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Discussione: L'inferno del timido! Rispondi alla discussione
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20-12-2012 19:39
ESPROC
Re: L'inferno del timido!

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
Il vero inferno del timido è l’ascensore. In esso, se nella cabina si trova anche una seconda persona, il Timido è perduto. Non sa dove posare lo sguardo, il tragitto gli appare eterno, la sua bocca si atteggia a un sorriso assurdo che non viene ricambiato, e provoca perciò in lui un senso di colpa evidenziato dalle orecchie che passano dal grigio cenere al rosso fiamma. Così, pur dovendo raggiungere il ventesimo piano, egli si affretta a catapultarsi fuori, proseguendo a piedi la dura ascesa.
Il Timido dal barbiere è un classico da antologia. Il barba-timido è colui che entrando per una veloce passata di barba, esce dopo alcune ore completo di taglio di capelli, shampoo, frizioncina, manicure, maschera, pulizia di viso, il tutto in una girandola di panni freddi o bollenti in faccia, i primi a temperatura sotto lo zero, i secondi ai margini dell’ustione.
Vediamo ora come si comportano i Timidi nell’ambito dei pubblici esercizi.
Provate a entrare in compagnia di un Timido in un bar, e pronunciate la frase :
« Io prendo un rabarbaro, e tu ? »
La risposta è automatica :
« Anch’io. »
Eppure, siatene certi, il rabarbaro non gli piace, anzi egli lo detesta, lo aborre, ma la timidezza non gli consente alternative.
Ed ecco il Timido alla cassa. Qui, riconosciuto come Timido dall’astuto esercente, egli riceve come resto un biglietto da mille gualcito e incollato con lo scotch. Il timido non osa respingerlo, non solo, ma non oserà nemmeno più spenderlo. Si ha notizia di timidi che alla loro morte lasciarono ingenti somme in biglietti da mille, tutti vecchi, raggrinziti e incollati con la pecetta.
E che dire del timido in farmacia ? Egli vi è entrato perché ha bisogno di un purgante. Ebbene, in presenza di una giovane dottoressa pronta a servirlo, il timido si annienta, e finisce con l’acquistare vitamine e pastiche per la gola, che allieveranno solo la sua timidezza, non certo il suo disturbo gastro-enterico.
Il Timido è il toccasana degli squattrinati. La sua timidezza lo costringe dapprima a prestarvi la somma da voi richiesta, e poi a non trovare il coraggio di domandarne la restituzione. Si narra che nel lontano 1939, un timido che ebbe a prestare mille lire a un amico, tentasse di recuperare il credito indirizzando al debitore frasi allusive del tipo :
« Ti faccio mille auguri … »
« Hai letto le Mille e una notte ? »
« Hai visto l’ultimo film di De Mille ? «
« Gradisci una fettina di millefogli ? »
« Toh, guarda un millepiedi ! »
Fin quando l’amico, eccitato dall’iterazione fonetica del vocabolo « mille », non gli chiese in prestito di altre mille lire. E ovviamente le ottenne.
Come definireste questo racconto?Comico o umoristico? Perchè?
In pratica mi hai spiato mentre ero sull'ascensore... e come dimenticare quella carta da 20€
20-12-2012 18:47
Who_by_fire
Re: L'inferno del timido!

La persona che ritrai non è un solo "un po' timido": più che altro un sociofobico.
20-12-2012 17:50
Tribe
Re: L'inferno del timido!

Sull' ascensore mi vien da ridere nel vedere come tutti evitano tutti, dal parrucchiere non vado più da un paio d' anni perchè mi sono stufato di sedermi là sopra e sentirmi quasi costretto a raccontargli i fatti miei (ho risolto con la macchinetta, quando mi stufo li taglio a zero e tanti saluti), e poi... Poi mi sono stufato di sedermi (e dai...) su quella poltrona e dopo tipo 15 minuti iniziare a tremare (testa compresa) come una lavatrice con la centrifuga attivata.
20-12-2012 17:27
Inosservato
Re: L'inferno del timido!

Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac Visualizza il messaggio
Ahia,... è tornato
.. ..
20-12-2012 17:14
barclay
Re: L'inferno del timido!

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
Come definireste questo racconto?Comico o umoristico? Perchè?
In effetti sembra il monologo di un comico. Alcune di quelle situazioni mi sono tristemente familiari
20-12-2012 16:47
The Golden Boy
Re: L'inferno del timido!

O come quando si entra in un negozio, non si trova quello che si cercava e si comincia a girovagare senza meta tra gli scaffali solo per non far capire, o non dire, al personale che hai bisogno del loro aiuto.
20-12-2012 15:49
Warlordmaniac
Re: L'inferno del timido!

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
Se c'è una ragazza che mi piace dentro l'ascensore in quel caso entro e se dovesse andare via la luce e l'ascensore si bloccasse da timido divento estroverso con licenza di toccare le parti basse della ragazza piedi compresi
Ahia,... è tornato
20-12-2012 15:40
Kross
Re: L'inferno del timido!

