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04-12-2009, 23:46
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#61
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da cAlien
invece anche x la ragazza è tragica se superi la soglia, soprattutto se non la cerchi qui (quindi una messa male come te)... gli amici ancora ancora
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tu quindi per soglia intendi distanza dai normali...eh ma uomo...ke te frega. se pensi a quello ciao. bene ke ti vada vivi di merda con te stesso
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04-12-2009, 23:47
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#62
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Intermedio
Qui dal: Dec 2008
Messaggi: 287
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no, distanza da quello che vuoi, che può anche essere una vita normale
ps ma non dovevi uscire ce soir?
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04-12-2009, 23:49
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#63
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Esperto
Qui dal: Mar 2007
Messaggi: 663
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Quote:
Originariamente inviata da cAlien
affermazione discutibile, dato che nello stesso dsm c'è scritto "...i soggetti riconoscono che la paura è irrazionale...", riguardo alla nobile fobia sociale (rima)
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Soggettivizzi una cosa da oggettivizzare
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04-12-2009, 23:53
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#64
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da cAlien
no, distanza da quello che vuoi, che può anche essere una vita normale
ps ma non dovevi uscire ce soir?
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sto uscendo ora...
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05-12-2009, 00:10
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#65
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da cAlien
no, distanza da quello che vuoi, che può anche essere una vita normale
ps ma non dovevi uscire ce soir?
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beh comunque non se po' fà per definizione questa cosa. a meno ke non ti stressi e quindi rischi il cedimento delle forze con tutte le conseguenze del caso (tra cui le paranoie ke possono arrivare anke alla fobia sociale di quando ti metti in testa ke per essere devi essere perfetto, quindi hai paura). insomma, meglio essere sé stessi, a meno di forzature indribblabili, come diceva il carissimo di prima sul lavoro di cui ora ora non leggo né vedo il nome
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Ultima modifica di Intro-spettivo; 05-12-2009 a 00:13.
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05-12-2009, 00:31
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#66
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Quote:
Originariamente inviata da Intro-spettivo
cazzo nick...mi sembra di aver letto un libro, si capisce, bravo.
per quanto riguarda la capoccia la "scienza della testa" per me è inutile in maniera totale. il cervello lavora in concomitanza coi rapporti, i valori etc etc, quando si inizia a parlare di isolamento della persona per studiare dove nel suo cervello qualcosa non va...mi spiace ma mi sa tanto di cagata o inculata. vorrei sapere quanti guariscono così e quanti invece tornano a vivere dopo un modello o troppo libero di educazione o troppo repressivo. questi 2 estremi sono il male. i fobici in particolare sono troppo schiacciati, ma ovviamente nella vita si possono legare anke situazioni nelle quali la famiglia non esiste e quindi uno è rabbioso e così via. se uno sviluppa per questo sintomi ke cadono nel DSM, cali, come li risolve? con i farmaci?
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Beh non sono un terapeuta e non conosco Cali, ma se il sintomo impedisce la vita a volte il farmaco è necessario.
Alleggerire i sintomi non può che migliorare le cose se contemporaneamente continui a lavorare su te stesso.
Certo l'ideale sarebbe trovarsi o costruirsi una situazione adatta a te, ma non è facile per niente e non basta mica la volontà per farlo. E comunque non basterebbe, c'è chi nelle migliori condizioni continua a stare male e a farsi del male.
Poi io, ed è solo una mia opinione, ritengo la psicanalisi, assolutamente inadatta alla risoluzione pratica di certi problemi.
L'ho fatta per 5 anni, e non dico che non mi sia servita a nulla, perchè vabbè la consapevolezza delle cause mi è rimasta, ma i sintomi si sono alleviati solo con i farmaci.
Con questo non voglio dire che i farmaci risolvano tutto, manco per niente.
Devo ancora lavorare duramente sulla mia "forma mentis" e non per aderire ad un modello di società in cui, credimi, io proprio non mi riconosco ma per non esserne schiacciato che è diverso.
