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04-09-2012, 11:53
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#1
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Asti
Messaggi: 1,631
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Di norma cerco di essere abbastanza propositivo, non dico ottimista, ma di non considerare le situazioni irrimediabili e frutto di una volontà superiore che destina all'infelicità.
Sarà il clima piovoso, la fine repentina dell'estate che rispetto a quella degli scorsi anni ho passato un po' in compagnia, ma ieri notte mi sono visto tutti i buoni propositi sfumare.
Ho pensato ai rapporti magari per noi tanto importanti dal punto di vista altrui, ossia effimeri e passeggeri, si è solo una goccia nell'oceano delle vite altrui.
Persone per le quali si è cercato di fare tanto, dare più di quanto non si avesse, che poi per un motivo o per l'altro si sono allontanate, ricostruire le loro vite senza che nulla di noi rimanesse.
Un errore di gioventù, un amico sbagliato, un pirla da cui era sufficiente prendere e mai donare, ecco cosa vedo abbinato al mio nome nel rivedere, più per autolesionismo che per altro, le foto scattate assieme, rievocanti i bei momenti vissuti unilateralmene, a quanto pare.
Persone con le quali ti vedevi quotidianamente, con cui avevi conversazioni interminabili al telefono, con cui si condividevano gioie e dolori svanite a vantaggio di compagnie apparentemente migliori, abbracci più muscolosi, attività più interessanti.
Erano oggettivamente persone migliori di me quelle da loro scelte? No, visto come anche queste frequentazioni hanno avuto una scadenza, ma non importa, dato che una persona normale riesce, dopo qualche lacrima d'apparenza, ad andare avanti e a ricominciare.
Mi vedo come un punto fermo mentre il mondo gira, a vivere di ricordi e occasioni non vissute, di parole non dette se non quando era troppo tardi.
Con una scorta di rapporti effimeri sulle spalle, che hanno segnato prevalentemente in negativo, quali sono gli stimoli che dovrebbero portare a guardare avanti?
Rivedere le stesse situazioni con persone differenti dovrebbe essere sufficiente per scoraggiare ulteriori e apparentemente inevitabili sofferenze. Dici a te stesso -perchè devi essere sempre tu a scegliere qualcuno a cui dedicarti, magari non è il tuo forte, aspetta che siano altri a selezionare te, che dimostrino per primi interesse, in fondo a tutti gli umani difetti e problemi sei una bella persona, credi in alcuni valori, sai essere sincero, dai importanza alle persone cui ti leghi, non sei un cafone- e poi ti rendi conto che sono solo pregi adatti ad essere a posto con la propria coscienza, non hanno un riscontro effettivo nel mondo.
Magari se ti uniformassi alla massa, a quello che viene richiesto, forse cambierebbe, alla fine cosa ti serve? Auto obbligarsi a frequentare assiduamente una palestra, un estetista, una porche, un guardaroba firmato, forzarsi di andare nei posti "giusti" in stati alterati di coscienza da alcol o peggio per avere maggiore scioltezza e la tanto amata incoscienza. Tutte cose che puoi ottenere nel giro di qualche mese se scegli questa strada.
Svendere quella che può essere una propria individualità non conforme alle richieste dei più a vantaggio di un modello preconfezionato.
L'idea mi fa abbastanza ribrezzo, ma è veramente meglio essere un prodotto "di qualità" su uno scaffale rispetto ad essere "svenduto" alle mode e all'apparenza ma comprato?
La realizzazione dovrebbe provenire da altro, dovrebbe bastare sapere di essere buone persone, ma per mio carattere non sono in grado di valutarmi se non in rapporto a cosa posso fare per gli altri e quindi avere riscontri esterni.
Mi trovo anche piuttosto idiota a venire qui a scrivere di queste "seghe mentali" come sfogo quando c'è gente con problemi decisamente maggiori ai miei, cosa di cui mi rendo conto, ma tant'è.
Mancherebbe relativamente poco per raddirizzare le giornate ed alzarsi con un proposito per la giornata, ma quel poco mi pare essere irraggiungibile da anni.
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04-09-2012, 12:07
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#2
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 7,632
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Quote:
Originariamente inviata da Efits
cercato di fare tanto, dare più di quanto non si avesse, che poi per un motivo o per l'altro si sono allontanate, ricostruire le loro vite senza che nulla di noi rimanesse.
