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Vecchio 07-06-2008, 23:35   #1
Avanzato
L'avatar di AlfonsoNitti
 

Salve a tutti! Apro questo topic per presentarmi ufficialmente, in quanto l'ho già fatto, anche se in modo non ufficioso, all'incirca due mesi fa quando decisi di iscrivermi a questo forum. Dopo una parentesi di tempo in cui non ho più partecipato attivamente al forum ho deciso di tornare a farvi visita, sperando in una mia partecipazione attiva e costante. La mia assenza è stata dovuta a vari problemi che mi hanno tenuto lontano da internet, ma ho deciso di tornare in quanto sento il disperato bisogno di evadere dalla mia solitudine e dal bisogno di avere anche una minima voce che mi permetta di parlare al mondo.

La mia situazione non è molto cambiata, anzi sta degenerando: sono sempre più solo e timido e si prospetta una lunga e solitaria estate di fronte a me. Le rare volte che esco e vedo qualche mio coetaneo che è con la ragazza gli amici (che insomma si vivono la vita) provo una grandissima invidia mista ad avvilimento per la mia incapacità di relazionarmi.

Qui potete leggere la mia "storia": http://www.fobiasociale.com/postt5533.html


Quest'anno per me finisce il liceo e sono molto triste: ma non sono triste perchè non rivedrò più i miei compagni, ma perchè so che sto per chiudere un capitolo della mia vita che non è mai stato aperto. Ho gettato al vento quelli che sarebbero dovuti essere i miei anni migliori e non li avrò mai più...
Vecchio 07-06-2008, 23:54   #2
Esperto
L'avatar di Redman
 

Welcome Alfonso 8)
Vecchio 07-06-2008, 23:56   #3
Intermedio
L'avatar di calivelo
 

benvenutissimo
Vecchio 08-06-2008, 00:30   #4
Esperto
L'avatar di animaSola
 

Ben venuto alfonso...e buona partecipazione al forum :wink:
Vecchio 08-06-2008, 00:40   #5
Principiante
L'avatar di hurinthalion
 

Quote:
Originariamente inviata da AlfonsoNitti
Ho gettato al vento quelli che sarebbero dovuti essere i miei anni migliori e non li avrò mai più...
I tuoi anni migliori?? e secondo chi?
Non mi sembra la tua opinione, ma qualcosa che hai preso come dato di fatto
e che in realtà è parecchio discutibile...
Probabilmente devi ancora trovare un modo tuo di affrontare le cose, perchè come ti è già capitato (da quello che leggo della tua storia), hai visto che l'obiettivo che ti eri prefisso (o prefissato?) non era ciò a cui aspiravi veramente...
Cerca di essere il più onesto possibile con te stesso, che vuol dire nè essere troppo accondiscendente, nè condannarti senza appello in continuazione:
solo così riconoscerai un obiettivo raggiunto con fatica come una conquista non imposta da altri ma davvero tua! :wink:
Ah ciao! e ben arrivato! :!:
Vecchio 08-06-2008, 10:04   #6
Esperto
L'avatar di Lyra
 

Quote:
Originariamente inviata da AlfonsoNitti
Quest'anno per me finisce il liceo e sono molto triste: ma non sono triste perchè non rivedrò più i miei compagni, ma perchè so che sto per chiudere un capitolo della mia vita che non è mai stato aperto. Ho gettato al vento quelli che sarebbero dovuti essere i miei anni migliori e non li avrò mai più...
Ribenvenuto!

Anche per me quest'anno è finito il liceo e non vedo proprio l'ora di ricominciare da zero.

Che questi siano gli anni migliori è discutibile, è un classico luogo comune tra l'altro neanche troppo condiviso tra i "normali".E poi perchè mai questo capitolo della tua esistenza non dovrebbe mai esser stato aperto? Solo perchè non hai vissuto questi anni come gli altri o come avresti voluto? Gli anni del liceo indipendentemente da cosa realizzi di concreto sono comunque sempre intensamente vissuti, è il periodo in cui si cristallizza la tua personalità e in cui grazie agli stimoli provenienti dalla scuola (non sempre purtroppo) maturi idee e riflessioni che ti introducono nella vita adulta.

