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Discussione: A chi o cosa chiedere aiuto? Rispondi alla discussione
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22-06-2022 09:19
barclay
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
La situazione esterna non impatta sulla salute?
Certo che impatta, ma uno psicoterapeuta difficilmente lo ammetterà. P.es. il mio ex-psicanalista, dopo anni, di fronte alla mia ennesima contestazione, ha ammesso che esistono “parti del problema su cui non si può lavorare”.
Nel mio caso, si trattava di una tradizionale e ben nota chiusura degli abitanti della regione in cui vivo.
22-06-2022 07:15
XL
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Ma la salute ha a che fare solo con qualcosa di locale?

La situazione esterna non impatta sulla salute?

Lo specialista può anche non essere in grado di modificare certe cose, però non affermi che sono indipendenti dagli assetti esterni, questa indipendenza nessuno l'ha mai dimostrata caso per caso.

Il problema interno non è separato e diviso dall'esterno.

Poi per me rappresenta una cosa paradossale sostenere che si hanno le cure per curare dei problemi relazionali e poi si presuppone che una persona abbia certe competenze relazionali per riuscire a seguire le cure che hanno messo in piedi proprio per risolvere questi problemi.

Se si vuol parlare correttamente di cure in questi ambiti qua secondo me bisogna togliere di mezzo ogni forma di responsabilità, perché la responsabilità sempre un costrutto psicologico e mentale è, e se bisogna curare anche questa non si può sostenere che un tizio "non vuole essere curato" ma più correttamente ed onestamente che la cura non funziona nel caso in esame.

Se durante la psicoterapia uno suggerisce e ordina velatamente ad una persona di esporsi e questa non lo fa, come si risolve la cosa?
Si dirà che la persona non vuole essere curata, ma secondo me è scorretto fare così. dovrebbe essere la terapia stessa che riesce a convincere la persona ad esporsi e se fa cilecca, la terapia non funziona.

Se poi interventi esterni riescono a creare e modificare certi assetti mentali, non capisco perché non possano essere considerati terapeutici al pari di altre cose che vengono fatte tra quattro mura senza contattare altri organi e strutture.

Se io non sto bene e loro non riescono a risolvere questo mio non star bene, io deduco che la cura per il mio non star bene non ce l'hanno adesso e non che io non voglio star bene.
22-06-2022 07:09
Black_Hole_Sun
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Mi pare però che qui più che cercare una soluzione al problema interno, si voglia risolvere la situazione esterna, e questo nessuno specialista mai lo farà, al massimo puó dare le forze per provare a cambiare quello che è in potere del singolo cambiare(non il libero arbitrio altrui) o cercare di correggere pensieri disfunzionali in merito alla situazione. Ma la vita in cui si abita resta quella, nessuno la cambierà, né il singolo né il terapeuta.
La gran parte dei pazienti si rivolge alla psicoterapia spesso in condizioni di disperazione, e vorrebbero quello che dici cioè cambiare una vita che trovano inaccettabile. Ma come giustamente affermi il terapeuta non ha questo potere, non è ne uno stregone ne uno sciamano che altera il piano fisico della realtà. Quindi in una condizione di disperazione nel caso non si trovino vie d'uscita da una vita insopportabile non hanno alcuna utilità. Portare all'accettazione non è un risolvere il problema ma metterci una pezza, a quella ci si arriva da soli in modo naturale quando i meccanismi di difesa non ce la fanno più a sopportate lo stress e cedono. Possono accellerare il processo? Bene comunque non risolve nulla. Gli antidepressivi ti permettono di non suicidarti per protrarre una sorta di accanimento terapeutico ma non risolvono nulla se non attenuare certi sintomi come i down pesanti o gli attacchi di panico. I pazienti che vanno dal terapeuta perché la loro vita così com'è non è sopportabile e quindi vorrebbero strumenti di cambiamento non possono essere aiutati, quindi a cosa servono di grazia? A risolvere solo problemini localizzati e di minore entità? Esattamente, beh questo è molto comodo per loro comunque la parcella resta sempre salata.
22-06-2022 06:40
claire
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Non funziona così neanche con i medici di malattie fisiche. Dipende cos'hai, ma solitamente non fanno tutto loro. La differenza con lo psichiatra è che possono farti esami strumentali, ma anche quando non risulta niente, ti curano comunque facendo la diagnosi in base ai sintomi descritti, e si possono intraprendere terapie che possono dare anche buoni o ottimi risultati. Certo ci vuole la corretta diagnosi e la terapia, di farmaci, dieta, comportamenti, deve avere una parte molto proattiva del paziente. Il chirurgo sì ti aggiusta le parti rotte, ma anche lì devi essere collaborativo: seguire la terapia pre e post, assumere i farmaci nel modo corretto, non fare sforzi, fare fisioterapia ecc...

