Pensavo si capisse che ti davo ragione LOL
Senza scomodare Durkheim e Weber, la scuola di Chicago o le teorie della devianza di Merton, mi pare siamo d'accordo sul fatto che la società sia un costrutto. È una
seconda natura esistente perché gli individui hanno dotato di senso ciò che li circonda e da qui derivano due conseguenze:
- che hanno accettato un complesso di usi e costumi basico necessario a vivere in una società
- che tali pratiche possono essere messe in discussione, come è accaduto nel corso dei secoli, e modificate. Il modo il cui un albero produce clorofilla non può essere cambiato (che io sappia
) perché è naturale, "innato", ma che le donne non possano andare a votare perché boh, decidiamo che sono stupide e i maschi devono dominare il mondo, giustamente è stato abolito.
Quindi, certo, posso riflettere sul fatto che la società in generale mi dica che dormire con i peluche oltre le elementari è un po' strano e magari tra cinquant'anni sarà la norma. [alla fine ho tirato fuori questa cosa di me, che non mi dà alcun problema, per fare una riflessione en passant, non pensavo si sarebbe finiti a parlare dei massimi sistemi]
Se pensi che non sia solita sottoporre a critica tutto ciò che mi circonda ti sbagli, fa parte del mio carattere, ma ovviamente non lo puoi sapere
Sono consapevole che la normalità in senso lato non esista, tuttavia, c'è sempre un terreno (per quanto labile, mutevole) condiviso dalla maggior parte delle persone su cosa sia accettabile o meno, del resto è una delle funzioni a cui assolvono la società e l'opinione pubblica: fare da tribunale che sanziona moralmente, attraverso il giudizio. E, sempre con l'uso della ragione e del pensiero critico per indagare, penso sia giusto esistano dei confini... altrimenti si sfocia nel relativismo e soprattutto nel caos totale.