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Vecchio 17-05-2007, 23:09   #1
Esperto
L'avatar di fenicenanto
 

non so voi,ma a me capita sempre più spesso di avere la sensazione di non voler guarire o tantomeno progredire...non mi applico veramente,ecco.
Certo è facile quando si hanno le spalle coperte economicamente...oppure quando puoi trovare comprensione nella famiglia...
e quando i genitori non ci saranno?mi appoggerò ai miei fratelli...non voglio conoscere la vita e le sue amarezze e /o gioie.
Non voglio crescere...troverò qualcuno che mi sopporterà...
Il mondo non fa per me...e la cosa buffa(o tragica,dipende dai punti di vista) è che non me ne frega nulla e non mi dispero...
stimoli,motivazioni,ambizioni?
NON ne voglio avere.
Vecchio 17-05-2007, 23:15   #2
Esperto
L'avatar di Redman
 

Mamma mia! aiuto! tocchi uno dei tasti per me piu dolenti!A volte mi fermo a pensare al fatto che ora in tanti modi ho le spalle coperte e questo in qualche modo forse mi fa adagiare sulla mia situazione.Poi mi guardo fra un po di anni...i miei genitori non saranno eterni...ed io non avrò il loro appoggio che sento anche solo con la loro presenza nella mia vita...Mi chiedo veramente se senza questa "copertura" reagirò o incomincerò a peggiorare giorno dopo giorno...Il futuro mi fa cosi tanta paura che non riesco ad immaginarlo nella mia vita.
Vecchio 17-05-2007, 23:23   #3
Intermedio
L'avatar di andrea870
 

Quote:
Non voglio crescere...troverò qualcuno che mi sopporterà...
Prima impari ad affrontare le tue paure e il mondo e meglio è.Rimandare in eterno amplifichera' il tuo senso di smarrimento successivo e saranno dolori.Purtroppo è cosi'
Vecchio 18-05-2007, 00:00   #4
Esperto
L'avatar di fenicenanto
 

Quote:
Originariamente inviata da andrea870
Quote:
Non voglio crescere...troverò qualcuno che mi sopporterà...
Prima impari ad affrontare le tue paure e il mondo e meglio è.Rimandare in eterno amplifichera' il tuo senso di smarrimento successivo e saranno dolori.Purtroppo è cosi'
lo so benissimo...quando realizzerò il non-senso di quello che faccio e sono,sarà la mia fine...ma adesso mi va bene così...sapete,in tutti questi anni
ho pianto solo 2 volte per la mia condizione assurda...

ma perchè ho questo ottimismo che le cose si aggiusteranno da sole?
eppure in cuor mio so che è solo illusione.
Sono troppo fragile per questo mondo,quando e se troverò la forza di esprimere il mio io,mi sbraneranno...sono una preda facile.
Vecchio 18-05-2007, 01:00   #5
Esperto
L'avatar di julien_cd
 

Quote:
Originariamente inviata da andrea870
Quote:
Non voglio crescere...troverò qualcuno che mi sopporterà...
Prima impari ad affrontare le tue paure e il mondo e meglio è.Rimandare in eterno amplifichera' il tuo senso di smarrimento successivo e saranno dolori.Purtroppo è cosi'
Quoto al 100% andrea...mi sa che ci ha preso...
Vecchio 18-05-2007, 07:42   #6
Esperto
 

e chi
non si nutre di illusione
sperando che ild estino
ci cambi da solo
la vita
ridandocela
ce la meritiamo
anch'io lo spero
da anni
ma non sempre va per il meglio
ed anche noi dobbiamo fare la ns. parte
Vecchio 18-05-2007, 10:19   #7
Intermedio
L'avatar di Drowning
 

Sei come me.
Vecchio 18-05-2007, 12:37   #8
Intermedio
L'avatar di andrea870
 

Non volevo essere perentorio nella mia risposta solo realista.
Mi viene da pensare a quel film di harrison ford,"a proposito di henry".
Vecchio 18-05-2007, 13:57   #9
Avanzato
L'avatar di trentina
 

certo. potrei fare molte cose per cambiare, iscrivermi a qualche corso, andare in palestra o accettare gli inviti delle mie ex-compagne di classe. ma invitabilmente rifiuto. :roll:
Vecchio 18-05-2007, 15:07   #10
Intermedio
L'avatar di andrea870
 

