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11-01-2024, 21:24
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#1
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Guest
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Un saluto a tutti ...
Ragazze e ragazzi, mi veniva in questi giorni per me molto difficili, di fare una riflessione, e la volevo condividere con voi per leggere le vostre, poi, di riflessioni.
Per problemi che non spiego qui, tra questioni burocratiche che nel nostro vivere civile sono quelle che mi spaventano di più (ed è capitato, anzi sta capitando) e problemi di salute, ho cercato nei pochi momenti di lucidità non afflitti dalla solita combo ansia&paura di costruire un insegnamento, cioé di capire cosa mi sta mostrando il periodo sbagliato e stressante che vivo.
Al di là di altre considerazioni, mi pare di poter dire che chi come me soffre di ansia, paura anticipatoria e disturbi correlati, "semplicemente" non è adatto alla vita ordinaria.
Cioé alcune cose ci sono precluse, oppure è meglio togliersele dalla testa visto che, al momento di un problema, un intoppo, e cose del genere ,si finisce con il rispondere alle questioni non con la grinta mista a serenità delle persone "normali" ma con quella combo di cui sopra che alterna ansia e paura, e quindi alla fine pare che possiamo dire a noi stessi "ma chi me lo fa fare di intraprendere un percorso se poi lo vivo male?".
Mi ricordo un post di qualche giorno fa di "NatoMorto" : lui diceva, non mi ricordo più in quale thread, che ogni cosa gli arriva come un treno, e che si agita subito.
Mi sono detto: Cribbio, è quello che succede a me da qualche tempo. Un piccolo problema non mi dà un colpetto, mi dà una spallata. Non cado, non barcollo o quasi, ma la botta è sempre troppo forte sul piano emotivo, come sentire la tosse di una formica allo stesso volume di una tosse umana. (E la tosse umana a che volume?).
Non so se sono abbastanza bravo con queste parole per farvi capire cosa intendo. NatoMorto c'è riuscito benissimo: "ogni cosa mi arriva come un treno".
E quindi, dicevo, come conclusione che mi ronza in testa da giorni, noialtri dovremmo voltare la testa da un'altra parte quando qualcosa bolle in pentola, se poi il decorso successivo è un ennesimo treno di ansia.
Ti piace una ragazza? Si ... Bella... Carina ... ma poi alla prima difficoltà come la gestisci? Con un'ansia forte? Allora forse è meglio lasciar perdere dal principio, se sei così, perché tanto sarà l'ennesima questione sofferta della tua vita invece che un arricchimento. (Non è ciò che sta capitando a me eh, ho problemi di altra natura e le ragazze non c'entrano, m< è un pensiero che mi viene).
Che dite voi? Magari direte: grazie al cazzo, hai scoperto l'acqua calda! Sarà che io non ho più il gusto da tempo per finire una guerra e poi cominciarne un'altra, perché anche se la vinco, ho poco da festeggiare, con stanchezza, logoramento, delusione e amarezza.
Trovandomi di fronte a uno che mi dicesse ("uno" in generale) : hai visto, si è risolta! Mi verrebbe solo da rispondere con un bel vaffanculo. E la salute persa in batticuore, notti insonni, ansia, giramenti di testa, confusione e quant'altro come dovrei considerarla? Una vittoria?
Ma de che?
Se mi rispondete, come al solito imparo qualcosa. E chiedo scusa alla piacevole Dystopia, a Limitless che conosco poco e ad altri se il linguaggio a volte è colorito. Ma davvero guarderei come minimo perplesso uno che mi dicesse: ecco, è passata.
Estraneo
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11-01-2024, 22:02
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2023
Messaggi: 785
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Ecco è passata
No aspetta, non mandarmi a quel paese, sto facendo lo sciocco per sdrammatizzare. Non è assolutamente passata e ormai sono arrivato alla conclusione che non passerà mai, l'unica è provare a farsene una ragione.
Ma a volte riesce, altre no.
