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Vecchio 12-02-2012, 13:46   #1
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Faccio un po' la scimmia al titolo di un thread appena aperto, perché mi sembra azzeccatissimo.
Fino a un anno fa stavo con una ragazza, il rapporto stava degenerandosi e anche a letto non è che andasse una favola, però una certa percentuale di successo (70%? 80%?) ce l'avevo, anche se relativamente bassa, mi ero pure fatto prescrivere visite specialistiche a cui poi per imbarazzo non sono mai andato.
Inoltre mi eccitavo masturbandomi e con la pornografia, e pertanto imputavo gli insuccessi principalmente alla mia partner, al suo modo di porsi sessualmente (poco stimolante, troppo aggressivo e poco sexy) e al fatto che stavamo giungendo al capolinea della storia.
All'epoca non avevo ancora deciso di (ri)rivolgermi a psicologi per risolvere i problemi che intuivo avere, e che poi furono diagnosticati anche in anedonia, tra le tante.
Quando ho scoperto questa parola, e più in generale, quando ho iniziato con le visite psicologiche, è come se si fosse aperto un "vaso di pandora".
Immagino che l'affrontare queste problematiche mi ci fa riflettere, e ne amplifica i sintomi.
Sta di fatto che è da un po' di tempo che, salvo qualche sporadico periodo, non mi eccito più neanche con la pornografia. A volte mi sono masturbato quasi per cercare conferme, per rassicurarmi che sono a posto, ma il risultato è stato deludente.
Ieri sono stato in una "casa di piacere": era un viaggio programmato da tempo con un amico, e non avevo voglia di dargli bidoni. Inoltre volevo fare la prova del nove.
Ed effettivamente, non funziono.
Non ho più fantasie erotiche "spinte", mentre continuo a pensare a cose come la pelle liscia e vellutata di una donna o il suo profumo. Sogno di dormirci assieme in maniera totalmente platonica.
Fondamentalmente non so se lasciare che il percorso di cura psicologica abbia il suo esito e nel frattempo vivere questo periodo di asessualità con la massima serenitù che riesco ad avere, oppure rivolgermi ad un andrologo: ho letto diverse storie di persone con impotenza per cause psicologiche, che con un ausilio medico (viagra&simili) hanno riavviato un circolo virtuoso di fiducia in loro stessi, e quindi sono usciti dal loro problema.

Ma nel mio caso non credo si tratti di mancanza di fiducia nelle mie capacità sessuali, sono consapevole che nello stato in cui mi trovo l'inappetenza sessuale è una sintomatologia del tutto normale (voglio dire: nessuno si preoccupa se non ha voglia di far sesso mentre ha una brutta influenza, no?).
E' che la cosa mi fa molto strano essendo io sempre stato una persona dal forte desiderio sessuale, e come tale, e come uomo, da questo ci ho sempre ricavato la giusta energia motivazionale per fare le cose.
Mentre adesso sembra che non ho motivazioni per far niente... mi sento spiazzato.

