Non avere un posto di appartenenza in cui riconoscersi, sentirsi un estraneo in qualunque città ci si trovi o si visiti.
Personalmente questa cosa è venuta fuori soprattutto ora che sto fuori. Nella città in cui sto non ho alcun contatto sociale al di fuori del lavoro, non ho conoscenze, non ho luoghi in cui potermi aggregare da considerare una base sicura o altro al contrario della mia città natale in cui sono sceso per qualche giorno ora e da cui sto scrivendo questo messaggio.
Qui ogni strada ha per me un significato e relativi ricordi al seguito, tuttavia sono emozioni astratte, più concentrate su un "What if?"
Cioè su come sarebbero potute andare le cose se non avessi subito l'isolamento sociale nei miei anni di formazione.
Ho passato 20 anni di vita qui e non ho nessuno eccetto i genitori, quando esco qui vado o da solo o con loro. Non ho nessuno da chiamare per andare a prendere un caffè o una birra, nessuno con cui fare una passeggiata sul lungomare, nessuno da contattare la notte per fare qualche giro in macchina notturno per attraversare le città limitrofe e con cui fare una bella chiacchierata piena di contenuti come quelle che solo due persone che si conoscono da una vita possono avere.
Già da un paio di volte che sono sceso notavo che il liberty bianco della mia vicina di casa coetanea era scomparso, incuriosito ho chiesto ai miei che fine avesse fatto e mi è stato risposto che da quanto ne sanno loro, è partita a studiare fuori, chissà dove
Letteralmente una vita passata ad essere vicini di casa fin da bambini con la mia mezza cotta nei suoi confronti e a non scambiare mai una chiacchierata, neanche per sbaglio. Questo è l'esempio perfetto delle emozioni sulla base del What if che ho descritto prima.
Nessuna amicizia femminile o figura femminile a cui potermi rapportare, amicizie maschili del passato così superficiali e tossiche ed ora qui a ritrovarmi a fissare il vuoto dal balcone di casa.