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Vecchio 03-04-2022, 13:42   #1
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Tratto da un paio di noti articoli, incollati qui a uso e consumo di chi ancora crede a Babbo Natale.
Buona lettura.


Spesso veniamo accusati di criticare le donne per la loro ricerca della bellezza maschile, quando di fatto – ci dicono – noi siamo altrettanto ossessionati da quella femminile. In realtà nasciamo tutti, maschi e femmine, belli e brutti, con la stessa capacità di riconoscere la bellezza e desiderarla. Naturalmente le nostre caratteristiche individuali, l’aspetto in primis, ci permettono l’accesso a livelli estetici ben diversi rispetto agli ideali cui tutti tendiamo; e naturalmente la fame di chi non può permettersi il caviale è ben diversa rispetto a quella di chi non può procurarsi nemmeno il pane secco.
Pertanto chiariamolo una volta per tutte: non critichiamo le donne perché desiderano la bellezza in un uomo, e siamo ben consci di fare altrettanto desiderando la bellezza femminile. Né c’è qualcosa di male in tutto ciò.

Se da noi viene una critica alla società, è d’essere ipocrita e non voler ammettere l’importanza della bellezza, mascherando quella pulsione istintiva, violentissima e animale, ma ritenuta frivola, con una cortina di scelte razionali, elevate e ponderate, quindi degne d’una specie evoluta: ecco allora subentrare parole come fascino, sicurezza di sé, sensibilità, profondità, intellettualità, che non trovano quasi mai riscontro nell’attrazione sessuale. È come se ci sentissimo in colpa per i nostri desideri, e non volessimo ammettere che una specie capace di sondare i segreti dell’universo e viaggiare fino alla Luna, si lasci ammaliare dai suoi simili affidandosi unicamente alla percezione dei propri occhi, giungendo a un verdetto tanto importante in una frazione di secondo. A mio avviso le uniche vere vittime di questa menzogna sono i tanti maschi “diversamente belli” che davvero possiedono quelle qualità interiori, o comunque possono aspirarvi tramite l’autoperfezionamento, ma che presto o tardi scoprono di non poter essere amati – che sia per una notte o per la vita – esclusivamente a causa dei tratti del proprio volto, su cui purtroppo non hanno potere.

In secondo luogo, critichiamo la società per spingere troppo l’acceleratore sull’importanza della bellezza, affascinando in particolar modo l’immaginario femminile, in questo più suggestionabile di quello maschile.


https://www.momentodonna.it/curiosit...ono-lo-stesso/

Per fare un esempio, mi è capitato di leggere articoli in cui venivano elencati dei VIP brutti ma osannati dalle donne, dove comparivano uomini nettamente sopra la media estetica. Se Daniel Craig, con sprezzo del ridicolo, può essere definito brutto, cosa potrà mai pensare la donna media di Mario Rossi, coi suoi lineamenti anonimi e gli occhi marroni, magari calvo, oppure basso, oppure sovrappeso?
Questo bombardamento mediatico continuo non può non avere una conseguenza sulle decisioni quotidiane della popolazione, e a lungo andare crea frustrazione non solo nei maschi spinti fuori dal mercato sessuale, ma anche nelle femmine che inconsciamente ritengono di poter aspirare a chissà quali livelli estetici, ma che a quegli uomini esteticamente superiori possono giungere solo per una scopata occasionale, venendo poi cestinate, cioè usate e gettate.