Il cambiamento implica una rottura degli schemi che ci siamo creati con il tempo..Fa' male pero' fortifica.
Vecchio 18-05-2007, 17:12   #11
Principiante
L'avatar di psychogirl
 

Io vivo da sola e mi mantengo da sola, ma economicamente parlando è dura. Lo stipendio vola via in un soffio, con 'sto euro del cavolo. Vabbè. A parte questo, anche se non vivo con i miei e devo affrontare tante cose da sola (la spesa, pagare le bollette, il lavoro, pulire la casa, ecc.ecc.) per tutti questi anni mi sono "adagiata" sulle mie debolezze e paure, invece di sconfiggerle. Mi spiego: finito di lavorare, volo a casa e mi sento al sicuro, senza alcuna voglia di cambiare le cose. Poi capitano degli inviti di colleghi e allora la voglia di dire sì sconbussola tutto quanto, ma quando poi dico di no, allora sto male per un po'. Infine, terza fase del ciclo "voglia di buttarsi-paura di buttarsi-se non mi butto è meglio" mi adagio nuovamente nella mia apatia, nelle piccole abitudini, nei libri e nella musica. Io credo proprio che ci vorrebbe una motivazione grande come una balena per convincermi, faccio un esempio, a uscire con un ragazzo e a mangiare fuori con lui. Chessò: se non esci con lui, morirai tra 7 giorni, tipo The Ring
Scusate per la battuta, sto sdrammatizzando un po'.
Vecchio 18-05-2007, 17:25   #12
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da fenicenanto
non so voi,ma a me capita sempre più spesso di avere la sensazione di non voler guarire o tantomeno progredire...non mi applico veramente,ecco.
Certo è facile quando si hanno le spalle coperte economicamente...oppure quando puoi trovare comprensione nella famiglia...
e quando i genitori non ci saranno?mi appoggerò ai miei fratelli...non voglio conoscere la vita e le sue amarezze e /o gioie.
Non voglio crescere...troverò qualcuno che mi sopporterà...
Il mondo non fa per me...e la cosa buffa(o tragica,dipende dai punti di vista) è che non me ne frega nulla e non mi dispero...
stimoli,motivazioni,ambizioni?
NON ne voglio avere.
Sembra scritto dal mio inchiostro il tuo post 8O
Procastinare non ci farà piu' guarire Fenicenanto,dovremmo darci un "autocalcio" nel sedere,catapultarci fuori ed iniziare a Vivere a cento,nel bene come nel male.
"Esistere in un mondo di ovatta è serenamente triste".
Vecchio 18-05-2007, 20:38   #13
Esperto
L'avatar di fenicenanto
 

Quote:
Originariamente inviata da psychogirl
Io vivo da sola e mi mantengo da sola, ma economicamente parlando è dura. Lo stipendio vola via in un soffio, con 'sto euro del cavolo. Vabbè. A parte questo, anche se non vivo con i miei e devo affrontare tante cose da sola (la spesa, pagare le bollette, il lavoro, pulire la casa, ecc.ecc.) per tutti questi anni mi sono "adagiata" sulle mie debolezze e paure, invece di sconfiggerle. Mi spiego: finito di lavorare, volo a casa e mi sento al sicuro, senza alcuna voglia di cambiare le cose. Poi capitano degli inviti di colleghi e allora la voglia di dire sì sconbussola tutto quanto, ma quando poi dico di no, allora sto male per un po'. Infine, terza fase del ciclo "voglia di buttarsi-paura di buttarsi-se non mi butto è meglio" mi adagio nuovamente nella mia apatia, nelle piccole abitudini, nei libri e nella musica. Io credo proprio che ci vorrebbe una motivazione grande come una balena per convincermi, faccio un esempio, a uscire con un ragazzo e a mangiare fuori con lui. Chessò: se non esci con lui, morirai tra 7 giorni, tipo The Ring
Scusate per la battuta, sto sdrammatizzando un po'.
a parte il fatto che tu lavori e sei indipendente dal punto di vista economico,mi ritrovo in pieno nelle cose che dici...
sto raggiungendo l'atarassia...
Vecchio 19-05-2007, 00:52   #14
Esperto
L'avatar di fenicenanto
 

