia giusto proiettare quello che è realizzazione per noi, sugli altri (per me sarebbe triste vivere così=lui se la racconta). Tutti potenzialmente possono raccontarsela, oppure no.
Non crederci che uno sia contento perché non è l'ideale nostro di vita, è poco obiettivo. Anche fissarsi sull'ideale escludendo col paraocchi il possibile, è un peccato, e quello sì è autoconvincimento perché si vanno deliberatamente a scartare certe possibilità. Si è liberi, ma non credo ci sia vera libertà senza consapevolezze, e la consapevolezza di aver fatto scelte precise, ci vuole. |
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