Quote:
Originariamente inviata da XL
Ma i sistemi competitivi attualmente creano un mucchio di persone che vivono ai margini sociali. Ora mi sai dire queste cose in che modo giovano alle persone che vengono emarginate o escluse?
Queste persone escluse cosa ci guadagnano da questi sistemi?
.....
Chi vuol fomentare la competizione osteggia fortemente queste iniziative ed io penso che effettivamente siano collegate certe idee. Varykino ha fatto un bell'esempio, questi reality di cattivo gusto in cui delle persone vengono praticamente vessate e si sottopongono volontariamente a queste vessazioni per vincere, primeggiare... Perché il primo avrà tutto, gli altri... Praticamente quasi nulla.
Mi viene praticamente il vomito, lo ammetto, quando penso a queste cose, ma molte persone ci sguazzano alla grande dentro a tutta questa roba. Con questa citazione mi riallaccio anche al tema principale della discussione...
....
|
I capitalisti liberali hanno le risposte alle tue domande;
dai un occhio al Tea Party USA.
Ronal Reagan diceva: se sei povero ed emarginato e' colpa tua.
I marxsisti in contrapposizione ai primi hanno la loro ideologia.
A parte i dibattiti accademici; sul pratico personalmente l'unico
periodo buono che ho conosciuto e' stata la socialdemocrazia in
Italia tra gli anni '70 e '90. Alla fine del boom economico ma
con stabilita' e prospettive di benessere, grazie all'intervento
un po' peloso dello Stato. La legge del piu' forte viene
addomesticata con la meritocrazia, le leggi dell'uguaglianza
formale, la fede in Cristo e chi piu' ne ha ne metta...
La meritocrazia si smaschera facilmente; i premiati sono sempre
i soliti, e chi li premia e' il piu' meritevole di tutti.
L'uguaglianza davanti alla legge vale piu' tra i pari; che
alla fine se stanno in alto scaricano il prezzo degli errori
e della loro colpe su chi sta in basso. Le patrie galere
non sono piene di colletti bianchi, ma di poveri diavoli.
E' la lotta per la sopravvivenza; l'importante secondo
me e' restare lucidi, non prestare orecchio alle sirene,
non portare acqua al mulino di chi non appartiene alla classe
emarginata o sconfitta, o comunque la si voglia chiamare.
Avere un coltello in tasca pronto ad essere piantato.