La similitudine col treno è azzeccatissima, ogni minima str***ta per un ansioso è un dramma, anche se sei allenato, se te le aspetti... non cambia nulla, pensi a quello e ti fai mille paure e paranoie e quant'altro (proprio mentre scrivo ho ricevuto un messaggio inconsueto dai padroni di casa, niente di che, ma il mio cervello è già partito e fatico già ad essere lucido nel rispondere). E, come dicevo da qualche altra parte nel forum, il mio cervello sragiona vedendo davanti a se solo uno scoglio alla volta (escludendo tutto il resto anche le piccole cose buone) finché non l'ha, per modo di dire, superato. Poi si dedica al prossimo. E sono stronzate, del tipo è una settimana che so che domani sera devo andare a una cosa abbastanza "mondana" per lavoro e non riesco a pensare che a quello, anche se mi impongo di farlo il meno possibile, di non pensarci, è sempre lì in sottofondo.
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11-01-2024, 22:41
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#3
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Capita anche a me. Non so altri, ma non avendo potuto/saputo/etc sviluppare autostima ho ansia anticipatoria, ansia "sul momento" e ansia dopo per i rimorsi che avrei potuto gestire meglio il problema. Al livello a cui sto quasi qualsiasi cosa è al di sopra delle mie possibilità. Anche se non mi sono rassegnato, per forza di cose una forma di rassegnazione è sopravvenuta. So che non ci posso fare niente e morirò così, salvo cambiamenti che non potranno essere che peggiorativi.
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11-01-2024, 22:53
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2020
Ubicazione: Verona
Messaggi: 6,187
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Sì sono d'accordo, l'ansia anticipatoria e la paura di quel che potrebbe succederebbe sono dei grossi fardelli che ti limitano molto.
Detto questo non ho molto altro da dire, io per fortuna non ho questo tipo di problemi, un po' per carattere, un po' per il mio modo di essere, non ho mai avuto grossi problemi d'ansia, ma mi sono bastate le poche esperienze che ho avuto al liceo soprattutto per capire che effettivamente è molto limitate.
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12-01-2024, 00:36
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#5
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Guest
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Grazie AVolteRitorno, Pokorny e Maffo per le risposte.
Sul posto di lavoro abbiamo un citofono per la comunicazione interna, ma a volte ci chiamiamo con lo smartphone ...
Sarà che sono stanco, ma ogni squillo adesso mi fa dire: ecco la prossima rogna che arriva ... Poi magari non lo è, ma come dite voi AvolteRitorno e Pokorny, ormai la testa è partita per la tangente, e pure se torna indietro, la botta d'ansia ce l'hai comunque avuta.
E' come tagliarsi con il vetro, ogni volta.
Beato te Maffo, si vede che è carattere ... Non ho capito bene se vivi in campagna, ma se è così anche il posto fa tanto. Dove vivo io (la capitale) già appena esci di casa ti viene l'ansia, e l'ho sentito dire pure da persone che a differenza di me non ne soffrono.
Estraneo
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12-01-2024, 03:12
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#6
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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Si, sono d'accordo. Ogni cosa mi travolge con ansia, poiché ogni cosa per me è fatica.
andare al caf/posta/banca/Asl/etc.? Fatica enorme.
Uscire con una ragazza? E' una cosa che per i più dovrebbe essere bella, ma per me è ansia, tachicardia.. "cosa gli dico? Di cosa ci parlo? Dove la porto? Come mi vesto visto che non ho vestiti adatti?". Alla fine non penso sia una paranoia, poiché io sono veramente una persona banale, lenta, flemmatica e noiosa, e c'è il rischio più che concreto, anzi concretissimo di annoiare l'altra persona.
Tutta la vita diventa una fatica immane. Anche dormire è faticoso: "stanotte farà caldo? Freddo? Metto pigiama leggero? Medio? Pesante?" E' tutto così.
