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Discussione: Quando le parole sono pigre... Rispondi alla discussione
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26-06-2008 10:26
cancellato2369 che bello in sto thread ce sto a fa' il mio diario personale :lol:

ho capito dove sta il problema...the problem is in my cervel bacath ()

più mi fermo a ragionare e più mi convinco che qualcosa deve essersi rotto in me...
insomma soffermiamoci un attimo a guardare il mondo: tutti che se divertono a sparlottare di idiozie, scherzare...io che mi divertivo pure a sparlottare di idiozie e....
e da un bel giorno in avanti all'improvviso ti senti scocciato lì dove invece una volta riuscivi a tirare fuori a 360° il tuo carattere.
Una volta era "parlare e far ridere sempre", oggi è "parlare ed interagire con gli altri discutendo è al 90% banale, noioso per me, scocciante".
Porca pupazzola...non si può mica saltare da un estremo all'altro così normalmente...qualcosa che si rompe deve esserci stato.
Non è possibile che riesco a tenere una discussione e sparare idiozie anche per 20 minuti o 40 volendo senza problemi, ma che alla fine mi sento sempre annoiato; e non è possibile che per questo mi piace più starmene per i fatti miei (o ascoltare le stron...e degli altri) e non iniziare una conversazione per nulla.

Non è possibile che una volta al centro della mia vita mettevo la mia abilità nel parlare ed ora odio più di qualsiasi altra cosa conversare con gli altri.
Come è possibile che una persona possa ritenere superfluo "l'arte del parlare" (e anzi quasi noiosa) e invece buttarsi più su altri atteggiamenti (osservare molto l'altra persona con gli occhi, tentare di capire il suo volto, tentare da subito un approccio più fisico, diretto e solo a 4occhi x dimostrare l'affetto)
Boh...chissà quando sono morto senza accorgermene e chissà quando ho perso così tanti stimoli per vivere come vivevo.
03-06-2008 15:19
cancellato2369 porca pupazzola sempre lo stesso problema...
sempre gli altri a dovermi tirare fuori la parte estroversa...

sempre io e i miei silenzi a cui sono affezionato e sempre io che trovo superfluo parlare mentre gli altri lo trovano quasi imbarazzante, stravagante, misterioso...

nun so...
inizia un argomento qualcuno e magari la voglia di parlare mi viene anche (e non mi fermo nemmeno dopo 10 minuti), ma se fosse per me io rimarrei tra i miei silenzi, i miei buffetti e i miei abbracci/carezze silenziosi.

Più la gente stuzzica per far uscire la parte più estroversa di me e più io poche ore dopo torno ad essere silenzioso.
2 balls...e i più scambiano la cosa per indifferenza, disinteresse.

Boh non capisco davvero se il problema sono io o sono gli altri che sono assuefatti dalle stronz...e.
E' più forte di me: "cosa hai fatto ieri?" , "cosa fai tra 2 ore?", "sei sveglia stamattina?".
Tutte cose che gli altri trovano interessanti da chiedere e a cui io non trovo alcuno stimolo per iniziare 'na discussione.
Sarà contraddittorio, ma non è che non mi interessi nulla delle persone che ho intorno (sarebbe disumano...cioè ho le stesse reazioni dalla famiglia allo sconosciuto per strada), ma non mi interessa più di tanto proprio parlare...
E magari qualche volta mi fermo pure io a ste banalità tra un "bevuto troppo ieri" e "cosa fai nel week-end", ma alla fin fine mi rendo conto che non mi interessa quasi nulla delle risposte (anche se sono persone a cui tengo) e per questo finisce che non trovo mai uno stimolo per iniziare una discussione o per interagire (preferisco arrivare da dietro a stritolarti a me insomma).