Mi pare però che qui più che cercare una soluzione al problema interno, si voglia risolvere la situazione esterna, e questo nessuno specialista mai lo farà, al massimo puó dare le forze per provare a cambiare quello che è in potere del singolo cambiare(non il libero arbitrio altrui) o cercare di correggere pensieri disfunzionali in merito alla situazione. Ma la vita in cui si abita resta quella, nessuno la cambierà, né il singolo né il terapeuta.
22-06-2022 02:49
Demiurgo Davvero la psicanalisi è utile?

Ammetto di essere sempre stato un pó curioso su che cosa potrebbe venire fuori da un ciclo di sedute... Ma ritengo che il gioco non valga la candela.

Non sono mai stato in terapia, nutro forti dubbi sulla sua efficacia. Ho sempre ritenuto che il ruolo del medico dovesse essere proattivo... Ti rompi una gamba? Raddrizzare e ingessare. Hai l'influenza? Questo è il farmaco. Ti sei tagliato? Sutura e antibiotici.

Ma, a meno che uno psichiatra non possa entrarci in testa e raddrizzare quello che non va o prendere certe decisioni al nostro posto in momenti cruciali, la vedo dura che possa offrire un miglioramento.

Vedo che molti sul forum hanno avuto esperienze poco felici e la cosa mi rende ancora più scettico.
21-06-2022 13:03
Angus
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da edward00767 Visualizza il messaggio
Hai descritto me Angus, è impressionante.
Splendido che te ne accorgi e riesci ad ammetterlo. Non è da tutti.
21-06-2022 07:59
edward00767
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Come leggo questa frase (ipotesi, eh). Una reale voglia di conoscere persone dell'altro sesso è ormai lontana anni luce da te, per problemi di autostima. Però ti vergogni della solitudine e della "sfiga" che altri potrebbero attribuirti. Ti viene l'impulso a cercare donne per sentirti normale e sfuggire all'ipotetico giudizio (come un "wannabe normie"). Questa idea però non ti piace, o ti vergogni (giustamente) di approcciare persone su questa base, e dunque ti saboti e inibisci. Risultato: "non sono capace di conoscere persone dell'altro sesso, ho bisogno di aiuto diretto e concreto".
Hai descritto me Angus, è impressionante.
21-06-2022 07:20
Black_Hole_Sun
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Non lo so, per me certi "aiuti" hanno sortito solo peggioramenti e sensi di colpa inutili, le persone che vogliono aiutare compresi terapeuti ti sopravvalutano cercando di convincerti che puoi fare tutto ma con quali risorse e quali mezzi rimane un mistero. Per qualcuno può anche funzionare, con me no perché non ho mezzi ne risorse, sono una persona scadente e senza alcun valore è questo è un dato oggettivo. Gli antidepressivi mi hanno permesso di non suicidarmi ma non hanno aggiunto un valore alla mia persone bensì hanno alleviato il dolore della consapevolezze. Che la depressione sia causa o conseguenza di ciò non fa differenza, alla consapevolezza di essere una merda ci sono arrivato da solo, gli psicologi hanno solo messo fumo negli occhi cercando di distogliermi dalla verità, ormai da anni li ho lasciati perdere e non ci torno neanche sotto tortura. Poi ripeto ad alcuni è servito a me no, non voglio screditare ne la categoria ne chi ne ha tratto giovamento.
21-06-2022 06:25
XL
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Come leggo questa frase (ipotesi, eh). Una reale voglia di conoscere persone dell'altro sesso è ormai lontana anni luce da te, per problemi di autostima. Però ti vergogni della solitudine e della "sfiga" che altri potrebbero attribuirti. Ti viene l'impulso a cercare donne per sentirti normale e sfuggire all'ipotetico giudizio (come un "wannabe normie"). Questa idea però non ti piace, o ti vergogni (giustamente) di approcciare persone su questa base, e dunque ti saboti e inibisci. Risultato: "non sono capace di conoscere persone dell'altro sesso, ho bisogno di aiuto diretto e concreto".
Ecco questa cosa qua è falsa nel mio caso, non avrei cercato relazioni a pagamento se il problema fosse stato questo, manco lo racconto a nessuno (a parte il forum e la psicoterapeuta) e anche se lo raccontassi non è che riceverei un giudizio sociale meno severo per questo, anzi, in genere vale l'esatto contrario, se vai con le prostitute sei ancora più sfigato e anormale per la maggior parte delle persone, guarda che fine fece Marrazzo.
E' una cosa che desidero io e mi manca a monte, nessuno fa pressioni in tal senso, penso in realtà il contrario, è l'anormalità che non mi permette di soddisfare certe cose, cerco certi contatti perché ne sento il bisogno, che poi alla fine penso che questa sia la cosa più normale visto che se non ci fosse stato questo impulso così forte e la frustrazione quando non si riesce a soddisfare certe cose, l'umanità si sarebbe estinta da un bel pezzo.