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12-01-2024, 10:25
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#7
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Banned
Qui dal: Oct 2023
Messaggi: 319
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Si è così, capisco il senso di quel treno, per ogni cosa, anche banale. Avendo consapevolezza che le forze per far fronte non ci sono evito qualsiasi cosa possa considerare "troppo" per me. Il che significa rinunciare a tante occasioni di crescita sia umana che professionale perchè non ci sono le energie per far fronte alla "socialità". Proprio oggi ho maturato l'idea di declinare un viaggio di lavoro con una scusa perchè "non reggo" a conoscere e gestire persone per giunta in ambiente estraneo. E' un dato di fatto e diventa sopravvivenza. Anche a me dicono di insistere che poi passerà, ma intanto starci dentro è come morire, e sono consapevole che gli altri, a meno che non condividano lo stesso problema, non potranno mai capire fino a che punto si possa morire dentro.
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12-01-2024, 11:40
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#8
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Esperto
Qui dal: Dec 2023
Ubicazione: Medellìn
Messaggi: 1,097
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Quote:
Originariamente inviata da un_lettore
Un saluto a tutti ...
E quindi, dicevo, come conclusione che mi ronza in testa da giorni, noialtri dovremmo voltare la testa da un'altra parte quando qualcosa bolle in pentola, se poi il decorso successivo è un ennesimo treno di ansia.
Estraneo
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In generale condivido quello che dici. Credo però che sforzarsi un pò ne valga la pena. L'obiettivo non è diventare estroversoni di successo senza alcuna ansia. Quello togliamocelo dalla testa, quel desiderio è solo il prodotto di un modo distorto con cui vediamo la realtà e del continuo confronto autosvalutante che operiamo nei confronti di tutti coloro che reputiamo "migliori" di noi, altra distorisione autoindotta delle cose.
Per come la vedo io, il mio obiettivo è migliorare il più possibile, imparando ad affrontare le difficoltà meglio di come le affronto ora, e a scoprire e far emergere ciò che veramente sono, dietro questi meccanismi ansiosi che si sostituiscono a me, come degli attori che rubano la scena a teatro.
Se aneliamo ad una situazione ideale, perfetta, felice, se tutto ciò che desideriamo è non provare più emozioni negativi e non avere più problemi nella vita, beh tanto vale spararsi un colpo ora, perchè nessuna vita sarà mai esente da problemi, disagi ed emozioni negative. Se è questo che vogliamo, beh vogliamo l'impossibile, e bisogna rendersene conto.
Ciò che voglio io è lavorare su di me e fare il meglio che posso con quello che ho. Non ha senso evitare ogni cosa che può farci arrivare un treno. Ha senso imparare a capire quali sono i treni più grandi e quali quelli più piccoli. Quelli grandi magari non li si affronteranno mai (ogni essere umano ha treni grandi da cui scappa, persino colui che ai vostri occhi appare come il più di successo). Ma si può iniziare ad affrontare i trenini piccolini, quelli che ci portano un'ansia e uno stress tutto sommato abbastanza gestibile quando va bene. Capire ciò che è "troppo", come dice Amym, è un gran talento. QUando una cosa è troppo non la si affronta, senza sentirsi in colpa. Ma occhio a non adagiarsi su questo meccanismo. E se si fallisce va bene, a nessuno importa una sega dei nostri fallimenti, gli unici che ci puntano addosso gli occhi costantemente siamo solo noi stessi. Voi stessi, quanto tempo mentale concedete a pensare ai fallimenti altrui? E non vi capita mai di pensare "stamattina ha fatto una figuraccia quello lì, vabbè capita, cose della vita", e basta !? Se evitiamo ogni imptetica situazione che ci potrebbe generare anche solo un pò di ansia, beh, a quel punto era meglio non affacciarsi nemmeno dalla figa di nostra madre, che tanto la prima cosa che ti fanno è farti piangere.
Ma far tutto ciò non basta. Bisogna impegnarsi a cambiare il proprio modo di ragionare. E' dura, sono schemi mentali e percorsi neuronali sviluppatisi in decenni, è un lavoro che dura una vita e in una vita non si compie, ma si può iniziare e progredire.