Ultima modifica di Marco Russo; 12-02-2012 a 13:48.
Vecchio 14-02-2012, 14:58   #2
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Originariamente inviata da zucchina Visualizza il messaggio
sempre quando intendi? in passato sei riuscito a coltivarlo pornografia a parte?
ti è successo qualcosa che può averti provocato questa anedonia?
l'anedonia è una forma caratteriale o si cura?
sempre intendo che ho fantasie erotiche fin da quando sono piccolo: certo dalla pubertà in poi si sono fatte spinte.
non mi vergogno della mia sessualità, l'ultima ragazza mi dava anche del maniaco (affettuosamente ma con un fondo di verità), e fondamentalmente non mi dispiaceva essere "carico". In realtà non sono mai riuscito ad essere sessualmente soddisfatto, in proporzione al mio desiderio intendo, questa è una cosa che un po' mi ha fatto soffrire. Inoltre ho fantasie variegate, kinky, tipo giochi di ruolo, bdsm e cose così. Con la mia ultima queste fantasie erano discusse e a volte concretizzate, ma fondamentalmente cercavamo cose diverse quindi su quello non ci siamo mai trovati.
A volte mi rendo conto che alcune fantasie particolari (non eccessivamente estreme, ma cose non banali, molto mentali) mi fanno tornare il desiderio, ma sono sempre meno focoso ogni giorno che passa, un tempo mi potevo masturbare anche 4 volte al giorno (non ho mai avuto una donna che mi facesse fare il giro della giostra quattro volte di seguito), e adesso, non è che sia diventato vecchio (no ammetto che un po' ho una paura irrazionale che sia normale invecchiamento), però non ho più quella cosa, e mi sento spento.
Sull'anedonia so poco, quello che si legge in giro su wikipedia e simili, la diagnosi me l'ha restituita un dottore (psichiatra) con cui ho fatto un solo colloquio, rimandandomi poi da una psicologa in quanto a suo dire il problema non era psichiatrico.
Adesso è un po' che sto facendo colloqui psicologici e l'idea della dottoressa è di farmi tornare dallo psichiatra per darmi qualche cosa che mi faccia superare questi periodi, e che mi ridia un po' d'equilibrio d'umore. Poi spero che le medicine che mi prescriverà abbiano anche un effetto positivo sulla mia libido, chi lo sa.
Vecchio 14-02-2012, 20:27   #3
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Originariamente inviata da Viridian Visualizza il messaggio
Hmm, facciamo pseudo-psicoanalisi.

Possibile che il fatto di non vederti assecondato nel tuo esser "kinky" ti abbia fatto sentire in qualche modo rifiutato - e ti abbia spento un po', come a dire "diamine, certe cose resteranno solo nella mia testa o nelle mie sessioni autonome?" Potrebbe esser una spiegazione, forse alle spalle c'è un'eccessiva idealizzazione-disillusione delle fantasie del passato.

E' anche vero che avviandosi verso i 30 anni si perde un po' quella che a conti fatti era una forma di.. iperreattività agli stimoli di natura sessuale. Ma comunque, in genere si tratta di un passaggio che non comporta anedonia - semmai, un differente modo di porti nei confronti della sessualità.

Tra l'altro, è la prima volta che sento parlare di anedonia in riferimento al sesso. Ho sempre riflettuto in termini di.. asessualità (intesa come disinteresse per il sesso) o di difficoltà fisio-psicologiche che si traducessero in anorgasmia/impotenza e cose di queste tipo. Boh!

_

Si potrebbe anche ragionare in maniera opposta.

Ossia, potrebbe trattarsi di un cambio di prospettive: magari hai avuto modo di relazionarti con l'altro sesso, in un modo o nell'altro hai dato sfogo (almeno parzialmente) alle tue fantasie e quindi dopo esserti "tolto lo sfizio", complici i cambiamenti biochimici relativi all'età, hai cominciato a prestare maggior attenzione al fatto di stare accanto ad una donna "per dormirci assieme in maniera totalmente platonica."

Il che comunque mi sembra un chiaro sintomo di non-anedonia, visto che non sei completamente disinteressato dall'affettività nei confronti delle donne.



Se posso permettermi, questo mi sembra un limite che sia giusto superare. E' anche probabile che il tuo corpo se ne sia reso conto, è anche probabile che tu abbia priorità diverse ma il fatto di dover "cambiare punti di riferimento" ti spiazza e ti fa sentire spaesato.

