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Vecchio 27-06-2024, 10:05   #1
Esperto
L'avatar di muttley
 

Premetto che questo topic è dedicato alla presunta maggioranza che non stravede per il lavoro. Ci saranno ovviamente molti utenti appassionati della propria "fatica" quotidiana ma questo thread non è dedicato a loro, quindi sciò, via , smammare.
Nel frattempo, inizio io...ci sono quattro motivi per cui non mi piace lavorare:

Motivo 1: non mi piace lavorare perché non mi sono mai completamente identificato in un ruolo all'interno di una compagine sociale. Pago lo scotto di una vita solitaria ovviamente e pertanto non riesco a capire come autorappresentarmi dentro un gruppo di più persone...sono un leader, un gregario, un mediatore, un amministratore? Sfuggendomi una classificazione del genere, faccio anche fatica ad affrontare situazioni di "team" sapendo come comportarmi. E' come essere un calciatore ed essersi sempre allenato da solo: quando scendi in campo non sai che posizioni occupare in campo e come muoverti negli schemi.

Motivo 2: speculare al motivo 1, ovvero la mia scarsa storia di relazioni umane me le rende difficili da sopportare. Ho una soglia di tolleranza alla socialità limitata, dopo qualche ora finisco in sovraccarico.

Motivo 3: fin da sbarbino non sono mai stato iperattivo. Mi davi il topolino da leggere ed ero capace di passarci su delle ore. Ho notato che le persone molto attive si trovano più a loro agio in situazioni di grande e febbrile attività per cui in un certo senso il lavoro si adegua alla loro natura, anziché il contrario. Io ho sviluppato un'indole tendente alla contemplazione, preferisco dedicarmi ad astratte speculazioni sulla scolastica medievale di natura tomista piuttosto che far balà i pe'. Sono pigro, indolente, viziato e altri pregi che ora non mi vengono in mente.

Motivo 4: si ricollega alla mia storia famigliare (come anche gli altri tre) in maniera fondamentale. I miei hanno sempre vissuto l'azione educativa come una funzione di controllo: in pratica essere genitori per loro significava essenzialmente controllare, contenere, giudicare in modo che io non uscissi mai dai confini della loro sfera di influenza. Quello che facevo doveva sempre ricadere sotto la loro supervisione ma non vi erano aspetti di valorizzazione e incoraggiamento a intraprendere questa o quella strada, anzi il loro agire educativo si sostanziava prevalentemente nel limitare ogni mio spirito di iniziativa e i complimenti non erano contemplati. D'altronde se inizi a fare complimenti la gente si monta la testa e si crea un'identità autonoma, qualcosa che sfugge al controllo diretto e per loro tutto questo era intollerabile. La tal cosa ha avuto come conseguenza principale il fatto che io non interiorizzassi mai una coscienza di essere particolarmente abile, esperto, predisposto in qualcosa, ciò che oggi chiamano expertise ovvero "sono portato in questa cosa quindi intraprendo questa carriera". A casa mia i complimenti latitavano, le critiche invece abbondavano, fa parte dello stile autoritario dopo tutto.

Ultima modifica di muttley; 27-06-2024 a 10:08.
Ringraziamenti da
Varano (27-06-2024)
Vecchio 27-06-2024, 10:17   #2
Esperto
L'avatar di gaucho
 

Perché mi sento vittima di ingiustizie sul lavoro non ho prospettive di miglioramento e il lavoro in sé è una palla, avrei meritato di più ma più ho provato ad agire per migliorare peggio è andata
Vecchio 27-06-2024, 10:24   #3
Esperto
L'avatar di muttley
 

Aggiungo il motivo 5: sono permeabilissimo alle critiche (conseguenza diretta del motivo 4, ovvero l'aver subito sempre e solo commenti di svalutazione e mai di elogio). Una volta un collega mi mosse una critica e la presi così male, ma così male da augurargli una morte per soffocamento. Anni dopo seppi che era morto nel crollo di un hotel in seguito allo spaventoso terremoto che ha colpito Turchia e Siria due anni fa.
No, non è vero, me la sono inventata.
Però è vero che mal digerisco le critiche negative.
Vecchio 27-06-2024, 11:05   #4
Super Moderator
L'avatar di Daytona
 

Hai presente i sintomi dell'ansia sociale e della distimia?
Ecco, sono quelli che rendono tutto molto pesante
Vecchio 27-06-2024, 11:06   #5
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quelli sono i sintomi, ma le cause che li generano?
Vecchio 27-06-2024, 11:11   #6
Esperto
L'avatar di Varano
 

