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Vecchio 20-12-2012, 02:46   #1
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Il vero inferno del timido è l’ascensore. In esso, se nella cabina si trova anche una seconda persona, il Timido è perduto. Non sa dove posare lo sguardo, il tragitto gli appare eterno, la sua bocca si atteggia a un sorriso assurdo che non viene ricambiato, e provoca perciò in lui un senso di colpa evidenziato dalle orecchie che passano dal grigio cenere al rosso fiamma. Così, pur dovendo raggiungere il ventesimo piano, egli si affretta a catapultarsi fuori, proseguendo a piedi la dura ascesa.
Il Timido dal barbiere è un classico da antologia. Il barba-timido è colui che entrando per una veloce passata di barba, esce dopo alcune ore completo di taglio di capelli, shampoo, frizioncina, manicure, maschera, pulizia di viso, il tutto in una girandola di panni freddi o bollenti in faccia, i primi a temperatura sotto lo zero, i secondi ai margini dell’ustione.
Vediamo ora come si comportano i Timidi nell’ambito dei pubblici esercizi.
Provate a entrare in compagnia di un Timido in un bar, e pronunciate la frase :
« Io prendo un rabarbaro, e tu ? »
La risposta è automatica :
« Anch’io. »
Eppure, siatene certi, il rabarbaro non gli piace, anzi egli lo detesta, lo aborre, ma la timidezza non gli consente alternative.
Ed ecco il Timido alla cassa. Qui, riconosciuto come Timido dall’astuto esercente, egli riceve come resto un biglietto da mille gualcito e incollato con lo scotch. Il timido non osa respingerlo, non solo, ma non oserà nemmeno più spenderlo. Si ha notizia di timidi che alla loro morte lasciarono ingenti somme in biglietti da mille, tutti vecchi, raggrinziti e incollati con la pecetta.
E che dire del timido in farmacia ? Egli vi è entrato perché ha bisogno di un purgante. Ebbene, in presenza di una giovane dottoressa pronta a servirlo, il timido si annienta, e finisce con l’acquistare vitamine e pastiche per la gola, che allieveranno solo la sua timidezza, non certo il suo disturbo gastro-enterico.
Il Timido è il toccasana degli squattrinati. La sua timidezza lo costringe dapprima a prestarvi la somma da voi richiesta, e poi a non trovare il coraggio di domandarne la restituzione. Si narra che nel lontano 1939, un timido che ebbe a prestare mille lire a un amico, tentasse di recuperare il credito indirizzando al debitore frasi allusive del tipo :
« Ti faccio mille auguri … »
« Hai letto le Mille e una notte ? »
« Hai visto l’ultimo film di De Mille ? «
« Gradisci una fettina di millefogli ? »
« Toh, guarda un millepiedi ! »
Fin quando l’amico, eccitato dall’iterazione fonetica del vocabolo « mille », non gli chiese in prestito di altre mille lire. E ovviamente le ottenne.
Come definireste questo racconto?Comico o umoristico? Perchè?
Vecchio 20-12-2012, 02:49   #2
Esperto
 

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Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
Il vero inferno del timido è l’ascensore. In esso, se nella cabina si trova anche una seconda persona, il Timido è perduto. Non sa dove posare lo sguardo, il tragitto gli appare eterno, la sua bocca si atteggia a un sorriso assurdo che non viene ricambiato, e provoca perciò in lui un senso di colpa evidenziato dalle orecchie che passano dal grigio cenere al rosso fiamma.
Questo sono io.
Vecchio 20-12-2012, 09:26   #3
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Il vero inferno del timido è l’ascensore. In esso, se nella cabina si trova anche una seconda persona, il Timido è perduto. Non sa dove posare lo sguardo, il tragitto gli appare eterno, la sua bocca si atteggia a un sorriso assurdo che non viene ricambiato, e provoca perciò in lui un senso di colpa evidenziato dalle orecchie che passano dal grigio cenere al rosso fiamma. Così, pur dovendo raggiungere il ventesimo piano, egli si affretta a catapultarsi fuori, proseguendo a piedi la dura ascesa.
Il Timido dal barbiere è un classico da antologia. Il barba-timido è colui che entrando per una veloce passata di barba, esce dopo alcune ore completo di taglio di capelli, shampoo, frizioncina, manicure, maschera, pulizia di viso, il tutto in una girandola di panni freddi o bollenti in faccia, i primi a temperatura sotto lo zero, i secondi ai margini dell’ustione.
Vediamo ora come si comportano i Timidi nell’ambito dei pubblici esercizi.
Provate a entrare in compagnia di un Timido in un bar, e pronunciate la frase :
« Io prendo un rabarbaro, e tu ? »
La risposta è automatica :
« Anch’io. »
Eppure, siatene certi, il rabarbaro non gli piace, anzi egli lo detesta, lo aborre, ma la timidezza non gli consente alternative.
Ed ecco il Timido alla cassa. Qui, riconosciuto come Timido dall’astuto esercente, egli riceve come resto un biglietto da mille gualcito e incollato con lo scotch. Il timido non osa respingerlo, non solo, ma non oserà nemmeno più spenderlo. Si ha notizia di timidi che alla loro morte lasciarono ingenti somme in biglietti da mille, tutti vecchi, raggrinziti e incollati con la pecetta.
E che dire del timido in farmacia ? Egli vi è entrato perché ha bisogno di un purgante. Ebbene, in presenza di una giovane dottoressa pronta a servirlo, il timido si annienta, e finisce con l’acquistare vitamine e pastiche per la gola, che allieveranno solo la sua timidezza, non certo il suo disturbo gastro-enterico.
Il Timido è il toccasana degli squattrinati. La sua timidezza lo costringe dapprima a prestarvi la somma da voi richiesta, e poi a non trovare il coraggio di domandarne la restituzione. Si narra che nel lontano 1939, un timido che ebbe a prestare mille lire a un amico, tentasse di recuperare il credito indirizzando al debitore frasi allusive del tipo :
« Ti faccio mille auguri … »
« Hai letto le Mille e una notte ? »
« Hai visto l’ultimo film di De Mille ? «
« Gradisci una fettina di millefogli ? »
« Toh, guarda un millepiedi ! »
Fin quando l’amico, eccitato dall’iterazione fonetica del vocabolo « mille », non gli chiese in prestito di altre mille lire. E ovviamente le ottenne.
Come definireste questo racconto?Comico o umoristico? Perchè?
Mah...sembra tutto molto esagerato.
Vecchio 20-12-2012, 09:35   #4
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