Non ho capito bene a cosa ti riferisci quando parli della "scienza della testa", psicologia, psicanalisi, psichiatria, neuroscienze, tutte quante?
La psicologia non è una scienza, partiamo innanzitutto da questo, se ti riferisci alla psichiatria posso solo dire che ho troppe esperienze reali che mi confermano che con una psichiatria democratica e responsabile si guarisce, o perlomeno si riesce a convivere, anche da cose peggiori della sociofobia.
Ma appunto, questa è la mia esperienza che probabilmente sarà determinata dall'aver incrociato un pessimo psicanalista e un ottimo psichiatra, se mi capitava l'opposto forse ora avrei detto il contrario di quanto ho sostenuto.
Sono da sempre un materialista, per quanto non integralista e quindi tendo a dare più importanza al cervello che alla psiche, che esiste sì ma come incontro tra l'epifenomeno del cervello (chiamiamolo "mente") e l'ambiente.
Sull'ambiente non sempre si può agire direttamente almeno non a livello individuale, mentre sul cervello ora si può e sempre meglio.
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05-12-2009, 00:39
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#67
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Intermedio
Qui dal: Dec 2008
Messaggi: 287
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Quote:
Originariamente inviata da Nick
Beh non sono un terapeuta e non conosco Cali, ma se il sintomo impedisce la vita a volte il farmaco è necessario.
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nel mio caso ho trovato una via alternativa che ha funzionato alla grande
anche se ogni tanto son tentato di ricomprare la bomba
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05-12-2009, 00:40
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#68
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Quote:
Originariamente inviata da cAlien
nel mio caso ho trovato una via alternativa che ha funzionato alla grande
anche se ogni tanto son tentato di ricomprare la bomba
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ma che è 'sta bomba?
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05-12-2009, 00:47
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#69
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Intermedio
Qui dal: Dec 2008
Messaggi: 287
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un semplice ansiolitico
ma vagli a dire qualcosa nel topic dell'alcool che son diseducativissimi, cribbios (cit.)
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05-12-2009, 06:54
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#70
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da cAlien
un semplice ansiolitico
ma vagli a dire qualcosa nel topic dell'alcool che son diseducativissimi, cribbios (cit.)
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ti aiuta a estroversare?
a me hanno detto per esempio della modalina. la modalina è il bene. beh comunque a parte questo...funzionano così i farmaci?
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05-12-2009, 08:54
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#71
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Intermedio
Qui dal: Jun 2007
Ubicazione: Bari
Messaggi: 222
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Allora non vedo un tema di discussione concreto!
Visto che qui si dovrebbe parlare di "cultura" per approfondire, propongo di iniziare a meditare su un concetto cardine di noi: che cosa è la MENTE? Cosa intendiamo o percepiamo quando parliamo di questo concetto.
Intanto ricordiamo cosa ci suggerisce l'etimologia
della parola MENTE: www.etimo.it/?term=Mente&find=Cerca
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05-12-2009, 09:10
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#72
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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io per cultura intendevo proprio cultura popolare o cultura mentale. insomma lo sbroglio dei conflitti. era un tentativo, insomma, un autoaiuto concreto.
mi è venuto in mente questo thread proprio xke fidel, nel resto del forum non è molto facile parlare seriamente di cultura...cultura intendo quello ke ci sta intorno! Parlare insomma, criticare! Rendersi conto di cosa si è rispetto all'esperienza fatta. E qui non è un cazzo facile xke di riffa o di raffa si va a parlare e agire quasi nelle stesse modalità ke fuori.