Se c'è una ragazza che mi piace dentro l'ascensore in quel caso entro e se dovesse andare via la luce e l'ascensore si bloccasse da timido divento estroverso con licenza di toccare le parti basse della ragazza piedi compresi
20-12-2012 15:00
Zanna92
Re: L'inferno del timido!

Io evito quanto più posso di salire in ascensore con qualcun altro,aspettando in portineria che la persona salga o salendo direttamente per le scale come se abitassi ad un piano basso. Una volta mi trovai ad aspettare l'ascensore con una ragazza molto carina che mi aprì la porta e mi invitò a salire con lei,ma io dissi (dandole del lei) che poteva salire da sola ed io avrei preso l'altro che doveva ancora arrivare.Lei insistette ed alla fine rinunciò,salendo senza di me,che non riuscii neanche a trovare una scusa decente per il fatto di voler prendere l'altro ascensore da solo. Chissà cosa avrà pensato
20-12-2012 13:26
AloneInTheDARK
Re: L'inferno del timido!

Faccio le scale per evitare l'ascensore quando mi capita. Cmq non ho particolari problemi se la o le persone sono sconosciute, in caso contrario inizia la ricerca di frasi di circostanza...

Cmq in genere dirigo lo sguardo per terra o sull'indicatore del piano... ma lo fanno in tanti, non solo i fobici.
20-12-2012 12:53
Opaco
Re: L'inferno del timido!

Ascensore, aggeggio infernale da usare solo dopo un'attenta ispezione. Se c'è qualcuno dentro, meglio evitarlo.
20-12-2012 12:32
Betsy Cherry
Re: L'inferno del timido!

[QUOTE=EricDraven;951475il tutto è un po' esagerato, ma nasconde tante situazioni che si verificano concretamente, anche se in modo attenuato[/QUOTE]

Quoto, il racconto è naturalmente umoristico e quindi tende all'esagerazione, però non sono cose non vere, anzi, mi ci ritrovo.
20-12-2012 12:02
Lino_57
Re: L'inferno del timido!

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
[CUT]
Come definireste questo racconto? Comico o umoristico? Perchè?
Fin dalle prime righe avevo intuito che era un raccontino umoristico, forse degli anni 60 o addirittura 50, quando l'ascensore era (in Italia) un mezzo ancora nuovo e visto con sospetto. Beh, che dire, la timidezza è sempre esistita, ed è sempre stato un argomento di presa in giro bonaria verso chi adotta questi comportamenti. Pensiamo al personaggio di Giandomenico Fracchia, antesignano di Fantozzi, creato da Villaggio nel 1966/67. Il timidone che entrava nell'ufficio del suo capo estroversissimo per chiedere l'aumento e ne usciva con una riduzione di stipendio e cancellazione delle ferie
20-12-2012 10:44
EricDraven
Re: L'inferno del timido!

Ahahaha, carino il posto

Certo, il tutto è un po' esagerato, ma nasconde tante situazioni che si verificano concretamente, anche se in modo attenuato
20-12-2012 09:35
Inosservato
Re: L'inferno del timido!

ecco un tipico esempio che dimostra ancora una volta la superiorità dell'evitante sul timido

l'evitante usa qualsiasi mezzo a disposizione pur di non trovarsi in una situazione simile

innanzi tutto abita in case non sopra il 2° piano
in secondo luogo ha gambe forti ed allenate grazie alle quali macina chilometri di scale
20-12-2012 09:26
Peppemetal81
Re: L'inferno del timido!

