Sicuramente condizioni materiali sfavorevoli incidono pesantemente sulla salute mentale, ed è per questo che troverei utile un cambio di prospettiva nelle narrazioni attorno a questa (adesso le narrazioni mi sembrano ancora molto legate al concetto di individuo come sistema isolato). Cosa che in realtà sta già accadendo.
Però sarebbe interessante sapere da dove viene lo stereotipo delle persone povere e felici in quanto tali. Forse è correlato al fatto che le persone quando in condizioni incerte tendono a creare reti sociali più forti e solide perché si è molto motivati a ricercare la collaborazione, se invece uno provvede già a se stesso non ha questo istinto così forte. Ma in realtà ora sto pensando che anche questo potrebbe essere uno stereotipo
08-12-2022 12:46
XL
Re: Economia e salute mentale
Quote:
Originariamente inviata da Teal
Lo sviluppo economico incide sulla salute mentale della popolazione secondo voi? Si stava meglio quando si stava peggio? Sarebbero interessanti riflessioni sia per il lungo che per il breve periodo. Un momento di ripresa può far trovare lavoro e guadagno più facilmente a più persone e quindi alleviare in molti casi quei sintomi di malessere dovuti alle ristrettezze economiche? O comunque, all’interno di questo sistema, qualunque forma di “sviluppo” aumenta di fatto le distanze tra le persone e crea sempre più disuguaglianze, col risultato di fare più danni che altro? Ovviamente si tratta di distinguere tra salute mentale “individuale” e “collettiva”. Che ne pensate?
Secondo me non è quanto guadagni in sé ad incidere, è quanto guadagni rispetto agli altri ad incidere sulla salute mentale.
Ma vale per qualsiasi cosa, non è che uno si preoccuperebbe di avere un pisello in erezione di 5 cm se ce lo avessero tutti così.
Se volessi vivere qua da noi, che so, senza impianto idraulico in casa riusciresti a trovare pochissime persone ben disposte a vivere così, se vivi in un posto sperduto in culo al mondo dove nessuno ha impianto idraulico in casa (magari hanno direttamente la capanna) il discorso cambierebbe, avresti più probabilità di trovare qualcuno che condividerebbe volentieri questo stile di vita e non ti sentiresti un miserabile come avviene da noi.
Comunque tutte queste cose incidono poi su altro, se vivi in certi modi muori prima, se andiamo indietro nel tempo le persone morivano prima, invecchiavano prima e così via, su queste cose qua poi incide il tenore di vita.
Un povero qua da noi ha mezzi e risorse che un tizio che è vissuto in altre epoche e in altre zone non ha, ma è depresso comunque, perché? Perché fa un confronto con quello che ha l'uomo medio attorno a lui e perché per inserirsi nel contesto sociale che conta queste cose qua non bastano comunque a differenza dell'altro tizio che magari pur non avendo risorse paragonabili riesce a reperire più risorse sociali.
La povertà è qualcosa di relativo, certo è che oggi con i mezzi di informazione di massa questa cosa sta tendendo a sparire, tutti tendono a voler vivere all'occidentale e ad un certo livello, ma io non so se ce lo possiamo permettere, a me pare di no.
Se finisce con l'avere sensi di inferiorità anche il tizio che vive nella capanna, il tizio che vive nella capanna si ammalerà mentalmente se non riesce a vivere nell'altro modo. Se le donne o gli uomini di un "paese povero" emigrano altrove e certi stili di vita vengono abbandonati non sarà più possibile vivere con quelle risorse là e per forza di cose chi rimane ancorato ad avere solo quelle risorse finirà in seguito con l'ammalarsi mentalmente come succede alle persone più povere che vivono da noi.
I barboni il più delle volte non sono solo poveri, sono anche abbastanza svitati in base a quel che vedo per strada.
Questa mutazione noi in parte già l'abbiamo vissuta ma la stiamo esportando.
E' il trovarsi ai piani bassi delle gerarchie sociali che secondo me crea disagio e disagio mentale, ora trovarsi ai piani bassi delle gerarchie sociali non dipende solo da quanti mezzi in assoluto hai, perché è relativa questa cosa.
Quelli che sbroccano e fanno le stragi perché emarginati esistono anche in società tribali, non è una cosa nostra.
Io direi che è l'emarginazione dovuta alle gerarchie selettive a creare disagio mentale, ma questa poi a seconda del contesto in cui vivi dipende da una serie di variabili anche economiche.
08-12-2022 12:40
Milo
Re: Economia e salute mentale
Ma i paesi scandinavi e il giappone non hanno i record di suicidi?