Bisogna discernere ciò che bolle in una pentola da ciò che bolle in un'altra, e pigliare la pentola che si è in grado di pigliare. Le altre lasciarle. Ma soprattutto uscire dai modelli di pensiero di giusto/sbagliato, bene/male, figo/sfigato, di successo/fallito e dall'autosvalutazione del proprio sè. Se non siamo noi i primi a guardarci con comprensione, accettazione e perchè no ironia, chi pensate che arrivi nella vita a farlo? Babbo natale?
Detto questo, so che molti penseranno "beh facile, ha scoperto l'acqua calda sto stronzo, viene a darci la lezione, sarà uno che al massimo ha paura di parlare in pubblico, non sa come sono messo io". Io ho avuto periodi in cui non uscivo di casa per mesi per l'ansia degli sguardi dei passanti. Tante cose che ad oggi ho superato. So che ci sono paure immotivate che non supererò mai, ma va bene, la mia macchina biologica è fatta così e così me la tengo. Però non voglio morire col rimpianto che potevo fare di iù sforzandomi un pò di più.
E se non ci riesci non ci riesci e va bene così. In fondo gente, ricordatevi che, chi tra 80 anni chi tra 5, chi la prossima settimana, moriremo tutti. E poi moriranno i nostri parenti, e poi coloro che ci hanno conosciuto. E di noi non resterà niente, nemmeno la memoria nella testa di qualcun altro. Arriverà un giorno in cui nessuno saprà che siamo mai esistiti (non mi pare che dei Giulio Cesare frequentino il forum). E quindi va bene, abbandoniamo ogni minima sfida quotidiana, cazzi nostri, il danno è solo nostro. Vegetiamo come in un bozzolo, ma non ditemi che nel bozzolo non state male, o che vi sentite vivi.
Sorry estraneo, ne è venuto fuori un discorso un pò più generale rispetto al tuo messaggio...poi, io scrivo queste cose soprattutto per ricordarle a me stesso
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Ultima modifica di Pablo Escoalbar; 12-01-2024 a 13:04.
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12-01-2024, 14:10
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#9
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Esperto
Qui dal: Aug 2023
Messaggi: 785
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Non vorrei con queste mie parole scoraggiare chi come Pablo vuole provarci, in fondo è una cosa che ho fatto tanto anche io e posso dire che qualche soddisfazione te la porti anche a casa. Quindi fatelo nonostante quel che dico io di seguito.
Purtroppo per la mia esperienza a prevalere sono gli insuccessi (se così vogliamo chiamarli) provando ad andare contro certi meccanismi mentali legati all'ansia. In tante cose della vita l'esperienza aiuta molto, nell'ansia aiuta un po' sì, ma non molto.
Io di treni di quelli grossi ne ho presi in fronte talmente tanti che nemmeno li ricordo più tutti, mi sono messo in situazioni di forte disagio di proposito, per allenarmi, per riuscire a controllare qualcosa che credo sia incontrollabile.
Ho fatto per decenni lavori a diretto contatto col pubblico, a disagio, scombinato, goffo, sempre sudato (iperidriosi), agitato, sbagliato. Di esperienza e gavetta ne ho fatta, ma ancora oggi ogni volta che mi ritrovo in queste situazioni l'ansia è quasi uguale al primo giorno, forse so mascherare meglio, ma come mi sento io è uguale identico e non ci sono escamotage o serotonina che regga.
Ho provato anche a modificare il mio carattere, dicendomi che diventando più duro, più insensibile, meno catastrofista, sarebbe migliorato qualcosa. Però, prima cosa se sei in un modo è veramente difficile cambiare all'opposto, può sembrarti di averlo fatto, ma magari ti sei solo isolato di più e non ti vedi per come realmente sei nel sociale, poi quando torni quelle rare volte in quelle situazioni ti accorgi che non è cambiato molto.