Per esempio, visto ke magari è un argomento ke interessa tutti e ribadisco: la rabbia. ha aperto un thread nothing87 l'altra sera sulla rabbia. se n'è discusso? a parte come gestirla etc etc...si è entrato nel merito? secondo me se non si entra nel merito non si ha la possibilità di sbrogliare. per esempio voi contro cosa siete arrabbiati?
secondo me "la cultura" come è intesa normalmente, in casi di rabbia grave o tossica semplicemente è slittata, a me capita così. ho un blocco così forte ke faccio sinceramente fatica ad accettare praticamente qualunque tipo anche solo di consiglio. a livelli così la cultura può essere usata come riempimento passionale dei buchi lasciati dlla rabbia ke non serve +, insomma investimento emotivo. v'è capì?
insomma: new entry va dallo psico? qualcun altro va dallo psico? ecco ke parlando qui sarebbe un po' come andare dallo psico...poi c'è qualcuno ke dice ke non funziona xke noi non siamo psicologi...io dico ke già intuitivamente possiamo capire da dove arrivano i nostri casini...certo ke uno SANO ci vuole xo.... questo si.
alla ricerca del sanone
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05-12-2009, 09:18
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#73
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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oppure altra cosa: continuo a parlare di individualismo ed egoismo in moltissimi post (paura anticipatoria del prossimo/cultura della schifezza umana, pregiudizio, fobia delle emozioni -sociali, non mi andate a tirare fuori cazzate- come i complimenti) contro il concetto di comunità (certamente + difficile da regolare). xke non se n'è mai discusso di più? è troppo difficile? eppure è il concetto cardine su cui si basa lo star male di testa e causa di principale lamento qui. ipocrisia, cinismo, cattiveria verso l'altro ke se no attacca.
su questo cosa dite?
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05-12-2009, 09:30
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#74
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Questo per esempio mi pare almeno valutabile:
La fobia delle emozioni positive si realizza allorché esse vengono significate come dimensioni di vergognosa e patetica debolezza, la cui espressione comportamentale si associa alla minaccia di rimanere inclusi nei rapporti, subordinati agli altri e/o preda di essi. Tale significazione spesso è cosciente, ideologizzata alla luce della legge del più forte, e sovrastrutturata da un ideale dell'io insensibile, egoista, cinico e talora sadico. Esiste però una quota di soggetti, molto più rilevante, la cui fobia, coscientemente misconosciuta, è attestata dall'organizzazione della vita soggettiva e relazionale sul registro dell'ipercontrollo degli affetti, da vissuti di solitudine, incapacità di rapporto significativo, ipo- o anestesia emozionale, affettiva e/o sessuale, senso di vuoto e di insoddisfazione, o, infine, da sintomi quali capogiri, vertigini e senso di sbandamento, tremori visibili alle mani o interni, ecc. In breve, quando la fobia delle emozioni è soggettivamente rimossa, essa si traduce o nell'incapacità di lasciarle scorrere, con effetti che vanno dall'isolamento ossessivo alla depressione più o meno mascherata da disinvestimento, o in una somatizzazione che ne attesta inequivocabilmente la natura squilibrante, incontrollabile e meramente negativa. In quest'ultimo caso, l'esperienza psicopatologica può configurarsi sotto forma isterica, ipocondriaca o fobica (per es. fobia di arrossire, di vomitare, di perdere le feci, ecc.) con indefinite possibilità di combinazioni e condensazioni tra queste forme.
Anche nel caso della fobia delle emozioni positive è in gioco un pregiudizio culturale. Tali emozioni, infatti, sistematicamente alimentate dalle istituzioni pedagogiche in nome del mito dell'armonia, e che catturano i soggetti più sensibili nel ruolo di bambini-modello, non sono affatto valutate positivamente a livello di vita sociale dall'adolescenza in poi. La nostra cultura, nonostante le forti influenze del cristianesimo, è ormai impregnata del mito dell'affermazione individuale che comporta la necessità di essere competitivi e aggressivi nei limiti della legalità. Tutti coloro che giungono all'interazione con il mondo sociale avendo alle spalle una pratica di vita incentrata sul mito dell'armonia, e quindi con una quota rilevante di frustrazione del bisogno di opposizione, si vengono a trovare in una situazione critica. Alcuni, come si è visto, radicalizzano la loro virtù, superegoicamente imposta, sviluppando un ideale dell'io che la conferma. Altri scoprono traumaticamente di essere stati ingannati in nome della loro sensibilità e giungono ad odiarla e disprezzarla, sovrapponendo ad essa un ideale dell'io antitetico.
