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Vecchio 22-05-2019, 17:56   #1
Hor
Esperto
L'avatar di Hor
 

L'ho già scritto in altre occasioni, ho sempre avuto paura del futuro.
Il futuro m'è sempre parso come un terreno instabile, franoso, traditore; i giorni, le settimane, i mesi e gli anni a venire come un procedere a tentoni in un dominio progressivamente dominato dal caos e dal disordine.
Per una persona come me, che ha altissime esigenze di controllo su ciò che la circonda, il futuro è sempre stato una bestia maligna che si rifiuta di farsi domare.
Ricordo bene come già all'ultimo anno delle elementari fossi terrorizzato dalla prospettiva delle scuole medie. Ricordo che ci avevano portati, noi scolari di quinta, a visitarne una, per mostrarci come sarebbe stato ciò che ci attendeva, e io provavo unicamente paura, vedevo un regno di disordine che minacciava di divorarmi, io che ero (mi sentivo) ancora così piccolo e debole.
Così è stato per il passaggio dalle medie alle superiori, dalle superiori all'università, dall'università al Mondo del lavoro.

Sarà per questo che non sono mai riuscito a pensare in prospettiva.
Per pensare in prospettiva intendo costruire dei progetti concreti e fattibili per la propria vita: decidere cosa studiare in base alle prospettive lavorative, cercare un lavoro che dia qualche garanzia per il futuro, e così via. No, tutto questo non sono mai riuscito a farlo. Ho sempre vissuto subendo il futuro che mi arrivava addosso, facendo le scelte cruciali lasciandomi guidare dall'istinto del momento: così ho scelto che scuola superiore fare, così ho scelto che università fare. Poi ho trovato lavoro, ma è stato quasi per caso, m'è capitato in testa quando meno me l'aspettassi. E mi ci sono attaccato, perché era (è) l'unica cosa che avevo, senza mai pensare di usarlo come trampolino di lancio per qualcosa di migliore, come invece avrei potuto e dovuto fare. Sono state invece le paure dell'ignoto, del futuro, dell'avvenire (oltre che una spiccata incapacità nei rapporti sociali) a precludermi la carriera universitaria, che pure m'era stata aperta.
La paura del futuro (assieme ad altre paure) m'ha spinto, m'ha costretto a rinunciare a tante cose, a troppe.
E ora mi trovo qui, aggrappato a un lavoro sottopagato e precario, mentre gli anni passano, ancora senza alcuna capacità di pensare a come mi troverò e come sarò e starò tra cinque, dieci, quindici anni. Quel che invece dovrei fare, se volessi garantirmi una vita sicura, con un minimo di solidità, di stabilità.
Il processo si autoalimenta: la paura del futuro mi blocca e mi impedisce di costruirmene uno, il che a sua volta lo rende più pauroso, più spaventoso e così via.

Voi (se avete letto fin qui) come siete messi da questo punto di vista? Qual è il vostro rapporto col Tempo che viene? Riuscite a pensare in prospettiva?
Ringraziamenti da
Masterplan92 (22-05-2019)
Vecchio 22-05-2019, 19:14   #2
Esperto
L'avatar di Wonderlust76
 

Sono molto simile a te...mi son sempre accontentato di sopravvivere, per mancanza di ambizione e paura di "buttarmi".
Il fatto è che non ho mai trovato un senso al tutto: farsi il mazzo, lavorare duro, raggiungere obbiettivi, metter su famiglia, avere figli...poi un bel giorno a 44 anni ti viene un ictus e finisci in un vasetto su una mensola in soggiorno (è successo a un mio amico pochi giorni fa..uno in gamba).
Quindi in po' la paura di prendere in mano la propria vita, un po' il pessimismo e la disillusione... insomma fin'ora non ho concluso un ca@#o.
Non che la cosa mi pesi oltremodo: ho un lavoro e una casa...ma progetti per il futuro non ne ho mai fatti, lo vedo un po' come fare i conti senza l'oste.
Vivo giorno per giorno una vita se vogliamo piatta e monotona, ma sicura e senza scossoni.
Detesto infatti gli imprevisti e tutto ciò che esula dal mio controllo.
Sono scelte... qualcuno la chiamata zona comfort... sarà, l'importante è trovare la propria dimensione.
La vita non viene fornita col manuale d'istruzioni...non c'è un modo giusto o sbagliato di vivere, fintanto che non si fa del male al prossimo.
Ringraziamenti da
Masterplan92 (22-05-2019)
Vecchio 22-05-2019, 19:18   #3
Esperto
 

Come te.

La mia paura é quella di non riuscire ad affrontare le situazioni, i lavori, le cose a lungo termine che quando ci sei dentro ti tocca, e se non ce la fai?

Sapevo già a fine superiori che non ce la facevo, università a caso e che non desse sbocco diretto a un lavoro specifico per non doverlo per forza affrontare da incapace laureata, lavori tentati e falliti(non é che penso io di non farcela, sono incapace davvero) e poi le supplenze, ma da cui fuggire il prima possibile, prima che si scopra l'inettitudine. Avanti senza nessun progetto a lungo termine.
Solo di recente ho iniziato a pensare al futuro, e lo vedo nero. Alla mia età posso dire che certi problemi non li risolveró mai e a quanto vedo hanno un andamento progressivo.
Pertanto andrà solo tutto male, come già va male adesso, ma era scritto.

