Originariamente inviata da Wonderlust76
Oggi è capitato un fatto inaspettato: mi son ritrovato tra la mani una vecchia foto di classe che risale al quarto o forse all’ultimo anno di liceo.
Le facce di quei ragazzi mi guardavano…chi col sole in faccia in un’espressione corrucciata, chi fiero di essere il più figo della classe, chi invece si limitava “ad esserci” senza ulteriori velleità.
E’ strano vedere come l’espressione che hai a 18 anni non combaci assolutamente con quella delle foto scattate più in là negli anni, ad esempio verso la trentina, come nel mio caso. Voglio dire, a quell’età ti senti il padrone dell’universo, le possibilità ti sembrano infinite….non hai idea di dove arriverai, ma sei sicuro che arriverai da qualche parte, e comunque non te ne frega più di tanto, perché sei giovane, e l’unico pensiero che ti frulla nel cervello è “riuscirò a prendere un 6 nel compito di greco?”, e “Stasera se la tipa viene alla festa magari ci provo e riesco a combinare qualcosa”. Inutile negarlo, è così.
Poi un bel giorno ti svegli, e ti accorgi che la musica da discoteca, che qualche anno prima ballavi bel convinto, non ti soddisfa più. Anzi, ti disgusta (a dire il vero qualche illuminato c’è sempre, anche tra i diciottenni: qualcuno che per es. ascolta del buon rock……..ma sono di solito degli incompresi). Ma non è tutto, cominci anche a pensare che chi la ascolta e la balla sia un decerebrato: questa è la prima spia. Stai invecchiando!!!!!!!!!!!!
Ben presto ti ritrovi a fare i conti con la prima di una serie di scelte cruciali che influenzeranno profondamente la tua vita futura: quale università frequentare? Quale facoltà?
Se hai la fortuna di aver già maturato un po’ di senno (ma è difficile), sceglierai in modo completamente scevro da condizionamenti, altrimenti o seguirai la massa, o finirai dove ti risulta più comodo sulla base di ragionamenti del tipo “qui ci sono meno esami…” oppure “questa università è più comoda da raggiungere!”.
Tralasciamo lo strazio universitario…arrivi alla laurea, ma ormai sei disilluso: sai che arrivare non è facile come pensavi, e per la prima volta ti ritrovi a fare i conti con il “meraviglioso” mondo del lavoro. Tutto questo, sullo sfondo di una mostruosa riforma del lavoro che da qualche anno flagella l’economia nazionale e che, disgraziatamente, incide anche sulla tua piccola e insignificante esistenza costringendoti a partecipare alla “fiera dell’interinale” e privandoti di offerte di lavoro decenti.
Non è tutto: capisci anche che, dopo un numero x di anni trascorsi in ateneo studiando dei bei libroni di diritto o di economia, hai sì la laurea, ti fai sì chiamare dottore, ma disgraziatamente non sei in grado di mettere insieme uno straccio di lettera per presentarti decentemente ad un’ azienda.
Allora intuisci cha qualcosa non torna…..magari sai perfettamente i criteri di competenza del giudice di pace, e cosa deve contenere un atto di citazione a pena di nullità, ma riesci solo a farti desiderare da chi vorrebbe mandarti in giro a vendere aspirapolvere o Bibbie.
Un senso di frustrazione ti assale e cominci pensare che non troverai mai lavoro, mentre magari hai amici che col loro diplomino lavorano già da una vita e sono addirittura padroni, liberi professionisti insomma.
Quanto a te, se vuoi ambire ad un misero posto statale, devi partecipare a concorsi dove sono disponibili 150 posti ma i partecipanti sono 30.000…….
Sapete che vi dico?? Invidio quei ragazzi che mi guardano dietro l’obiettivo, invidio la luce che hanno negli occhi, la speranza che nutrono per il futuro immortalata sui loro visi.
|