Stamattina mi alzo presto(orario insolito per un fanniguttun) alle 8 e vado al centro per l'impiego per vedere come butta la situazione di offerte lavorative(male) arrivo parcheggio l'auto e:
trovo i cancelli chiusi e una cinquantina di persone che aspettano l'apertura dei cancelli manco fosse la razione di pane degli aiuti ONU. Mi avvicino a loro , sento che risale da dentro di me qualcosa che non sentivo da anni, quell'adrenalina, quel terrore di affrontare una situazione di gruppo, loro avevano tutte facce torve (e ce credo tutti senza lavoro o l hanno perso), molti di loro quando arrivi ti squadrano come a dire: ecco un altro rompiballe che viene a rubarci il (possibile) lavoro. Mi sentivo come in un'ambiente ostile, dove ognuno pensa solo a se stesso e possibilmente a scavalcare l'altro, questa cosa mi ha sempre disgustato, non ho mai sopportato la competizione e l'ostilità di gruppo e intergruppo, quando sei un pericolo per qualcuno solo xkè potresti avere il suo posto, e poi il senso di colpa di avere il lavoro e lasciare qualcuno dei presenti senza il suo lavoro, insomma per farla breve nell'accavallarsi di tutti questi pensieri, ho risentito dopo mesi il cuore che tornava alla cara vecchia tachicardia, mal di testa dovuto a paura, giramento di testa, voglia di fuggire via, ma mentre questo flusso di coscienza mi dilaniava, ecco che si aprono i cancelli, per rendere l'idea vi dico solo che la situazione di entrata dal cancello al centro per l'impiego era pressapoco questa:
gente che superava altra gente , gente che sbagliava corridoio, solo alcuni(i più assidui frequentatori) prendevano il biglietto come dal salumiere per fare la fila. Tutta questa competizione mi disgusta, mi sembra una disumanizzazione, non ho mai sopportato la relazione competitiva con l'altro, tenderei sempre alla tregua oppure alla pace, queste guerre striscianti mi sfibrano. Voi come ve la cavate in queste situazioni di competizione?