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Originariamente inviata da Myway
Per come la vedo io, giu-dicare significa mettersi in una posizione superiore ed emettere un giudizio, con relativa condanna magari, verso una persona o le sue azioni o le sue intenzioni, che sta sotto di noi, postulando che il nostro giudizio sia verità oggettiva, universale, inattaccabile da tutto e tutti.
Le cose ovviamente non stanno così, non a caso si dice che la giustizia non è di questo mondo, noi non stiamo sopra nessuno, non sappiamo quasi niente dell'altro e quindi possiamo dare delle valutazioni, opinioin , considerazioni ecc, partendo però dal presupposto che sono solo nostre opinioni, fallaci, incomplete, viziate da molte cose che abbiamo in testa, cercando se possibile di non cristallizzarsi su di esse, cercando poi in ogni modo possibile conferme a ciò che abbiamo detto e facendo finta di non vedere ciò che invece lo smentirebbe.
Iniziando ad avere questa impostazione verso gli altri, dopo un pò probabilmente inizieremo a vedere le critiche, gli appunti che CI fanno, in modo diverso e ne saremo molto meno turbati e condizionati, cogliendone gli aspetti postivi quando è il caso.
Se invece ci rivolgiamo agli altri con l'aria di chi dice solo verità assolute è poi praticamente impossibile quando gli altri fanno lo stesso con noi non sentirsi messi in croce da verità altrettanto assolute, anche se APPARENTEMENTE, diciamo di non dare peso ai giudizi altrui.
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Quoto. Non sarei riuscito ad trovare parole migliori per esprimere questo pensiero che condivido pienamente.
Ho evidenziato i punti secondo me salienti.
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Originariamente inviata da Labocania
Io trovo assurda sostenere che esistano esseri umani che non giudicano così come sarebbe assurdo pretendere che un udente non ascolti un tema musicale sparato a tutto volume.
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Infatti è caratteristica tipica di ogni essere umano giudicare altre persone anche solo su elementi minimi, ridicoli. Vediamo una persona lungo la strada per una frazione di secondo? Quella frazione di secondo ci è sufficiente per vedere l'espressione che ha sul viso, come è vestita e come si muove in quell'istante. Ecco che, automaticamente, è già scattato in noi un giudizio.
No, non possiamo diventare esseri che non giudicano, perchè è (purtroppo) una caratteristica intrinseca dell'uomo. Quello che possiamo fare è (come sostiene con saggezza anche Myway) renderci conto di quanto siano parziali, relativi, e spesso infondati, i giudizi che tendiamo sempre a farci. E di conseguenza accontanarli, dargli un peso minimo, e aspettarci da qualsiasi persona azioni, caratteristiche che non pensavamo mai di attribuirgli, nel bene e nel male.
Solo con il dono dell'onniscenza potremmo conoscere esattamente tutte le caratteristiche di una persona, e dare un giudizio completo; eppure persino così non potremmo maturare giudizi assoluti, ma sempre e solo
soggettivi, in base a quali caratteri per noi sono positivi e quali negativi.
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Poi non capisco in cosa consista il "peccato del giudizio". Io sono convinto che pochi dati se messi in relazione tra loro possano offrire al buon osservatore il ritratto più veritiero dell'individuo osservato.
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Il peccato del giudizio nell'uomo è praticamente un peccato veniale. Il vero peccato è quello del "
condannare", un atto che è spesso conseguente al giudizio.
Una persona, se compie certe azioni, è perchè, in quel determinato momento, crede sia la cosa migliore da farsi. Chi siamo noi per condannare, nella sua interezza, una persona sulla base di alcune sue azioni? Facile dire, "
Io, o chiunque altro, avremmo agito diversamente", ok, ma avremmo potuto forse agire diversamente con la
sua testa, con le
sue caratteristiche psico-intellettive? Impossibile. Legittimo quindi dare un giudizio (sempre soggettivo) sull'atto, ma non l'affibbiare una condanna definitiva ed assoluta ad una persona, nella sua totalità.
Questo è un discorso che sta al di sopra del semplice: "Giudicare si, ma insultare no" che è una più semplice norma di civiltà, e di buon senso.
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Originariamente inviata da anonimo
[LEFT]
Dire di Giuseppino che egli è, ad esempio, un egoista significa cosa di preciso? Poniamo che tale giudizio sia stato formulato da uno che conosce Giuseppino da soltanto una settimana. Qualcuno potrebbe sostenere che un giudizio del genere sia infondato "lo conosci da troppo poco tempo"; o addirittura che sia infondato a priori "le persone non sono sempre uguali, quindi giudicarle è sempre sbagliato". Ma queste due tesi si basano su interpretazioni ben precise del giudizio di egoismo. Non è detto però che tali interpretazioni siano calzanti (stabilire se lo siano o no è un altro problema grosso). Ad esempio se il giudicatore avesse inteso il suo giudizio nel modo seguente "per gli elementi che ho raccolto in questa settimana non posso far altro che considerare Giuseppino un egoista, ma con questo non intendo escludere la possibilità che egli sia stato o sarà una persona diversa; sarebbe forse meglio dire che G. si è comportato egoisticamente, ma allora se qualcuno volesse rimproverarmi proprio questo il suo rimprovero si ridurrebbe ad un semplice appunto di tipo linguistico; dico solo che per quanto ne so, è ragionevole ritenerlo un egoista.." le due tesi di sopra mancherebbero il bersaglio. Che i giudizi siano correttamente parafrasabili in questo modo non è una ipotesi tanto remota. Io, ad esempio, penso di giudicare spesso in quel modo.
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E questo è già un modo saggio di procedere. Il mio giudizio è parziale, quindi "
(per me) valido, ma solo fino a prova contraria".