Un errore di gioventù, un amico sbagliato, un pirla da cui era sufficiente prendere e mai donare, ecco cosa vedo abbinato al mio nome nel rivedere, più per autolesionismo che per altro, le foto scattate assieme, rievocanti i bei momenti vissuti unilateralmene, a quanto pare.
Persone con le quali ti vedevi quotidianamente, con cui avevi conversazioni interminabili al telefono, con cui si condividevano gioie e dolori svanite a vantaggio di compagnie apparentemente migliori, abbracci più muscolosi, attività più interessanti.
Erano oggettivamente persone migliori di me quelle da loro scelte? No, visto come anche queste frequentazioni hanno avuto una scadenza, ma non importa, dato che una persona normale riesce, dopo qualche lacrima d'apparenza, ad andare avanti e a ricominciare.
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Ti capisco perfettamente, mi è successa la stessa cosa con la fine delle scuole superiori.
Di colpo non si è più fatto sentire nessuno.
Mi sono resa conto che la colpa un po' era mia, dovevo capire che non sarebbe durata.
Quello che funziona per un po' dopo può anche rompersi.. nel mio caso avevo perso di utilità, probabilmente.
Forse l'errore è definire qualcuno "amico", forse sarebbe più opportuno "compagno di viaggio".
In fondo un viaggio può essere lungo o breve.. e non sempre si può fare un'altra gita insieme sia per impegni che per compatibilità.
A proposito di compatibilità, svendersi per essere accettati - a mio avviso - non è mai una soluzione.
Di fondo ci sarà sempre tanta insoddisfazione, è una strategia che non rende realmente felici.
Sa di sciroppo per la tosse, ecco
L'unica è tirare avanti fino al prossimo viaggio.. prendendolo per quello che è.
Forza
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04-09-2012, 12:20
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#3
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Banned
Qui dal: Jul 2008
Messaggi: 1,497
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Il guaio è che ci leghiamo troppo alle persone e viceversa troppo poco a noi ed è questo che fa soffrire forse, perchè non è un rapporto unilaterale.
Credo si tratti solo di trovare le persone giuste con le quali condividere il proprio tempo, quelle che sono entusiaste quando ti vedono e percepisci che apprezzano la tua compagnia. Non è facile trovarle perchè putroppo la maggioranza vive le relazioni umane in modo molto superficiale, magari perchè hanno in mente qualcosa di più importante (per loro) da inseguire.
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04-09-2012, 12:43
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#4
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da Efits
La realizzazione dovrebbe provenire da altro, dovrebbe bastare sapere di essere buone persone, ma per mio carattere non sono in grado di valutarmi se non in rapporto a cosa posso fare per gli altri e quindi avere riscontri esterni.
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Hai centrato un punto chiave della questione, Efits.
Checché se ne dica, un minimo senso di realizzazione lo si ottiene quando c'è un rapporto di azione-reazione col mondo esterno.. cioè quando ciò che siamo e facciamo produce degli effetti nel contesto attorno a noi.
L'identità non è un'entità completamente a sé stante, anzi, si manifesta ed evidenzia proprio nel confronto con gli altri.
Insomma, non è questione di carattere, è oggettivamente impossibile valutarsi senza avere riscontri esterni.
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04-09-2012, 12:46
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#5
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da MCLovin
Il guaio è che ci leghiamo troppo alle persone e viceversa troppo poco a noi ed è questo che fa soffrire forse, perchè non è un rapporto unilaterale.
Credo si tratti solo di trovare le persone giuste con le quali condividere il proprio tempo, quelle che sono entusiaste quando ti vedono e percepisci che apprezzano la tua compagnia. Non è facile trovarle perchè putroppo la maggioranza vive le relazioni umane in modo molto superficiale, magari perchè hanno in mente qualcosa di più importante (per loro) da inseguire.
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Secondo me il problema è molto più grosso, è proprio un problema di squilibrio.. nel senso che avere molto bisogno di relazioni, rapporti umani, ti mette già in partenza in una posizione di netto svantaggio rispetto alle persone che ne hanno un bisogno "normale".. o pure meno perché ne sono piene.
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04-09-2012, 13:02
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#6
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,495
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Quote:
Originariamente inviata da chrissolo
Hai centrato un punto chiave della questione, Efits.