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
Il vero inferno del timido è l’ascensore. In esso, se nella cabina si trova anche una seconda persona, il Timido è perduto. Non sa dove posare lo sguardo, il tragitto gli appare eterno, la sua bocca si atteggia a un sorriso assurdo che non viene ricambiato, e provoca perciò in lui un senso di colpa evidenziato dalle orecchie che passano dal grigio cenere al rosso fiamma. Così, pur dovendo raggiungere il ventesimo piano, egli si affretta a catapultarsi fuori, proseguendo a piedi la dura ascesa.
Il Timido dal barbiere è un classico da antologia. Il barba-timido è colui che entrando per una veloce passata di barba, esce dopo alcune ore completo di taglio di capelli, shampoo, frizioncina, manicure, maschera, pulizia di viso, il tutto in una girandola di panni freddi o bollenti in faccia, i primi a temperatura sotto lo zero, i secondi ai margini dell’ustione.
Vediamo ora come si comportano i Timidi nell’ambito dei pubblici esercizi.
Provate a entrare in compagnia di un Timido in un bar, e pronunciate la frase :
« Io prendo un rabarbaro, e tu ? »
La risposta è automatica :
« Anch’io. »
Eppure, siatene certi, il rabarbaro non gli piace, anzi egli lo detesta, lo aborre, ma la timidezza non gli consente alternative.
Ed ecco il Timido alla cassa. Qui, riconosciuto come Timido dall’astuto esercente, egli riceve come resto un biglietto da mille gualcito e incollato con lo scotch. Il timido non osa respingerlo, non solo, ma non oserà nemmeno più spenderlo. Si ha notizia di timidi che alla loro morte lasciarono ingenti somme in biglietti da mille, tutti vecchi, raggrinziti e incollati con la pecetta.
E che dire del timido in farmacia ? Egli vi è entrato perché ha bisogno di un purgante. Ebbene, in presenza di una giovane dottoressa pronta a servirlo, il timido si annienta, e finisce con l’acquistare vitamine e pastiche per la gola, che allieveranno solo la sua timidezza, non certo il suo disturbo gastro-enterico.
Il Timido è il toccasana degli squattrinati. La sua timidezza lo costringe dapprima a prestarvi la somma da voi richiesta, e poi a non trovare il coraggio di domandarne la restituzione. Si narra che nel lontano 1939, un timido che ebbe a prestare mille lire a un amico, tentasse di recuperare il credito indirizzando al debitore frasi allusive del tipo :
« Ti faccio mille auguri … »
« Hai letto le Mille e una notte ? »
« Hai visto l’ultimo film di De Mille ? «
« Gradisci una fettina di millefogli ? »
« Toh, guarda un millepiedi ! »
Fin quando l’amico, eccitato dall’iterazione fonetica del vocabolo « mille », non gli chiese in prestito di altre mille lire. E ovviamente le ottenne.
Come definireste questo racconto?Comico o umoristico? Perchè?
Mah...sembra tutto molto esagerato.
20-12-2012 02:49
Winston_Smith
Re: L'inferno del timido!

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
Il vero inferno del timido è l’ascensore. In esso, se nella cabina si trova anche una seconda persona, il Timido è perduto. Non sa dove posare lo sguardo, il tragitto gli appare eterno, la sua bocca si atteggia a un sorriso assurdo che non viene ricambiato, e provoca perciò in lui un senso di colpa evidenziato dalle orecchie che passano dal grigio cenere al rosso fiamma.
Questo sono io.
20-12-2012 02:46
Kross
L'inferno del timido!

Il vero inferno del timido è l’ascensore. In esso, se nella cabina si trova anche una seconda persona, il Timido è perduto. Non sa dove posare lo sguardo, il tragitto gli appare eterno, la sua bocca si atteggia a un sorriso assurdo che non viene ricambiato, e provoca perciò in lui un senso di colpa evidenziato dalle orecchie che passano dal grigio cenere al rosso fiamma. Così, pur dovendo raggiungere il ventesimo piano, egli si affretta a catapultarsi fuori, proseguendo a piedi la dura ascesa.
Il Timido dal barbiere è un classico da antologia. Il barba-timido è colui che entrando per una veloce passata di barba, esce dopo alcune ore completo di taglio di capelli, shampoo, frizioncina, manicure, maschera, pulizia di viso, il tutto in una girandola di panni freddi o bollenti in faccia, i primi a temperatura sotto lo zero, i secondi ai margini dell’ustione.
Vediamo ora come si comportano i Timidi nell’ambito dei pubblici esercizi.
Provate a entrare in compagnia di un Timido in un bar, e pronunciate la frase :
« Io prendo un rabarbaro, e tu ? »
La risposta è automatica :
« Anch’io. »
Eppure, siatene certi, il rabarbaro non gli piace, anzi egli lo detesta, lo aborre, ma la timidezza non gli consente alternative.
Ed ecco il Timido alla cassa. Qui, riconosciuto come Timido dall’astuto esercente, egli riceve come resto un biglietto da mille gualcito e incollato con lo scotch. Il timido non osa respingerlo, non solo, ma non oserà nemmeno più spenderlo. Si ha notizia di timidi che alla loro morte lasciarono ingenti somme in biglietti da mille, tutti vecchi, raggrinziti e incollati con la pecetta.
E che dire del timido in farmacia ? Egli vi è entrato perché ha bisogno di un purgante. Ebbene, in presenza di una giovane dottoressa pronta a servirlo, il timido si annienta, e finisce con l’acquistare vitamine e pastiche per la gola, che allieveranno solo la sua timidezza, non certo il suo disturbo gastro-enterico.
Il Timido è il toccasana degli squattrinati. La sua timidezza lo costringe dapprima a prestarvi la somma da voi richiesta, e poi a non trovare il coraggio di domandarne la restituzione. Si narra che nel lontano 1939, un timido che ebbe a prestare mille lire a un amico, tentasse di recuperare il credito indirizzando al debitore frasi allusive del tipo :
« Ti faccio mille auguri … »
« Hai letto le Mille e una notte ? »
« Hai visto l’ultimo film di De Mille ? «
« Gradisci una fettina di millefogli ? »
« Toh, guarda un millepiedi ! »
Fin quando l’amico, eccitato dall’iterazione fonetica del vocabolo « mille », non gli chiese in prestito di altre mille lire. E ovviamente le ottenne.
Come definireste questo racconto?Comico o umoristico? Perchè?



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