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23-02-2018, 20:09
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#1
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Esperto
Qui dal: Mar 2017
Messaggi: 2,906
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A seguito delle recenti perdite subite sto sviluppando una vera e propria ossessione per la morte e il conseguente "riposo eterno".
La mia non è paura di morire, anzi tutt'altro. Sta nascendo una vera e propria passione per i cimiteri. Nello specifico mi sta ossessionando l'idea di realizzare una tomba di famiglia atta ad accogliere i miei familiari: "insieme dopo la morte, così come lo siamo stati in vita". Mi ripugna l'idea che in un futuro non lontanissimo ci troveremmo "dispersi" nei vari loculi "a tempo" sparsi nel cimitero/i e in breve "dimenticati".
Sento costantemente il bisogno di visitare i miei nonni morti da poco. L'altro giorno ho sentito il bisogno impellente di recarmi in un paio di piccoli cimiteri di campagna per trovare e rendere omaggio alla tomba di avi di cui si è quasi persa memoria.
Penso solo ed esclusivamente a quando io e i miei familiari saremmo morti e di come sia "necessario" essere riuniti in un luogo fisico anche post mortem.
E' come se il tempo si fosse cristallizzato: non potrà accadere più nulla degno di nota se non la morte stessa. Non vedo nella mia vita nessun evento futuro degno della minima attenzione: lavoro. famiglia, nascite. Non ci sarà niente di tutto questo, solo un lento declino fisico e psicologico, preludio della morte stessa, che è l'unica tappa che mi rimane da affrontare.
Lo stesso vale pure per i miei familiari: si respira aria di decadenza ovunque. Non vedo un futuro degno di questo nome.
Vedo solo la morte.
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23-02-2018, 21:39
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#2
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Esperto
Qui dal: Sep 2016
Ubicazione: Italia
Messaggi: 4,205
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In effetti la ricerca del riposo eterno non dovrebbe essere il desiderio di un giovane, non è la normalità.
Mi rendo conto che nella vita ci vogliono alcune cose per gustarla appieno: lavoro, amici,famiglia,amore.
Quando manca anche uno di questi elementi , il riposo eterno diventa un obbiettivo.
Bella l'idea di una tomba di famiglia, per essere tutti uniti nelle preghiere di chi verrà un giorno a portare i fiori.
Confesso che anche io quando vado al cimitero invidio due cose ai ns defunti: la pace eterna , senza emozioni né sofferenze (speriamo!!!!!) e guardando le foto anche di miei paesani o parenti penso che loro sono riusciti a creare una famiglia, amare il lavoro e una vita sociale intensa.
Noi viviamo nel limbo della sofferenza senza alcuna utilità sociale. La nostra presenza è dietro le quinte di una vita che non vogliamo vivere cosi o semplicemente non ci interessa vivere perché non l'abbiamo mai chiesto noi di nascere.
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Ultima modifica di Jacksparrow; 23-02-2018 a 21:42.
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23-02-2018, 21:55
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#3
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 389
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Bah, finché stai lì a pensare ai cimiteri, agli antenati "da omaggiare" e tutto il resto, non credo si tratti di vera fascinazione per la morte.
A me sembrano quelle cose un po' romantiche, forse anche consolatorie... non saprei!
La morte è un non-stato, in cui non c'è percezione ed auto-percezione.
Ci siamo stati tutti prima di nascere, e tutti ci torneremo.
In fondo sappiamo cos'è.
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23-02-2018, 22:24
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2017
Messaggi: 2,906
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Quote:
Originariamente inviata da Jacksparrow
In effetti la ricerca del riposo eterno non dovrebbe essere il desiderio di un giovane, non è la normalità.
Mi rendo conto che nella vita ci vogliono alcune cose per gustarla appieno: lavoro, amici,famiglia,amore.
Quando manca anche uno di questi elementi , il riposo eterno diventa un obbiettivo.
Bella l'idea di una tomba di famiglia, per essere tutti uniti nelle preghiere di chi verrà un giorno a portare i fiori.
Confesso che anche io quando vado al cimitero invidio due cose ai ns defunti: la pace eterna , senza emozioni né sofferenze (speriamo!!!!!) e guardando le foto anche di miei paesani o parenti penso che loro sono riusciti a creare una famiglia, amare il lavoro e una vita sociale intensa.
Noi viviamo nel limbo della sofferenza senza alcuna utilità sociale. La nostra presenza è dietro le quinte di una vita che non vogliamo vivere cosi o semplicemente non ci interessa vivere perché non l'abbiamo mai chiesto noi di nascere.
