Penso che come ricostruzione sia plausibile.
Anche se poi non si spiegano i dispositivi sottocutanei che a quanto pare sono stati inseriti a molti di questi supposti addotti. C'è un medico che si è specializzato nell'asportare esclusivamente questi dispositivi.
Anche lì, quando vai ad approfondire, trovi un mondo.
Da Malanga a Biglino, da Zecharia Sitchin alle ipotetiche adduzioni di intere famiglie. Ci sono "contattisti" ovunque, come si fa a sapere che cosa sia vero e cosa no ? Di certezze non ne abbiamo di certo e, per come la vedo, uno ad esempio come Neale Donald Walsch (che ha fatto un botto di soldi coi 3 Bestseller "Conversazioni con Dio") come facciamo a credere che quei libri non siano davvero il frutto di una conversazione avuta con un interlocutore che si spacciava veramente per Dio ?
Ma il punto non è nemmeno la fonte, è quello che in quei libri si dice.
Quell'opera è davvero potente, ha sconvolto non solo me, ma anche molte persone con le quali l'ho condivisa. Tra queste anche dei medici. Che ne sappiamo noi che quell'opera non sia stata scritta veramente sotto dettatura, o che non sia davvero un'opera ispirata ?
È presuntuoso negare aprioristicamente il percorso di una persona, e lo è altrettanto credere ciecamente ad ogni cosa che sentiamo.
Ma il discrimine non sono mai solo i soldi, se pensi a Brian Weiss, che si è messo a scrivere anche lui un Bestseller dietro l'altro praticando l'ipnosi regressiva e trascrivendo le registrazioni di quello che secondo lui I Maestri gli comunicavano attraverso i suoi pazienti e che si trovò a percorrere quella strada quasi per caso.
Dirigeva un ospedale psichiatrico, era laureato a Yale ed era pure ateo. Non era già forse un professionista affermato ? Non aveva forse tutto da perdere parlando di altre vite e di contratti karmici ?
Quando penso ad una persona che dedica la propria vita (come anche Zecharia Sitchin) a qualcosa in cui crede, qualcosa che probabilmente (perchè no ? Che ne sappiamo noi, in fondo ?), sono le risposte che quella persona si è data e che pensa di aver trovato e che sente probabilmente l'urgenza di condividere col mondo intero. In fondo, quanto ne sappiamo circa le vere intenzioni che hanno mosso queste persone per essere state disposte a dedicare anni o la propria intera esistenza, a progetti tanto rischiosi ? E senza essere state costrette da nessuno a farlo ? È evidente che per queste persone improvvisamente qualcosa è diventato più importante di tutto il resto.
Questo mi pare evidente
Io non me la sento di dire che una grande quantità di denaro che una persona guadagna attraverso un'attività apparentemente strana o inconsueta, siano la dimostrazione incontrovertibile che quella persona è in malafede o un "ciarlatano".
Molte persone avevano tutto da perdere nel momento in cui si sono cimentate in attività nuove.
Chi ci garantisce che non fossero davvero mosse da qualcosa di più appagante e totalizzante di una semplice, anonima carriera accademica del cazzo ?
Quando una persona dedica l'intera esistenza a qualcosa, e soprattutto quando ha tutto da perdere nel momento in cui intraprende quel percorso, io parto sempre dall'assunto che quella persona sia in buona fede fino a prova contraria.
Se leggi Autobiografia di uno Yogi di Paramahansa Yogananda, ci sono delle storie che sembra un racconto di fantasia, neanche in un fumetto di Dylan Dog trovi situazioni altrettanto apparentemente assurde.
Ma in fondo noi che cosa ne sappiamo se davvero a cavallo tra l'800 e il 900 l'India non fosse un luogo in cui davvero accadevano queste cose ?
Lo Swami delle tigri che lottava con le tigri a mani nude, o quell'altro che si sdoppiava, addirittura sembra che lo stesso Yogananda riuscisse a chiamare a sè gli aquiloni dei bambini che giocavano per mezzo dell'illuminzazione raggiunta attraverso la meditazione.
Riusciva a farlo a comando, quando la sorella gli chiedeva una dimostrazione pratica di quel che lui affermava.
Cosa ne sappiamo noi in fin dei conti ?
Una cosa è certa, ne sappiamo sempre di meno, deleghiamo tutto alla cosiddetta scienza e siamo stati educati a non domandarci più nulla.
Figurarsi il significato della vita, ci interessa probabilmente di più la partita di calcio che domandarci cosa siamo venuti a fare al mondo, al di là del fatto di dover lavorare come schiavi 5 giorni su 7 la settimana solo per pagare delle bollette e combattendo quotidianamente per riuscire a mala pena a sopravvivere .
Credo che le condizioni di buona parte del mondo, modello occidentale compreso, ci impongano di chiederci proprio questo; se valga la pena doverci accontentare sì e no di sopravvivere (non certo di vivere), senza nemmeno il tempo a disposizione per interrogarci su questioni energeticamente troppo dispendiose.