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28-07-2020, 14:08
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#1
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Intermedio
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Puglia-Calabria-Veneto
Messaggi: 119
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Non vi fa estrema rabbia guardare gli altri che riescono a fare normalmente quello che noi invece per poterlo fare ci giriamo e rigiriamo intorno rimanendo imbrigliati in un pantano senza sbocco di ansie ed ossessioni?.. non vi fa rabbia guardare gli altri, chiunque siano, agire con agio, conversare con agio, manifestare emozioni e sentimenti con agio? Forse sto solo tirando fuori quel mostro dell’invidia che acceca, invidia del resto generalizzata perché scatta non appena osservo qualcuno “riuscire” a fare qualcosa che io per poterla fare suderei sette camicie e sarei comunque insoddisfatto.. vi chiedo varie cose per confrontarmi: avete anche voi la sensazione di essere semplicemente osservatori della vostra vita e soprattutto di quella altrui, come foste al cinema per guardare un film nel quale voi ovviamente non avete nessun ruolo e nessuna parte perché semplici osservatori? Avete questa sensazione di essere spesso tagliati fuori?
come vi rapportate all’invidia che provate verso chi riesce più serenamente a fare tutte quelle cose che noi non riusciamo a fare spontaneamente? Riuscite a mitigare, alleggerire o superare questa invidia?
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28-07-2020, 14:14
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#2
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Esperto
Qui dal: Jan 2020
Ubicazione: Avalon
Messaggi: 786
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Sono sempre stata osservatrice e mai protagonista della mia vita ,tutto scorre e quello che faccio è osservare senza agire . Negli ultimi anni è più presente un sentimento di rassegnazione piuttosto che di invidia perché tanto ho capito che sono diversa e neanche con sforzi disumani potrò avere una vita normale .
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28-07-2020, 14:23
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#3
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Intermedio
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Puglia-Calabria-Veneto
Messaggi: 119
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Quote:
Originariamente inviata da Astrid
Sono sempre stata osservatrice e mai protagonista della mia vita ,tutto scorre e quello che faccio è osservare senza agire . Negli ultimi anni è più presente un sentimento di rassegnazione piuttosto che di invidia perché tanto ho capito che sono diversa e neanche con sforzi disumani potrò avere una vita normale .
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Non accetterò mai la rassegnazione perché mi sembrerebbe una sconfitta atroce, un gettare completamente la spugna e proverei rimpianti per tutte quelle cose che avrei potuto fare e che non ho fatto per poter stare un po’ meglio... ad ogni modo quella che prima era invidia per te si è trasformata poi in rassegnazione? Insomma c’è stato uno slittamento di sentimenti dall’invidia all’essere rassegnati?
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28-07-2020, 14:30
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#4
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Esperto
Qui dal: Jan 2020
Ubicazione: Avalon
Messaggi: 786
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Quote:
Originariamente inviata da Raffaele
Non accetterò mai la rassegnazione perché mi sembrerebbe una sconfitta atroce, un gettare completamente la spugna e proverei rimpianti per tutte quelle cose che avrei potuto fare e che non ho fatto per poter stare un po’ meglio... ad ogni modo quella che prima era invidia per te si è trasformata poi in rassegnazione? Insomma c’è stato uno slittamento di sentimenti dall’invidia all’essere rassegnati?
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Il mio problema è che se mi sforzo mi esaurisco,per me fare sforzi per arrivare al nulla non ne vale più la pena ,lo faccio solo nei casi in cui sento che potrei seriamente avere rimpianti altrimenti lascio perdere . È una sorta di meccanismo di protezione perché non mi posso permettere di giocarmi la poca sanità mentale che mi è rimasta .
La rassegnazione per me non è sempre una sconfitta .
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28-07-2020, 14:40
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#5
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,894
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È sempre stato così, per ottenere quello che ottengono gli altri mi devo impegnare molto di più di loro e questa cosa non mi sta bene, è come se non giocassimo alla pari. Questo mi ha tolto la motivazione e mi ha spinto all'isolamento. Ma ormai ho accettato che non sono come gli altri, raramente provo invidia.
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28-07-2020, 14:59
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#6
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Intermedio
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Puglia-Calabria-Veneto
Messaggi: 119
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L’invidia e la rabbia creano grossi problemi proprio nelle banali attività della vita quotidiana e si ritorcono contro.. quando mi capita ad esempio di entrare in un bar, o di prendere l’autobus oppure altri mezzi pubblici e per caso assisto a delle conversazioni di altri ragazzi oppure anche di adulti scatta subito questo meccanismo (soprattutto quando osservo gesti di ordinaria manifestazione affettiva.. tipo abbracci o baci o cose simili) .. mi vedo lì in disparte e loro che si godono la compagnia e tutto quell’agio, allora parte quel fastidioso disagio, quel misto di non volerne sapere nulla ed allo stesso tempo di voler essere al posto loro e tante altre dolorose sensazioni..
