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Discussione: Ragazzi/e qual è stato il momento in cui... Rispondi alla discussione
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04-03-2008 20:48
paccello Mi viene in mente una cosa che lì per lì mi lasciò più stranito che altro: una festa in discoteca, ai tempi del liceo, in cui un mio amico limonava, a pochi centimetri dalla mia faccia, con una delle poche belle della mia classe. Wow.
04-03-2008 14:40
Vento_del_Sud Muttley quindi adesso non se ne fanno più perchè la leva è stata abolita per i nati dall'86 in poi o la tradizione continua con un diverso casus belli?
04-03-2008 14:22
muttley Ma allora te le vai anche a cercare
04-03-2008 10:06
genau la timidezza ha maggiormente condizionato la vostra esistenza?Ovvero, quand'è stato che l'apatia, il blocco muscolare, la difficoltà nell'esprimersi, il non savoir faire che la timidezza comporta vi hanno procurato più danni, specialmente in presenza di altre persone

a 19 anni quando mi sono tagliata i capelli a zero come la Britney Spears.
04-03-2008 00:33
muttley
Quote:
Originariamente inviata da A_Bittersweet_Life_83
Il punto più basso della mia vita e della mia autostima l'ho toccato durante la festa dei 18 anni.
Idem con patate: la cosiddetta cena della leva è una delle usanze più barbare dei piccoli centri di provincia, residuato bellico di un passato di efferatezze che risalgono a prima dell'avvento dei lumi della ragione.
Ogni anno in questi paesini, tutti i 18enni si radunano per celebrare cene alla buona in pizzerie e locali affini, concludendo le serate con improbabili sortite in discoteca, all'insegna della tamarraggine più becera. Il clou dell'evento è però rappresentato dalle scritte sui muri che afferiscono a episodi della vita privata degli abitanti del paese, nel più puro disprezzo della privacy.
Aiutateci a fermare questa barbara usanza! Per maggiori informazioni su come contribuire a questa missione di civiltà contattatemi in pvt.
03-03-2008 17:18
Rei Eh quanti momenti che avrei tranquillamente potuto evitare=_= Tipo la festa di 18 di una mia compagna di classe..ci teneva..boh ci sono andata..pub classici con musica, schermi che davano le partite di calcio..e una noia terribile!! Avevo un tizio assurdo vicino a me che continuava a osservarmi e mi faceva sentire ancora più a disagio..una fumava, le altre parlavano tra loro e mangiavano..le coppiette ad amoreggiare, io ho mangiato..e poi non sapevo più che fare!!>.< facevo finta di rispondere a messaggi sul cell, guardavo la partita (di cui non mi importava nulla O_O). Poi ODIO quando la gente per farmi sentire "integrata" mi chiamava (da distanza di 5 metri) e mi chiedeva di raccontare qualcosa!!=_= Io ero così 8O non sapevo assolutamente di che parlare o cosa dire. Per fortuna alle 24 sono riuscita ad andarmene (fortuna che casa mia era praticamente a 50 metri dal pubXD) L'anno dopo ho trovato una scusaXD
28-02-2008 17:15
Pocahontas ciao....
almeno tu 'hai un blocco' alle feste, io nn posso nemmeno camminare x strada k sale l'imbarazzo totale!!!
cmq posso darti un consiglio?! la prox vlt k vai ad una festa inizia almeno a ballare nell'angolino della pista, poi piano piano inserisciti nella miskia...provaci, dovrebbe essere + facile!
16-12-2007 00:37
K
Re: Ragazzi/e qual è stato il momento in cui...

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Originariamente inviata da Vento_del_Sud
......la timidezza ha maggiormente condizionato la vostra esistenza?Ovvero, quand'è stato che l'apatia, il blocco muscolare, la difficoltà nell'esprimersi, il non savoir faire che la timidezza comporta vi hanno procurato più danni, specialmente in presenza di altre persone?
Mi tornano in mente gli orribili anni del liceo. C'era una prof ostinata a cambiare di posto le persone in classe, una specie di turnover. Banchi da due, ovviamente, il che rendeva tutto più terribile e fastidioso.

Ci fu un periodo (relativamente sereno e molto breve) in cui ero seduto vicino alla persona che più si avvicinava al concetto di "amico" in quella dannata classe. Ma ero letteralmente terrorizzato dall'idea che la prof potesse spostarmi ed abbinarmi con qualche ragazza. Attendevo quel momento come un verdetto tremendo e ineluttabile.
E infatti il fatidico giorno arrivò.
Ebbene, credo che toccai il fondo quando mi abbinò proprio con la ragazza di cui ero segretamente (e perdutamente) innamorato. Inutile dire che il dialogo tendeva a zero e l'imbarazzo ad infinito. Un'umiliazione e una disperazione insopportabile. Ogni volta che vedevo il suo volto annoiato e infastidito, provavo un'autentica pugnalata nell'anima.
Se prima potevo ancora coltivare i miei sogni con la ragazza in questione (sognare non costa nulla, no?), da quel momento furono distrutti e inceneriti dalla cruda realtà e da una prof perfidamente sadica.