Anche io sotto il profilo di cui parli tu ho fatto ben poco in questi anni. E allora?Nonostante tutto penso di aver dato loro un senso, sicuramente più di coloro che hanno speso le mattinate sui banchi scolastici in attesa della sbornia del sabato sera!

Vedila sotto un aspetto positivo: da settembre ricomincia per te una vita nuova, e come viverla dipende solo da te :wink: Sfrutta la consapevolezza maturata in questi anni per crearti un futuro più soddisfacente. Porco cane, hai 18-19 anni, la vera vita comincia ora! :wink:
Vecchio 08-06-2008, 11:15   #7
Principiante
L'avatar di speranza64
 

Ribenvenuto anche da parte mia
Vecchio 08-06-2008, 11:20   #8
Esperto
L'avatar di piocca
 

Hey, benvenuto....
Vecchio 08-06-2008, 11:35   #9
Esperto
L'avatar di clizia
 

Ehi, ciao!
Ho sempre preferito Alfonso, "l'inetto contemplatore" della vita, a quel borioso di Macario!! :wink:
Vecchio 08-06-2008, 12:36   #10
Intermedio
 

Lo dico io che è sempre colpa delle scuole medie. :O

Benvenuto
Vecchio 08-06-2008, 13:57   #11
Avanzato
L'avatar di AlfonsoNitti
 

Quote:
Originariamente inviata da Lyra
Gli anni del liceo indipendentemente da cosa realizzi di concreto sono comunque sempre intensamente vissuti, è il periodo in cui si cristallizza la tua personalità e in cui grazie agli stimoli provenienti dalla scuola (non sempre purtroppo) maturi idee e riflessioni che ti introducono nella vita adulta.
Allora se la mia personalità si è concretizzata resterò un inetto a vita. Si può sempre cambiare e recuperare direte voi, ed è vero, ma non è così facile come sembra, soprattutto quando ti volti indietro e quello che vedi è un gran buco nero. E soprattutto non è facile quando si è soli.

@Clizia: Io invece aspiro a Macario. E' brillante e sicuro di sè, non come Alfonso, che alla fine, sentendosi incapace alla vita, decide di cercare nella morte una via di scampo. Io finirò come lui.

Comunque complimenti per il nick, anche a me piace Montale!
Vecchio 09-06-2008, 10:41   #12
Esperto
L'avatar di clizia
 

Quote:
Originariamente inviata da AlfonsoNitti
Quote:
Originariamente inviata da Lyra
Gli anni del liceo indipendentemente da cosa realizzi di concreto sono comunque sempre intensamente vissuti, è il periodo in cui si cristallizza la tua personalità e in cui grazie agli stimoli provenienti dalla scuola (non sempre purtroppo) maturi idee e riflessioni che ti introducono nella vita adulta.
Allora se la mia personalità si è concretizzata resterò un inetto a vita. Si può sempre cambiare e recuperare direte voi, ed è vero, ma non è così facile come sembra, soprattutto quando ti volti indietro e quello che vedi è un gran buco nero. E soprattutto non è facile quando si è soli.

@Clizia: Io invece aspiro a Macario. E' brillante e sicuro di sè, non come Alfonso, che alla fine, sentendosi incapace alla vita, decide di cercare nella morte una via di scampo. Io finirò come lui.

Comunque complimenti per il nick, anche a me piace Montale!
Non ti preoccupare, a 18-19 anni la personalità incomincia a cristalizzarsi, ma il cammino verso la conquista cosciente di sè è ben più lungo! Non darti per vinto a soli 19 anni!
Quello che posso dirti, caro Alfonso Nitti, è che essere consapevoli di sè è un già un bel passo avanti, perchè comprendere le proprie fragilità è sicuramente un punto di partenza importante che ti mette in grado di lavorare su te stesso e le tue paure, che ti offre quegli strumenti per comprenderti al meglio nella dialettica incessante col mondo.
Stai tranquillo, perchè ne hai di strada da fare, ma per prima cosa, quello che devi fare, è accettare il tuo modo d'essere senza rincorrere modelli diametralmente opposti alla tua personalità, perchè questo sì che vorrebbe dire annientarsi e vivere in subordine a qualcosa che non ti appartiene e che ci viene imposto dall'alto. Vuoi essere colonizzato nell'anima? Spero di no.
Preferisco gli inetti di Svevo ai suoi super-uomini cinici e strafottenti (come lo è Macario, appunto!), perchè nonostante tutto, questi fatidici "lottatori" non solo vivono alla mercè di pseudo-valori, ma, soprattutto, non sono veramente in grado di afferrare il senso delle cose e il nocciolo più profondo di se stessi, perchè vivono in balia di atteggiamenti fatti di sterile e vuota forza, che non corrisponde nè ad un reale dominio di sè nè del mondo.
Almeno gli inetti sveviani hanno talvolta barlumi di chiaroveggenza, sanno vedere oltre, lì dove i "normali" non sanno vedere. Ti piace Augusta, la moglie di Zeno?
Per me lei è la classica rappresentante di tutte quelle persone che vivono senza porsi mai una domanda, senza mettersi mai in discussione, incapaci di cogliere la complessità e la contradditorietà del reale, e questo perchè totalmente calate nella concretezza delle cose e soprattutto così schiave di regole precostituite, da rendere il loro sguardo opaco e privo di lungimiranza.
Vuoi vivere felice ma in un'opacità di percezione?
Felice ma senza porti mai una domanda?

