Ciao a tutti...stavo navigando in rete in cerca di qualche informazione sul nuovo antidepressiavo che mi ha prescritto il mio psichiatra e sono capitata qui. Ho iniziato a leggere qualche post e così ho deciso di iscrivermi. È da parecchio che non frequento un forum in realtà, per la precisione da quando mi sono sposata.
Non so se le cose che ho scritto vanno bene, se così non fosse perdonatemi. Avrei ancora altro da scrivere, per completare il quadro, magari potrò farlo in altri post?
Sono L. e ho 32 anni. Sono sempre stata una bimba timida e insicura. Buonissimi voti, ma guai a farmi chiedere aprire la bocca davanti alla classe. Autostima sotto le scarpe fin dalle elementari, addirittura era segnalato sulla pagella. Sono cresciuta con mia nonna e mia zia materne, perché mia madre era "occupata a lavorare". La vedevo una volta a settimana ed ero morbosamente attaccata a lei. Vivevo nel mio mondo, fatto di fantasie e difficilmente tolleravo i miei compagni, con i quali non amavo condividere le stesse passioni, anche perché non avevo le loro stesse passioni.
Sono cresciuta comunque in modo piuttosto tranquillo, anche se mi sono sempre tenuta in disparte, lontana da tutto e da tutti, lontana dal rumore delle discoteche e dagli aperitivi, perché la paura di essere inadatta e qualsiasi situazione era troppa. Una sola migliore amica alle medie, che poi ho perso perché abbiamo preso due corsi di studio diversi e alcune amiche alle superiori. Poi però la mia vita ha inziato a seguire una strada ben precisa, una strada che ancora adesso non riesco ad abbandonare. Verso i 16/17 anni mi sono ammalata di disturbi alimentari, in particolare di bulimia nervosa, ma sono stata così brava che per anni nemmeno i miei genitori se ne sono accorti, finché stremata sono stata ricorverata in un centro dca. Avevo anche un ragazzo e nemenneo lui si era accorto di nulla. 5 mesi di ricovero avevano guarito anni di malattia? Assolutamente no. La bulimia mi aveva resa asociale, la bulimia mi teneva lontana dal mondo, dagli affetti. Ma stava per arrivare l'anoressia. Uscita dai 5 mesi di ricovero mi sposai con quello che allora diventò mio marito...ma ormai nulla mi fermò più. L'anoressia mi chiuse in casa, mi allontanò da tutti, persino dalla mia famiglia. Avevo paura della gente: la gente mi guardava, la gente mi diceva che cosa dovevo fare, la gente riusciva a capire se ero ingrassata di 1hg o meno, la gente mi guardava mangiare! Era intollerabile! Mi ricoverarono ancora per due mesi. Ripresi un po' di peso. Mio marito era distante, ma a me andava bene probabilmente. Trascorsi un paio d'anni in un limbo strano, finché un'altra crisi mi spinse di nuovo verso un day hospital sempre al centro. Stavolta ero determimana a uscirne. Mio marito non ci credeva più. I miei genitori sconfortati. A metà del day hospital tentai la prima volta il suicidio. Mi feci i canonici tre giorni di medicina e nulla. Finito il day hospital la situazione precipitò...subrentrò una grave forma di depressione, autolesionismo, ero di nuovo sottopeso, avevo perso qualsiasi forma di contatto con il mondo. Il mio psichiatra decise di ricoverarmi presso la sua struttura per un mese. Flebo di tranquillanti, gruppi di terapia, ma io non riuscivo a trovare una via d'uscita. Dopo un mese, per contratto, uscii.
Rimasi a casa 20 giorni. Tentai nuovamente il suicidio. Ovviamente mi misero in psichiatria, dove mi diagnosticarono oltre ovviamente ad anoressia nervosa, anche disturbo borderline di personalità. Dopo la psichiatria tornai nella struttura del mio psichiatra per un altro mese e iniziai a prendere contatto con il mondo.
Iniziai a prendere contatto con lo schifo che avevo intorno e che non volevo vedere. Mio marito non veniva nemmeno in ospedale a trovarmi. Mio marito si faceva un'altra da mesi...ma dopo tutto...questa è un'altra storia no? E sto cercando di mandarla avanti.
Spero di trovare su questo forum un confronto con persone che in parte vivono o hanno vissuto sentimenti come i miei...così come spero di poter raccontare, con quello che ho passato, che in qualche modo si può riuscire a stare un po' meglio...nonostante tutto.