Grazie per la bella domanda, che apre a mille riflessioni.
A me durante l'infanzia e l'adolescenza non è mai stato concesso di sbagliare. Ho un fratello che ha quasi 10 anni più di me e che ha goduto di tanta libertà. Ha lasciato la scuola dopo le medie, spinelli con gli amici, andato via di casa a 20 anni (20 anni fa) con una bella buonuscita da mio padre (onesto lavoratore). Io, che stavo lì lì per entrare nell'adolescenza, ho assistito ad un tracollo economico perché papà perse il lavoro, crisi coniugale senza separazione/divorzio perché non c'erano né ci sono i soldi, e quindi ambiente tremendo per me. Già da prima, perché mio fratello è sempre stato un po' un bulletto, ero iper-controllato, scuola dalle suore, buoni voti, occhialuto, studente modello, educatissimo.
Ma ho una personalità diversa, artistica, creativa che è uscita fuori solo da pochi anni, ma comunque mi sono sentito in trappola. Mai una gita con la classe, mai un sabato sera più tardi di un tot, mai 'na sigaretta, mai 'na canna, niente. Ho 30 anni, la fase della ribellione non l'ho mai avuta, e dal punto di vista della trasgressione sono abbastanza "ingrigito", sebbene sia una persona allegra e, ad esempio, al lavoro rido e scherzo con tutti tranquillamente.
Quindi, per rispondere alla tua domanda, sono ancora eccessivamente severo con me stesso, ma dalla vita non pretendo niente, ma quando sbaglio qualcosa, anche una scemenza, la vedo come un dramma e mi abbatto, precludendomi ulteriormente qualsiasi possibilità di cambiamento.
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