C’è infine una cosa che mi preme: le posizioni di noi “sfigati” possono apparire esageratamente depresse, intransigenti, tutte “bianco o nero”, e a volte lo sono volutamente per ragioni goliardiche. Tralasciando i casi dei maschi veramente brutti, la cui vita non oso immaginare, sono convinto che la maggior parte degli uomini trovi prima o poi il sesso e l’amore (o qualcosa che vi somigli). Ma non possiamo nasconderci dietro quel “prima o poi”, come se non avesse importanza.
A una certa età le donne ridimensionano le loro pretese estetiche, invecchiano nella mente, magari divenendo più sagge, ma soprattutto invecchiano nel corpo, divenendo meno desiderabili, sentono il bisogno di sistemarsi, avere stabilità, fare figli; avendo vissuto le loro esperienze emotivamente travolgenti, possono concedersi il lusso di parcheggiare certi desideri nei ricordi e commutare su altri obiettivi più razionali. Ma cosa dire degli uomini maturi con cui si accompagnano in questa fase della loro vita?Io oggi, a 38 anni, ho una vita sessuale estremamente soddisfacente e varia, che non avrei mai sperato di poter ottenere.
Eppure la mancanza di contatti con l’altro sesso fino all’età di 25 anni, ha lasciato in me delle crepe profonde, delle cicatrici che il tempo non cancella. Quella vita non vissuta, quelle esperienze giovanili mancate, quei baci spensierati quando la vita era in balia degli ormoni e tutto ciò che contava era l’opinione dei coetanei, non torneranno mai più e non potranno mai essere compensate dai successi di oggi. Il decennio tra i 16 e i 25 anni è importantissimo per la crescita di ogni individuo: vengono gettate le basi che sosterranno le persone che saremo in futuro, vengono fatte le esperienze che definiranno i rapporti che avremo coi nostri simili, e la fiducia che avremo in noi stessi. È in quel periodo che le femmine esprimono il loro massimo potenziale sessuale, e i maschi corrono maggiormente il rischio di essere emarginati se non piacenti e timidi.

Scommetto che tutti voi conoscete qualche (fu) ragazzo, certamente non un mostro, oggi forse sposato, che non aveva mai una ragazza, o che è rimasto perennemente solo dopo l’unica breve storia della sua vita, o che riusciva ad andare a letto con qualcuna solo quando viaggiava all’estero in estate. E scommetto anche che non vi viene in mente nessuna ragazza con le medesime caratteristiche.

Insomma, quelli che vengono discussi in questa pagina sono problemi concreti ed estremamente seri che riguardano una fetta ben precisa della popolazione maschile, forse non immensa ma certamente non piccola. Problemi difficilmente comprensibili per chi non li ha sperimentati sulla propria pelle. Prima di criticare aspramente dalla vostra posizione privilegiata di donne o di maschi bellocci, riflettete bene. Giacché l’empatia è probabilmente una di quelle qualità che dite tanto di apprezzare, e che magari credete vi attizzi.

Il termine "redpill" è mediato dal film Matrix.
Non è la redpill a "valutarti brutto a prescindere", a far precipitare l'autostima, a stabilire che il carattere, l'atteggiamento psicologico, gli interessi in comune non contino (quasi) nulla nell'attrazione sessuale. Sono le donne a farlo. È una verità sotto gli occhi di tutti, e redpillarsi non è altro che rimuovere le fette di salame che impediscono alla luce d'attraversare le pupille e portare la banalità della realtà su fino al cervello. Detto ciò, la redpill non propone soluzioni univoche, come invece farebbe una setta.
C'è una varietà di posizioni e atteggiamenti rispetto al problema, analoghi a quella che ci può essere in chi ha gli occhi marroni davanti al problema "trovare un lavoro". O vi risulta che tutti quelli che hanno gli occhi marroni fanno i giardinieri, o i magazzinieri o gli avvocati? Qualcuno taglierà il prato, qualcun altro sposterà scatole, qualcuno si laureerà e guadagnerà 1.200 euro al mese, qualcuno vivrà di lavoretti e reddito di cittadinanza, qualcuno diverrà imprenditore e qualcun altro chiederà l'elemosina in stazione.
Si può continuare a provarci, consci delle proprie possibilità e delle frustrazioni a cui si andrà incontro, avendo ben chiare le ragioni dei no che riceveremo.
Si può decidere che tutta quella fatica e quelle umiliazioni non fanno per noi.
È possibile iniziare un percorso d'automiglioramento, focalizzandosi sugli aspetti che contano davvero nella seduzione, anziché sforzarsi di diventare sempre più zerbini continuando a chiedersi perché i risultati non arrivino nonostante la scritta "welcome" ben visibile. E si può anche essere vinti dalla depressione.

Questa è la vita, e purtroppo a volte ci abbatte con le nostre sconfitte.
Ma non è negando la realtà che si diventa vincitori.
Al massimo si può diventare come Cypher, che crede di sentire sul palato una bistecca che non scende davvero nel suo stomaco, che non porta proteine al suo organismo; finché un giorno il corpo non chiederà conto di tutti quei nutrienti mancanti.

M.
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