Più che psicoterapeuti e case della piacere, secondo me hai un gran bisogno di frequentare ragazze che abbiam voglia di vivere e di scoprirsi, come te - non tanto per le ragazze in sé, quanto per capire qualcosa in più sul tuo modo d'intenderle e di viverle.
forse mi sono spiegato male, l'anedonia che mi è stata diagnosticata è una dimensione globale, non solo sessuale.
penso che la mancanza di libido sia solo una delle sintomatologie. Quello che diceva lo psichiatra, che in 20 minuti di chiacchiera mi ha letteramente guardato l'anima (una cosa impressionante, ho conosciuto poche persone in grado di fare questo!), è che ho un vuoto dentro di me, che mi fa paura, e mi ci riconosco benissimo in questo. Purtroppo la ricerca di una motivazione è sempre stato, da che ho memoria, il mio cruccio. Sono riuscito a fare attività solo non pensandoci.
Ad esempio, per fortuna ho una relativa intelligenza, che mi ha permesso di prendermi un diploma, seppur in tempi allungati, senza quasi mai aver studiato o fatto compiti, ma è angosciante il fatto che non riesca a darmi degli impegni e risolverli.

Mi sono fatto quest'idea: finora la mia ricerca di motivazioni è passata da ogni parte: cercare passioni, ma non mi piace niente, chi mi conosce pensa che mi piacciano i computers, in realtà mi piace il fatto che essendo portato non ho bisogno di impegnarmi; motti, aforismi, libri motivazionali, ho provato a supporre che dipendesse dal mens sana in corpore sano e mi sono messo a fare ginnastica, ho cercato delle relazioni sentimentali... ho cercato delle relazioni amicali... non c'è un cazzo da fare, non mi sento "vivo", non credo neanche nel concetto stesso di "vita", non ci riesco a credere, mi sento un oggetto che deve fare delle cose perché forze irresistibili lo guidano verso talune o talaltre scelte.
Tra le tante cose provate penso che questo vuoto mi abbia fatto cercare anche nella libido delle spinte motivazionali, e finora è una cosa che ha avuto un suo relativo successo, spingendomi ad una vita relativamente normale.
Probabilmente adesso sono entrato in un circolo vizioso legato al fatto che sto cercando di risolvere questi problemi, e quindi li sto affrontando, e questo vuoto si è acuito, è andato a provocarmi un'abbassamento o un'azzeramento della libido, e questa cosa a sua volta spegne tutto il "motore motivazionale" che prima funzionava, male ma funzionava.

Cioé io continuo a pensare perché uno debba fare delle cose se poi muore e finisce tutto. Non sono credente e non lo diventerò mai, non è una scelta, però ha senso cercare di godersi questi anni che uno si vive... perché allora io non credo di essere vivo, e sento che l'unica cosa che mi rimane è attendere che il tempo passi e mi porti via, e nel frattempo cercare attività stupide per ingannare il tempo?


(sono andato un po' fuorithread....)
Vecchio 15-02-2012, 09:59   #4
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Originariamente inviata da Viridian Visualizza il messaggio
Mi sembra che tu nutra molta fiducia in questo psichiatra. Hai mai avuto altre occasioni di confronto con lui? Potrebbe esser un incipit per vederci chiaro e magari avere delle dritte, non trovi?
Per adesso ci ho avuto a che fare solo quella volta, ma ho un appuntamento tra due venerdì.
Solo, non so particolarmente bene le differenze tra psicologo, psichiatra, psicoterapeuta.
Quando il medico di base mi fece l'impegnativa per il cps, non ha capito molto quel che confusamente ho cercato di raccontargli, e c'ha scritto su "depressione", che in quel periodo non c'era affatto, e mi ha indirizzato ad una visita psichiatrica.
Questo dottore, parlandomi pochi minuti, si è reso conto che più di una visita psichiatrica necessitavo di una psicologica, mi ha rimandato all'attuale dottoressa, ma giusto che oramai l'appuntamento era stato preso, e visto che delle visite fatte al cps 6-7 anni fa non avevo uno straccio di diagnosi (ad un certo punto non ci sono andato più senza dir niente), insomma ha provato a fare da psicologo, e mi ha rilasciato una base di diagnosi su cui poi ho potuto riflettere e lavorare.

Mentre l'appuntamento che ho tra due sett, è squisitamente psichiatrico, pilloline insomma.
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