Le persone sensibili - proprio perchè tali - non avranno mai quella pienezza di serenità come può avercela un'Augusta, proprio perchè sono continuamente minati dal demone del dubbio, attraversate da così tante domande che non possono non farsi turbare, almeno per un attimo, dalla complessità e dalla drammaticità dell'esistenza, che in quanto tale li rende per forza inquieti.

Il segreto, forse sta non nell'inseguire la tanto sospirata normalità, nel desiderare di essere un Macario o un'Augusta, quanto nel canalizzare la nostra sensibilità esasperata verso un modo d'essere costruttivo (e non distruttivo), per acquisire consapevolezza di sè e del mondo.

Infatti Clizia mi piace tanto, proprio perchè non è solo espressione dell'adesione di Montale a quei valori umanistici e poetici, bensì rappresenta anche il tentativo del poeta stesso di resistere ad una barbarie e ad un'irrazionalità che avanza sempre di più, giorno dopo giorno. Clizia è un monito a preservare la propria identità, contro la massificazione e la stupidità che avanza.
Insomma, il messaggio che voglio darti è di utilizzare la tua sensibilità per difenderti dalla stupidità e dall'omologazione imperante (così forte alla tua età).
Vedi il lato di forza propositiva insita nella sensibilità, e non viverla come una condanna o come segno di debolezza, nonostante gli effetti collaterali siano, per forza di cosa, così tanti.

Se tu ti avverti diverso dai tuoi coetanei, non vivere la tua diversità solo come inadeguatezza rispetto ad un modus vivendi, bensì cerca di vedere questa tua diversità con occhi nuovi. Forse sei più sensibile dei tuoi coetanei, e perchè, dunque, non difendere questa tua sensibilità e valorizzarla, anzichè vergognartene e sentirtene sconfitto? Solo perchè questa ti fa avvertire con più dolore i contraccolpi del mondo?
Vecchio 09-06-2008, 16:34   #13
Avanzato
L'avatar di AlfonsoNitti
 

A CLIZIA:

Cara Clizia, in diversi punti non sono d’accordo con te. Innanzitutto io non accetto il mio modo di essere, e non perché voglia omologarmi agli altri, ma perché lo voglio io. Non riesco più ad accettarmi per quello che sono perché vorrei essere qualcun altro: sono maturato più tardi rispetto agli altri e sono nella fase adolescenziale che solitamente si è soliti attraversare verso i 14-16 anni in cui abbiamo una sorta di crisi delle certezze, in cui non sappiamo più chi siamo o che cosa vogliamo. Una cosa però è certa: sento che non voglio più essere quello che sono stato fin ad oggi, perché non rispecchia più il mio modus cogitandi et vivendi. Quello che vorrei io è avere un minimo di vita sociale, poter uscire qualche volta con un amico, poter condividere con qualcuno parte della mia vita. Io vivo in una piccola città dove per me è stato praticamente impossibile trovare qualcuno con cui socializzare nell’unico luogo in cui vi poteva essere questa possibilità, ovvero a scuola. Gli studenti che la frequentano sono in gran parte figli di professionisti locali, spesso "importanti'' e quindi intoccabili. La mentalità che domina in quel contesto è quella dei piccoli borghesi arricchiti e del loro turgido compiacimento per il ruolo che ricoprono nel loro irrilevante, insulso microcosmo. E` incoraggiata una mentalità ipocrita, di deferenza mafiosa verso il potere. Certamente la maggior parte della colpa della mia asocialità è mia (causa carattere di merXa e ipertimidezza), ma gli altri non hanno fatto altro che respingermi per tutti questi anni, col risultato di essere solo e senza amici (giuro, non ho neanche un amico!).