Quote:
Originariamente inviata da andrea870
Il cambiamento implica una rottura degli schemi che ci siamo creati con il tempo..Fa' male pero' fortifica.
dipende dalla corazza che uno ha...la mia è parecchio scalfita :roll:
Vecchio 19-05-2007, 11:04   #15
Principiante
L'avatar di mire_car
 

Gia', è molto fastidiosa questa tendenza dell'essere umano a non voler sforzarsi per cambiare la propria situazione. Ne rimanevo stupita, quando, giovane allieva, facevo di tutto per saltare le sedute..e poi mi veniva detto qualcosa che mi avrebbe portata ad un cambiamento interiore, in positivo.
Quasi come se ci fosse una resistenza al cambiamento, una tendenza dell'organismo all'omeostasi, a mantenere lo statu-quo, anche se questo provoca sofferenza. Poi arrivano i sintomi, che con la loro carica di distruttività, costringono a mettersi in discussione, a pensare ad un rimedio, a modificarsi. Credo che comunque, un'altra ragione possa essere quello che dicevano gli antichi greci: gli dei sono invidiosi della felicità umana. Noi non siamo abituati al piacere, la nostra cultura accetta molto di piu' il dolore che il piacere, siamo abituati a soffrire, la felicità ed il benessere generano invidia in coloro che ci circondano e creano situazioni a volte difficili da gestire. Meglio star male: perlomeno generiamo compassione in chi ci circonda e considerazione. Ma fino a che punto siamo disposti a soffrire?Qual'è il limite?
Vecchio 19-05-2007, 11:25   #16
Avanzato
 

bla bla
anche io bla bla


Tutte le volte che vogliamo fare qualcosa ma non riusciamo, siamo in
presenza di una resistenza.

In altre parole, una parte di noi vuole fare qualcosa (cambiamento) e una parte di noi NON vuole...

Quindi, se desiderate/volete fortissimamente dimagrire, migliorare la vostra
salute, superare il blocco dello scrittore, recuperare la vista indebolita,
ecc. ecc. ma non ci siete riusciti, allora potete essere certi di una cosa:
la parte di voi che si oppone al cambiamento E' PIU' FORTE!!!

Cambiare fa paura... i nostri corpi sono costruiti per resistere a ogni
genere di cambiamento. Specificatamente è l'asse Triplice Riscaldatore/Milza
che influenza la nostra resistenza al cambiamento, reale o presunto che sia.

Il Triplice Riscaldatore, specialmente, poiché è il "guardiano" del nostro
corpo, si allerta e si carica di energia quando c'è un cambiamento nella
nostra routine, sia che si tratti di un cambiamento nel nostro ambiente,
nell'alimentazione, nel nostro modo abituale di dormire, camminare, le
nostre relazioni ecc.

E' il Triplice Riscaldatore che ci fa sentire a disagio fisicamente ed
energeticamente in presenza di cambiamenti o anche solo quando pensiamo al
cambiamento.

Certo, possiamo non essere troppo "comodi" dove siamo, ma siamo lì, e le
nostre energie sanno come reagire. Questo è ciò che, spesso, causa quella
sensazione di "resistenza" nella nostra energia... e il nostro Triplice
Riscaldatore può stabilire ogni sorta di segnale per farci conoscere quando
pensa che siamo "in pericolo".

Noi siamo abituati a osservare soltanto le sue reazioni "estreme": ansia,
attacchi di panico, reazioni allergiche ecc.