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28-07-2020, 15:01
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#7
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Esperto
Qui dal: Dec 2017
Ubicazione: Nel mondo virtuale
Messaggi: 2,703
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Io sono un continuo osservatore della vita altrui. Mi sento estraneo a qualsiasi cosa, non ho una mia identità
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28-07-2020, 15:31
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#8
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Esperto
Qui dal: May 2018
Ubicazione: Genova
Messaggi: 2,704
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I termini cinematografici diciamo che mi sento protagonista della mia vita e una comparsa nelle vite altrui...però alla stesso modo gli altri per me sono protagonisti delle loro vite e delle comparse nella mia.
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28-07-2020, 15:58
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#9
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Intermedio
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Puglia-Calabria-Veneto
Messaggi: 119
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Quote:
Originariamente inviata da Saturnino
I termini cinematografici diciamo che mi sento protagonista della mia vita e una comparsa nelle vite altrui...però alla stesso modo gli altri per me sono protagonisti delle loro vite e delle comparse nella mia.
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Beh mi sembra che percepirsi come protagonisti della propria vita significa non essere soltanto o prevalentemente osservatori del mondo esterno, significa essere più attivi.. mi pare già una condizione per niente male..
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28-07-2020, 16:32
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#10
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Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 2,982
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Di invidia ormai non me ne viene quasi più, ho accettato di essere diverso e me ne sono fatto una ragione, anzi non voglio essere come "gli altri". Mi basta migliorare su alcune delle mie problematiche, ma di vivere come la stragrande maggioranza della popolazione mondiale non è che mi interessi granché, non mi comunica felicità. Alla fine per me quel che conta è coltivare degli interessi, avere persone con cui condividerli/degli amici di cui fidarsi (anche uno o due, non per forza dieci e oltre come gli estroversi, conta la sostanza non la quantità mentre sul discorso "ragazza" per ora mi sono arreso, poi si vedrà, fa male pensarci troppo) e basta, da introverso mi verrebbe un esaurimento a vivere ogni giorno tra la gente con pochissime pause, andando da una parte all'altra e via dicendo, non mi sembra un granché come vita nemmeno quella.
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28-07-2020, 17:21
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#11
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Banned
Qui dal: Jun 2020
Ubicazione: Skyrim
Messaggi: 170
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A 14 anni forse.
Adesso assolutamente no.
La mia vita va avanti.
Le cose importanti per me sono le passioni, il viaggiare,il lavoro e i miei genitori.
Se gli amici e la ragazza non arrivano, pazienza.
Continuerò a vivere come ho sempre fatto.
Di certo non provo invidia verso gli altri.
Anzi fondamentalmente non mi interessa per nulla quello che fanno.
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28-07-2020, 17:28
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#12
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Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
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Io sono esterno anche a me stesso..soffro talmente tanto e ne ho passate talmente tante che è come a fossi sotto anestesia emozionale..l isolamento delle altre persone mi ha reso astioso,rabbioso, burbero e anche cattivello..prima non ero affatto così
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28-07-2020, 19:54
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#13
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,614
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Quote:
Originariamente inviata da Crepuscolo
È sempre stato così, per ottenere quello che ottengono gli altri mi devo impegnare molto di più di loro e questa cosa non mi sta bene, è come se non giocassimo alla pari. Questo mi ha tolto la motivazione e mi ha spinto all'isolamento. Ma ormai ho accettato che non sono come gli altri, raramente provo invidia.
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Quote:
Originariamente inviata da Astrid
Sono sempre stata osservatrice e mai protagonista della mia vita ,tutto scorre e quello che faccio è osservare senza agire . Negli ultimi anni è più presente un sentimento di rassegnazione piuttosto che di invidia perché tanto ho capito che sono diversa e neanche con sforzi disumani potrò avere una vita normale .
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Per me è esattamente uguale, anch'io sono sempre stato un osservatore esterno della vita degli altri.
Per quanto riguarda la mia vita, non ho mai vissuto ed ora sono arrivato ad un punto tale di isolamento e malessere da essere ricoverato in una struttura psichiatrica.
L'isolamento ha aiutato anche ad attenuare l'invidia, "occhio non vede cuore non duole".
Ormai affronto le cose in maniera passiva e con rassegnazione, ormai ho perso la speranza, la voglia e la motivazione per andare avanti.
Non credo di poter riuscire ad avere una vita quantomeno dignitosa o simile a quella degli altri.
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