Cmq facevo una riflessione, la mia famiglia si è sfasciata per questioni di soldi eriditarie, ci sono stati furti e circonvenzione di incapace, ora io mi chiedo se invece di un patrimonio importante ci fosse stato poco da arraffare sarebbero successe le stesse cose?
08-12-2022 12:23
BrainStormer
Da quello che vedo le redini del nostro paese sono ancora in mano alle generazioni passate che prima che alla felicità pensavano alla realizzazione lavorativa. Temo che il cambio verso un paese più umano da noi avverrà molto in ritardo perché oggi i 30enni che hanno i contatti e le capacità per creare movimenti nuovi vanno via dal nostro paese.
In altri paesi c'è un circolo virtuoso che da noi manca, da loro entrano meno imprenditori 50enni col culto del "farsi da soli" e più 30enni che hanno fatto studi universitari, mettono in primo piano altri valori, hanno schemi mentali diversi e non hanno bisogno di scappare all'estero.
Qui da noi un parlamento che tratterà seriamente temi come la salute mentale arriverà solo grazie al tempo che farà forzatamente il suo corso. Ci penserà la vecchiaia a liberare gli scranni.
08-12-2022 12:00
Varano
Re: Economia e salute mentale
infatti molti migranti che vagano per le nostre città hanno chiaramente dei disturbi psichici che vengono diagnosticati per la prima volta qui in italia, magari dopo un tso.
08-12-2022 11:56
Hor
Re: Economia e salute mentale
Secondo me si sottovaluta il fatto che nei secoli più recenti nei paesi in cui viviamo la sensibilità verso la salute mentale è cresciuta, ed è anche questo che ha fatto emergere il fenomeno. È il motivo per cui, ad esempio, sembrano essere aumentati i casi di autismo: in realtà non sono aumentati i casi, ma le diagnosi si sono fatte più accurate e basate su una maggiore consapevolezza scientifica del fenomeno.
In passato in merito alla salute mentale c'erano solo vaghe nozioni come "l'umore malinconico" e cose del genere e, siccome c'era anche tantissima ignoranza, venivano correlate a fattori privi di qualunque scientificità, come "l'umor nero" o "l'influsso di Saturno" e via dicendo.
E ribadisco che non mi stupirei se, andando indietro nei secoli e visto quello che accade ancora nei paesi del terzo Mondo, quelli "strani" venissero visti come indemoniati, eretici, streghe e stregoni, e quindi marginalizzati, perseguitati o direttamente ammazzati. L'accettazione del diverso, checché ne pensi chi ha il mito dei "paesi poveri ma accoglienti", è un'invenzione recente dei paesi ricchi ed è frutto di un cambiamento di sensibilità e di un approfondimento della conoscenza, mentre è l'ignoranza che porta a non saper trattare, da parte delle comunità, la diversità, che viene quindi vista con paura e ricondotta a cause irrazionali come la stregoneria, gli spiriti maligni e via dicendo.
08-12-2022 11:56
pokorny
Re: Economia e salute mentale
Quote:
Originariamente inviata da Hor
Come si vede i paesi più felici sono quelli scandinavi, l'Australia e il Canada, paesi in cui c'è un grande benessere economico, mentre quelli più infelici sono quelli africani o l'Afghanistan... devo dire com'è messo economicamente l'Afghanistan?
Penso che questo basti a smentire lo stereotipo secondo cui "quando si è poveri si vive più felici".
90 minuti di applausi!
08-12-2022 11:44
Varano
Re: Economia e salute mentale
Quote:
Originariamente inviata da Hor
Lo so che felicità e salute mentale non sono necessariamente correlate, ma può essere un buon punto di partenza la mappa qui sotto, che misura la felicità della popolazione nel 2016.
Come si vede i paesi più felici sono quelli scandinavi, l'Australia e il Canada, paesi in cui c'è un grande benessere economico, mentre quelli più infelici sono quelli africani o l'Afghanistan... devo dire com'è messo economicamente l'Afghanistan?
Penso che questo basti a smentire lo stereotipo secondo cui "quando si è poveri si vive più felici".
Per quanto riguarda la salute mentale il discorso è più complicato, anche perché a differenza della salute fisica il concetto è elastico e sono difficili da fare i confronti transculturali.
C'è però da dire che le nostre società hanno, da qualche decennio a questa parte, una maggiore attenzione al problema del benessere mentale, che viene seguito e curato: sicuramente si può far di meglio rispetto a quanto si fa ora, ma almeno ci siamo lasciati alle spalle lobotomie, elettroshock, e la tendenza a rinchiudere e abbandonare nei manicomî chiunque mostri strani sintomi.
