Riprendendo da dove avevo lasciato (
http://www.fobiasociale.com/il-solit...on-viva-14036/)
e ringraziando le anime pie che si ricordavano ancora di me,
m'è venuta voglia di scribacchiare un po',
anche se non ci sono motivi particolari per farlo.
E allora che lo fo a fare?
Così.
Per diletto.
Il medico generico, vedendomi per la prima volta dopo sei mesi, mi ha detto "Ti vedo meglio. Più sicura di te".
Allora non immagino come potevo essere sei mesi fa, quando ho iniziato la cura ("Ludovico").
Non mi sembro cambiata, ma forse è normale visto che io sono interna a me stessa.
Boh.
Cerco di camminare a testa alta, guardando verso l'infinito (e oltre), come mi ha suggerito la spico,
per dare l'impressione (solo l'impressione, eh) di apertura verso il prossimo,
ma spesso mi sento di avere un'andatura quasi ridicola,
anche perché ho il passo rigido e spesso non calcolo bene le distanze,
trovandomi ogni poco a battere i maledetti talloni a terra.
Ho fatto cose impensabili, tipo chiedere a una commessa
un consiglio sulla scelta di un colore;
telefonare ai callcenter (anche perché, se non lo facevo io...-.-);
attraversare il maledetto mercato cittadino del sabato;
trovare il coraggio di andare in giro col viso imbrattato per fare la sofisticata,
resistendo all'impulso di abbassare il viso per non farmi vedere;
andare in piscina pur non sapendo nemmeno stare a galla..
In realtà sono tutte cosette,
perché i veri scogli rimangono.
Posso sembrare aperta perché evito di abbassare lo sguardo quando sono in mezzo alla gente,
ma quando qualcuno ha la brillante idea di interpellarmi per qualche motivo,
non gli do spago e non contribuisco alla conversazione.
Poi spesso mi blocco in caso di imprevisti.
Tipo:
entro in un negozio, decisa a cercare una determinata cosa che so già cos'è.
Sto per impossessarmene quando una commessa si frappone
fra me e l'oggetto desiderato dicendomi "Ciao. Vuoi giocare con la marca
TalDéTali? Vinci una spilla".
La marca è quella dell'articolo che cerco, ma questa cosa che mi ha detto non ho ben capito cosa sia.
E' un imprevisto, perché non sapevo che ci fosse 'sta specie di promozione.
Che devo fare? Mi irrigidisco e, senza dar segno di tenere in considerazione quello che mi ha detto la commessa, enuncio,
come un automa, la mia filastrocca: "Io stavo cercando il tale articolo, da abbinare a un altro articolo che avevo comprato".
La commessa mi aiuta nella scelta ed è gentile, ma io mi sentirò a disagio finché non sarò uscita dal negozio, per questa stupidaggine.
L'esempio è sciocco, e non so nemmeno se rende l'idea.
Però non mi garba questa reazione.
Non capisco una cosa, o non l'avevo prevista, e allora non chiedo di ripetere o di spiegarmi:
butto lì la prima cosa che mi viene in mente o quella che già mi ero programmata.
E' roba automatica.
La spico dice che è l'ansia.
Ma allora 'sta cacchio di ansia me la porto dietro in ogni momento, pure quando dormo!!
Da poco ho cominciato il tiro-al-cigno:
il tutor è un giovane estroversone tendente al tamarro,
uno che fa sempre il simpatico.
Per lui sono una manna, perché può sfottermi tranquillamente, senza che io reagisca.
Ha scoperto che sono timida, e non manca di sottolinearlo ogni volta.
Lo fa bonariamente, per carità.
Però mi secca alquanto.
"E' timida, l'A***", "Ma quanto sarà timida, l'A***? Riusciremo a farla sciogliere un po' prima della fine del tirociGNo?",
"E' timida, l'A***...è pensierosa, ci mette un po' a rispondere...",
"L'A*** è timida, con me non ci parla...dice le cose alla sua collega che poi le dice a me" e altre amoenità del genere.
Sembro scema.
E sembro disinteressata e assente.
Non faccio domande, non chiedo spiegazioni.
Incontriamo un artista di cui devo in qualche modo studiare le opere e non mi viene nemmeno da domandargli che materiali ha usato.
Il vuoto.
La mente non risponde, e non posso nemmeno chiamare in aiuto il task manager..
Così subisco tutto passivamente, senza prendere parte attiva, senza mostrare entusiasmo.
La spiegazione più semplice sarebbe che davvero non mi interessano queste cose.
Che non sono curiosa e che quello che mi dai io lo accetto acriticamente.
Ma allora non c'è proprio niente che possa interessarmi?
E davvero non c'entra nulla l'ansia?
Quand'è che finalmente verrà fuori la Ludo (ammesso che esista una Ludo)?
Così non posso andar tanto avanti, perché la società richiede ben altro (o Ben Affleck).
Almeno, in compenso, le cose in casa stanno andando benino.
Sono diventata praticamente figlia unica, perché i miei fratelli sono spariti,
e ormai mi sono abituata all'ulteriore solitudine che la loro sparizione ha comportato.
Al punto che, quando a volte si presentano a pranzo, non li considero nemmeno.
Mi hanno abbandonato e per me ormai sono fuori.
Con Madreh,
da quando, in presenza della spichiatra, snocciolò tutti i miei comportamenti sbagliati nei suoi confronti,
sto cercando di essere più civile e meno musona.
Nei limiti.
Vabbè, smetto perché ho scritto troppo e molti storceranno il naso.