Stesso discorso vale per uno degli argomenti principi del forum, il rapporto amoroso, affettivo. Mi sono violentato per riuscire ad andare ad appuntamenti, per fare qualche esperienza (a volte anche contro voglia), per cercare qualcosa che in fondo in fondo forse era solo cercare un ancora di salvataggio nel mare della solitudine. Qualcosa ho rimediato, qualche volta è stato un disastro, anche qui come nel lavoro ho fatto le mie esperienze, ma oggi sono solo, ho capito che cercare qualcuno per non rimanere solo è peggio di rimanere solo e non ho più voglia di mettermi in gioco da tempo.
Provo a chiudere in maniera positiva e propositiva. Sul forum in molti siete molto più giovani di me e voglio dirvi che non necessariamente se io ci ho provato ed è andata male, questo debba accadere anche a voi, anzi. Ogni persona è unica, certe patologie possono essere comuni certo, ma non è detto che siano uguali, volevo solo portare la mia esperienza senza scoraggiare nessuno.
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12-01-2024, 21:06
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#10
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Guest
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Ragazzi e ragazze (Amym) grazie delle risposte.
Vivo la cosa un pò come Keith, anche se io ad esempio non ho l'ansia di andare in posta, per dire (non ci vado perché mi fa schifo l'ambiente, preferisco una banca o il tabaccaio) e capisco anche l'idea dello sforzarsi.
Il punto è il logoramento, il dolore. Se ogni cosa è una salita, uno si stufa di fare salite, anche indipendentemente dal fatto di farcela.
Voglio dire, l'idea di un automiglioramento la condivido (pablo) solo che ad un certo punto vedo che invece della leggerezza, si vive una cosa sempre con fatica mentale e ansia, quindi con dolore.
Vi faccio un'altro esempio personale, che mi distingue dalle persone "normali" : da un pò di mesi sono proprietario di un'auto nuova. Bella, moderna, ibrida, sofisticata. E vabbé ... Uno dovrebbe essere già contento così. Ne ho anche un'altra più piccola, che è quella con cui vado al lavoro. Quando guido entrambe (e io guido da 30 anni eh ..) mi guardo le macchine nuove degli altri non perché mi freghi qualcosa delle loro macchine medesime (altrimenti non avrei scelto la mia) ma perché mi interessa osservare la 'naturalezza' con cui le guidano, cosa che io non ho.
Ogni volta che esco con quella nuova, è una botta d'ansia, solo a guardare come guidano gli altri, e invece di godermela finisco con il trasformare quello che avrebbe dovuto essere un momento di gioia in un momento di ansia, con la paura che mi vengano addosso, me la rovinino, eccetera.
E quindi mi dico: se devo viverla così cosa l'ho comprata a fare?
Un'altra persona magari pensa all'incidente solo se succede, io invece ci penso in modo anticipatorio e pertanto la mia formae mentis mi fotte anche in questo caso, facendomi provare dolore e fatica invece che gioia e spensieratezza.
Allo stesso modo mi dico: ma non è che forse è meglio evitare già in partenza il rapporto con una gentile Signora se devo viverla male?
Il titolo del mio pensiero (del thread, intendo) è proprio una mia possibile conclusione: potrei farlo, ma siccome mi porterebbe dolore mentre invece ad un altro gioia e contentezza, si vede che quella cosa, pur raggiungibile, è in realtà fuori dalle mie possibilità.
Estraneo
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12-01-2024, 22:11
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#11
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Esperto
Qui dal: Dec 2023
Ubicazione: Medellìn
Messaggi: 1,097
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Quote:
Originariamente inviata da un_lettore
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Estraneo
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capisco ciò che dici. Osservare che ciò che gli altri fanno naturalmente, in maniera spensierata, noi per farlo ci dobbiamo sforzare e patire, porta dolore e sofferenza. In questo non posso darti torto in alcun modo.
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13-01-2024, 01:14
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#12
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Guest
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Esatto, Pablo ...