Checché se ne dica, un minimo senso di realizzazione lo si ottiene quando c'è un rapporto di azione-reazione col mondo esterno.. cioè quando ciò che siamo e facciamo produce degli effetti nel contesto attorno a noi.
L'identità non è un'entità completamente a sé stante, anzi, si manifesta ed evidenzia proprio nel confronto con gli altri.
Insomma, non è questione di carattere, è oggettivamente impossibile valutarsi senza avere riscontri esterni.
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Non sono per niente d'accordo... anzi... io avrei detto che con quella frase ha centrato sì il punto del discorso... ma le mie conclusioni sono diametralmente opposte: quello che gli serve è proprio smettere di aver bisogno di riscontri esterni per sentirsi realizzato e per valutarsi. Non solo non credo affatto sia impossibile, ma penso sia un passo necessario per vivere bene.
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Ultima modifica di Halastor; 04-09-2012 a 13:05.
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04-09-2012, 13:07
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da Halastor
Non sono per niente d'accordo... anzi... io avrei detto che con quella frase ha centrato sì il punto del discorso... ma le mie conclusioni sono diametralmente opposte: quello che gli serve è proprio il contrario... e cioè smettere di aver bisogno di riscontri esterni per sentirsi realizzato e per valutarsi. Non solo non credo affatto sia impossibile... penso sia un passo necessario per tutti per vivere bene.
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Sì, concordo che aiuterebbe.
Ma è un'utopia, perché non abbiamo un controllo totale sui nostri bisogni.. e possiamo pure isolarci e rifiutare il giudizio del mondo.. ma non è che risolvi un tubo.
Sarebbe tipo pensare in astratto che si vivrebbe meglio e si potrebbero fare molte più cose non dormendo mai: è vero.. è giusto.. è sensato.. è razionale..
Ma impossibile.
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04-09-2012, 13:26
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#8
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Circolo dei matti
Messaggi: 1,734
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Svendersi: mai! Chi si vende o è debole di carattere, o ha poco amor proprio. Parere personale. Bisogna trovare le persone affini, quelle per le quali non c'è bisogno di spiegazioni, quelle per le quali un'occhiata basta. Ci vuole empatia. Io, fortunatamente, ne ho incontrata una...e mi sto piacevolmente lasciando travolgere.
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04-09-2012, 13:31
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da Balordo
Svendersi: mai! Chi si vende o è debole di carattere, o ha poco amor proprio. Parere personale. Bisogna trovare le persone affini, quelle per le quali non c'è bisogno di spiegazioni, quelle per le quali un'occhiata basta. Ci vuole empatia. Io, fortunatamente, ne ho incontrata una...e mi sto piacevolmente lasciando travolgere.
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Ci vuole empatia! Hai detto poco!
Beato te, ma se uno non le trova mai queste persone così affini ? (e manco qualcosa di lontanamente paragonabile)
E quando non si trova proprio più nessuno (manco di non affine) ?
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04-09-2012, 13:38
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#10
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Banned
Qui dal: Aug 2012
Ubicazione: Circolo dei matti
Messaggi: 1,734
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Quote:
Originariamente inviata da chrissolo
Ci vuole empatia! Hai detto poco!
Beato te, ma se uno non le trova mai queste persone così affini ? (e manco qualcosa di lontanamente paragonabile)
E quando non si trova proprio più nessuno (manco di non affine) ?
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Si cerca di bastare a se stessi e non piangersi inutilmente addosso.
Personalmente ho finito di cercare gli altri a tutti i costi. Per come la vedo io le persone si trovano, non si cercano ostinatamente. Deve avvenire tutto molto gradualmente, secondo il mio parere. Non credere che non abbia vissuto la solitudine. L'ho sofferta, e la soffro tutt'oggi, ma trovo che essa abbia anche dei lati positivi, non solo negativi; come, d'altronde, anche le relazioni umane comportano svantaggi, non solo vantaggi...
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04-09-2012, 13:51
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#11
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da Balordo
Si cerca di bastare a se stessi e non piangersi inutilmente addosso.