Per dire, fino a quaranta o cinquanta anni fa i bambini autistici venivano messi nei manicomî perché giudicati "ritardati inguaribili", mentre oggi si sono sviluppate tutte una serie di tecniche e misure per comprenderli e integrargli socialmente.
Per quanto riguarda l'Africa, posso dire quel che mi ha raccontato mio padre, che ci ha lavorato per 15 anni: in Africa i disabili, quelli mentali ma anche quelli fisici, sono fortemente stigmatizzati, e vengono rinchiusi nelle capanne perché nessuno li veda, ed è già tanto se gli danno da mangiare. C'è un forte stigma verso la diversità, e ad esempio gli albini vengono marginalizzati.
I bambini, appena danno segni di stranezze, in molti paesi africani vengono accusati di essere "stregoni" (nei paesi africani francofoni li chiamano "enfant-sorcier", cioè "bambini stregoni") e a quel punto vengono marginalizzati dalla comunità oppure rischiano la vita perché accusati di portare il male sulla comunità.
condivido, anche il mito dell'italia piena di gente felice che gira in vespa e fa la bella vita è molto diffuso all'estero, ma non rispecchia più la realtà purtroppo. c'è molto malessere, molta rabbia, nel nostro paese.
specialmente dopo la pandemia, ma direi che dura almeno dalla crisi del 2008. non ci siamo più ripresi.
08-12-2022 11:39
Hor
Re: Economia e salute mentale
Lo so che felicità e salute mentale non sono necessariamente correlate, ma può essere un buon punto di partenza la mappa qui sotto, che misura la felicità della popolazione nel 2016.
Come si vede i paesi più felici sono quelli scandinavi, l'Australia e il Canada, paesi in cui c'è un grande benessere economico, mentre quelli più infelici sono quelli africani o l'Afghanistan... devo dire com'è messo economicamente l'Afghanistan?
Penso che questo basti a smentire lo stereotipo secondo cui "quando si è poveri si vive più felici".
Per quanto riguarda la salute mentale il discorso è più complicato, anche perché a differenza della salute fisica il concetto è elastico e sono difficili da fare i confronti transculturali.
C'è però da dire che le nostre società hanno, da qualche decennio a questa parte, una maggiore attenzione al problema del benessere mentale, che viene seguito e curato: sicuramente si può far di meglio rispetto a quanto si fa ora, ma almeno ci siamo lasciati alle spalle lobotomie, elettroshock, e la tendenza a rinchiudere e abbandonare nei manicomî chiunque mostri strani sintomi.
Per dire, fino a quaranta o cinquanta anni fa i bambini autistici venivano messi nei manicomî perché giudicati "ritardati inguaribili", mentre oggi si sono sviluppate tutte una serie di tecniche e misure per comprenderli e integrargli socialmente.
Per quanto riguarda l'Africa, posso dire quel che mi ha raccontato mio padre, che ci ha lavorato per 15 anni: in Africa i disabili, quelli mentali ma anche quelli fisici, sono fortemente stigmatizzati, e vengono rinchiusi nelle capanne perché nessuno li veda, ed è già tanto se gli danno da mangiare. C'è un forte stigma verso la diversità, e ad esempio gli albini vengono marginalizzati.
I bambini, appena danno segni di stranezze, in molti paesi africani vengono accusati di essere "stregoni" (nei paesi africani francofoni li chiamano "enfant-sorcier", cioè "bambini stregoni") e a quel punto vengono marginalizzati dalla comunità oppure rischiano la vita perché accusati di portare il male sulla comunità.
08-12-2022 10:47
pokorny
Re: Economia e salute mentale
Quote:
Originariamente inviata da Teal
Sembra che la crescita del Pil sia diventato il solo metro per misurare il successo dei governi, l’utilità e il materialismo sono gli unici valori largamente condivisi, anche per giudicare le persone, degli altri ce ne siamo dimenticati. Vogliamo essere quelli “ricchi” piuttosto che quelli “giusti”, e con le recessioni c’é il boom dei suicidi, perché va in crisi l’unico criterio che molti hanno per costruire un’immagine di sé positiva.
Così non si fa altro che spingere tutto il mondo verso quel modello economico insostenibile, per il quale se tutti gli 8 miliardi di abitanti del mondo vivessero come i 330 milioni di americani ci vorrebbero 5 pianeti. E anche la Cina, che tra poco sarà la prima economia al mondo, non fa altro che barattare la crescita economica con le richieste di libertà e giustizia del suo popolo.
C’é n’é abbastanza per la disperazione esistenziale perenne qua.