Mi inibisco perché mi sento poco efficace a sedurre, questo per me è vero. Ma se togliessi l'inibizione senza alcuna persona che mi aiuti davvero a diventare più efficace (tenendo presenti tutti i miei limiti e sfruttando quel che si può sfruttare) la cosa non penso che potrà risolversi per magia.
Non riesco a convincermi che il problema per me consiste solo nell'inibizione, ero più disinibito ma a furia di percepire che non riuscivo sono diventato inibito.

Le donne le cercherei comunque, ma penso che un giudizio sociale negativo e una cattiva reputazione mi taglino metaforicamente le gambe, per non usare una metafora più esplicita.
Non penso che sono matto nel pensare che altri (in genere) non mi valutino come una persona di gran valore, ora però questa cosa non è che posso cambiarla convincendomi che valgo, dovrei diventare una persona fatta così e colà in maniera tale che questo giudizio sia positivo, questo idealmente, in concreto siccome qua comunque faccio cilecca conviene cercare persone che mi apprezzino (e contemporaneamente mi piacciano), ma dove le trovo?

Se è vero che esistono, come dicono sempre qua, ho bisogno di aiuto a trovarle, il mio modo di cercarle non funziona, è scarso, ci metto eoni per trovarne qualcuna (una sola relazione in tutta l'esistenza che, guardacaso, ho conosciuto proprio in un ambiente protetto e facilitante).
Insieme all'inibizione bisogna curare anche queste altre cose qua secondo me, soprattutto nel mio caso, penso che l'inibizione dipende da questo.
Credere a monte che io riuscirò a socializzare come altri in ambienti normali, secondo me è una credenza sbagliata nel mio caso specifico, perché ogni volta che mi sono esposto ho avuto enormi difficoltà.

Faccio un esempio semplice: se uno fosse disgrafico può capitare che eviti di fare certe cose come scrivere e simili per non passare da idiota, ora in casi del genere il problema è la paura di passare da idiota, l'evitamento? O la disgrafia stessa, che non viene riconosciuta?

Se si manda un disgrafico che si rifiuta di scrivere a scuola e basta supponendo che non impari come altri a causa dell'inibizione, secondo te poi la persona imparerà a scrivere come gli altri?

E' chiaro che se tutti continuano a negare che ci sia questa difficoltà e ci vorrebbe un sostegno diverso e più concreto rispetto a quello relativo a un motivatore che convinca che uno è capace come gli altri - perché poi magari all'atto pratico la persona si accorgerà che difetta in qualcosa e non riesce affatto come tanti altri - secondo me la cosa non si risolverà mai.
In ambito relazionale io mi sento simile al disgrafico in ambito linguistico, con la differenza che questo deficit (quello relazionale) è abbastanza invasivo perché coinvolge praticamente tutti gli ambiti dell'esistenza.
Io non nego di avere una difficoltà, io penso che non hanno centrato il problema nel mio caso e i sistemi di aiuto che hanno messo in piedi, per ora sono inadeguati.
20-06-2022 16:23
Angus
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio

Poi per convincermi che non è così difficile conoscere persone dell'altro sesso se mi aiutassero direttamente e concretamente a farlo anche sarebbe utile.
Come leggo questa frase (ipotesi, eh). Una reale voglia di conoscere persone dell'altro sesso è ormai lontana anni luce da te, per problemi di autostima. Però ti vergogni della solitudine e della "sfiga" che altri potrebbero attribuirti. Ti viene l'impulso a cercare donne per sentirti normale e sfuggire all'ipotetico giudizio (come un "wannabe normie"). Questa idea però non ti piace, o ti vergogni (giustamente) di approcciare persone su questa base, e dunque ti saboti e inibisci. Risultato: "non sono capace di conoscere persone dell'altro sesso, ho bisogno di aiuto diretto e concreto".
20-06-2022 16:21
Bamboladipezzi
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma a questo punto dico, non è che si cura la depressione, si cercano di alleviare dei sintomi derivanti da un'altra patologia e altri disagi, magari se il tizio camminasse non sarebbe depresso.
O bastano gli esempi di paraplegici felici per sostenere che ogni paraplegico è malato di una malattia mentale e che se qualcuno pensa che non vale più la pena vivere il disturbo è situato nella mente?

L'aiuto può anche mancare attualmente. L'idea che se non c'è nessuno capace di aiutare o curare un disagio significa che in linea di principio non può esistere aiuto per me è scorretta.
Di certe malattie prima si moriva, oggi non si muore più. Prima non potevano fare una mazza, adesso possono.
La mancanza può essere anche sociale e di inserimento, non necessariamente medica.

Sto dicendo solo che dubito che i disturbi depressivi si possano classificare come disturbi che vanno curati con psicologi e psichiatri e che le domande di aiuto relative a questi potrebbero non avere molto a che fare con loro.
Ognuno di noi è diverso e quindi non esiste una terapia standard per tutti.
Alcunepersone son andate in India e son cambiate radicalmente, altre hanno fatto il cammino di Santiago e han trovato l'amore, altri son stati in Perú, altri han fatto teatro e si sono sbloccati, altri han fatto sesso e adesso vivono meglio...
Esistono tantissime terapie, metodi, e si puo solo provare, riprovare, tentare,... Se ci si sente meglio vuol dire che quella tecnica funziona.
Ma si deve pur iniziare.
Esiste lo psicodramma, la danzaterapia, l'arteterapia, la musicoterapia... Sono terapie poco conosciute ma a volte funzionano là dovealtre tecniche più accademiche falliscono.
Se sei depresso o no non puoi dirlo tu. Ci sono dei parametri di valutazione che solo un dottore può conoscere e verificare.
La depressione ha diverse cause d'origine.
Tu ti definisci depresso ma perchè hai usato proprio questo termine?
Depressa è una persona che non ha più voglia di vivere, che si è lasciata andare deltutto. Tu scrivi qua, vorresti sapere, quindi reagisci già... Allora forse magari ti basterà un viaggio, o una corsa su in montagna, o macinare km in bici... Puoi solo provare e vedere come va.
Se tutto quello che provi non va, cioè non ti fa migliorare allora forse è qualcosa che devi verificare con un dottore. Se hai mal di stomaco vai da un dottore no? Allora puoi benissimo andare da un dottore della psiche visto che ti fa male la vita.
20-06-2022 16:16
Angus
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma di nuovo, sono cose legate anche ad altro.

Come posso trovare una persona che mi piace frequentare e voglio bene e che mi vuole bene?

Se in base a quel che so fare ste benedette persone che mi vogliono bene, non mortificanti e che mi piace frequentare non le trovo, non tradurrei questa cosa nell'espressione "non ti tratti bene".

Per trovare altri che ti vogliono bene devi in una certa misura anche "sedurli" e se io l'esca per sedurli non riesco a costruirla o procurarmela in modo agevole mi pare che abbia a che fare con questo problema qua e non col trattarmi male. Mi tratto come riesco a trattarmi proprio perché non voglio trattarmi troppo male. Intorno a me ho conosciuto solo persone che volevano trattarmi bene (a parole), ma mi hanno trattato male e ora mi pare che questa retorica voglia continuare all'infinito a perseguitarmi raccontarmi la stessa cosa nei secoli dei secoli.