Personalmente ho finito di cercare gli altri a tutti i costi. Per come la vedo io le persone si trovano, non si cercano ostinatamente. Deve avvenire tutto molto gradualmente, secondo il mio parere. Non credere che non abbia vissuto la solitudine. L'ho sofferta, e la soffro tutt'oggi, ma trovo che essa abbia anche dei lati positivi, non solo negativi; come, d'altronde, anche le relazioni umane comportano svantaggi, non solo vantaggi...
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Sì, a 20 anni.
Ma passa altri 20 anni in solitudine e poi vedi come crolla tutto il castello di carte sul bastare a sé stessi..
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04-09-2012, 14:00
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#12
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,495
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Quote:
Originariamente inviata da chrissolo
Sì, concordo che aiuterebbe.
Ma è un'utopia, perché non abbiamo un controllo totale sui nostri bisogni.. e possiamo pure isolarci e rifiutare il giudizio del mondo.. ma non è che risolvi un tubo.
Sarebbe tipo pensare in astratto che si vivrebbe meglio e si potrebbero fare molte più cose non dormendo mai: è vero.. è giusto.. è sensato.. è razionale..
Ma impossibile.
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Non è necessario isolarsi. Ma non serve nessun controllo su nessun bisogno perchè non esiste il bisogno di essere riconosciuti dagli altri nel momento in cui riconosci te stesso.
Se "dai" aspettando indietro un ritorno, ti metti automaticamente in condizione di rimanerne deluso.
Invece ogniuno dovrebbe relazionarsi non per bisogno e nemmeno per ricevere nulla. Semplicemente perchè capita. o_0 Ed è inevitabile che capiti.
Se anche Efits un domani pensasse: "sono tutti degli stronzi, non gliene frega niente di nessuno...vadano tutti a cagàre " Pur con quel pensiero, in futuro, gli capiterebbe di continuare a relazionarsi. Anzi... ironicamente quel pensiero potrebbe essere più condiviso di quanto ci si possa immaginare. Da quel pensiero potrebbe nascere una storia d'amore
Perchè ci parliamo e abbiamo a che fare l'un l'altro? Perchè ne abbiamo bisogno? No.
Lo facciamo perchè siamo capitati tutti qua su questa stessa barca. Perchè vediamo altri esseri che hanno due braccia, due gambe, una testa come noi, li riconosciamo come "simili a noi".. e allora suscitano automaticamente il nostro interesse. Inoltre molti di loro vengono e ci parlano... desiderano risposte da noi.
E dal relazionarci, potremmo derivarne qualche soddisfazione come anche no. Ma in entrambi i casi è una cosa "in più" di cui non abbiamo affatto bisogno, per "esistere" come esseri a sè stanti. E dalla quale non avrebbe senso tirarsi indietro a priori dal momento che non sappiamo se ci piacerà oppure no.
Semplicemente è capitato che non fossimo soli al mondo... e tanto basta perchè ci si relazioni.
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Ultima modifica di Halastor; 04-09-2012 a 14:06.
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04-09-2012, 14:06
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#13
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 1,459
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Quote:
Originariamente inviata da chrissolo
Secondo me il problema è molto più grosso, è proprio un problema di squilibrio.. nel senso che avere molto bisogno di relazioni, rapporti umani, ti mette già in partenza in una posizione di netto svantaggio rispetto alle persone che ne hanno un bisogno "normale".. o pure meno perché ne sono piene.
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Quote:
Originariamente inviata da Halastor
............. quello che gli serve è proprio smettere di aver bisogno di riscontri esterni per sentirsi realizzato e per valutarsi. Non solo non credo affatto sia impossibile, ma penso sia un passo necessario per vivere bene.
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Secondo me su questo forum ci si dimentica troppo spesso che stare bene da soli è un punto di arrivo e non di partenza.
Qui alcuni celebrano la loro solitudine facendone motivo di forza o peggio ancora annullano del tutto il senso del confronto col mondo esterno.
Stare bene da soli e quindi non cercare gli altri ossessivamente nè tantomeno il loro consenso in modo continuo significa essersi accettati con le proprie debolezze e i proprio pregi. Significa sentire piacevolmente la mancanza di qualcuno ed accettarlo senza per questo trasformare quella sensazione in angoscia, significa capire che occorre tanto saper stare bene con sè stessi e altrettanto insieme agli altri. Sono due cose complementari.
Svantaggiato è sicuramente una persona carente in uno dei due aspetti.
