Sta notte nella mia cittadina ci sarà la notte bianca: gruppetti di persone che attraversano le strade con fare gaio e primaverile, un sorriso da distribuire a ogni metro quadrato, quasi a ogni passo. Un sorriso perpetuo.
Non ci andrò. Da casa mia (ho traslocato da relativamente poco) sentirò l'eco della musica suonata e cantata, immaginando senza dolore la gente che l'ascolta divertendosi, o fingendo di essere divertita. Non mi sento proprio sociofobico, anche se in passato ho avuto episodi di solitudine prolungata, senza tra l'altro che ne soffrissi troppo, anzi...trovo la solitudine paradossalmente ricostituente; se assunta nelle giuste dosi, naturalmente.
Sono felice di non andarci. Di stare a casa. Potrò vedere vecchi film su youtube, ascoltare vecchie canzoni cantautorali italiane o francesi. Adesso ricordo: verso le due mi ero ripromesso di registrare come altre volte i magnifici film dimenticati che passano a notte inoltrata su rai tre, il programma fuori orario del fantastico Ghezzi, lo conoscete?
Stavo dicendo, non mi sento sociofobico, questa è un etichetta che non vuol dire niente, un astrazione che abbiamo adottato in risposta alle situazioni che gestivamo con difficoltà e che adesso ci limita; ma ugualmente, ripeto che non ci andrò, e non ci voglio andare, per chi non lo avesse capito.
Se ci andassi, cammuffando l'inquietudine che provo leggera nei posti ripieni di gente, e che sento tutt'ora quelle volte che passeggio nei punti più trafficati della mia cittadina, quando so che potrei incontrare chiunque, che so?, un parente che mi ferma facendo domande sulla mia vita, un vecchio amico che mi domanda stupidamente MA CHE FINE HAI FATTO?, ebbene, se ci andassi, rischierei appunto, anzi sarebbe praticamente inevitabile, di incontrare, e dunque confrontarmi, con persone che non vedo da tempo, magari che vorrei incontrare nuovamente ma con cui non mi sentirei a mio agio, almeno non adesso. E poi questa storia delle notti bianche, me sembra un pò na stronzata, specie nella mia cittadina. Non guardatemi male, non chiamatemi giovane vecchio, non lo sono. Adoro la sera, adoro la notte, ci uscirei sempre se avessi più possibilità, e confido di costruirmene in un futuro non troppo lontano, ma qui, nella mia cittadina, non ci sono soldi per fare cose importanti, per le borse di studio degli studenti, e poi il comune investe in queste notti bianche, che sono magnifiche, secondo la mia modesta opinione, solo quando vengono fatte per i borghi antichi, sulle città storiche, come quando la fanno ad Amelia, una cittadina storica che sta a non troppi chilometri da dove sto io, e allora pare che la notte bianca si adatti perfettamente alla conformazione antica del paese, come se le strade fossero tante stanze riempite a festa, ognuna stanza con una caratteristica diversa e con gente diversa, d'ogni impronta ed estrazione. Ma la notte bianca nella mia cittadina no, con la sua strada principale che corre avanti come il corpo d'un gigantesco serpente d'asfalto, e i negozianti lungo la via principale tutti contenti di stare aperti con le luci accese perchè fanno pagare la loro merce salata, cibo ma anche vestiti, e il cibo costa di più perchè sembra più buono a sgranocchiarselo di notte. Insomma, non ho voglia di andarci, neanche se me lo chiedesse un amico, e trovo incredibilmente volluttuoso il pensiero di starmene qui rilassato e felice mentre fuori c'è il caos provinciale, e il movimento concentrato di chi vuol far festa in una sola sera, in una sola notte.
Voi che fareste?