Della persona in sè mi interessa, delle parole no: come si fa?
25-04-2008 20:25
KOBE Per quando mi riguarda le parole sono sempre pigre, e spesso mi chiudo in un stupido mutismo, non è che non ho niente da dire, anzi se solo riuscissi a collegare la mia lingua al cervello sarei la persona più loquace del mondo, il proplema e che in presenza di altra gente mi blocco, non riesco a far altro che ad esprimermi a monosilabbi e con incompresibile borbottii, risultando spesso sgradevole ed antipatico.
24-04-2008 14:05
cancellato2488
Quote:
Originariamente inviata da bardamu
Quote:
Originariamente inviata da 1giova88
uff....solita storia...per chi non mi conosce bene sono un punto interrogativo bestiale
Mi sa che un pochino te la tiri :lol:
Qua dentro siamo tutti un po' così, chi più chi meno. L'unica differenza (sostanziale) è che tu non cerchi di essere ciò che non sei e hai trovato una tua dimensione espressiva che ti rende più o meno sereno. Ti senti comunque te stesso, a differenza di molti di noi.
al max..."me lo tiro" in sto periodo di "biancore" :lol:
sarà che sto bene con me stesso e con i miei mille "ma e se", ma comunque mi infastidisce/innervosisce/stizzisce il fatto che la gente pretenda sempre 100 parole su 100 e non si accontenti mai del fatto che qualcuno possa dire 99 parole (come anche una) per lasciare finire gli altri o non finire affatto.
24-04-2008 13:33
bardamu
Quote:
Originariamente inviata da 1giova88
uff....solita storia...per chi non mi conosce bene sono un punto interrogativo bestiale
Mi sa che un pochino te la tiri :lol:
Qua dentro siamo tutti un po' così, chi più chi meno. L'unica differenza (sostanziale) è che tu non cerchi di essere ciò che non sei e hai trovato una tua dimensione espressiva che ti rende più o meno sereno. Ti senti comunque te stesso, a differenza di molti di noi.
24-04-2008 13:02
cancellato2488 uff....solita storia...per chi non mi conosce bene sono un punto interrogativo bestiale :lol:

il momento prima sono visto come una persona carismatica e espansiva, il momento dopo introversa e timida (perchè me ne sto zitto) e dopo 2 ore che mi viene la voglia di scherzare un po' di nuovo estroverso e simpatico e magari il momento dopo ancora diversamente freddo e misterioso, poi distaccato e introverso ecc...ecc...

ma che diavolo volete che ne sappia io? so' quel che sono...uff....

e la risposta è sempre la stessa: se il cuore mi dice di agire agisco, se il cuore st ain silenzio o preferisce meditare tra sè e sè faccio altrettanto.

La gente (i ragazzi/e coetanei) è troppo abituta a vedere tutto o bianco o nero...e quando una persona sbalza da bianco a nero con troppa duttiltà rimangono troppo spiazzati: è quest ala realtà.
E allora si fanno i castelli di sabbia loro e ti vedono come misterioso ed enigmatico solo perchè non riescono a comprendere se un tuo silenzio è un silenzio timido o un silenzio "sicuro".

Io sapete cosa sono arrivato a pensare di me? che "non ho carattere"...non nel senso di carisma (quello se è necessario lo si tira fuori a quintali), ma proprio un carattere fisso.
Tutti si aspettano che una persona possa essere o solo dolce, o solo stronza, o solo silenziosa o solo introversa, o solo sfigata o solo "avanti", o solo romantica e smielata o solo fredda e cinica.
Io credo che posso far un effetto strano a primo impatto con chi mi deve ancora imparare a conoscere perchè io sono tutto e nulla: sono un attimo prima di un silenzioso timido, poi di un silenzioso sicuro di sè, poi un silenzioso pensante e romantico, poi sono un estroverso autoironico e poi provocatore, sono un po' misterioso, ma l'attimo dopo sono disposto a rivelare tutte le mie carte e tutte le mie emozioni; un attimo prima posso essere in grado di esternare tutto guardandoti negli occhi e l'attimo dopo invece a dirti la cosa più banale non riesco a non abbassare gli occhi (e viceversa).
Sono tanti silenzi che vogliono però voler dire tutto e sono altre volte tante parole che vorrebbero essere silenzi; sono gentilezza,pudore e "zerbinaggine" e sono provocazione, sicurezza, sono poesia e sono freddezza, sono abbracci e tenerezza, ma sono silenzi distaccati e glaciali.

E sapete che vi dico? Chi mi vuol capire mi capisca e chi no so' felice comunque.
16-04-2008 14:56
cancellato2488
Quote:
Originariamente inviata da SafeAsMilk
Anch'io sono sempre stato un ...silenzioso! Oggi lo sono forse meno di un tempo ma accade ancora che rimanga senza parole. Non credo sia un male, lo ammetto, stare in silenzio mi piace, mi rendo conto però che può complicare il rapporto con gli altri perchè mette a disagio...