Si dà anche un'altra possibilità. La diffusione della legge del più forte investe ormai anche alcune famiglie che ispirano l'educazione ad un modello pseudo-autonomizzante che non concede molto spazio ai bisogni affettivi e subordina le conferme all'espressione di comportamenti precoci di indipendenza e di competitività. In questi spazi, senza alcuna consapevolezza da parte degli educatori, si realizza una vera e propria persecuzione degli affetti. Ciò può dar luogo sia ad una reazione oppositiva sul registro della dipendenza e della rivendicazione perpetua di cure sia ad una reazione orgogliosa che comporta l'adesione al modello pseudo-autonomizzante e, nel corso degli anni, lo sviluppo di un ideale dell'io autosufficiente e chiuso agli affetti.
La diffusione della legge del più forte nel nostro contesto culturale ha una particolare incidenza a livello di psicopatologia giovanile. In conseguenza di essa, infatti, si realizza, a partire dai livelli di socializzazione scolari, una vera e propria "persecuzione" dei bambini dotati di una viva sensibilità sociale che, alimentata spesso dalle aspettative genitoriali di un comportamento precocemente maturo, si ritrovano ad essere confermati dagli adulti ma derisi, prevaricati e talora attaccati dai coetanei. A tale situazione, parecchi di essi reagiscono con un odio sociale che, preso atto della cattiveria del mondo e dell’inerzia degli adulti ad intervenire correggendo le ingiustizie, si trasforma spesso in un odio cieco e indifferenziato, destinato, dall’adolescenza in poi, ad esitare in una catastrofe psicopatologica. qualcuno si trova?
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05-12-2009, 09:37
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#75
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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comunque io sono anche convinto di una cosa: trovarsi male con le emozioni e sperare di non averne niente a ke fare secondo me è indice ke si è presa una grossa delusione. proprio nella delusione quindi si può vedere un attaccamento affettivo nei confronti di qualcosa di idealizzato o desiderato (quindi cazzo affettivo e pure al massimo grado!) ke però è andato deluso. quindi, detto papale papale, magari, noi (i nostri sogni) ke giocoforza hanno dovuto prendere un'altra strada (rabbia? indurimento? reinvestimento di ugual colore da un'altra parte? kiusura?)
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05-12-2009, 09:40
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#76
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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anke questo lo ritengo molto importante...sono un po' lunghetti ma dicono grandi verità, se uno ci si trova dentro è molto commovente
http://www.nilalienum.it/Sezioni/Agg...oversione.html
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Ultima modifica di Intro-spettivo; 05-12-2009 a 09:47.
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05-12-2009, 12:17
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#77
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Intermedio
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 273
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la cultura è soggettiva (cit.), ciò che è cultura per qualcuno, può essere aria fritta per altri, difficile trovare un punto d'accordo
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05-12-2009, 12:24
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#78
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Esperto
Qui dal: Nov 2009
Messaggi: 3,199
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Quote:
Originariamente inviata da Intro-spettivo
Questo per esempio mi pare almeno valutabile:
qualcuno si trova?
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Ma sì, mi ci trovo.
Il problema è che non è una situazione che noi possiamo cambiare a meno di non creare una comune, un falanstero o mettere in atto una rivoluzione.
Però fai bene a parlarne e hai fatto bene a postare.
Chi è l'autore del primo articolo?
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05-12-2009, 19:10
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#79
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Esperto
Qui dal: May 2009
Ubicazione: Milano è introversa
Messaggi: 1,455
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Quote:
Originariamente inviata da MohamedCali
la cultura è soggettiva (cit.), ciò che è cultura per qualcuno, può essere aria fritta per altri, difficile trovare un punto d'accordo
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mo si inizia a parlare e un punto lo si trova, vedrai...
sei bravo te coi bastoni eh?!
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05-12-2009, 19:13
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#80
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Esperto
Qui dal: Jul 2009
Ubicazione: in mezzo al caos
Messaggi: 1,825
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allora la vita vissuta......le esperienze sono formative o deformanti?
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