ecco un tipico esempio che dimostra ancora una volta la superiorità dell'evitante sul timido

l'evitante usa qualsiasi mezzo a disposizione pur di non trovarsi in una situazione simile

innanzi tutto abita in case non sopra il 2° piano
in secondo luogo ha gambe forti ed allenate grazie alle quali macina chilometri di scale
Vecchio 20-12-2012, 10:44   #5
Principiante
L'avatar di EricDraven
 

Ahahaha, carino il posto

Certo, il tutto è un po' esagerato, ma nasconde tante situazioni che si verificano concretamente, anche se in modo attenuato
Vecchio 20-12-2012, 12:02   #6
Esperto
L'avatar di Lino_57
 

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
[CUT]
Come definireste questo racconto? Comico o umoristico? Perchè?
Fin dalle prime righe avevo intuito che era un raccontino umoristico, forse degli anni 60 o addirittura 50, quando l'ascensore era (in Italia) un mezzo ancora nuovo e visto con sospetto. Beh, che dire, la timidezza è sempre esistita, ed è sempre stato un argomento di presa in giro bonaria verso chi adotta questi comportamenti. Pensiamo al personaggio di Giandomenico Fracchia, antesignano di Fantozzi, creato da Villaggio nel 1966/67. Il timidone che entrava nell'ufficio del suo capo estroversissimo per chiedere l'aumento e ne usciva con una riduzione di stipendio e cancellazione delle ferie
Vecchio 20-12-2012, 12:32   #7
Banned
 

[QUOTE=EricDraven;951475il tutto è un po' esagerato, ma nasconde tante situazioni che si verificano concretamente, anche se in modo attenuato[/QUOTE]

Quoto, il racconto è naturalmente umoristico e quindi tende all'esagerazione, però non sono cose non vere, anzi, mi ci ritrovo.
Vecchio 20-12-2012, 12:53   #8
Principiante
L'avatar di Opaco
 

Ascensore, aggeggio infernale da usare solo dopo un'attenta ispezione. Se c'è qualcuno dentro, meglio evitarlo.
Vecchio 20-12-2012, 13:26   #9
Esperto
L'avatar di AloneInTheDARK
 

Faccio le scale per evitare l'ascensore quando mi capita. Cmq non ho particolari problemi se la o le persone sono sconosciute, in caso contrario inizia la ricerca di frasi di circostanza...

Cmq in genere dirigo lo sguardo per terra o sull'indicatore del piano... ma lo fanno in tanti, non solo i fobici.
Vecchio 20-12-2012, 15:00   #10
Banned
 

Io evito quanto più posso di salire in ascensore con qualcun altro,aspettando in portineria che la persona salga o salendo direttamente per le scale come se abitassi ad un piano basso. Una volta mi trovai ad aspettare l'ascensore con una ragazza molto carina che mi aprì la porta e mi invitò a salire con lei,ma io dissi (dandole del lei) che poteva salire da sola ed io avrei preso l'altro che doveva ancora arrivare.Lei insistette ed alla fine rinunciò,salendo senza di me,che non riuscii neanche a trovare una scusa decente per il fatto di voler prendere l'altro ascensore da solo. Chissà cosa avrà pensato
Vecchio 20-12-2012, 15:40   #11
Banned
 

Se c'è una ragazza che mi piace dentro l'ascensore in quel caso entro e se dovesse andare via la luce e l'ascensore si bloccasse da timido divento estroverso con licenza di toccare le parti basse della ragazza piedi compresi
Vecchio 20-12-2012, 15:49   #12
Esperto
L'avatar di Warlordmaniac
 

