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Vecchio 24-06-2020, 09:13   #1
XL
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Ho dato un'occhiata ad un articolo dove era riportato un certo ragionamento, lo voglio condividere con voi per riflettere su di una serie di problemi connessi.
Riporto l'esempio che ho letto cambiando qualcosa...
Supponiamo che esistano due varietà di frutti di colore diverso, ci sono i gialli e ci sono i rossi, ora supponiamo che a livello statistico in un certo arco di tempo ragionevole e precedente a quello in cui viviamo si sia osservato che il 30% dei gialli dopo un paio di giorni marcisce, mentre dei rossi marcisce solo l'1%, rispetto ad altre caratteristiche più o meno diciamo che si equivalgono mediamente anche nel gusto.
E qui arriviamo al punto, se io dovessi comprare della frutta e il mercato li vendesse allo stesso prezzo, probabilmente orienterei la mia scelta in base al pregiudizio relativo al colore, escluderei del tutto i frutti gialli, ma non perché mi sono antipatici e provo un qualche odio viscerale e irrazionale per i gialli, ma perché statisticamente ho osservato in un certo arco di tempo precedente che una certa percentuale dei frutti di quel colore si è comportata così.

Tenete presente che non ho analizzato le cause per effettuare questo discrimine, non so se siano genetiche, ambientali, storiche o di altro tipo, ho osservato solo che statisticamente è successa nelle mie vicinanze temporali questa cosa ed opero una scelta di conseguenza.
Può essere anche che sia circolare la cosa e la mia scelta influenzerà in parte l'esito futuro, ma di nuovo, a me conviene lo stesso non rischiare, perché poi il costo del 30% della frutta cattiva peserà sulle mie spalle.

Ora immaginate che, cambiando quel che c'è da cambiare, delle persone facciano una cosa del genere con degli individui, si finirà col sostenere che in pratica si sceglie in questi modi perché una certa ideologia di superiorità assoluta è stata piazzata in testa a delle persone, ma qua a me pare che si osservi solo qualcosa che è più o meno vicina a noi per operare poi certe scelte e le due cose sembra non siano necessariamente collegate, magari ci sarà anche una fetta di persone che ha questo pregiudizio assoluto, ma un'altra magari semplicemente usa il buon senso quando deve operare delle scelte in situazioni in cui le informazioni sono poche per "massimizzare l'utile".

Uno magari dice "eh va be' magari se scegli un kg di frutti gialli può essere che sono buoni comunque se hai fortuna", ma a me magari non conviene rischiare, perché dovrei assumermi questo rischio?

E' chiaro che poi sul mercato i frutti gialli finiranno con l'essere deprezzati tutti rispetto ai rossi, anche il 70% dei frutti gialli che sono buoni solo perché il 30% condivide con questi una caratteristica facilmente osservabile da chi compra, il colore.

La discriminazione perciò per me rappresenta un problema ben più complesso di quello che si vuol far credere, non è detto sia basata necessariamente su pregiudizi irrazionali, anche se potrebbe essere così, quindi non li escludo del tutto.

Assumendo che sia vero che io provengo da un quartiere con alto tasso di criminalità rispetto ad altri, se poi qualcuno, venuto a conoscenza di questa informazione, risulta più diffidente nei miei confronti per questo, gli potrò dire che il suo giudizio risulta assolutamente irrazionale?

E' chiaro che a questa persona in un qualche senso conviene non rischiare e provare a frequentare direttamente altri, e quindi avrà più resistenze nei miei confronti se io non fornisco delle agevolazioni, ma di nuovo si tratta di un pregiudizio irrazionale, o dell'applicazione di un procedimento euristico, che usa tutte le informazioni disponibili, per limitare le perdite?

