Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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occupare la mente lavorando è solo "cope", una distrazione dai veri problemi |
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È vero però che una vita che si esaurisce nel lavoro è un po' uno schifo (peggio quando non c'è neanche quello, dopo una certa età) |
Se potessi economicamente permettermi di non lavorare lo farei ben volentieri , magari mi renderei utile comunque, farei sempre lunghe camminate , giri in bici, anche la mia anima ne gioverebbe sicuramente
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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se invece la vita non è soddisfacente, è inutile impegnarsi per guadagnare soldi, visto che questi sarebbero utili per prolungare qualcosa che non porta piaceri |
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Se l'ambiente è malsano non mi sento assolutamente utile, utile a chi? A quei quattro stronzi che mi trattano di merda? Mi sembra abbastanza chiaro, leggendo l'intera discussione, che chi ha avuto la fortuna di non incappare mai in esperienze spiacevoli, come ad esempio il mobbing, non è arrivato a maturare un certo tipo di pensiero, sospettoso e diffidente, verso l'ideologia secondo la quale il lavoro migliora la persona. In conclusione io dico: il lavoro migliora la persona? Dipende dall'ambiente in cui ci si trova, se è sano, collaborativo, si, si costruiscono anche rapporti umani basati sul darsi una mano uno con l'altro, se è tossico, maligno, fatto di cattiverie gratuite assolutamente no, porta a diventare rabbiosi, costantemente in sfida con gli altri, ma non è una competizione sana, è un gioco al massacro che mette a dura prova i nervi, e c'è il forte rischio che quella frustrazione la si porti anche fuori dal lavoro e incida nella vita in generale. So di cosa sto parlando perché ci sono passato personalmente: nell'ultimo anno di mobbing per resistere a quell'ambiente sfogavo tutta la mia rabbia quando tornavo a casa, verbalmente, coi miei familiari, poi ci si chiude e non si vuol vedere più nessuno perché si è talmente stanchi di avere a che fare con la gente, che le energie sono azzerate. Quella non è più vita, ho i soldi ma non me ne faccio un cazzo, o meglio, li spendo per andare in analisi e prendere pastiglie, per riuscire a lavorare, un paradosso assurdo :sisi: |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Cosa ben diversa dal semplice collega antipatico. In questo caso si può avere tutta la buona volontà e i buoni propositi di questo mondo, cercare di resistere in tali condizioni porta a danni psicologici assicurati. Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Nelle aziende si dovrebbe capire che il lavoro incide sulla salute della persona, è come una lama sulla carne viva del lavoratore. Bisogna fare il possibile perchè lavorare non diventi una minaccia per la salute. Quello che racconti certamente non va bene. Va però detto, come noti anche tu, che non è la regola. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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In quei casi c'è una volontà precisa dall'alto di estromettere un lavoratore, per le più disparate ragioni, che potrebbero anche esulare da demeriti nei confronti della persona, potrebbero essere anche meri motivi di politiche aziendali. Solo che bisogna stare attenti a non cadere nella trappola di sentirsi in colpa per proprie mancanze o demeriti, è molto facile in questi casi. Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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I colleghi cambiano atteggiamento nei tuoi confronti dal momento in cui comincia. Se non gli fossi andato a genio non sarei rimasto li per più di 10 anni. Io prima che cominciasse non avevo problemi con nessuno, pur non essendo un mostro di simpatia ed estroversione :sisi: Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
Io per fortuna mi trovo benissimo coi colleghi, ed essendo nel pubblico ci sono probabilmente anche meno problemi e pressioni in tal senso. Tuttavia sento sempre più storie da parte di conoscenti come quelle di Nightlights, nei più svariati ambiti, da chi lavora in ufficio, agli operai, passando per chi è nella GDO.
Il suo caso non sarà la norma, ma con sempre meno lavoro, in cui spesso puoi anche essere facilmente rimpiazzabile, questi casi potrebbero presto diventarlo. Sicuramente un'eccessiva introversione non aiuta, ma se è stato lì 10 anni non era quello il problema; semplicemente ad un certo punto non serviva più, e non potendolo forse licenziare hanno provato a fare in modo che lo facesse lui portandolo all'esaurimento. E gli altri colleghi sono utilizzati spesso in tal senso (il famoso divide et impera che, chi più chi meno, tutti i responsabili lo mettono in atto, lo vedo anche dove sono io) per arrivare a ciò. Colleghi che oggi sono mobber, ma domani potrebbero diventare i mobbizzati, qualora non servissero più neanche loro. |
Diciamo che la gente di merda è un po’ in tutti i posti di lavoro, da altre parti meno da altre parti di piu’, soprattutto in quelli che io chiamo lavoracci -perche’ sei uno sguattero- come la ristorazione e il magazzino. In quei posti la probabilità di avere a che fare con delle teste di cazzo e degli ignorantoni è molto alta.
Anche nei supermercati parlando con alcune persone ho sentito che ci sono molti stronzi. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
A me fa strano la logica "o ho una vita privata+lavoro, o meglio niente".
Se non ho la prima, vivo meglio la seconda e viceversa, perché una toglie tempo ed energie all'altra. Tutte e due poco le reggerei. E senza lavoro che faccio se non ho vita privata? "Almeno" lavoro e quello può dare il senso alla vita di per sé (posto che niente ha un senso proprio, se non quello che attribuisci tu), piuttosto che niente meglio un impegno e una carriera soddisfacente. Rispetto gli altri punti di vista, si vede che altri riescono a fare tante altre cose interessanti senza lavoro, io no, ok nel mondo ideale è meglio dedicarsi alle proprie passioni che lavorare, ma come persona problematica le cose "belle"che mi piacerebbero in sostituzione al lavoro tanto non le faccio comunque, percui appunto sarebbe già tanto riuscire a lavorare, almeno. |
Si ma è totalmente errato pensare di dare un senso alla vita tramite il lavoro, non funziona così. La vedo una cosa troppo “illusoria”. Troppo per coprire facilmente la vita che non si ha.
Il lavoro non riempe la vita e non dovrebbe riempirla, le persone, i sentimenti, le emozioni, dovrebbero riempire la vita. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Il problema è che nella vita, molte cose dovrebbero essere e però non sono. Da giovani si ha tutto il diritto di aspirare al massimo, cioè alla vita appagante sotto tutti i punti di vista, che si desidera. Poi viene il momento di farsi i conti in tasca, cosa effettivamente puoi e cosa no. E lì impuntarsi con "o tutto o niente" porta via tempo prezioso, meglio qualcosa che niente. Anch'io credo che la differenza la facciano le persone e le relazioni interpersonali in genere (anche nel lavoro stesso). Però certe vite non vanno così, si funziona in modo differente o diversamente è andata, tanto vale allora mettersi dietro a qualcos'altro, piuttosto che nulla. |
Re: Non ha senso lavorare se non si ha una vita.
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Questa visione consente di poter trovare realizzazione e appagamento di un bisogno anche a chi non ha altro di soddisfacente fuori. |
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