qualche tempo fa avevo seguito un corso di lingua per sordomuti. l'insegnante era un sordomuto sulla 60ina che si comportava piu da 12enne che non da adulto. era sempre allegrotto e spiritoso, nonostante la sua disabilità. avrei pensato che la sordità rendesse la vita piu complicata e influisse negativamente sull'umore ma poi ho pensato che nel suo caso fosse diverso: non aveva mai avuto vere e proprie responsabilità lavorative in vita sua perchè viveva con la pensione di invalidità e nemmeno responsabilità scolastiche visto che dubito avesse un livello di istruzione che andasse oltre la terza media anche a giudicare da come scriveva sgrammaticato sul gruppo FB.
recentemente ho anche conosciuto un altro disabile affetto da spasticità che sembrava sempre allegrotto e positivo, cosa che raramente mi capita di vedere tra i normodotati: lavorava in un ente pubblico ed evidentemente quel lavoro non lo aveva ottenuto tramite concorso ma lo aveva ricevuto per quota disabili ed evidentemente gli piaceva, altrimenti avrebbe potuto farne a meno.
potrebbero anche essere due casi isolati senza valore statistico ma in me comincia a serpeggiare il dubbio che la loro solarità e positività derivasse dal non avere mai avuto responsabilità vere e proprie: immagina di sapere fin da quando sei ragazzino che non dovrai mai lavorare, non causa disoccupazione, ma perché lo stato ti darà una pensione per la tua invalidità. inoltre non dovrai nemmeno studiare piu di tanto: non sai cosa significa passare i pomeriggi chino sui libri a studiare autori greci o i sonetti del Petrarca o arrivare il venerdi mattina a scuola con la cacarella causa interrogazione da parte del temuto e arcigno professore di storia. non dovrai passare i pomeriggi a memorizzare le ossa e i tessuti del corpo umano per l'esame di anatomopatologia, non dovrai fare decine di esercizi in vista dell'esame di analisi matematica che probabilmente sbaglierai 2-3 volte prima di passarlo.
Può anche essere che le responsabilità tendano a stressare e a incidere negativamente sul tono dell'umore. vedo mio padre che è sempre iperteso e ansioso per ogni minima inezia, sempre pessimista e grigio dopo aver passato una vita di lavoro e di responsabilità.