Ma, agli occhi di un esperto il segnale più evidente è...
dimenticare... dimenticare di fare (esempio dimenticare di fare ginnastica in una dieta)

Quando il Triplice Riscaldatore pensa che siamo in pericolo, si sovraccarica
di energia... prendendola da qualche altra parte... e il primo posto dove l
energia viene prelevata è il meridiano della Milza. In realtà drena energia
da ogni altro meridiano, all'infuori di quello del Cuore, ma inizia sempre
dalla Milza.

La milza non è solo l'organo che metabolizza il cibo nel nostro corpo... l
energia del meridiano della Milza ci aiuta ad assimilare QUALUNQUE COSA
NUOVA energeticamente, emozionalmente, mentalmente.

Una specie di circolo vizioso in effetti... quando il Triplice Riscaldatore
si sovraccarica e ci "protegge" dal cambiamento, la Milza, che dovrebbe
aiutarci ad assimilare nuove idee e cambiamenti di ogni genere, viene
privata di energia. Non c'è da stupirsi se ci sentiamo "bloccati" o
inceppati"!!!


Il Triplice Riscaldatore vuole REALMENTE resistere al cambiamento...
può lasciarci rilassare un po', ma dopo qualche momento tende a
risvegliarsi" e a dire "ehi, aspetta un attimo, le cose sono diverse qui
intorno e non mi piace"... così si ricarica di energia e noi siamo tirati
indietro nel vecchio schema...

Avete mai seguito con successo una dieta per qualche settimana o un mese,
perdendo peso facilmente... e poi all'improvviso non riuscite più a seguire
la dieta e ritornate alla vecchia alimentazione? E tutti gli sforzi per
mantenere il nuovo peso non servono a nulla? Questo è il Triplice
Riscaldatore all'opera... non ha nessuna intenzione di lasciar andare i
vecchi modelli.


Ecco volevo dire altre cose,per esempio sui copioni( ed i giochi) dell'analisi transazionale versus il codice dell'anima di Hillman,ma non mi va più...

Karma contro psicologia analogica anche,magari un altro giorno...
Vecchio 19-05-2007, 14:57   #17
Avanzato
L'avatar di valevale
 

Quote:
Originariamente inviata da knulp
bla bla
anche io bla bla


Tutte le volte che vogliamo fare qualcosa ma non riusciamo, siamo in
presenza di una resistenza.

In altre parole, una parte di noi vuole fare qualcosa (cambiamento) e una parte di noi NON vuole...

Quindi, se desiderate/volete fortissimamente dimagrire, migliorare la vostra
salute, superare il blocco dello scrittore, recuperare la vista indebolita,
ecc. ecc. ma non ci siete riusciti, allora potete essere certi di una cosa:
la parte di voi che si oppone al cambiamento E' PIU' FORTE!!!

Cambiare fa paura... i nostri corpi sono costruiti per resistere a ogni
genere di cambiamento. Specificatamente è l'asse Triplice Riscaldatore/Milza
che influenza la nostra resistenza al cambiamento, reale o presunto che sia.

Il Triplice Riscaldatore, specialmente, poiché è il "guardiano" del nostro
corpo, si allerta e si carica di energia quando c'è un cambiamento nella
nostra routine, sia che si tratti di un cambiamento nel nostro ambiente,
nell'alimentazione, nel nostro modo abituale di dormire, camminare, le
nostre relazioni ecc.

E' il Triplice Riscaldatore che ci fa sentire a disagio fisicamente ed
energeticamente in presenza di cambiamenti o anche solo quando pensiamo al
cambiamento.

Certo, possiamo non essere troppo "comodi" dove siamo, ma siamo lì, e le
nostre energie sanno come reagire. Questo è ciò che, spesso, causa quella
sensazione di "resistenza" nella nostra energia... e il nostro Triplice
Riscaldatore può stabilire ogni sorta di segnale per farci conoscere quando
pensa che siamo "in pericolo".

Noi siamo abituati a osservare soltanto le sue reazioni "estreme": ansia,
attacchi di panico, reazioni allergiche ecc.

