Ho dato un'occhiata ad un articolo dove era riportato un certo ragionamento, lo voglio condividere con voi per riflettere su di una serie di problemi connessi.
Riporto l'esempio che ho letto cambiando qualcosa...
Supponiamo che esistano due varietà di frutti di colore diverso, ci sono i gialli e ci sono i rossi, ora supponiamo che a livello statistico in un certo arco di tempo ragionevole e precedente a quello in cui viviamo si sia osservato che il 30% dei gialli dopo un paio di giorni marcisce, mentre dei rossi marcisce solo l'1%, rispetto ad altre caratteristiche più o meno diciamo che si equivalgono mediamente anche nel gusto.
E qui arriviamo al punto, se io dovessi comprare della frutta e il mercato li vendesse allo stesso prezzo, probabilmente orienterei la mia scelta in base al pregiudizio relativo al colore, escluderei del tutto i frutti gialli, ma non perché mi sono antipatici e provo un qualche odio viscerale e irrazionale per i gialli, ma perché statisticamente ho osservato in un certo arco di tempo precedente che una certa percentuale dei frutti di quel colore si è comportata così.
Tenete presente che non ho analizzato le cause per effettuare questo discrimine, non so se siano genetiche, ambientali, storiche o di altro tipo, ho osservato solo che statisticamente è successa nelle mie vicinanze temporali questa cosa ed opero una scelta di conseguenza.
Può essere anche che sia circolare la cosa e la mia scelta influenzerà in parte l'esito futuro, ma di nuovo, a me conviene lo stesso non rischiare, perché poi il costo del 30% della frutta cattiva peserà sulle mie spalle.
Ora immaginate che, cambiando quel che c'è da cambiare, delle persone facciano una cosa del genere con degli individui, si finirà col sostenere che in pratica si sceglie in questi modi perché una certa ideologia di superiorità assoluta è stata piazzata in testa a delle persone, ma qua a me pare che si osservi solo qualcosa che è più o meno vicina a noi per operare poi certe scelte e le due cose sembra non siano necessariamente collegate, magari ci sarà anche una fetta di persone che ha questo pregiudizio assoluto, ma un'altra magari semplicemente usa il buon senso quando deve operare delle scelte in situazioni in cui le informazioni sono poche per "massimizzare l'utile".
Uno magari dice "eh va be' magari se scegli un kg di frutti gialli può essere che sono buoni comunque se hai fortuna", ma a me magari non conviene rischiare, perché dovrei assumermi questo rischio?
E' chiaro che poi sul mercato i frutti gialli finiranno con l'essere deprezzati tutti rispetto ai rossi, anche il 70% dei frutti gialli che sono buoni solo perché il 30% condivide con questi una caratteristica facilmente osservabile da chi compra, il colore.
La discriminazione perciò per me rappresenta un problema ben più complesso di quello che si vuol far credere, non è detto sia basata necessariamente su pregiudizi irrazionali, anche se potrebbe essere così, quindi non li escludo del tutto.
Assumendo che sia vero che io provengo da un quartiere con alto tasso di criminalità rispetto ad altri, se poi qualcuno, venuto a conoscenza di questa informazione, risulta più diffidente nei miei confronti per questo, gli potrò dire che il suo giudizio risulta assolutamente irrazionale?
E' chiaro che a questa persona in un qualche senso conviene non rischiare e provare a frequentare direttamente altri, e quindi avrà più resistenze nei miei confronti se io non fornisco delle agevolazioni, ma di nuovo si tratta di un pregiudizio irrazionale, o dell'applicazione di un procedimento euristico, che usa tutte le informazioni disponibili, per limitare le perdite?