più mi sforzo e più mi rendo conto
che non sono più in grado
neanche di parlare di me
sono sempre più inibito
a disagio, imbarazzato
smarrito
sperduto
leggo.. e non so cosa dire.
leggo.. e piango.
piango e tremo.
come una foglia
una fragile
foglia
molto sottile,
quasi
invisibile,
sola
in balia
di un
vento
incomprensibile,
aspro
e
violento
perché non ho vissuto niente
e dunque non so nulla
non solo della vita e del mondo
ma neanche
di me stesso.
e quel che
mi porto dentro
è solo questo
inutile
ma pesante
fardello
fatto
di
infinite domande
(che non posso più fare a nessuno)
e del muto
straziante
"grido"
interiore
di tutti
i miei umani
bisogni
inappagati