Ultima modifica di claire; 22-05-2019 a 19:33.
Vecchio 22-05-2019, 20:39   #4
Esperto
L'avatar di NatoMorto
 

Quote:
Originariamente inviata da Hor Visualizza il messaggio
L'ho già scritto in altre occasioni, ho sempre avuto paura del futuro.
Il futuro m'è sempre parso come un terreno instabile, franoso, traditore; i giorni, le settimane, i mesi e gli anni a venire come un procedere a tentoni in un dominio progressivamente dominato dal caos e dal disordine.
Per una persona come me, che ha altissime esigenze di controllo su ciò che la circonda, il futuro è sempre stato una bestia maligna che si rifiuta di farsi domare.
Ricordo bene come già all'ultimo anno delle elementari fossi terrorizzato dalla prospettiva delle scuole medie. Ricordo che ci avevano portati, noi scolari di quinta, a visitarne una, per mostrarci come sarebbe stato ciò che ci attendeva, e io provavo unicamente paura, vedevo un regno di disordine che minacciava di divorarmi, io che ero (mi sentivo) ancora così piccolo e debole.
Così è stato per il passaggio dalle medie alle superiori, dalle superiori all'università, dall'università al Mondo del lavoro.

Sarà per questo che non sono mai riuscito a pensare in prospettiva.
Per pensare in prospettiva intendo costruire dei progetti concreti e fattibili per la propria vita: decidere cosa studiare in base alle prospettive lavorative, cercare un lavoro che dia qualche garanzia per il futuro, e così via. No, tutto questo non sono mai riuscito a farlo. Ho sempre vissuto subendo il futuro che mi arrivava addosso, facendo le scelte cruciali lasciandomi guidare dall'istinto del momento: così ho scelto che scuola superiore fare, così ho scelto che università fare. Poi ho trovato lavoro, ma è stato quasi per caso, m'è capitato in testa quando meno me l'aspettassi. E mi ci sono attaccato, perché era (è) l'unica cosa che avevo, senza mai pensare di usarlo come trampolino di lancio per qualcosa di migliore, come invece avrei potuto e dovuto fare. Sono state invece le paure dell'ignoto, del futuro, dell'avvenire (oltre che una spiccata incapacità nei rapporti sociali) a precludermi la carriera universitaria, che pure m'era stata aperta.
La paura del futuro (assieme ad altre paure) m'ha spinto, m'ha costretto a rinunciare a tante cose, a troppe.
E ora mi trovo qui, aggrappato a un lavoro sottopagato e precario, mentre gli anni passano, ancora senza alcuna capacità di pensare a come mi troverò e come sarò e starò tra cinque, dieci, quindici anni. Quel che invece dovrei fare, se volessi garantirmi una vita sicura, con un minimo di solidità, di stabilità.
Il processo si autoalimenta: la paura del futuro mi blocca e mi impedisce di costruirmene uno, il che a sua volta lo rende più pauroso, più spaventoso e così via.

Voi (se avete letto fin qui) come siete messi da questo punto di vista? Qual è il vostro rapporto col Tempo che viene? Riuscite a pensare in prospettiva?
riesco a pensare al futuro con un margine di 1 giorno...non di più...sono sempre in balìa degli eventi ma soprattutto delle mie paure che puntualmente diventano reali...ciò mi fa pensare che io DEVO pensare così
Vecchio 22-05-2019, 21:06   #5
Banned
 

Anche io sono un maniaco del controllo e per questo ho sempre provato a pensare in prospettiva, a pensare al futuro, a programmare ogni passo, ma le miei scelte sono state comunque sbagliate.
A partire dalla mia ingenuità nel scegliere il percorso di studi per il futuro; un percorso alquanto inutile che non avrebbe avuto sbocchi concreti in ogni caso.

Poi si sono aggiunti imprevisti, cambiamenti destabilizzanti e l'insorgenza dei miei disturbi, che hanno portato la mia vita al tracollo.

Ora mi trovo in una situazione in cui è difficile pensare al futuro positivamente; mi è preclusa qualsiasi prospettiva.
L'assenza garanzie e la mia paura del fallimento e della perdita di controllo, aggravano questa condizione.
Vecchio 22-05-2019, 21:16   #6
Esperto
 

Io guardo al futuro in questi termini:

Mi spaventa continuare così, mi va molto meglio di tante persone ma non mi sento del tutto realizzato.

Mi piace pensare di cambiare completamente vita ma rimando continuamente nonostante ad essere realistico potrei farlo anche adesso (ovviamente rinunciando a certe cose)

Finisce sempre che continuo la stessa vita con piccoli e costanti miglioramenti che mi rendono sempre più improbabile cambiare vita perché più costruisci più ti crei attorno una gabbia di comfort e abitudini. Più hai da perdere più è difficile il cambiamento.

Desidererei prendermi qualche anno sabbatico congelando nel mentre la vita perché se mollo non posso riprendere quello che facevo in cui ho investito tante energie.

Il mio futuro lo vedo come una gabbia creata da me stesso.. quindi si spaventa anche me anche se per motivi diversi dai tuoi.
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