Le giornate sembravano interminabili e tutta la mia esistenza pareva un autentico inferno...
13-12-2007 19:54
Bri
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Originariamente inviata da harvest
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Originariamente inviata da Bri
Per fortuna che esiste anche molta gente seria con cui festeggiare e passare il tempo in maniera piacevole.
Sì , alcuni tra i nostri simili .
No, penso che chiunque abbia un cervello per pensare possa rientrare in questa categoria.

Escludo invece quelli che, avendo il nulla più assoluto dentro di se, passano il loro tempo curandosi esteriormente e cercando di mettersi in mostra esibendo corpo/ facendo idiozie.
13-12-2007 13:21
Bri
Quote:
Originariamente inviata da harvest
La tattica migliore è fare i disertatori . Le feste con quegli scemi vanno sradicate .
Su questo concordo. Non bisogna sentirsi obbligati a partecipare a tutte le feste.

Quelle prevedono praticamente solo birra, figa e balletti sensuali reinterpretati da delle foche mi hanno sempre fatto ribrezzo.... Era meglio na fucilata ?

Per fortuna che esiste anche molta gente seria con cui festeggiare e passare il tempo in maniera piacevole.
26-11-2007 13:32
Vento_del_Sud
Quote:
Originariamente inviata da LarryJR
QUOTO, STRAQUOTO E RIQUOTO!!! i miei 14 e 15 anni li ho passati così e solo quando sono esploso, a 16 anni, mi sono reso conto di quanto tempo ho sprecato!!!!!!!!!!!!!! RAGAZZI, SIETE GRANDI!!! (e non lo dico per far piacere, ma perchè lo penso davvero :wink: )
Larry in che senso sei esploso?
25-11-2007 16:43
LarryJR
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Originariamente inviata da Milo
Si Claudia in parte hai ragione,però se stai a casa non cambirà mai niente,mentre se vai a qualche festa chissà che la non farei una conoscenza che ti possa cambiare veramente la vita?

Chiudersi in casa non è una brutta cosa o da sfigati però stando sempre in casa secondo me non si va avanti,e per me è importante andare sempre avanti e cercare di migliorarsi.
QUOTO, STRAQUOTO E RIQUOTO!!! i miei 14 e 15 anni li ho passati così e solo quando sono esploso, a 16 anni, mi sono reso conto di quanto tempo ho sprecato!!!!!!!!!!!!!! RAGAZZI, SIETE GRANDI!!! (e non lo dico per far piacere, ma perchè lo penso davvero :wink: )
21-11-2007 19:52
Vento_del_Sud
Quote:
Originariamente inviata da captainmarvel
be ma l'uni è meglio della scuola se sei introverso/sociofobico, perché a differenza della scuola non sei inserito in un contesto di socializzazione forzata. per me gli anni universitari sono stati una boccata di ossigeno in questo senso, anche se poi avevo lo stesso le mie ossessioni.
E' vero, ma nelle facoltà scientifiche è più facile che si ricrei l'ambiente scuola perchè bisogna seguire tutte le lezioni, bisogna partecipare alle esercitazioni ecc...Certo, la non socializzazione all'università è più semplice da gestire rispetto alla scuola
21-11-2007 19:01
captainmarvel
Quote:
Originariamente inviata da Vento_del_Sud
Quote:
Originariamente inviata da captainmarvel
il mio errore è consistito nello scegliere una facoltà umanistica che in primis da' meno certezze professionali e soprattutto offre principamente sbocchi lavorativi in cui devi essere portato alle relazioni interpersonali, alla comunicatività, al contatto umano ecc. che per un introverso sociofobico come il sottoscritto è un po' come lavorare in un caseificio quando sei intollerante al lattosio.