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Ultima modifica di amarlena; 04-09-2012 a 14:37.
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04-09-2012, 14:11
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#14
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 3,959
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Quote:
Originariamente inviata da amarlena
significa capire che occorre tanto saper stare bene con sè stessi e altrettanto insieme agli altri. Sono due cose complementari.
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Esatto: complementari.
Se manca del tutto un aspetto sei in guai seri.
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04-09-2012, 14:15
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#15
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Banned
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Torino
Messaggi: 3,495
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Quote:
Originariamente inviata da amarlena
Svantaggiato è sicuramente una persona carente in uno dei due aspetti.
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Vantaggio o svantaggio sono solo punti di vista relativi alla posizione di chi sta osservando. Non significa niente.
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04-09-2012, 14:42
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#16
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 1,459
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Quote:
Originariamente inviata da Halastor
Vantaggio o svantaggio sono solo punti di vista relativi alla posizione di chi sta osservando. Non significa niente.
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Se c' è qualcuno che sta benissimo sul pizzo di una montagna a fare l' eremita o si trova da favola a vivere in una comune non sarò certo io a dire che non va bene.
Si sta parlando di malessere e nello specifico malessere = svantaggio inerente a problemi relazionali perchè il forum tratta dei suddetti problemi.
Se poi vuoi relativizzare tutto diventa inutile il confronto ( sono solo opinioni messe insieme ) e quindi l' esistenza di questa piazza virtuale.
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04-09-2012, 14:48
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#17
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Esperto
Qui dal: Apr 2011
Ubicazione: Ovest Alpi
Messaggi: 2,118
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Quote:
Originariamente inviata da MCLovin
Il guaio è che ci leghiamo troppo alle persone e viceversa troppo poco a noi ed è questo che fa soffrire forse, perchè non è un rapporto unilaterale.
Credo si tratti solo di trovare le persone giuste con le quali condividere il proprio tempo, quelle che sono entusiaste quando ti vedono e percepisci che apprezzano la tua compagnia. Non è facile trovarle perchè putroppo la maggioranza vive le relazioni umane in modo molto superficiale, magari perchè hanno in mente qualcosa di più importante (per loro) da inseguire.
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Sarà anche perchè una buona parte delle persone sono solo "di passaggio" nella nostra vita, è inutile negarlo che alla fine i veri amici (cioè quelli che ci stanno accanto sempre, magari anche per tutta la vita) sono veramente pochi (se non inesistenti per tante persone).
tante persone le "perdi per strada" per diversi motivi, a volte anche senza una causa apparente...
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04-09-2012, 15:00
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#18
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Banned
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,362
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Secondo me non ti accorgi che adotti dei modelli relazionali errati, provocando dinamiche relazionali reiteratamente controproducenti.
E la soluzione non è certo quella di adeguarsi alla massa: ogni forzatura non sentita non risolve alcun problema, anzi sovente ne aggiunge altri legati alla gestione della forzatura, delle conseguenze emotive negative e a volte addirittura delle somatizzazioni.
Ricorda una massima che mi ha sempre aiutato: se fai quello che hai sempre fatto otterrai quello che hai sempre ottenuto.
Mi pare di leggere fra le righe la tua propensione all'accondiscendenza nei rapporti interpersonali, il ché crea dei rapporti di natura unilaterale e socialmente insoddisfacenti. Forse una strada differente da tentare è quella di analizzare criticamente i tuoi atteggiamenti di questo tipo e cercare di contenerli.
Mi rendo conto che ciò potrebbe risultarti innaturale all'inizio. Probabilmente sei convinto che la tua accettazione da parte degli altri sia in competizione con l'affermazione assertiva delle tue istanze: dei tuoi desideri, le tue volontà e anche le tue critiche e le tue discordanze. Come se credessi che l'unico modo di farti volere bene sia quello di "andare d'accordo con gli altri", che ne pensi?
In pratica ti sto dicendo che dovresti essere più "te stesso", anche se sei convinto di esserlo. Ti sto domandando di riflettere sul significato di essere se stessi, di domandarti se ti conosci davvero e se non ti reprimi alcune volte, per evitare l'esperienza del rifiuto.
Sai, essere "sé stessi" è sempre un rischio, perché non si può piacere a chiunque. Probabilmente alcune persone che avevi attorno, non ci sarebbero state se tu fossi stato sempre "te stesso". Ma domandati se la cosa rappresenta veramente una perdita.