Forse la rinuncia consapevole alla fine potrebbe essere quella che spalanca le porte ad una vecchiaia più serena ...
Anche perché ho poca energia adesso (a 52 anni, se ne va tutta in logoramento e sopportazione) tra qualche anno vorrei invece stare almeno tranquillo.
Estraneo
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13-01-2024, 10:03
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#13
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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La verità è che a me non stanno bene entrambe le alternative, o rinunci e ti rammarichi o non rinunci e alla fine magari ti dici "ma chi me l'ha fatto fare di provarci".
A me pare che è proprio questo incastro il problema, ci sono due alternative ma non mi stanno bene entrambe.
Me ne accorgo poi che non mi sta bene né l'una né l'altra, forse voi riuscite a vedere nello scegliere una delle due una soluzione, io invece anche in questo non vedo una soluzione.
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Ultima modifica di XL; 13-01-2024 a 10:06.
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13-01-2024, 10:44
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#14
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Quote:
Originariamente inviata da un_lettore
Esatto, Pablo ...
Forse la rinuncia consapevole alla fine potrebbe essere quella che spalanca le porte ad una vecchiaia più serena ...
Anche perché ho poca energia adesso (a 52 anni, se ne va tutta in logoramento e sopportazione) tra qualche anno vorrei invece stare almeno tranquillo.
Estraneo
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non è solo una vecchiaia più serena, ma anche il presente mi sembra più sereno.
Ad esempio le pressioni a cui siamo sottoposti da aspiranti scalatori sociali, perché per diventare sessualmente appetibili (e anche per farcele diventare appetibili) servirebbe una svolta, un cammino verso una via imposta dall'esterno che corrisponde ad un'ascesa sociale, sono pressioni che intervengono in ogni azione che facciamo.
Io in ogni secondo faccio un errore di seduzione, anche quando non sono in compagna femminile. Qualsiasi cosa è da cambiare, da migliorare, da correggere.
È mal visto l'abbassare gli occhi, il mio modo di parlare troppo lentamente, il mio concentrarmi quando parlo, il mio modo di occupare meno tempo possibile quando parlo e migliaia di microtratti che sbaglio perché di base la seduzione è il modo per scovare e scartare uno come me.
E il problema è questo deficit delle capacità di vendita poi si ripercuote anche nella vita di relazione non sessuale, come nel lavoro, come nella burocrazia, come nell' amicizia. A quel punto ho smesso di colpevolizzarmi per il mio value così basso: "sono fatto così, se non me la volete dare non me la date e non la fate tanto lunga".
E invece la fanno lunga, mamma mia quanto la fanno lunga. Anche qui sul forum, come mi sono permesso di non sentirmi in colpa? Come mi permetto a evitare di "migliorarmi"?
Come posso "dare la colpa alle donne" per il fatto che non sono piacevole?
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Ultima modifica di Warlordmaniac; 13-01-2024 a 11:01.
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13-01-2024, 11:35
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#15
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
E invece la fanno lunga, mamma mia quanto la fanno lunga. Anche qui sul forum, come mi sono permesso di non sentirmi in colpa? Come mi permetto a evitare di "migliorarmi"?
Come posso "dare la colpa alle donne" per il fatto che non sono piacevole?
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Sì, la quantità di ripetizioni dello stesso concetto in migliaia di post ha dell'incredibile e si spiega solo con la comprensibilissima voglia di trombare + validazione che mi pare una delle basi dell'esistenza, mascherate da amore, relazioni, eccetera. Inutile che io mi ripeta sempre.
Non so precisamente quando ho realizzato e capito appieno che per me è una causa persa. Questo mi ha dato la mazzata finale ma almeno non è un altalenare tra speranza e delusione: da mille punti di vista ho un'esistenza veramente triste ma almeno non ha sbalzi di speranza. Sto sempre di m...a.