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Purtroppo manca tutto: non c'è voglia di vivere. Ed ho la percezione che lo stesso provino i miei familiari, anche se loro non lo ammettono.
Ho idea che la nostra famiglia sia bellamente avviata verso l'estinzione, mancando una nuova generazione.
L'idea della tomba di famiglia mi sta ossessionando, ma non trova consensi.
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23-02-2018, 22:25
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#5
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Esperto
Qui dal: Mar 2017
Messaggi: 2,906
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Quote:
Originariamente inviata da Randolph Carter
Bah, finché stai lì a pensare ai cimiteri, agli antenati "da omaggiare" e tutto il resto, non credo si tratti di vera fascinazione per la morte.
A me sembrano quelle cose un po' romantiche, forse anche consolatorie... non saprei!
La morte è un non-stato, in cui non c'è percezione ed auto-percezione.
Ci siamo stati tutti prima di nascere, e tutti ci torneremo.
In fondo sappiamo cos'è.
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Io sto aspettando la morte quasi con "ansia" e trepidazione, mi sembra sarà l'unico evento degno di nota del mio futuro. Per il resto non c'è nulla per la quale varrà la pena aggrapparsi alla vita.
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23-02-2018, 22:32
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#6
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 389
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Originariamente inviata da S.Marco91
Io sto aspettando la morte quasi con "ansia" e trepidazione, mi sembra sarà l'unico evento degno di nota del mio futuro. Per il resto non c'è nulla per la quale varrà la pena aggrapparsi alla vita.
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Ci penso spesso anch'io, nei termini da te descritti.
A volte spero in qualcosa di rapido, che annienti la coscienza in un lampo, ma l'agonia, il rendersi conto che il momento è arrivato, finchè la lucidità mentale lo permetta, be'... ti confesso che non mi dispiacerebbe affatto.
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23-02-2018, 22:53
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#7
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Banned
Qui dal: Dec 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,707
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Il riposo eterno è un'idea molto consolatoria. È da quando sono piccola che sono attratta dalla morte, dai cimiteri e dall'oscurita. Nei momenti di maggior angoscia e depressione trovo conforto nell'auspicare una morte rapida e improvvisa.
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24-02-2018, 11:32
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#8
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Esperto
Qui dal: Mar 2017
Messaggi: 2,906
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Quote:
Originariamente inviata da incompresa88
Il riposo eterno è un'idea molto consolatoria. È da quando sono piccola che sono attratta dalla morte, dai cimiteri e dall'oscurita. Nei momenti di maggior angoscia e depressione trovo conforto nell'auspicare una morte rapida e improvvisa.
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Io fin da piccolo provavo un senso di fascino e di rispetto per i cimiteri: quelle tombe e quelle lapidi mi ispiravano curiosità e venerazione.
Oggi provo un senso di pace ogni volta che ci vado, mi rilassano.
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24-02-2018, 11:36
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#9
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Banned
Qui dal: Dec 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,707
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Originariamente inviata da S.Marco91
Io fin da piccolo provavo un senso di fascino e di rispetto per i cimiteri: quelle tombe e quelle lapidi mi ispiravano curiosità e venerazione.
Oggi provo un senso di pace ogni volta che ci vado, mi rilassano.
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Sui cimiteri ho cambiato un po' idea dopo la perdita delle mie nonne... Nel senso che pur trovandoli sempre affascinanti e sentendomi perfettamente a mio agio in un luogo tanto vicino alla mia sensibilità, spesso il ricordo della perdita non mi permette più di apprezzarli come un tempo. Ad ogni modo, il pensiero della morte è sempre costante e mi accompagna da anni. Il desiderio di ricongiungermi alle uniche persone che amavo è fortissimo in me e spero sempre di poterlo realizzare al più presto (so benissimo che anche questo è solo un altro pensiero illusorio e confortante, visto che non rivedrò mai più nessuno una volta morta, ma mi piace crederlo).
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Ultima modifica di incompresa88; 24-02-2018 a 11:48.
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24-02-2018, 11:49
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#10
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 389
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Per quel che mi riguarda, ho sempre preferito pensare alla morte in termini più filosofici, senza legare il concetto a simbolismi come cimiteri, lapidi, bare e tutto il resto...
C'è sicuramente una ricca iconografia basata su questi topoi e che ha alimentato letteratura, cinema, musica e quant'altro.
Faccio un esempio un po' più grossolano: certo cinema horror, ad esempio, per me non rappresenta la morte, così come non la rappresenta il death metal, che pure la morte c'è l'ha nella sua stessa definizione...