Ultima modifica di XL; 24-06-2020 a 09:38.
Vecchio 24-06-2020, 12:19   #2
Esperto
 

Per frutti rossi intendi italiani del nord e gialli del sud?
Vecchio 24-06-2020, 12:29   #3
XL
Esperto
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Quote:
Originariamente inviata da Qwerty Visualizza il messaggio
Per frutti rossi intendi italiani del nord e gialli del sud?
Non necessariamente, ma andrebbe bene anche questo esempio qua. Ho fatto l'esempio della frutta proprio per non riferirmi a situazioni specifiche e lasciare che la cosa sia interpretabile nel modo piú generale possibile.
Un pregiudizio potrebbe essere irrazionale in certi casi ma in altri potrebbe essere statisticamente fondato.
Alla fine ho fatto l esempio del quartiere con alto tasso di criminalitá proprio per dire che la preselezione potrebbe basarsi anche sul luogo geografico di provenienza, quindi Nord e Sud andrebbe bene come caratteristica usata.
Le preselezioni non sono generalizzazioni indebite, si basano su un ragionamento 'rischioso' probabilistico in condizioni di scarse informazioni, il meccanismo su cui si basano è diverso da quello delle generalizzazioni indebite in cui si afferma che tutti hanno una certa caratteristica. Tornando all esempio dei frutti, anche una minoranza di frutti con la caratteristica negativa poi spingerebbe un compratore ad escluderli tutti in certe condizioni a causa di una caratteristica comune facilmente osservabile. Chi non li compra potrebbe essere consapevole che non è vero che ognuno andrá a male. Certo che con queste scelte una parte delle risorse si perdono, ma bisogna vedere se una possibile verifica piú accurata sia piú costosa o no.

Ultima modifica di XL; 24-06-2020 a 13:38.
Vecchio 24-06-2020, 13:08   #4
Intermedio
 

Il fatto che l'analisi venga fatta con dati statistici è sicuramente corretto rispetto a opinioni basate solo su idee personali o magari esperienze negative che si hanno avuto in passato.
Faccio un esempio con i vaccini giusto per esprimere il concetto. Se ho fatto il vaccino anti- influenzale per 4 anni di seguito e mi prendo sempre il raffreddore, poi smetto di farlo per 2 anni e non mi ammalo, è sbagliato concludere che il vaccino fa venire il raffreddore, perchè la mia sola esperienza non è statisticamente rilevante.
Supponiamo invece che si facesse uno studio che coinvolge un gran numero di persone per diversi anni e si dimostra che una percentuale non altissima ma comunque non nulla, sviluppa il raffreddore, i casi di influenza però sono inferiori di quelli che non si sono vaccinati.
In tal caso è lecito interrogarsi se conviene farsi il vaccino anti influenzale o meno.
Nell'esempio che hai fatto, se è statisticamente accertato che la zona dove abiti ha un tasso di criminalità alto, nel relazionarmi con te starei un po' più attento senza però escluderti a priori.
Vecchio 24-06-2020, 14:15   #5
Banned
 

Diciamo che l' essere umano ha paura dell' ignoto e dell' indeterminato ( chi più e chi meno ) per cui ha anche un bisogno innato di incasellare concettualmente le cose ( sempre chi più e chi meno ), e che questo procedimento non può essere solo bollato in maniera esclusivamente negativa perché evidentemente un suo senso ce l' ha: prevedere gli eventi può essere utile.

Diventa problematico ( e più propriamente "pregiudizio" nell' accezione solitamente associata al termine ) quando il concetto si rifiuta di venire a patti con la realtà, rendendo manifesto nella persona un rigido atteggiamento difensivo.
In altri termini il problema è quando il concetto non è più uno strumento per interpretare la realtà, ma la rappresentazione viene tenuta dal soggetto maggiormente in conto della realtà stessa.

Certo, se tu vuoi un teorema in base al quale determinare con precisione dove sta il confine tra ciò che è ancora considerabile ragionevole e ciò che scivola nel pregiudizio inaccettabile non lo puoi ottenere, perché non si tratta di faccende determinabili con precisione: tutti i costrutti culturali sono un qualcosa di fluido ( sia nel pregiudizio sia nel giudizio sul pregiudizio ).
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