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13-01-2024, 21:37
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#16
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Guest
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No so voi ... Ma più passa il tempo e più io ho voglia di ritirarmi in un bosco, in che condizioni e con quale (s)comodità è tutto da vedere.
Sicuramente, gradirei avere alcuni di voi come vicini a qualche centinaia di metri o un chilometro ...
E poi la pressione sociale possiamo pure buttarla a valle ...
Mi sa che Keith non ci viene, però.
Pokorny si ... e Warlord forse pure ...
Chiudete gli occhi e immaginate: un fuoco acceso, il vitale silenzio del bosco pieno di esistenze, una chiacchiera tranquilla, nessun delinquente, un orticello e forse ancora un lavoro tranquillo partime nelle vicinanze, giusto per non privarsi di tutto.
Off-grid, ovviamente ...
Pokorny preparate ...
Warlord, XL : di quale parte d'Italia siete?
E' ora eh ... le città non offrono più nulla ...
Estraneo
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13-01-2024, 21:43
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#17
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Esperto
Qui dal: Dec 2023
Ubicazione: Medellìn
Messaggi: 1,097
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Quote:
Originariamente inviata da XL
La verità è che a me non stanno bene entrambe le alternative, o rinunci e ti rammarichi o non rinunci e alla fine magari ti dici "ma chi me l'ha fatto fare di provarci".
A me pare che è proprio questo incastro il problema, ci sono due alternative ma non mi stanno bene entrambe.
Me ne accorgo poi che non mi sta bene né l'una né l'altra, forse voi riuscite a vedere nello scegliere una delle due una soluzione, io invece anche in questo non vedo una soluzione.
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E' possibile che ci sia una terza soluzione, che sia una sintesi tra sì e no. Anzi probabilmente, se esiste, è quella migliore. Spesso funziona così in questo universo, oltre alla forza attiva e a quella passiva c'è una forza neutralizzante che implica e supera le altre due. Un milione di euro e gioia eterna a chi la trova
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Ultima modifica di Pablo Escoalbar; 13-01-2024 a 22:25.
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14-01-2024, 12:15
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#18
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Esperto
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Provincia di Bologna
Messaggi: 5,151
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Io tra i tanti motivi ansiogeni ho quello del telefono... quel maledetto squillo a freddo, mentre tu sei indaffarato a fare altro.
Ecco, adesso per motivi lavorativi hanno dotato i nostri uffici di telefoni (da 4 mesi più o meno). E non nego che vedendo un numero esterno, mi sale l'ansia a manetta....
C'è però da dire che a forza di rispondere, un minimo di skill me la sono fatta.
Ovvio, quei secondi di ansia che precedono la risposta rimarrano sempre, non c'è modo che possano sparire magicamente.
Per assurdo nell'attività di sportello face to face, sto provando meno ansia del previsto.. tranne quando mi ritrovo in fila di 4 persone contemporaneamente e i pc vetusti della PA cominciano a non funzionare.
Diciamo che sto imparando bene a dissimulare, fingendo tranquillità quando proprio tranquillo non sono.
Alla fine pure questa è una skill utile, anche se i miei colleghi lo hanno capito.
E non sono l'unico che ha questo problema, dove lavoro io.
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14-01-2024, 19:37
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#19
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Estraneo, io delle Marche
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14-01-2024, 19:53
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#20
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Esperto
Qui dal: Dec 2023
Ubicazione: Medellìn
Messaggi: 1,097
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Quote:
Originariamente inviata da Teach83
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riguardo al telefono, io ho sta cosa che non riuscirò mai a levarmi probabilmente: quando mi squilla il telefono automaticamente piglio spavento. Non è spavento, è ansia per chi/cosa potrebbe essere...mi parte un evitamento automatico di non rispondere e in caso richiamare o scrivere dopo. E' assurdo, anche solo se sono amici stretti che mi chiamano ho sempre titubanza a rispondere e mi devo sforzare, perchè "chissà mai che mi proporranno di fare che magari non voglio fare o ho paura di fare"...stessa cosa col citofono.
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