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Winston_Smith 31-08-2020 15:32

Re: Lettera di Michele
 
Quote:

Originariamente inviata da Atlas (Messaggio 2502007)
ha usato il suicidio come messaggio, proiettando il proprio fallimento sugli altri.
Anche se non l'ha scritto lui è morto per colpa loro, per un loro mancato intervento che non gli hanno fornito ciò che lui pretendeva.

Mind reading: almeno con un morto di cui con ogni probabilità non potremo mai sapere altro, sarebbe il caso di risparmiarselo.

Quote:

Originariamente inviata da Atlas (Messaggio 2502007)
Il punto è che non immagino nemmeno un punto di rottura, se uno non riesce a inserirsi nel campo per cui ha studiato va a fare quello che trova, o almeno è così che fanno tutti quelli che sono intorno. Ma è una questione di pura sopravvivenza.
dico tutti perchè non ho mai sentito nessuno rifiutare di lavorare in un supermercato perchè ha altre ambizioni. o a pulire latrine o lavorare per amazon o in una fabbrica o in una lavanderia, a prescindere da l titolo di studio tutti si sono messi a spalare merda in mancanza di meglio.

Intanto ripeto che non sta scritto da nessuna parte che quello che va bene (o che si raccontano vada bene) a tot persone debba andare bene a tutti. E appunto, una questione di pura sopravvivenza (Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, aveva scritto lui) non è in grado di far svegliare tutti la mattina, c'è anche chi non ce la fa a ingoiare merda h24 solo per sopravvivere. Alcuni potrebbero chiedersi se in fondo c'è tanta differenza tra essere morti orizzontali o degli zombie che vegetano senza la minima aspirazione.
Poi non penso si possa dire che il motivo del suicidio è perché aveva trovato solo lavoro come x invece dell'y che voleva, lui non lo dice, anzi a un certo punto dice che "non si può pretendere di trovare lavoro", come se non avesse trovato nulla.
Ma sempre stando a quello che scrive la sua insoddisfazione è più generale e totale, mi ricorda quelle di certi "inadatti a stare al mondo" della letteratura, tipo Zeno Cosini o il "a me la vita è male" di Leopardi. Non a caso scrive:

Ho cercato di essere una brava persona, ho commessi molti errori, ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse, di fare del malessere un’arte.

Magari se fosse riuscito a sublimare il proprio malessere in forme d'arte avrebbe trovato un senso alla propria vita, ma non lo sapremo mai. Ci ha provato, ma non è bastato purtroppo and the worms ate into his brain (cit.)

Ma le domande non finiscono mai, e io di sentirne sono stufo. E sono stufo anche di pormene. Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per l’altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.

Come ho detto, io qui vedo una sofferenza totale, continua, ben al di là della dicotomia tra accontentarsi o volere di più/troppo. Se uno riceve mazzate e misconoscimenti di valore h24, qualunque tentativo faccia, è più che legittimo che possa chiedersi cosa campi a fare.

Winston_Smith 31-08-2020 15:37

Re: Lettera di Michele
 
Quote:

Originariamente inviata da ila82 (Messaggio 2502014)
Lo stato generale delle cose per me è inaccettabile
Se vivere non può essere un piacere, allora non può nemmeno diventare un obbligo,
Sono entrato in questo mondo da persona libera, e da persona libera ne sono uscito, perché non mi piaceva nemmeno un po’


paiono piu' autoritari quelli che vogliono imporre la loro idea quelli che dicono "eh no bisogna vivere, se tutto e' una merda la spali come fan tutti, che sei piu' bello che non ti va e pesti i piedi eh, vuoi farci sentire in colpa in quanto societa' ?"

Sì, è una logica un po' da caserma o da carcere*: muovi il culo, ingoia merda, soffri pure, ma vai avanti e sta' zitto.
Infatti, certi interventi potrebbero essere sottoscritti dal sergente Hartman.

*non a caso, contesti dove i suicidi sono tutt'altro che rari

Kitsune 31-08-2020 15:49

Re: Lettera di Michele
 
I suoi genitori però hanno detto che "lo ha ucciso il precariato".
Suppongo che i suoi genitori lo conoscessero meglio di tutti, il non aver lavoro doveva pesargli più di tutto.

Winston_Smith 31-08-2020 15:53

Re: Lettera di Michele
 
Quote:

Originariamente inviata da Kitsune (Messaggio 2502024)
I suoi genitori però hanno detto che "lo ha ucciso il precariato".
Suppongo che i suoi genitori lo conoscessero meglio di tutti, il non aver lavoro doveva pesargli più di tutto.

Anche in questa ipotesi, resta valido IMO quello che dicevo prima: se tot persone sopportano questa condizione senza suicidarsi (poi bisogna vedere come, e con quale disperazione e morte nel cuore ogni giorno) è un buon motivo per dare del bambino viziato a chi non ce la fa? L'aspirazione a realizzarsi e trovare un proprio ruolo sociale nel lavoro è così superflua e da viziati?