Viceversa, quelli che rimangono riescono ad apprezzarti con una pienezza e un'intensità di gran lunga maggiori.
Viceversa, molte persone che prima non sarebbero state attratte dalla tua amicizia, molte persone che prima "non c'erano", potrebbero risultare interessate dal tuo vero io.
Viceversa, in soldoni, allontaneresti molte persone sbagliate ma avvicineresti quelle giuste.
Quote:
Originariamente inviata da amarlena
Secondo su questo forum ci si dimentica troppo spesso che stare bene da soli è un punto di arrivo e non di partenza.
Qui alcuni celebrano la loro solitudine facendone motivo di forza o peggio ancora annullano del tutto il senso del confronto col mondo esterno.
Stare bene da soli e quindi non cercare gli altri ossessivamente nè tantomeno il loro consenso in modo continuo significa essersi accettati con le proprie debolezze e i proprio pregi. Significa sentire piacevolmente la mancanza di qualcuno ed accettarlo senza per questo trasformare quella sensazione in angoscia, significa capire che occorre tanto saper stare bene con sè stessi e altrettanto insieme agli altri. Sono due cose complementari.
Svantaggiato è sicuramente una persona carente in uno dei due aspetti.
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questo è molto saggio, sono assolutamente d'accordo.
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04-09-2012, 15:10
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#19
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Banned
Qui dal: Mar 2012
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Messaggi: 3,495
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Quote:
Originariamente inviata da amarlena
Se c' è qualcuno che sta benissimo sul pizzo di una montagna a fare l' eremita o si trova da favola a vivere in una comune
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e io mica ho consigliato di far quello.
Quote:
Originariamente inviata da amarlena
Si sta parlando di malessere e nello specifico malessere = svantaggio inerente a problemi relazionali
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No.. non si tratta di relativizzare tutto. Ma di vedere le cose in modo diverso.
Faccio un esempio:
Immaginiamo un vecchio... e immaginiamo che abbia come "problema" il fatto che i giovani calpestino le aiuole...
< Andate via da quelle aiuole!!> (i vecchi vedono sempre giovani che calpestano le aiuole da qualche parte)
Ora.... tu... stai consigliando e ti stai rendendo partecipe per risolvere il suo problema. Vorresti consigliargli su come evitare che i giovani calpestino le aiuole.. Riconoscere- affrontare - risolvere.
Ma non ti pare assurdo? Forse sarebbe il caso invece di convincerlo che il fatto che calpestino le aiuole non è affatto un problema? Il punto sai qual'è secondo me? Che tu stessa ritieni che, il fatto che i giovani calpestino le aiuole, sia effettivamente un problema^^ se così fosse ,con tutta la tua buona volonta, ritengo tu non possa essere essere utile a quel vecchio..
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Ultima modifica di Halastor; 04-09-2012 a 15:25.
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04-09-2012, 15:26
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#20
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
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Quote:
Mi rendo conto che ciò potrebbe risultarti innaturale all'inizio. Probabilmente sei convinto che la tua accettazione da parte degli altri sia in competizione con l'affermazione assertiva delle tue istanze: dei tuoi desideri, le tue volontà e anche le tue critiche e le tue discordanze. Come se credessi che l'unico modo di farti volere bene sia quello di "andare d'accordo con gli altri", che ne pensi?
In pratica ti sto dicendo che dovresti essere più "te stesso", anche se sei convinto di esserlo. Ti sto domandando di riflettere sul significato di essere se stessi, di domandarti se ti conosci davvero e se non ti reprimi alcune volte, per evitare l'esperienza del rifiuto.
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Non so se sia più innaturale continuare a seguire quella che è da me è considerata normalità, forse non essendolo dato che mi impongo sovente delle autorepressioni a livello inconscio, o forzarsi verso direzioni mai intraprese inventandosele di sana pianta, perchè istintivamente mi vien da agire come ho sempre agito.
L'esperienza del rifiuto non è facilmente superabile per alcune persone, mi inserisco in quella schiera, se l'alternativa deve esser quella preferisco tenermi i miei pensieri depressi passeggeri, l'alternativa e quello che ne consegue è peggiore del "male" stesso.
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