Anche Alfonso, come me, è incapace di stabilire relazioni con gli altri e si costruisce una maschera fittizia (e parlando di maschere potrei anche ricollegarmi a Pirandello) e come me l’eroe sveviano combatte una battaglia che oppone il personaggio ai meccanismi della società capitalistica, dominata da una spietata lotta per la vita che schiaccia i più deboli. In questa società, in cui gli unici valori sono il profitto, il successo e la realizzazione personale, il diverso (che può essere rappresentato in questo caso da una persona con un grado di sensibilità maggiore rispetto agli altri, ma che può benissimo essere raffigurato dall’anticonformista, dall’intellettuale ribelle etc…) è destinato a soccombere. Probabilmente Macario sarà anche un cinico, uno strafottente alla mercé di pseudo-valori, vivrà forse solo in superficie una vita che è essenzialmente falsa e vuota senza porsi mai domande, senza scavare e arrivare mai al senso profondo del reale, ma se analizziamo pragmaticamente la questione giungiamo a questa conclusione: è Macario che alla fine della vicenda sottrarrà all’eroe la donna, è lui il vero vincitore. Inoltre lo stesso Svevo opera un atteggiamento critico e di correzione nei confronti del suo personaggio, tanto che il romanzo sembra assumere le vesti di un vero e proprio processo alle menzogne, alle doppiezze, alle velleità e alle evasioni nei sogni da megalomane di Alfonso (e ricordiamoci che queste specie di evasioni sono un altro aspetto caratteristico dell’inetto, del vinto, dell’incapace alla vita, del perdente). Ti rammento inoltre che l’autore assumerà anche il punto di vista dall’antagonista Macario per esprimere la propria posizione critica verso il personaggio dell’inetto (qui trattasi dell’intellettuale ozioso), incapace di agire nella realtà. Preferisco quindi vivere in un’opacità di percezione, felice, senza pormi mai una domanda, ma almeno conscio di aver lottato e di non essere scappato di fronte alle occasioni (come Alfonso, Zeno ed Emilio), cosa che fino ad ora ho fatto.


Augusta, la moglie che Zeno sposa per ripiego dopo il duplice rifiuto di Alberta ed Ada viene ritratta come “sana” e nel descriverla rappresenta se stesso in antitesi, contrapponendo la presunta salute della moglie alla propria malattia e mostrando come il confine tra sano e malato sia molto labile. successivamente però, quando si ritrova a guardarsi indietro , Zeno si accorge di quanto malate siano in realtà le convinzioni che sostengono un comportamento sano e di come sia atroce quella salute che non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. La moglie è quindi proprio come la descrivi tu: fa parte della schiera di quelle persone che vivono senza mettersi mai in discussione, incapaci di cogliere la complessità e la contraddittorietà del reale, totalmente calata nella concretezza delle cose e schiave di regole precostituite. Ma alla luce di ciò l’eroe soccombe, l’inetto è destinato alla sconfitta, mentre gli antagonisti nella loro negatività trionferanno. Lo stesso motivo è destinato a ripetersi, vedi il caso di Michele Ardengo; certo i risultati sono quelli che sono, ma sempre meglio che rinunciare alla lotta ed uscire da perdenti. Svevo aveva inoltre intenzione di scrivere un altro romanzo, sempre con protagonista Zeno, ma è significativo il fatto che non sia mai stato completato (a parte ovviamente a causa della morte dello scrittore).
Vecchio 09-06-2008, 16:42   #14
Esperto
L'avatar di vetro
 