E' che al silenzio ci si abitua, in particolare chi come noi ha avuto o non ha relazioni intime, di amicizia schietta dove arrivi al punto di poterti aprire senza temere di essere giudicato, sententi libero di parlare se ne hai la voglia oppure no... quando non si è abituati a parlare (e parlare alla fine è compiere un'azione) si fatica.. in queste situazioni mi trovo a chiedermi "e ora? che dico? cosa potrei dire?", così poi mi sembra di piombare in un circolo vizioso e più cerco qualcosa di buono da dire meno dico.. insomma: ho l'impressione di dover assolutamente dire qualcosa anche se in quel momento, magari anche in quel secondo non mi passa nulla per la mente!! invece, le volte nelle quali riesco a parlare in modo confidenziale, sono le volte i cui non mi preoccupo di dover dire qualcosa, peccato non sia la regola... :?
sisi più o meno anche a me.
Proprio per quello fatico a mantenere i rapporti a metà.
Sono schietto subito e cerco di farmi capire subito.
All'inizio non ho problemi e gli argomenti li trovo, poi c'è una fase dove il mio carattere esce (e quindi io che sto bene nel mio silenzio mi limito spesso + ad ascoltare/osservare che esserre attivo) e poi se la persona che ho davanti "si fa prendere" (perchè come detto comunque dietro ai silenzi nascondo un'altra part edi me che non si fa problemi nell'interelazionarsi direttamente con abbracci,battute, e provocazioni anche forti) di lì in poi è solo discesa: i miei occhi parlano abbastanza e se non lo fanno loro, mi viene automatico relazionarmi in qualche modo fisico/verbale.

Ciò che odio e la via di mezzo: chi ancora non conoscendomi bene non si sente di darmi abbastanza fiducia da interagire + direttamente, ma che allo stesso tempo vorrebbe approfondire (e allora lì mi sento quasi costretto io a doverlo fare per mettere + a suo agio chi ho davanti).
Perchè io mi sento bene per come reagisco di petto, solo che se poi devo mettere in difficoltà chi ancora non mi conosce mi tocca far el'estroverso anche quando non voglio: solitamente preferisco seguire ciò che mi dice la testa (se la mente dice silenzio eseguo, se mi dice battuta eseguo, se mi dice abbraccio eseguo senza volermi fare molti problemi)
15-04-2008 21:09
SafeAsMilk Anch'io sono sempre stato un ...silenzioso! Oggi lo sono forse meno di un tempo ma accade ancora che rimanga senza parole. Non credo sia un male, lo ammetto, stare in silenzio mi piace, mi rendo conto però che può complicare il rapporto con gli altri perchè mette a disagio...

E' che al silenzio ci si abitua, in particolare chi come noi ha avuto o non ha relazioni intime, di amicizia schietta dove arrivi al punto di poterti aprire senza temere di essere giudicato, sententi libero di parlare se ne hai la voglia oppure no... quando non si è abituati a parlare (e parlare alla fine è compiere un'azione) si fatica.. in queste situazioni mi trovo a chiedermi "e ora? che dico? cosa potrei dire?", così poi mi sembra di piombare in un circolo vizioso e più cerco qualcosa di buono da dire meno dico.. insomma: ho l'impressione di dover assolutamente dire qualcosa anche se in quel momento, magari anche in quel secondo non mi passa nulla per la mente!! invece, le volte nelle quali riesco a parlare in modo confidenziale, sono le volte i cui non mi preoccupo di dover dire qualcosa, peccato non sia la regola... :?
15-04-2008 20:29
calinero "non c'ho voglia e zzzzz zzz zzzz"

sono le parole più pigre che conosco
15-04-2008 19:40
muttley
Quote:
Originariamente inviata da animaSola2
Quote:
Originariamente inviata da Muttley_upgrade_version
Nel mio caso pesa il fatto di avere il dono della sintesi: non sempre di dono si tratta dal momento che le parole vengono utilizzate in maniera ridondante dai più. Le comunicazioni tra persone funzionano in maniera "estensiva", quasi si facesse a gara a chi riempie maggiormente il dialogo non di concetti ma di ripetizioni degli stessi.