Un cadavere, uno scheletro, non rappresentano la morte, ma solo un corpo privo di vita di cui noi vediamo le spoglie.
La morte è qualcosa difficile da figurare, essendo un non-stato, un vuoto di sè e quindi di realtà determinata dal sè... per questo magari preferiamo usare simbolismi ed icone, come, che so?, una figura incappucciata che brandisce la falce...
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24-02-2018, 11:54
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#11
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Banned
Qui dal: Dec 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,707
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Quote:
Originariamente inviata da Randolph Carter
Per quel che mi riguarda, ho sempre preferito pensare alla morte in termini più filosofici, senza legare il concetto a simbolismi come cimiteri, lapidi, bare e tutto il resto...
C'è sicuramente una ricca iconografia basata su questi topoi e che ha alimentato letteratura, cinema, musica e quant'altro.
Faccio un esempio un po' più grossolano: certo cinema horror, ad esempio, per me non rappresenta la morte, così come non la rappresenta il death metal, che pure la morte c'è l'ha nella sua stessa definizione...
Un cadavere, uno scheletro, non rappresentano la morte, ma solo un corpo privo di vita di cui noi vediamo le spoglie.
La morte è qualcosa difficile da figurare, essendo un non-stato, un vuoto di sè e quindi di realtà determinata dal sè... per questo magari preferiamo usare simbolismi ed icone, come, che so?, una figura incappucciata che brandisce la falce...
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Questo è molto vero. I cimiteri, le tombe, le lapidi in fondo non sono altro che simboli che poco hanno a che vedere con il concetto stesso di morte.
Tuttavia, il cimitero è un luogo che mi affascina, un luogo che richiama in me l'idea di pace eterna, e che, forse proprio per questo, sento così vicino.
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24-02-2018, 12:12
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#12
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 389
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Originariamente inviata da incompresa88
Il desiderio di ricongiungermi alle uniche persone che amavo è fortissimo in me e spero sempre di poterlo realizzare al più presto (so benissimo che anche questo è solo un altro pensiero illusorio e confortante, visto che non rivedrò mai più nessuno una volta morta, ma mi piace crederlo).
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Grazie davvero per la grande sincerità: ci sono tanti, là fuori, che non avrebbero mai avuto il coraggio di ammettere una cosa simile.
Mancanza di onestà intellettuale, o forse proprio l'incapacità di formulare un pensiero così sconveniente, non saprei, resta il fatto che molti, pur di esorcizzare il proprio horror vacui, sono disposti a svendere logica e buon senso alla miglior polizza di (r)assicurazione sulla vita.
Anche io a volte ho fantasie consolatorie, come quella in cui, una volta morto, io possa acquisire un grado di libertà in più, liberarmi dalle catene tetra-dimensionali e poter vedere nella sua interezza il fiume dello spazio tempo, ma...
...occhio che se mi legge Itachi, poi non la finiamo più
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24-02-2018, 12:45
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#13
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Banned
Qui dal: Dec 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,707
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Quote:
Originariamente inviata da Randolph Carter
Grazie davvero per la grande sincerità: ci sono tanti, là fuori, che non avrebbero mai avuto il coraggio di ammettere una cosa simile.
Mancanza di onestà intellettuale, o forse proprio l'incapacità di formulare un pensiero così sconveniente, non saprei, resta il fatto che molti, pur di esorcizzare il proprio horror vacui, sono disposti a svendere logica e buon senso alla miglior polizza di (r)assicurazione sulla vita.
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Credo che alcuni semplicemente abbiano bisogno di sperare in qualcosa che di fatto non esiste. Sono meccanismi della mente per attenuare la sofferenza. Dà conforto e consolazione credere in un ricongiungimento con le persone amate, e in effetti, è un'illusione per andare avanti ed accettare meglio una vita di cui non si è soddisfatti. Solo che bisognerebbe tenere a mente che, di fatto, si tratta di un'illusione.
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24-02-2018, 14:23
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#14
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 389
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E' difficile immaginare una condizione di non-esistenza, di assenza d'auto-coscienza.
Non c'è tempo, non c'è spazio, non ci sei nemmeno tu a determinare spazio e tempo.
Ho sempre pensato che l'essere consapevoli di se stessi, dettaglio fra i più qualificanti della psiche umana, fosse determinante in questo: gli animali vivono senza esserne consapevoli, senza saperlo.
In fondo anche noi da neonati, ad esempio, eravamo così (l'ontogenesi ripercorre la filogenesi, ma estendo il concetto anche a livello oltre-genico e post-partum - dannazione, sempre a fare l'ermetico, il criptico del cavolo!!!) e di fatto iniziamo a tracciare la nostra cronistoria da quando abbiamo una nostra auto-percezione, ricordi in cui abbiamo consapevolezza della nostra identità.