Penso sia più o meno esattamente così. Non dimentico che in Florida i locali devono avere l'aria condizionata all'esterno se non vogliono chiudere, e la quantità di sprechi di zio Sam è inconcepibile. I cinesi fanno peggio perché compensano la (dis)qualità con la quantità e il prodotto è maggiore. Tra tutti e due finiremo in un mondo più desolante di quanto non sia già.
08-12-2022 10:16
Teal
Re: Economia e salute mentale
Sembra che la crescita del Pil sia diventato il solo metro per misurare il successo dei governi, l’utilità e il materialismo sono gli unici valori largamente condivisi, anche per giudicare le persone, degli altri ce ne siamo dimenticati. Vogliamo essere quelli “ricchi” piuttosto che quelli “giusti”, e con le recessioni c’é il boom dei suicidi, perché va in crisi l’unico criterio che molti hanno per costruire un’immagine di sé positiva.
Così non si fa altro che spingere tutto il mondo verso quel modello economico insostenibile, per il quale se tutti gli 8 miliardi di abitanti del mondo vivessero come i 330 milioni di americani ci vorrebbero 5 pianeti. E anche la Cina, che tra poco sarà la prima economia al mondo, non fa altro che barattare la crescita economica con le richieste di libertà e giustizia del suo popolo.
C’é n’é abbastanza per la disperazione esistenziale perenne qua.
08-12-2022 04:55
Kitsune
Re: Economia e salute mentale
I soldi non rendono felici ma beni e servizi sì. I soldi permettono di ottenere beni e servizi, beni e servizi aumentano la qualità della vita e quindi la felicità. Possiamo concludere che i soldi aiutano ad essere più felici.
Detto questo non è vero che chi è ricco è sempre felice. La felicità è influenzata da mille fattori tra cui lavoro, amore, salute. Un altro fattore da considerare è che l'uomo si abitua al proprio stile di vita ed è programmato per volere sempre di più. Parlando per assurdo se oggi una persona diventasse imperatore della terra e possedesse ogni cosa sulla terra tra un anno potrebbe cadere in depressione perché essersi abituato a tale condizione dove non riesce ad avere nulla di più ma anzi solo di meno.
08-12-2022 01:39
pokorny
Re: Economia e salute mentale
Quote:
Originariamente inviata da Keith
Qui stai bene se sei bello e ricco, e allora vivi in modalità Dio, come in nessun altro posto al mondo, ma quanti sono così? 10-20? E tutti gli altri che ne facciamo?
Direi a occhio un 3-4% della popolazione, non è come vincere un terno al lotto ma manco è una condizione che appunto è facile trovare per caso.
08-12-2022 01:27
Teal
Re: Economia e salute mentale
Quote:
Originariamente inviata da Keith
I migranti vengono prevalentemente dall'Africa e anche dall'est-europa, ma anche noi che siamo la 10° potenza mondiale siamo migranti economici.
Che la salute mentale peggiori con la ricchezza secondo è fuori dubbio. Tant'è vero che noi siamo fra i paesi più poveri d'europa e contemporaneamente con meno consumi di psicofarmaci.
Molti anche dall’America Latina. Vero che tanti italiani hanno ripreso a migrare. Sul consumo di psicofarmaci non conosco i dati.
Credo che la tendenza sia che, in una prima fase, con l’evoluzione da una società povera, chiusa, rurale e una maggior apertura alle novità e agli scambi, si diffonda un certo ottimismo grazie al miglioramento delle condizioni di vita, dell’aumento delle opportunità e l’affrancamento da certe rigidità sociali che inevitabilmente avviene con lo sviluppo socio-economico. Poi, quando una certa quota di benessere viene data per scontata e gli stili di vita cambiano, con la preponderanza del materialismo, subentrano nuove esigenze e nuovi problemi, e lo schema della crescita economica non é più sufficiente a garantire quell’ottimismo diffuso che può “disattivare” (riprendo un termine usato qui) certi fantasmi interiori, che ci sono sempre ma assumono varie forme a seconda anche delle epoche storiche.
08-12-2022 01:24
Keith
Re: Economia e salute mentale
Quote:
Originariamente inviata da pokorny
Secondo me è una visione molto idealizzata. Qui c'è una piccolissima comunità di ucraini e ogni tanto ci parlo; l'impressione che ne ricavo è che questi vantaggi che hai elencato siano in parte l'altra faccia della medaglia di un incubo, in parte la proiezione delle nostre aspettative.