Soprattutto il terzo motivo, ma paradossalmente senza lavorare peggioro e mi lascio andare.
Ringraziamenti da
Atlas2 (28-06-2024)
Vecchio 27-06-2024, 11:16   #7
Super Moderator
L'avatar di Daytona
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Quelli sono i sintomi, ma le cause che li generano?
Primariamente un'adhd, dicono.
Un po' è roba genetica e un po' è roba ambientale.
I tuoi colleghi senza empatia ovviamente c'entrano, se mi chiederai di fare uno step in più
Vecchio 27-06-2024, 11:21   #8
Esperto
L'avatar di Trinacria
 

Perchè il lavoro che faccio non mi piace e non mi stimola. Non perchè non sia stimolante in se ma perchè proprio non mi appassiona. In sostanza consiste nel risolvere i problemi degli altri quindi essere contattata sempre e solo perchè si è rotto qualcosa o non funziona qualcosa alla lunga diventa una gran rottura di scatole. Non lo lascio solo perchè non saprei che altro fare.
Aggiungo anche che al momento sono praticamente sola anche nel lavoro, l'unico collega che ho è inutile e non parla e il mio capo è come se non esistesse. Per molti sarebbe un sogno ma per me sta diventando logorante. Non avere nessuno con cui scambiare una battuta nemmeno quando lavori è molto frustrante.
Il sogno della mia vita sarebbe trovare un lavoro che mi appassioni ma non so ancora quale possa essere.
Invidio molto quelli che amano il proprio lavoro.
Vecchio 27-06-2024, 11:24   #9
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

A me piace abbastanza lavorare, l'unica cosa che mi ha sempre creato problemi è che sono lenta a dare confidenza e a sentirmi a mio agio in un ambiente nuovo, di mio sono poco sorridente, non sono simpaticona, non sono super estroversa come fanno tante persone (che recitano) e in qualunque contesto appaio sempre come la più silenziosa, quella che non fa amicizia, quella isolata e l'aspetto sociale danneggia l'aspetto professionale.
Invece le persone più abituate ad interagire in contesti sociali hanno la risposta più pronta, riescono a essere più scherzose, riescono a chiacchierare improvvisando, riescono a gestire meglio i conflitti scherzandoci su... tutte abilità che sono fondamentali quando hai a che fare con altre persone che non appartengono alla tua cerchia intima, e che invece io non avevo, e ci ho messo un sacco di tempo per migliorare questi aspetti.
Non a caso in qualunque offerta di lavoro il primo requisito richiesto è "capacità relazionali", che significa che non devi essere un completo pezzo di legno (purtroppo).
In sostanza la cosa che mi scoccia del lavoro non è il lavoro in sé ma sono le dinamiche sociali. Il lavoro al confronto è semplice, sono le persone ad essere difficili da capire.
Vecchio 27-06-2024, 11:30   #10
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

Oppure mi viene in mente una cosa assolutamente paradossale che mi successe, quando ho fatto il tirocinio ero stata presa proprio perché potevano pagarmi poco, invece parlando coi colleghi mi dicevano che erano dispiaciuti per me perché ero quella che guadagnava meno di tutti ahhah

E io in testa mia pensavo "Ma che vi dispiacete a fare se il capo mi ha scelto apposta per questo motivo e lo sapete benissimo?". Praticamente ero arrivata lì proprio perché in quanto tirocinante costavo poco ma non so per quale motivo le persone "si dispiacevano per me" probabilmente era un modo per sottolineare le differenze di rango in maniera indiretta ahah per fortuna questo lavoro richiedeva di stare dietro a una scrivania senza interagire con queste persone quindi era davvero gradevole non vederle e parlarci il meno possibile
Vecchio 27-06-2024, 11:41   #11
Hor
Esperto
L'avatar di Hor
 