Ho capito che un certo stile di vita attrarrebbe di più gli altri, non sono scemo, però io questo stile di vita non riesco a tenerlo e certe volte non so nemmeno se voglio tenerlo. D'altra parte certi altri mi piacerebbe frequentarli ed essere apprezzato, ma non tradurrei questa sorta di conflitto che per ora non sono riuscito a risolvere così.

Certo mi piacerebbe, come non mi piacerebbe che ci fossero certe persone per me che mi piacciono e mi vogliono bene, ma non le ho trovate queste persone, non è che frequento persone mortificanti, io proprio per evitarlo non frequento quasi nessuno, mi costringo talvolta a frequentare persone che non mi piacciono tanto perché queste sono ben disposte, ma nemmeno funziona, certo è che devo frequentare qua e là per forza delle persone ma non è che me le vado a cercare io mortificanti o che fanno cose che mi scoccio io di fare, se ci sono gli stronzi o persone fatte soprattutto in certi modi in giro è perché io non mi voglio trattare bene?
"Sono tutti stronzi" è una giustificazione ex-post, è semplicemente falso. Il mondo non è un roseto, ma se cerchi non riesco a immaginare che tu possa non trovare almeno qualcosa di parzialmente soddisfacente. Non conosco la tua situazione nel dettaglio, ma sei giovane, sveglio, relativamente colto...
Di opportunità obiettivamente ne hai.

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Io in certe situazioni sociali non mi so difendere bene, è un'altra cosa che vedo e osservo, ma se non ho la battuta pronta e non riesco ad esser fatto così è perché non mi voglio trattare bene? Sarebbe preferibile non ricevere attacchi, ma se esci e vai in giro li ricevi quasi sempre se c'è qualcosa che stona con un certo stile di vita che è ritenuto generalmente accettabile.
In questo caso parli di capacità: non ti sai difendere, e immagino che ti fai umiliare e ti senti umiliato. Io non credo che sia appropriato, e che il difenderti o no, il lasciarti umiliare o no, dipenda più che altro dal tuo modo di trattare te stesso.

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Se incontrassi una persona che mi tratta bene, mi piace e non rompe le balle, ma perché mai non dovrei riuscire a stare in sua compagnia?
Se quello che ho scritto io vale per te, perché sei pieno di fisse legate a diritti, doveri, fobie, vergogne e orgogli, ossessioni, insicurezze. Non sei *davvero* aperto a una relazione proficua, non riesci a rispettare profondamente gli altri, proprio come non rispetti te stesso. E ribadisco che il rispetto di cui parlo è un modo di sentire, non una serie di azioni.

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Mi pare sia più difficile stare insieme a persone che non ti piacciono abbastanza, ti mortificano e rompono le balle e ti trattano in buona parte male, per avere in cambio altro, valutando che di meglio in giro non lo troverai se vuoi socializzare con qualcuno e avere relazioni, che con persone che ti trattano benissimo (che sono un ago nel pagliaio quando sei fatto in certi modi).
Anche qui, non capisco perché ci tieni tanto ad avere relazioni "tanto per", addirittura anche con persone con cui stai male. E' tanto importante quell'altro che ottieni in cambio, e non puoi averlo in altro modo? Inoltre, sei proprio sicuro di essere "fatto" in certi modi?
20-06-2022 15:59
CongaBlicoti_96
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Poi per convincermi che non è così difficile conoscere persone dell'altro sesso se mi aiutassero direttamente e concretamente a farlo anche sarebbe utile.
Ma secondo te, concretamente ,quali potrebbero essere questi modi diretti e concreti? Specialmente con questo scetticismo iniziale, incoraggiato dalla estrema razionalità che però spesso porta le persona ad essere irrazionali?
20-06-2022 15:56
Angus
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Uno psicoterapeuta che dice ad un paziente di chiedere aiuto al contesto quando questo non ha gli strumenti per farlo e non può riuscirci adeguatamente, produce un buco nell'acqua, se invece possiede direttamente qualche strumento per aiutarlo diventa più utile e anche più convincente.
Ma esattamente che strumenti sono necessari per chiedere aiuto?
20-06-2022 10:52
XL
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Niente. E gli altri cosa possono fare se sei inconvincibile? Niente.
Anche il semplice ascoltarmi non è che lo disprezzo, questa è una cosa che trovo utile, magari non a risolvere le cose, ma mi fa sentire meno solo.