Tu sai bene come la penso. Preferirei essere un grosso serbo cattivo che sa vivere piuttosto che quello che sono ma sono solo anch'esse proiezioni, sogni, compensazioni attuate tramite l'immaginazione. Alla fine io farei questo ipotetico "salto" solo se cambiassi anche la mia mente in quella di un individuo adatto a realtà tanto dure. Per questo sì, dico che per certi aspetti li posso pure invidiare ma il test resta sempre: puoi scegliere se andare, ci vai? La mia risposta è no, perché comunque non posso giudicare da esterno a me. Sarei poprio un'altra persona.
Comunque basta vedersi la serie Chernobyl. Conosco qualcuno che ha vissuto da quelle parti e mi ha detto che la ricostruzione degli ambienti è molto fedele, ci vivresti in una casa media di quelle, in condomini alveare che Corviale scansati eccetera? Quello è una delle voci dell'elenco del prezzo da pagare per quello che apprezzi (e che come sai in parte ammiro) di quel modo di vivere.
Forse sarà pure idealizzata, ma io qui vedo la gente triste, tesa, arrabbiata.
Non so che dirti, io ci vivo in un quasi-corviale, senza però avere la socialità di prossimità.
Qui in occidente siamo fobici, hikikomori, depressi, etc. anche perché ci sono famiglie strane, iperprotettive, ma in quei posti semplicemente non è possibile essere così, non ci sono, devi per forza vivere e uscire di casa, anzi andartene proprio di casa, o qualora ci fossero magari muoiono presto per suicidio o alcolismo, non ci si trascina in una vita insulsa, o campi o muori. Non esiste che ti devi fare i salti mortali o le operazioni chirurgiche per trovare una donna, si trova spontaneamente andando a passeggiare per le strade di Odessa.. ok, forse ho idealizzato, ma non penso di essere tanto lontano dalla realtà.
08-12-2022 01:24
Varano
Re: Economia e salute mentale
dal titolo pensavo a una discussione sulle difficoltà economiche di chi ha problemi mentali.
secondo me in italia, se non hai patologie invalidanti, te la cavi ancora. certamente è difficile distinguere tra i propri disturbi e quelli causati dalla società.
08-12-2022 01:10
pokorny
Re: Economia e salute mentale
Quote:
Originariamente inviata da Keith
Io sinceramente invidio gli ucraini pre-2014, i polacchi, i sudamericani, gli asiatici. Sono tutte persone che fanno una vita semplice a volte di campagna/villaggio, oppure di città, ma in modo molto più rilassato del nostro. Alla fine per essere felici non servono le auto, gli iphone, i week-end.. ti diverti di più a stare in un villaggio a prendere a calci un bidone.
Noi abbiamo di meglio solo la sanità, ma anche perché ci serve per forza averla funzionante visto che le persone campano tanto, ma campano da malati. Già a 55-60 anni inizia il periodo di malattie croniche che ti trascina per 25-30 anni da un'ospedale all'altro, fra visite, controvisite e controlli continui, la cosiddetta società medicalizzata. All'estero la vita si svolge prima, a 25 anni già lavori sei sposato e con i figli, a 60-65 anni sei già una persona anziana e arrivata con tanti figli e nipoti vicino, e non si strugge nessuno, tanto meno te stesso se muori ad un'età che da noi è considerata ancora giovanile.
Secondo me è una visione molto idealizzata. Qui c'è una piccolissima comunità di ucraini e ogni tanto ci parlo; l'impressione che ne ricavo è che questi vantaggi che hai elencato siano in parte l'altra faccia della medaglia di un incubo, in parte la proiezione delle nostre aspettative.
Tu sai bene come la penso. Preferirei essere un grosso serbo cattivo che sa vivere piuttosto che quello che sono ma sono solo anch'esse proiezioni, sogni, compensazioni attuate tramite l'immaginazione. Alla fine io farei questo ipotetico "salto" solo se cambiassi anche la mia mente in quella di un individuo adatto a realtà tanto dure. Per questo sì, dico che per certi aspetti li posso pure invidiare ma il test resta sempre: puoi scegliere se andare, ci vai? La mia risposta è no, perché comunque non posso giudicare da esterno a me. Sarei poprio un'altra persona.
Comunque basta vedersi la serie Chernobyl. Conosco qualcuno che ha vissuto da quelle parti e mi ha detto che la ricostruzione degli ambienti è molto fedele, ci vivresti in una casa media di quelle, in condomini alveare che Corviale scansati eccetera? Quello è una delle voci dell'elenco del prezzo da pagare per quello che apprezzi (e che come sai in parte ammiro) di quel modo di vivere.
08-12-2022 01:08
Scott
Re: Economia e salute mentale
vivere con i poveri in povertà fa la differenza,in senso negativo,è stato sempre cosi
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