Sn sempre stata del parere che quando 2 persone si ritrovano a contemplare i loro silenzi..nella piu completa serenità d'animo....non esistono parole sospirate dal vento che possano dipingere la stessa profondità d'espressione...
Esistessero più persone in giro che la pensano come te....
14-04-2008 21:47
Sentenza vorrei aggiungere un'altra cosa..
troppo spesso mi capita di non avere voglia di parlare con la gente, di trovarmi in situazioni in cui piuttosto di parlare mi spararei un colpo in testa, di voler star zitto a tutti i costi, quasi per paura che parlando la gente che è con me possa capire qualcosa di personale o quello a cui sto pensando in quel momento.
però basta che qualcuno mi trascini nel discorso per riacquistare magicamente la parola e per diventare un perfetto comunicatore. è per questo che forse a volte mi trovo meglio, almeno come primo impatto, con gente estroversa, ma in fondo ho da sempre preferito la compagnia di ragazzi e ragazze più simili a me..
14-04-2008 13:15
MarcheseDelGrillo Salve,
se vi può essere d'aiuto dico la mia.

Sta cosa di non saper cosa dire, questa sensazione di inutilità del discorso ce l'ho anche io, a volte.
Ce l'avevo soprattutto alle medie, in un contesto di classe nel quale non mi trovavo per niente bene. Poi al liceo, conoscendo persone più interessanti e più vicine a me, è passato.
Ora come ora (ho 21 anni) il problema si ripresenta, ho notato, ogni qual volta abbia a che fare con un imbecille...

Mi spiego, secondo me il problema sta solo nel fatto che non sapete che dire solo perchè le persone con le quali cercate di parlare non sono vicine a voi nei gusti, nella mentalità, nelle esperienze, nell'intelligenza...

Oppure perchè inconsciamente credete che queste persone non siano vicine a voi in gusti, mentalità, esperienze e intelligenza, cosicchè spunta una "paura" di non essere capiti o che il nostro discorso possa risultare stupido.

Almeno, per me ho la forte sensazione che sia stato e sia così.
14-04-2008 00:04
BraveMargot Anche a me parlare stanca. Non è il silenzio da timidezza che provo in determinate situazioni (persone nuove, tanta gente, ecc). Anche con persone con cui sono a mio agio o con argomenti che mi interessano spesso mi ritrovo a non aver voglia di parlare, soprattutto quando si tratta di raccontare fatti concreti. Poi succede che li racconto così male che devo ripeterli e quindi lo sforzo è doppio. Preferisco ascoltare e infatti vado d'accordissimo con le vecchine over 80 logorroiche. Comunque non so chi abbia deciso che sia più "giusto" essere chiacchieroni che silenziosi, secondo me non ha senso.
13-04-2008 22:32
Muttley_upgrade_version Nel mio caso pesa il fatto di avere il dono della sintesi: non sempre di dono si tratta dal momento che le parole vengono utilizzate in maniera ridondante dai più. Le comunicazioni tra persone funzionano in maniera "estensiva", quasi si facesse a gara a chi riempie maggiormente il dialogo non di concetti ma di ripetizioni degli stessi.
13-04-2008 21:57
Sentenza A proposito, la situazione di rimanere in silenzio in presenza di altre persone mi porta a pensare, mi porta ad una citazione cinematografica:

"I silenzi che mettono a disagio... Perché sentiamo la necessità di chiacchierare di puttanate, per sentirci più a nostro agio? È solo allora che sai di aver trovato qualcuno davvero speciale, quando puoi chiudere quella cazzo di bocca per un momento e condividere il silenzio in santa pace"

(Mia Wallace - Pulp Fiction)