Ma, agli occhi di un esperto il segnale più evidente è...
dimenticare... dimenticare di fare (esempio dimenticare di fare ginnastica in una dieta)

Quando il Triplice Riscaldatore pensa che siamo in pericolo, si sovraccarica
di energia... prendendola da qualche altra parte... e il primo posto dove l
energia viene prelevata è il meridiano della Milza. In realtà drena energia
da ogni altro meridiano, all'infuori di quello del Cuore, ma inizia sempre
dalla Milza.

La milza non è solo l'organo che metabolizza il cibo nel nostro corpo... l
energia del meridiano della Milza ci aiuta ad assimilare QUALUNQUE COSA
NUOVA energeticamente, emozionalmente, mentalmente.

Una specie di circolo vizioso in effetti... quando il Triplice Riscaldatore
si sovraccarica e ci "protegge" dal cambiamento, la Milza, che dovrebbe
aiutarci ad assimilare nuove idee e cambiamenti di ogni genere, viene
privata di energia. Non c'è da stupirsi se ci sentiamo "bloccati" o
inceppati"!!!


Il Triplice Riscaldatore vuole REALMENTE resistere al cambiamento...
può lasciarci rilassare un po', ma dopo qualche momento tende a
risvegliarsi" e a dire "ehi, aspetta un attimo, le cose sono diverse qui
intorno e non mi piace"... così si ricarica di energia e noi siamo tirati
indietro nel vecchio schema...

Avete mai seguito con successo una dieta per qualche settimana o un mese,
perdendo peso facilmente... e poi all'improvviso non riuscite più a seguire
la dieta e ritornate alla vecchia alimentazione? E tutti gli sforzi per
mantenere il nuovo peso non servono a nulla? Questo è il Triplice
Riscaldatore all'opera... non ha nessuna intenzione di lasciar andare i
vecchi modelli.


Ecco volevo dire altre cose,per esempio sui copioni( ed i giochi) dell'analisi transazionale versus il codice dell'anima di Hillman,ma non mi va più...

Karma contro psicologia analogica anche,magari un altro giorno...
Ma queste cose hanno a che fare con l'agopuntura o con la PNL o altro?

Sei forte
Pciù!
Vecchio 19-05-2007, 20:30   #18
Esperto
L'avatar di fenicenanto
 

Quote:
Originariamente inviata da mire_car
Gia', è molto fastidiosa questa tendenza dell'essere umano a non voler sforzarsi per cambiare la propria situazione. Ne rimanevo stupita, quando, giovane allieva, facevo di tutto per saltare le sedute..e poi mi veniva detto qualcosa che mi avrebbe portata ad un cambiamento interiore, in positivo.
Quasi come se ci fosse una resistenza al cambiamento, una tendenza dell'organismo all'omeostasi, a mantenere lo statu-quo, anche se questo provoca sofferenza. Poi arrivano i sintomi, che con la loro carica di distruttività, costringono a mettersi in discussione, a pensare ad un rimedio, a modificarsi. Credo che comunque, un'altra ragione possa essere quello che dicevano gli antichi greci: gli dei sono invidiosi della felicità umana. Noi non siamo abituati al piacere, la nostra cultura accetta molto di piu' il dolore che il piacere, siamo abituati a soffrire, la felicità ed il benessere generano invidia in coloro che ci circondano e creano situazioni a volte difficili da gestire. Meglio star male: perlomeno generiamo compassione in chi ci circonda e considerazione. Ma fino a che punto siamo disposti a soffrire?Qual'è il limite?
Ma io non sto male...ADESSO.
Quando tra un pò di anni la vita mi presenterà il conto,allora si che saranno problemi a non finire...
d'accordo che è meglio agire da subito per non ritrovarsi tra un pò con le spalle al muro,ma dove trovare la forza?
Vecchio 21-05-2007, 10:20   #19
Principiante
L'avatar di mire_car
 

