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Vecchio 04-04-2017, 20:56   #1
Esperto
L'avatar di Jacksparrow
 

Oggi passeggiando stavo pensando a questa cosa.
Mi rendo conto che siamo "obbligati" ad avere amici o comunque a fare delle cose insieme agli altri.
Pensate una cena al ristorante, una serata al cinema, una gita al mare cioè tutte quelle cose che si fanno fuori dalle 4 mura ma non da soli !
Sono consapevole che l'essere umano è un animale sociale e dalla sua buona integrazione arrivano molte conferme e soddisfazioni.
Ma se per vari motivi siamo da soli cosa facciamo?
siamo ugualmente soddisfatti o la depressione arriva anche da questa esclusione sociale?
A volte per colpa nostra a volte meno.
Vecchio 04-04-2017, 21:25   #2
Banned
 

Mi pare strano che un fobico stia meglio in compagnia piuttosto che solo. Penso varia da persona a persona. Io ho la fobia delle donne e non ho la smania dei rapporti sociali. Posso sentirmi bene in compagnia dei miei pochi amici. Ma in solitudine non sto peggio. Percio' non mi sento obbligato a fare niente, se non vado al ristorante al cinema, o in viaggio, sono anche piu' contento. Ho altri hobby molto solitari. Al mare se mi gira ci vado anche da solo, pure al night o in discoteca. Degli altri per mia fortuna, per ora non ho davvero bisogno.
Ringraziamenti da
Vale90 (04-04-2017)
Vecchio 04-04-2017, 23:28   #3
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Perché non possiamo controllare gli altri così come spostiamo un dito. Se il nostro corpo se ne andasse in giro per conto suo quando siamo svegli, la nostra vita sarebbe condizionata anche da questo "altro" qua, percepiremmo come "altro" anche il nostro corpo stesso.

Credo non ci sia nessuno che in mezzo alle cose che vorrebbe fare non ci fa entrare alcuna altra persona, ora però se c'entra un'altra persona è necessario che desideri farle anche lei queste cose.

Questo desiderio noi però non lo controlliamo direttamente, ma solo indirettamente tramite forme di accondiscendenza più o meno estese.

Ad esempio se voglio che i moderatori del forum non mi buttino fuori devo sottostare a certe regole, ossia condizioni dettate da altre persone. Sarei libero da queste condizioni se avessi il potere di fare quel che mi pare e i moderatori non potrebbero agire in nessun modo contro di me. Non è che diventerei libero dalle condizioni occupandomi di altro, sarei condizionato lo stesso. Agendo così apparentemente esercito una forma di potere, ma in realtà non è così, mi sono solo adattato.

E' proprio qua che vengono a crearsi tutti i malanni e tutti i conflitti vari, per poter condividere qualcosa (quando si ha scarso potere) bisogna poi "regolarsi" in certi modi ed adattarsi.

Alla fine il potere che manca non lo si riesce ad acquisire mai così e si rimane sempre e comunque condizionati. Se gli altri divenissero nostre braccia o gambe, non saremmo più condizionati da questi, li potremmo "spostare".
Se si vuole però che gli altri siano più indipendenti e si muovano per conto loro torniamo di nuovo al punto di partenza .

Nella misura in cui certe cose risultano indipendenti dalle nostre intenzioni (a monte) e desideri, ci condizionano, compresi gli altri. Quel che risulta e viene percepito come "altro" rispetto a noi, in quanto tale ci condiziona, esercita un potere su di noi perché fuori dal nostro potere intenzionale-desiderante.

Pensandoci meglio, forse tutto quel che si trova al di là dei nostri confini ci condiziona, perciò forse è anche una cosa che dipende da come li si percepisce e definisce questi confini. Le persone introverse credo li traccino fuori (perché si identificano con quel che sta dentro), quelle estroverse dentro (perché si identificano con quel che sta fuori).

Ultima modifica di XL; 05-04-2017 a 00:32.
Vecchio 05-04-2017, 00:35   #4
Intermedio
L'avatar di Shadows
 

Un mio amico va sempre al cinema da solo, dice che segue meglio il film. Quelle rare, rarissime volte che esco vedo spesso gente mangiare da sola e la cosa non mi ha mai stranito.
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