Rispondo pensando alle situazioni in cui ho dovuto fare lavori che non mi piacevano, sostanzialmente tra la fine delle superiori e i primi anni dell'università.
- Il primo problema è legato alla socialità, visto che tutti i problemi che ho a rapportarmi con gli altri sono emersi anche lavorando con gli altri. Quindi continui fraintendimenti, equivoci, miei atteggiamenti che venivano interpretati in maniera negativa (sei maleducato, sei sprezzante, non sei sincero, ecc.) e conseguente progressivo deterioramento dell'ambiente di lavoro.
- Il secondo problema è la scarsa libertà nel gestire le modalità e i tempi del lavoro, inevitabile quando si lavora con gli altri e alle dipendenze di qualcuno. Questo problema per fortuna è quasi del tutto assente ora che lavoro in proprio.
- Il terzo problema è la mia lentezza nell'apprendimento. Le cose imparo a farle, e quando ho imparato le faccio bene, ma ho i miei tempi, che sono lunghi, e questo quando si lavora in gruppo o alle dipendenza di qualcuno spesso non viene tollerato, e si rischia anche di passare per persone poco sveglie.
Vecchio 27-06-2024, 11:44   #12
Super Moderator
L'avatar di dystopia
 

* Oppure, ciliegina sulla torta, in ufficio sapevano che io ero una tirocinante diplomata ma nonostante questo molti mi hanno fatto apposta la domanda sadica "Ehm ma quindi tu dove ti sei laureata?" domanda alla quale io rispondevo candidamente che ero diplomata (come se non lo sapessero)
Sapevano già la risposta ma me lo chiedevano lo stesso perché in questo modo potevano fare la faccia schifata. In questo modo ho capito che non mi piace lavorare in ambienti con gente laureata perché molte persone in quegli ambienti sono false, presuntuose, con la puzza sotto il naso, ti fanno il sorriso ma ti dicono le peggio cose. Terribile si capisce che a me crea problemi soprattutto l'aspetto sociale perché le persone tendono a fare cose insensate solo per esaltare la propria forza rispetto agli altri ecc
Vecchio 27-06-2024, 12:13   #13
Esperto
 

stessa risposta data di la , mi pare che il gioco nn valga la candela , ma e' un mio problema sicuramente
Vecchio 27-06-2024, 12:21   #14
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da Daytona Visualizza il messaggio
I tuoi colleghi senza empatia ovviamente c'entrano, se mi chiederai di fare uno step in più
Poi si dice che gli insegnanti non lasciano il segno
Vecchio 27-06-2024, 12:23   #15
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da Trinacria Visualizza il messaggio
Il sogno della mia vita sarebbe trovare un lavoro che mi appassioni ma non so ancora quale possa essere.
Invidio molto quelli che amano il proprio lavoro.
Ti sei mai chiesta perché non sei ancora riuscita a capire quale possa essere?
Vecchio 27-06-2024, 12:23   #16
Super Moderator
L'avatar di Daytona
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Poi si dice che gli insegnanti non lasciano il segno
tratta bene gli alunni che quando vai in pensione rischi che non ci sia nessuno a foraggiare l'inps
Vecchio 27-06-2024, 12:27   #17
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
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tratta bene gli alunni che quando vai in pensione rischi che non ci sia nessuno a foraggiare l'inps
E' colpa dei videogiochi se non si fanno più figli, non della scuola. Ho le prove.
Vecchio 27-06-2024, 12:31   #18
Super Moderator
L'avatar di Daytona
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
E' colpa dei videogiochi se non si fanno più figli, non della scuola. Ho le prove.
nono, io mi riferisco a quelli già nati e che dovrebbero già avere una posizione inps aperta da un decennio, tipo quelli come me
Vecchio 27-06-2024, 12:33   #19
Esperto
L'avatar di muttley
 

Anche lì è colpa dei videogiochi che colonizzano tutto il tempo libero. Una volta non c'era molto da fare, a parte figliare e crescere la prole lavorando. Si, c'erano i libri ma erano solo per intellettuali...poi è arrivata la tv, il gaming, le piattaforme di streaming...troppe opzioni con cui riempire le ore di svacco. Possiamo insomma dire che è colpa dell'entertainment Industry, quindi di Hollywood, quindi degli ebrei. Si torna sempre lì alla fine
Vecchio 27-06-2024, 12:40   #20
Esperto
L'avatar di Maffo
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Anche lì è colpa dei videogiochi che colonizzano tutto il tempo libero. Una volta non c'era molto da fare, a parte figliare e crescere la prole lavorando. Si, c'erano i libri ma erano solo per intellettuali...poi è arrivata la tv, il gaming, le piattaforme di streaming...troppe opzioni con cui riempire le ore di svacco. Possiamo insomma dire che è colpa dell'entertainment Industry, quindi di Hollywood, quindi degli ebrei. Si torna sempre lì alla fine
Per una volta sono abbastanza d' accordo con mr. Mutti, fatto salvo per quella cosa sugli ebrei, su quello non sono molto d'accordo
Ma si capisce che è una battuta.
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