all'epoca la fobia sociale mi paralizzava e mi ha spinto a fare una scelta così sconclusionata. avevo paura di iscrivermi al politecnico perchè irrazionalmente pensavo che avrei trovato un ambiente ostile.
Ciao, guarda caso io ho compiuto proprio il percorso inverso al tuo...Il mio errore è stato iscrivermi al politecnico della mia città, dopo il diploma, nonostante avessi una forma mentis spiccata per le discipline umanistiche. Fra le varie cause che mi hanno indotto in errore includo anche il tuo ragionamento, ma rovesciato: ho pensato che una persona timida ed introversa potesse adattarsi meglio all'ambiente tecnico - scientifico, anche a livello di sbocchi lavorativi, ma è stata una disfatta di Caporetto: alle lezioni frequentavano solo maschi, molti dei quali introversi pure loro, ragazze poche e sgradevoli, professori gretti e poco profondi umanamente...Per farla breve sono stato contentissimo di cambiare aria
be ma l'uni è meglio della scuola se sei introverso/sociofobico, perché a differenza della scuola non sei inserito in un contesto di socializzazione forzata. per me gli anni universitari sono stati una boccata di ossigeno in questo senso, anche se poi avevo lo stesso le mie ossessioni.
20-11-2007 19:52
vetro Siamo tutti potenziali Michael Caufield..ci diamo alla fuga! :lol:
20-11-2007 19:38
deltoide Io non lo so, mi sforzo tanto per provare a essere un pò socievole, almeno un tantinello estroversa..affronto situazioni che normalmente eviterei come inviti a uscire, feste.. eppure, anche se sono un pò migliorata per quanto riguarda i rapporti con gli altri (dico un pò, non voglio esagerare) comunque mi sento sempre a disagio, è sempre così. Ogni volta che sono invitata da qualche parte mi viene l'ansia, non voglio andare. Poi, se ci riesco, mi costringo ad andare perchè voglio smetterla di essere così..ma nonostante tutto, anche quando non mi trovo poi così male con gli altri non vedo l'ora di tornare a casa e l'unico momento in cui mi sento bene è quando alla fine sono tornata nel mio rifugio. La timidezza condizionerà sempre la mia vita, non c'è niente da fare. Forse sono così per natura e tutti gli sforzi che faccio per cambiare sono inutili.. :?
20-11-2007 15:26
genau credo sia una patologia, magari ereditata, la timidezza, tensione muscolare, il fatto di arrossire può far ridere, è banale, mah in ogni caso è un rapporto malato con sè stessi, ti vogliono far credere che sei al centro dell'attenzione, quando nella realtà non è per niente vero, è una forma di violenza psichica per certi aspetti, è un modo per spronarti, quando, spesso e volentieri , si sa, che soprattutto è difficile permettersi anche addirittura un terzo figlio. una diagnosi fatta da me, che col tempo si dice che sia solo stress, niente di più.
20-11-2007 13:56
Vento_del_Sud
Quote:
Originariamente inviata da captainmarvel
il mio errore è consistito nello scegliere una facoltà umanistica che in primis da' meno certezze professionali e soprattutto offre principamente sbocchi lavorativi in cui devi essere portato alle relazioni interpersonali, alla comunicatività, al contatto umano ecc. che per un introverso sociofobico come il sottoscritto è un po' come lavorare in un caseificio quando sei intollerante al lattosio.

all'epoca la fobia sociale mi paralizzava e mi ha spinto a fare una scelta così sconclusionata. avevo paura di iscrivermi al politecnico perchè irrazionalmente pensavo che avrei trovato un ambiente ostile.
Ciao, guarda caso io ho compiuto proprio il percorso inverso al tuo...Il mio errore è stato iscrivermi al politecnico della mia città, dopo il diploma, nonostante avessi una forma mentis spiccata per le discipline umanistiche. Fra le varie cause che mi hanno indotto in errore includo anche il tuo ragionamento, ma rovesciato: ho pensato che una persona timida ed introversa potesse adattarsi meglio all'ambiente tecnico - scientifico, anche a livello di sbocchi lavorativi, ma è stata una disfatta di Caporetto: alle lezioni frequentavano solo maschi, molti dei quali introversi pure loro, ragazze poche e sgradevoli, professori gretti e poco profondi umanamente...Per farla breve sono stato contentissimo di cambiare aria
19-11-2007 21:46
captainmarvel
Quote:
Originariamente inviata da harvest
Quote:
Originariamente inviata da captainmarvel
percorso universitario sbagliato
Io ho percorso la strada del deragliamento totale . Infatti ora mi ritrovo in un carrozzone senza regole e schemi .
il mio errore è consistito nello scegliere una facoltà umanistica che in primis da' meno certezze professionali e soprattutto offre principamente sbocchi lavorativi in cui devi essere portato alle relazioni interpersonali, alla comunicatività, al contatto umano ecc. che per un introverso sociofobico come il sottoscritto è un po' come lavorare in un caseificio quando sei intollerante al lattosio.

all'epoca la fobia sociale mi paralizzava e mi ha spinto a fare una scelta così sconclusionata. avevo paura di iscrivermi al politecnico perchè irrazionalmente pensavo che avrei trovato un ambiente ostile.
19-11-2007 21:04
captainmarvel quando avevo 19 anni e ho fatto l'errore di scegliere un percorso universitario sbagliato che mi ha condizionato negli anni successivi.
direi che all'epoca ho attraversato la fase più critica.
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