Quote:
Originariamente inviata da fenicenanto
Quote:
Originariamente inviata da mire_car
Gia', è molto fastidiosa questa tendenza dell'essere umano a non voler sforzarsi per cambiare la propria situazione. Ne rimanevo stupita, quando, giovane allieva, facevo di tutto per saltare le sedute..e poi mi veniva detto qualcosa che mi avrebbe portata ad un cambiamento interiore, in positivo.
Quasi come se ci fosse una resistenza al cambiamento, una tendenza dell'organismo all'omeostasi, a mantenere lo statu-quo, anche se questo provoca sofferenza. Poi arrivano i sintomi, che con la loro carica di distruttività, costringono a mettersi in discussione, a pensare ad un rimedio, a modificarsi. Credo che comunque, un'altra ragione possa essere quello che dicevano gli antichi greci: gli dei sono invidiosi della felicità umana. Noi non siamo abituati al piacere, la nostra cultura accetta molto di piu' il dolore che il piacere, siamo abituati a soffrire, la felicità ed il benessere generano invidia in coloro che ci circondano e creano situazioni a volte difficili da gestire. Meglio star male: perlomeno generiamo compassione in chi ci circonda e considerazione. Ma fino a che punto siamo disposti a soffrire?Qual'è il limite?
Ma io non sto male...ADESSO.
Quando tra un pò di anni la vita mi presenterà il conto,allora si che saranno problemi a non finire...
d'accordo che è meglio agire da subito per non ritrovarsi tra un pò con le spalle al muro,ma dove trovare la forza?

Se stai bene così, che problema c'è? Se non hai sintomi fastidiosi, che ti impediscono di vivere, allora perchè preoccuparsi? Oppure credi che la mancanza di desideri, avere relazioni soddisfacenti, essere soddisfatti di quello che si è, e ricercare una vita che non sia banale possa essere di per sè un sintomo.
Vecchio 21-05-2007, 13:21   #20
Esperto
L'avatar di fenicenanto
 

Quote:
Originariamente inviata da mire_car
Quote:
Originariamente inviata da fenicenanto
Quote:
Originariamente inviata da mire_car
Gia', è molto fastidiosa questa tendenza dell'essere umano a non voler sforzarsi per cambiare la propria situazione. Ne rimanevo stupita, quando, giovane allieva, facevo di tutto per saltare le sedute..e poi mi veniva detto qualcosa che mi avrebbe portata ad un cambiamento interiore, in positivo.
Quasi come se ci fosse una resistenza al cambiamento, una tendenza dell'organismo all'omeostasi, a mantenere lo statu-quo, anche se questo provoca sofferenza. Poi arrivano i sintomi, che con la loro carica di distruttività, costringono a mettersi in discussione, a pensare ad un rimedio, a modificarsi. Credo che comunque, un'altra ragione possa essere quello che dicevano gli antichi greci: gli dei sono invidiosi della felicità umana. Noi non siamo abituati al piacere, la nostra cultura accetta molto di piu' il dolore che il piacere, siamo abituati a soffrire, la felicità ed il benessere generano invidia in coloro che ci circondano e creano situazioni a volte difficili da gestire. Meglio star male: perlomeno generiamo compassione in chi ci circonda e considerazione. Ma fino a che punto siamo disposti a soffrire?Qual'è il limite?
Ma io non sto male...ADESSO.
Quando tra un pò di anni la vita mi presenterà il conto,allora si che saranno problemi a non finire...
d'accordo che è meglio agire da subito per non ritrovarsi tra un pò con le spalle al muro,ma dove trovare la forza?

Se stai bene così, che problema c'è? Se non hai sintomi fastidiosi, che ti impediscono di vivere, allora perchè preoccuparsi? Oppure credi che la mancanza di desideri, avere relazioni soddisfacenti, essere soddisfatti di quello che si è, e ricercare una vita che non sia banale possa essere di per sè un sintomo.
è ovvio che è un sintomo di qualcosa che non va...altrimenti non scriverei su questo forum.
io sto semplicemente eludendo la realtà,per non farmi male...ma prima o poi lo so che dovrò farci i conti...mica si può continuare così in eterno.
arrivederla.
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