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
Se c'è una ragazza che mi piace dentro l'ascensore in quel caso entro e se dovesse andare via la luce e l'ascensore si bloccasse da timido divento estroverso con licenza di toccare le parti basse della ragazza piedi compresi
Ahia,... è tornato
Vecchio 20-12-2012, 16:47   #13
Intermedio
L'avatar di The Golden Boy
 

O come quando si entra in un negozio, non si trova quello che si cercava e si comincia a girovagare senza meta tra gli scaffali solo per non far capire, o non dire, al personale che hai bisogno del loro aiuto.
Vecchio 20-12-2012, 17:14   #14
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
Come definireste questo racconto?Comico o umoristico? Perchè?
In effetti sembra il monologo di un comico. Alcune di quelle situazioni mi sono tristemente familiari
Vecchio 20-12-2012, 17:27   #15
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac Visualizza il messaggio
Ahia,... è tornato
.. ..
Vecchio 20-12-2012, 17:50   #16
Banned
 

Sull' ascensore mi vien da ridere nel vedere come tutti evitano tutti, dal parrucchiere non vado più da un paio d' anni perchè mi sono stufato di sedermi là sopra e sentirmi quasi costretto a raccontargli i fatti miei (ho risolto con la macchinetta, quando mi stufo li taglio a zero e tanti saluti), e poi... Poi mi sono stufato di sedermi (e dai...) su quella poltrona e dopo tipo 15 minuti iniziare a tremare (testa compresa) come una lavatrice con la centrifuga attivata.
Vecchio 20-12-2012, 18:47   #17
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

La persona che ritrai non è un solo "un po' timido": più che altro un sociofobico.
Vecchio 20-12-2012, 19:39   #18
Esperto
L'avatar di ESPROC
 

Quote:
Originariamente inviata da Kross Visualizza il messaggio
Il vero inferno del timido è l’ascensore. In esso, se nella cabina si trova anche una seconda persona, il Timido è perduto. Non sa dove posare lo sguardo, il tragitto gli appare eterno, la sua bocca si atteggia a un sorriso assurdo che non viene ricambiato, e provoca perciò in lui un senso di colpa evidenziato dalle orecchie che passano dal grigio cenere al rosso fiamma. Così, pur dovendo raggiungere il ventesimo piano, egli si affretta a catapultarsi fuori, proseguendo a piedi la dura ascesa.
Il Timido dal barbiere è un classico da antologia. Il barba-timido è colui che entrando per una veloce passata di barba, esce dopo alcune ore completo di taglio di capelli, shampoo, frizioncina, manicure, maschera, pulizia di viso, il tutto in una girandola di panni freddi o bollenti in faccia, i primi a temperatura sotto lo zero, i secondi ai margini dell’ustione.
Vediamo ora come si comportano i Timidi nell’ambito dei pubblici esercizi.
Provate a entrare in compagnia di un Timido in un bar, e pronunciate la frase :
« Io prendo un rabarbaro, e tu ? »
La risposta è automatica :
« Anch’io. »
Eppure, siatene certi, il rabarbaro non gli piace, anzi egli lo detesta, lo aborre, ma la timidezza non gli consente alternative.
Ed ecco il Timido alla cassa. Qui, riconosciuto come Timido dall’astuto esercente, egli riceve come resto un biglietto da mille gualcito e incollato con lo scotch. Il timido non osa respingerlo, non solo, ma non oserà nemmeno più spenderlo. Si ha notizia di timidi che alla loro morte lasciarono ingenti somme in biglietti da mille, tutti vecchi, raggrinziti e incollati con la pecetta.
E che dire del timido in farmacia ? Egli vi è entrato perché ha bisogno di un purgante. Ebbene, in presenza di una giovane dottoressa pronta a servirlo, il timido si annienta, e finisce con l’acquistare vitamine e pastiche per la gola, che allieveranno solo la sua timidezza, non certo il suo disturbo gastro-enterico.
Il Timido è il toccasana degli squattrinati. La sua timidezza lo costringe dapprima a prestarvi la somma da voi richiesta, e poi a non trovare il coraggio di domandarne la restituzione. Si narra che nel lontano 1939, un timido che ebbe a prestare mille lire a un amico, tentasse di recuperare il credito indirizzando al debitore frasi allusive del tipo :
« Ti faccio mille auguri … »
« Hai letto le Mille e una notte ? »
« Hai visto l’ultimo film di De Mille ? «
« Gradisci una fettina di millefogli ? »
« Toh, guarda un millepiedi ! »
Fin quando l’amico, eccitato dall’iterazione fonetica del vocabolo « mille », non gli chiese in prestito di altre mille lire. E ovviamente le ottenne.
Come definireste questo racconto?Comico o umoristico? Perchè?
In pratica mi hai spiato mentre ero sull'ascensore... e come dimenticare quella carta da 20€
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