Edwin 31-08-2020 16:59

Re: Lettera di Michele
 
Il suicidio è sempre giusto, non nel senso che ha fatto bene a suicidarsi ma che le motivazioni personali che portano a tale scelta non sono sindacabili, in quanto ogni giudizio esterno è sia parziale che pieno di bias.
Poi chiaro non riesco a ritrovarmi troppo in questa lettera se non che in un punto, ma mi chiedo se ha senso sindacare sulle motivazioni della sua scelta.

Per me il precariato e la situazione degradante che molti miei coetanei vivono (soprattutto al sud), sono condizione sufficiente per compiere un gesto simile, la frustrazione di un muro di non realizzazione e la sensazione di un futuro "rubato" personalmente la vivo molto forte, e non ci sarà persona che mi dice che devo rimboccarmi le maniche per migliorare le sorti del paese a togliermi questa sensazione di dosso e la voglia di fuggire, appena possibile, dall'italia.
Però per l'appunto a parte dire "mi ci ritrovo/non mi ci ritrovo" il giudizio sull'atto non penso abbia senso...

Ezp97 31-08-2020 17:08

Quote:

Originariamente inviata da Edwin (Messaggio 2502076)
Il suicidio è sempre giusto, non nel senso che ha fatto bene a suicidarsi ma che le motivazioni personali che portano a tale scelta non sono sindacabili, in quanto ogni giudizio esterno è sia parziale che pieno di bias.
Poi chiaro non riesco a ritrovarmi troppo in questa lettera se non che in un punto, ma mi chiedo se ha senso sindacare sulle motivazioni della sua scelta.

Per me il precariato e la situazione degradante che molti miei coetanei vivono (soprattutto al sud), sono condizione sufficiente per compiere un gesto simile, la frustrazione di un muro di non realizzazione e la sensazione di un futuro "rubato" personalmente la vivo molto forte, e non ci sarà persona che mi dice che devo rimboccarmi le maniche per migliorare le sorti del paese a togliermi questa sensazione di dosso e la voglia di fuggire, appena possibile, dall'italia.
Però per l'appunto a parte dire "mi ci ritrovo/non mi ci ritrovo" il giudizio sull'atto non penso abbia senso...

La tua è l’unica “analisi” decente. Concordo pienamente. Viviamo in un paese che appena nascia già parti invalidato.

Keith 31-08-2020 18:36

Re: Lettera di Michele
 
Quote:

Originariamente inviata da Edwin (Messaggio 2502076)
Il suicidio è sempre giusto, non nel senso che ha fatto bene a suicidarsi ma che le motivazioni personali che portano a tale scelta non sono sindacabili, in quanto ogni giudizio esterno è sia parziale che pieno di bias.

E' così.

SamueleMitomane 31-08-2020 19:55

Re: Lettera di Michele
 
Quote:

Originariamente inviata da Kitsune (Messaggio 2502024)
I suoi genitori però hanno detto che "lo ha ucciso il precariato".
Suppongo che i suoi genitori lo conoscessero meglio di tutti, il non aver lavoro doveva pesargli più di tutto.

Non penso che i genitori erano consapevoli di tutta la sua frustrazione che ha espresso nella lettera, a parte il fatto di essere disoccupato. L'unica cosa che sanno è quella, e dicono quella.

è di certo una motivazione importante, ma non tanto perché di per sé non avere un lavoro di porta a questo, ma più perché può influenzare di molto altri aspetti della vita. E anche gli altri aspetti della vita influenzano il lavoro o il precariato. Insomma, questo fattore deve essere sempre messo in relazione da altri elementi, altrimenti nella lettera starebbe scritto solo "sono disoccupato." Da questa lettera si evincono molte cose, non solo il precariato. Una forte frustrazione generale; molta solitudine; senso di smarrimento, di star errando in uno stato pessimo senza meta; delusione e avvilimento; ferite dovute a rifiuti di diverso genere; Perdita di fiducia e interesse verso le persone (nonostante menzioni i suoi genitori e i suoi amici) e il genere umano.

Il non avere un lavoro di certo viaggia vicino al non sentirsi di avere uno scopo, ma per avere uno scopo non basta solo lavorare.

Keith 31-08-2020 20:08

Re: Lettera di Michele
 
Quote:

Originariamente inviata da SamueleMitomane (Messaggio 2502229)

Ottima riflessione. Il lavoro è importante, ma un uomo non è solo il suo lavoro. E' che a volte purtroppo manca propria la realizzazione in ogni ambito.
Poi quando il cervello inizia ad incartarsi non ci raccapezzi più niente.. non lo so se si poteva aiutare questo ragazzo, ma molto spesso in casi come questo, a parte rare eccezioni sarebbe stato solo un prolungamento farmacologico dell'agonia.

Ezp97 31-08-2020 21:01

In ogni caso io lo invidio, si trova nella condizione miglior in quanto non esiste più, la non esistenza è condizione migliore.

onisco 01-09-2020 19:01

Re: Lettera di Michele
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 2501976)
Evidentemente qualcuno qui si sente meglio affossando gli altri e pisciando sulle loro sofferenze (lo noto dalla premessa fatta "avrei potuto scrivere anch'io una cosa simile, ma più la leggo e meno mi rappresenta", il rimarcare la distinzione per apparire sotto una luce migliore), anche su quelle che hanno portato alla morte, non c'è altra spiegazione.