Quote:
. Gli studenti che la frequentano sono in gran parte figli di professionisti locali, spesso "importanti'' e quindi intoccabili. La mentalità che domina in quel contesto è quella dei piccoli borghesi arricchiti e del loro turgido compiacimento per il ruolo che ricoprono nel loro irrilevante, insulso microcosmo.
E' una questione di classe?Sei vittima di questo divario?Alle superiori in classe mia c'erano persone cosi' ma conoscendoli meglio mi sono ricreduto.
Sei un po' prevenuto?
Secondo me è solo un discorso di autostima.Li disegni cosi' ma li conosci veramente?Molto spesso ragioniamo per stereotipi.
Vecchio 09-06-2008, 20:19   #15
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Originariamente inviata da vetro
Quote:
. Gli studenti che la frequentano sono in gran parte figli di professionisti locali, spesso "importanti'' e quindi intoccabili. La mentalità che domina in quel contesto è quella dei piccoli borghesi arricchiti e del loro turgido compiacimento per il ruolo che ricoprono nel loro irrilevante, insulso microcosmo.
E' una questione di classe?Sei vittima di questo divario?Alle superiori in classe mia c'erano persone cosi' ma conoscendoli meglio mi sono ricreduto.
Sei un po' prevenuto?
Secondo me è solo un discorso di autostima.Li disegni cosi' ma li conosci veramente?Molto spesso ragioniamo per stereotipi.
No caro, non sono prevenuto e se c'è una cosa che odio sono i pregiudizi e gli stereotipi. L'ambiente della città in cui vivo è conosciuto per questo tipo di persone, le quali hanno il monopolio assoluto. Se andassi in qualche altra scuola (non basta andare lontano) troverei sicuramente anche tantissime persone normali oltreché alternativi et similia. Certo, anche lì ci sarebbero tipi come quelli che ho descritto io, ma sarebbero solo una delle tante tipologie di studenti presenti in una scuola... nella mia invece hanno il predominio ed è impossibile entrare a far parte dei loro giri, quindi se sei più debole, ti escludono. Premetto che vivo in una piccola città dove la varietà e la diversità sono pressoché inesistenti.
Vecchio 09-06-2008, 20:23   #16
Esperto
L'avatar di vetro
 

Ma tu ci vuoi entrare in quei giri?e per entrarci ci vogliono dei requisiti?

Quote:
le quali hanno il monopolio assoluto
Che vuoi dire?Non è che li sta ingigantendo troppo?
Vecchio 09-06-2008, 20:37   #17
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L'avatar di AlfonsoNitti
 

Quote:
Originariamente inviata da vetro
Ma tu ci vuoi entrare in quei giri?e per entrarci ci vogliono dei requisiti?

Quote:
le quali hanno il monopolio assoluto
Che vuoi dire?Non è che li sta ingigantendo troppo?
Dicendo che hanno il monopolio assoluto intendevo dire che ci sono solo persone di quel tipo. Ergo, se sei come loro sei accettato come amico e ti fanno entrare nei loro gruppi, altrimenti ti mandano a cagXre e sei costretto a rimanere solo. A dire tutto ciò sembra strano e che la mia visione sia un po' ai limiti dell'ineluttabile, ma credimi, da me è così.
Vecchio 09-06-2008, 20:57   #18
Esperto
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è un aut aut?Siamo sicuri?Hai provato a stare con loro cosi' come sei?
Vecchio 09-06-2008, 21:05   #19
Avanzato
L'avatar di AlfonsoNitti
 

Quote:
Originariamente inviata da vetro
è un aut aut?Siamo sicuri?Hai provato a stare con loro cosi' come sei?
Sono 5 anni che faccio tentativi, ho pure ceracto di cambiare RADICALMENTE il mio modo di essere per carcare di integrarmi, ma con scarsi esiti. Se hai letto "la mia storia" che ho postato nel link a inizio discussione capirai di cosa sto parlando...
Vecchio 09-06-2008, 21:14   #20
Esperto
L'avatar di vetro
 

Ho letto la storia.Hai scritto che hai avuto degli inviti ma li hai rifiutati.
Capisco che i gruppi si siano formati ma prima di fare una cernita,di stabilire chi non ti piace,prova ad uscire.Stai rimandando quello che in realta' vuoi fare.Vivere la tua vita.La prima uscita sara' drastica,la seconda pure ma se insisti le cose andranno meglio.Hai 18 anni e hai tutto il tempo per farlo.Hai ben chiaro quello che è successo,l'hai sviscerato a te stesso quindi vuol dire che ti sei accorto dell'errore.Non rimuginarci piu' su.Adesso è tempo di cambiare.
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