E' la percezione di esistere ad innescare il problema, perchè si inizia a pensare alla non esistenza, e a temere la perdita di identità e auto/etero-percezione che ne comporta.
Niente più "se stessi", niente più "spazio e tempo" attorno a "se stessi": un bel problema.
Quindi capisco, davvero, le varie varianti di Campi Elisi e sale lastricate di Scudi Dorati.
E' normale voler mantenere la propria identità, la percezione di qualcosa di riconoscibile: sarò sempre io, isomma, da qualche altra parte.
Però, in fondo, sappiamo che non è così.
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Ultima modifica di cancellato18863; 24-02-2018 a 14:26.
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24-02-2018, 15:50
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#15
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 389
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Da bravo programmatore informatico, direi che: magari abbiamo questa deformazione professionale, chissà?
E' che abbiamo questa natura a pensare intensamente, il flusso di pensiero inarrestabile, le Grandi Domande sui Grandi Problemi, forse per sopportare la difficoltà d'una vita da outsider; la professione ha aggiunto il "linguaggio tecnico" per descrivere certi viaggi interiori...
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24-02-2018, 15:58
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#16
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 389
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Tra l'altro, il termine stesso "riposo eterno" è consolatorio, ché il riposo è qualcosa proprio dei viventi.
Colgo dell'occasione per ripostare il mio solito schemino:
∞<--MORTE--[VITA]--MORTE-->∞
Direi che più esemplificativo di così... si muore!!!
[sic]
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24-02-2018, 17:23
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#17
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Esperto
Qui dal: May 2010
Messaggi: 3,855
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Quote:
Originariamente inviata da Randolph Carter
...occhio che se mi legge Itachi, poi non la finiamo più
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Vorrei poter esporre un analisi ulteriore ed una "precisazione" di ciò che è Vita e ciò che è trasmutazione della stessa (conseguentemente disaminare i concetti di Tempo e Spazio così come Corpo e Spirito), giacché che Morte è il mero atto che ha la valenza di scindere e distinguere le varie percezioni vissute che nell'esperienza umana media viene fraintesa e rappresentata dal simbolico tristo mietitore, per il semplice fatto che in molti casi l' umana ratio ha come fondamento il dissertare sulla fine della sua specifica esperienza equiparandola erroneamente (ed impropriamente, aggiungerei) alla fine della sua esistenza.
Sai, è difficile immaginar la propria esistenza attraverso un sistematico, seppur complesso, intreccio ordinato di cicli... si tende a considerare il tutto come una sofistica impasse... eppure vi è un filo conduttore che è omni-presente.
Oh quanto ci sarebbe da scrivere...
... ma evito di farlo non perché possa tediare o tediarmi, ma perché non reputerei giusto privare a nessuno la possibilità di arrivarci da sé; anzi, più che punto di arrivo sarebbe un ritorno del sentire d'esservici già.
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24-02-2018, 17:28
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#18
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 389
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Quote:
Originariamente inviata da Itachi
Vorrei poter esporre un analisi ulteriore ed una "precisazione" di ciò che è Vita e ciò che è trasmutazione della stessa
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Itachi, alla fine sei arrivato, , io lo sentivo che prima o poi ti saresti palesato in questo buco nero di thread... sentivo il suono dei tuoi passi avvicinarsi sempre più...
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24-02-2018, 17:45
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#19
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Esperto
Qui dal: May 2010
Messaggi: 3,855
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Quote:
Originariamente inviata da Randolph Carter
Itachi, alla fine sei arrivato, , io lo sentivo che prima o poi ti saresti palesato in questo buco nero di thread... sentivo il suono dei tuoi passi avvicinarsi sempre più...
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Beh, il thread stava prendendo una piega interessante e sono stato addirittura citato. Tra l'altro non potevo esimermi nel darti il bentornato a modo mio.
Metafora pertinente comunque; in effetti il tema proposto è ciò di più simile ad una singolarità sincronica.
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24-02-2018, 17:48
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#20
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,518
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Il fatto che il fatto che "la morte potrebbe giungere in qualsiasi momento" è un modo di dire degli ottimisti non sia neanche considerabile troppo paradossale ci dice molto sulla condizione dell'uomo.
Solo dio sa cosa vi è oltre la morte, dovremmo pensare piuttosto a non dannarci l'anima in vita.
Il come non dannarci l'anima certo è dubbio, ma insomma, si faccia del proprio meglio.
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