Un'altra spiegazione è che, porco cazzo, hai di fronte una persona che parla di sofferenze simili a quelle della lettera ("avrei potuto scrivere anch'io una cosa simile"), che parla pure di idee di suicidio (per logoramento), e di come ci fa i conti, di un modo per farci i conti. Che in quel modo riesce a pensare e sentire gli altri come compagni. Questa possibilità/capacità Michele non sembrava poterla coltivare: la sua realtà era TUTTA dentro alla delusione, alla rabbia, al tradimento di aspettative: i suoi amici erano solo MIGLIORI, non erano come lui, lui non era come loro - nella sua mente - era indegno, forse finalmente superiore nel suicidio. Era un bambino, secondo me è proprio vero. Non è mai arrivato a un qualcosa che dovrebbe seguire la delusione, a un'accettazione.

Ma a me pare che non riesci letteralmente a vederlo, Atlas. E che resta: affossarlo appunto, per difendere un buonismo generale e distante, il tuo senso del giusto. E allora niente, mo faccio anch'io la mia parte per sentirmi migliore di qualcuno, ci sta anche questo.

Winston_Smith 01-09-2020 19:09

Re: Lettera di Michele
 
@ onisco: Io non ho affossato Atlas né banalizzato le sue sofferenze come il capriccio di un bambino come invece lui (e tu) avete fatto con Michele, vediamo di non ribaltare la frittata con le solite accuse di "buonismo" (parola ormai squalificata).

Equilibrium 01-09-2020 19:25

Re: Lettera di Michele
 
Quote:

Originariamente inviata da Edwin (Messaggio 2502076)
Il suicidio è sempre giusto, non nel senso che ha fatto bene a suicidarsi ma che le motivazioni personali che portano a tale scelta non sono sindacabili, in quanto ogni giudizio esterno è sia parziale che pieno di bias.
Poi chiaro non riesco a ritrovarmi troppo in questa lettera se non che in un punto, ma mi chiedo se ha senso sindacare sulle motivazioni della sua scelta.

Per me il precariato e la situazione degradante che molti miei coetanei vivono (soprattutto al sud), sono condizione sufficiente per compiere un gesto simile, la frustrazione di un muro di non realizzazione e la sensazione di un futuro "rubato" personalmente la vivo molto forte, e non ci sarà persona che mi dice che devo rimboccarmi le maniche per migliorare le sorti del paese a togliermi questa sensazione di dosso e la voglia di fuggire, appena possibile, dall'italia.
Però per l'appunto a parte dire "mi ci ritrovo/non mi ci ritrovo" il giudizio sull'atto non penso abbia senso...

Più che altro é che una lettera di suicidio piazzata in un forum come questo andrebbe un attimo discussa più a fondo.
Che poi questo Michele ormai è morto, e quindi nn si può fare altro che fargli le condoglianze alla famiglia.

alien boy 01-09-2020 23:53

Re: Lettera di Michele
 
sarà stato pure un bambino ma non è che si è ammazzato per gioco, non credo che pensasse che poteva tornare indietro. Certe considerazioni saranno pure vere, ma alla fine dipende dal fatto che aveva problemi psicologi anche gravi, non è che bisogna andare a sminuirlo per forza come persona.

Winston_Smith 02-09-2020 10:00

Re: Lettera di Michele
 
Quote:

Originariamente inviata da Equilibrium (Messaggio 2502964)
Più che altro é che una lettera di suicidio piazzata in un forum come questo andrebbe un attimo discussa più a fondo.
Che poi questo Michele ormai è morto, e quindi nn si può fare altro che fargli le condoglianze alla famiglia.

Io ricordo che una volta su questo forum, e per diverso tempo, campeggiava una scritta di ricordo affettuoso di un utente che si era suicidato. E purtroppo altre volte si è verificata questa triste evenienza, e MAI ricordo parole meno che rispettose di una tragedia ineffabile e incommensurabile.
Non so se sono i tempi o il coviddi, o il fatto che non fosse iscritto qui (come se contasse qualcosa), ma il colpire un suicida nella sua dignità di persona e nella banalizzazione della sua sofferenza, manco avesse fatto una strage prima di ammazzarsi, finora ce lo eravamo risparmiati...

gordon77 27-09-2020 23:37

Re: Lettera di Michele
 
lo ammiro molto per il coraggio.

Masterplan92 28-09-2020 13:22

Re: Lettera di Michele
 
A un certo punto la sofferenza quando diventa troppa quasi costringe a farlo se non si vedono più appigli possibili

Ezp97 28-09-2020 16:42

Quote:

Originariamente inviata da Masterplan92 (Messaggio 2516463)
A un certo punto la sofferenza quando diventa troppa quasi costringe a farlo se non si vedono più appigli possibili

La sofferenza bene o male la sopporti, questa si chiama disperazione, quella vera.


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