:lol:
13-04-2008 21:30
Sentenza Ciao ragazzi, mi riconosco anch'io nelle vs. parole, e se volete mi unisco pure io al Vs club. :lol:
Il mio problema fondamentale non è tanto conoscere gente nuova, anzi devo dire che pur non essendo un estroversone e pur non avendo mai conosciuto nessuno in discoteca, pub, locali o ambienti simili, non mi ritengo nemmeno troppo timido.
Il mio problema riguarda invece il cosiddetto secondo passo, quando dopo le presentazioni e le varie frasi di circostanza che si dicono, si tratta di raccontare qualcosa di più di te stesso o di fare domande un pò più personali. devo dire che in queste occcasioni ho parecchie difficoltà, e spesso l'alcool può venirmi in aiuto (ma non si tratta certo della soluzione del problema, visto che non ho intenzione di farmi sottoporre ad un trapianto di fegato , e poi dipende anche dalla situazione dell'incontro ).
ti consiglierei, come tra l'altro ti ha già scritto bardamu, di ampliare il più possibile le tue conoscenze e di conoscere gente con cui puoi condividere qualcosa in comune. Spesso, e te lo dico per esperienza personale, è necessario conoscere gente più stimolante, per poter un pò venir fuori dal guscio di timidezza in cui si è. I miei amici sono bravi ragazzi ma spesso mi accorgo che alla fine esco con loro perchè altrimenti non avrei nessun altro con cui uscire, e che abbiamo poco o nulla in comune. Ecco, trovare qualcuno nella tua stessa situazione, o con cui condividi qualcosa, ti può certamente aiutare ad esprimere liberamente quello che hai dentro..
Come la pensate voi altri?
Mi piacerebbe portare avanti questo discorso..
13-04-2008 17:30
vetro In sintesi stai zitto per paura del giudizio degli altri.Dovresti liberarti.Oggi una signora quando le hanno consegnato le schede ha detto sorridendo : quanta carta straccia.Io nella mia testa ho subito pensato che era poco consono.Ma alla fine chissenefrega.Lo voleva dire e l'ha detto.
13-04-2008 17:11
Yagami Anche, ma più che altro è timore di dire cazzate o di sbagliare a parlare. Eppure tante volte interventi che ometto di fare e che tengo a mente, vengono fatti anche da altri e risultano poi buoni. In questo caso sono lento io a decidermi di parlare, ma non posso certo avere la sicurezza prima se quello che dirò è buono o no, quindi finisce che stò zitto.
Sono d'accordo che anche le banalità hanno un loro senso, nel contesto in cui vengono dette, ma per me sinceramente non contano proprio, anche perchè in quei contesti, non mi trovo a mio agio per niente. Ma in generale le trovo dei pretesti per dare fiato alle corde vocali come se poi contasse solo quello (perchè questo traspare osservando i comportamenti).
13-04-2008 15:58
vetro
Quote:
Il fatto è che a me stanca in modo pazzesco parlare con la gente, non la trovo una cosa interessante e come alcuni di voi hanno scritto, preferisco anch'io l'iterazione fisica piuttosto che quella verbale.
Quando si ha poco abitudine a dialogare è comprensibile.
Il piu' delle volte la gente apre bocca per dire banalita' ma anche quelle hanno il loro senso.Dipende anche dal contesto.
Non parli perche' hai paura di dire banalita' o di risultare poco interessante?
13-04-2008 15:42
Yagami Non siete soli ragazzi, stessa identica cosa per me. Per esempio sono 3 settimane quasi che frequento un corso di formazione. I primi giorni sono stati abbastanza scorrevoli, e qualche volta ho aperto bocca pure io. Per le solite cose di quando ci si conosce, che scuola hai frequentato, come ti chiami, anni e bla bla, io mi sono sempre e cmq limitato a questo e a commentare l'andamento del corso, che era la cosa che mi interessava davvero, gli altri invece dopo 1 giorno già si raccontavano di tutto, ogni cazzata possibile, io invece muto. Purtroppo penso sempre di essere io quello difettoso, di non avere argomenti e di essere vuoto, ma sinceramente mettermi a raccontare della mia vita privata e di ogni minima stupidata oltre che scocciarmi mi stressa, anche perchè c'è troppa gente che guarda e al primo cedimento la pressione mi và a mille, con rischio di infarto precoce. Ma non mi metterei ugualmente ad aprire bocca per cazzate se fossi più spigliato.
Il fatto è che a me stanca in modo pazzesco parlare con la gente, non la trovo una cosa interessante e come alcuni di voi hanno scritto, preferisco anch'io l'iterazione fisica piuttosto che quella verbale. Anche uno sguardo, un sorriso, per me valgono più di mille parole inutili. Se ci pensate ci stai molto meno ad abbracciare chi vuoi bene, piuttosto che a dirglielo a parole e l'emozione arriva anche più diretta.
In tutto questo c'è anche l'eccezione, ci sono volte (rarissime volte) che il discorso è interessante ma non ho il coraggio di mettere bocca per le cause che ho detto prima. Insomma non sò voi, ma io di solito quando sono costretto a stare con gente, mi limito a parlare quando mi fanno qualche domanda, per il resto, mi faccio i fatti miei, anche perchè spesso e volentieri i discorsi che fà la gente pur di stare a cazzeggiare sono di un'inutilità allucinante, vanno dal, dove sei andata a fare shopping, al dove hai fatto il tatuaggio passando per i viaggi che hai fatto e i locali che frequenti, il tutto infarcito da battute idiote, mettici poi che certa gente ha una voce di un irritante pazzesco e hai messo insieme un piccolo inferno per le orecchie.
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