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Originariamente inviata da Luca1993go
secondo voi al vostro psicologo o altro che sia, importa qualcosa di voi o gli importa solo di essere pagato?
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Se domani finissimo sotto un treno non credo che l'esistenza dello psicoterapeuta o dello psichiatra dove andavamo verrebbe sconvolta. E' un lavoro alla fine.
Ad un insegnante importa dei suoi allievi? Prova una grande stima per ognuno di questi?
E gli allievi? Provano tutti stima per l'insegnante quando si relazionano con questo?
Non lo so, io dubito sempre dei sentimenti espressi all'interno di una relazione di lavoro, terapeutica, medica, o di altro tipo in cui vengono a crearsi forme di asimmetria più o meno marcate.
Le persone alle quali potrebbe importare davvero qualcosa di noi sono quelle che condividono in buona misura il nostro destino e la nostra posizione, queste probabilmente hanno qualche interesse reale, le altre sono in una certa misura come le infermiere descritte da Celine.
"Le infermiere, 'ste troiette, non lo condividevano mica, loro, il nostro destino, loro non pensavano per contrasto che a vivere a lungo, e molto più a lungo ancora e ad amare, era chiaro, ad andare a passeggio e a fare e rifare l'amore mille e diecimila volte.
Ciascuno di quegli esseri angelici si teneva il suo piccolo bossolo nel perineo, come i forzati, per più tardi, il piccolo bossolo amoroso, per quando saremmo crepati, noi, in un fango qualunque e dio sa come! Allora quelle vi farebbero dei sospiri commemorativi speciali di tenerezza che le renderebbero ancora più attraenti, evocherebbero in silenzi commossi i tragici tempi di guerra, gli scomparsi... « Ve lo ricordate il piccolo Bardamu, direbbero all'ora del tramonto pensando a me, quello che era così difficile fargli passare la tosse? Aveva sempre il morale a terra, quello, poverino...
Come sarà finito? » Qualche rimpianto poetico piazzato al punto giusto sta bene a una donna quanto certi capelli vaporosi sotto i raggi della luna.
Sotto ciascuna delle loro parole e della loro sollecitudine d'ora in poi bisognava intendere: « Tu creperai caro militare...
Creperai...
E' la guerra...
A ciascuno la sua vita...
A ciascuno il suo ruolo...
A ciascuno la sua morte...
Noi facciamo finta di condividere il tuo sconforto...
Ma non si condivide la morte di nessuno..."
Il mio non è cinismo, solo realismo. Gli psicoterapeuti, i medici e gli infermieri usateli, ma non pensate che siano lì per voi. Voi siete tranquillamente sostituibili. Anche il vostro suicidio magari verrebbe ricordato non come la perdita di una persona cara ma come un fallimento terapeutico di uno stronzo che non ha voluto seguire certe indicazioni.
Leggete questo
http://www.stateofmind.it/2013/04/st...terapie-carlo/