Poi per convincermi che non è così difficile conoscere persone dell'altro sesso se mi aiutassero direttamente e concretamente a farlo anche sarebbe utile.

Uno psicoterapeuta che dice ad un paziente di chiedere aiuto al contesto quando questo non ha gli strumenti per farlo e non può riuscirci adeguatamente, produce un buco nell'acqua, se invece possiede direttamente qualche strumento per aiutarlo diventa più utile e anche più convincente.

Ecco cosa fa lo psicoterapeuta attualmente...


L'intervento che ho in mente io consiste nell'aiutare concretamente Fantozzi in qualche modo a timbrare il cartellino. Non si limita a motivarlo, metter filtri e compagnia bella.

Se non lo psicoterapeuta ci vuole qualcos'altro che sostiene e che probabilmente ora non c'è, almeno nel mio caso sento che qualcosa manca e non basta convincermi che non manchi nulla.
20-06-2022 10:01
claire
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
A me le vie esistenti adesso probabilmente non bastano, non so cosa comunicare di più, posso dire che mi sta bene quel che a me non sta bene?
Sì a parole posso dirlo, ma anche qua, non sono persuaso, se mangio un dolce e a me non piace posso mai costruire la mia felicità sulla convinzione che mi piaccia?
Io non riesco, posso ascoltare tutti i discorsi del mondo, ma di nuovo, se a me non riescono a persuadermi cosa ci posso fare?
Niente. E gli altri cosa possono fare se sei inconvincibile? Niente.
20-06-2022 09:59
XL
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Se sei malato e ti convinci che sei sano hai qualche psicosi che ti stacca dal reale. L'obiettivo non è questo, è riuscire a stare comunque meglio possibile di umore e atteggiamento, pur consapevoli di avere una malattia. Qualcuno ci riesce? Sì. Gli esempi si sprecano.Quindi è possibile. È possibile per tutti? Non lo so, non è certo, ma chi è interessato a questo obiettivo, può solo provarci coi mezzi dati, non vedo altre vie.
Se la situazione è oggettivamente di merda, bisogna solo impazzire per vederla positiva, e non si può impazzire a comando e nemmeno è sano. Il malato di Aids ha trovato questa via perché non accetta la realtà, si può allargare ai negazionisti COVID(realtà che non si accetta e si va a credere ad altre fantasiose narrazioni), e hai ragione a dire io non me la bevo, nemmeno io figurati la merda è merda non sarà mai zucchero, ma si può stare meglio, o comunque non sempre male psicologicamente, pur con problemi reali di cui si é pienamente consapevoli. Né facile né certo. Solo possibile. Come? La ricetta universale non c'è. Ma ripeto, oltre a tentare le vie esistenti, non vedo altre strade, oppure come dicevi, darsi al negazionismo, sciamanesimo, misticismo, per chi riesce a darsela a bere in quei modi là, e lo trova sensato.
A me le vie esistenti adesso probabilmente non bastano, non so cosa comunicare di più, posso dire che mi sta bene quel che a me non sta bene? Sì a parole posso dirlo, ma anche qua, non sono persuaso.
Io non riesco, posso ascoltare tutti i discorsi del mondo, ma di nuovo se non riescono a persuadermi cosa ci posso fare?
Mi viene in mente anche Galileo Galilei che a parole disse tutto quello che volevano quelli dell'inquisizione ma intimamente non era affatto persuaso che avessero ragione.
Questa intima persuasione non si può costruire sempre e comunque secondo me.
20-06-2022 09:58
Darby Crash
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da claire Visualizza il messaggio
Se è un esempio è ovvio che sia riduttivo. È ovvio che un terapeuta non è un agente immobiliare ma lavora su altro.
Il mio esempio è relativo al caso in cui, chi vuole comprarsi la casa voglia farlo senza lavorare, senza chiedere prestiti, senza essere nato ricco, e punti i piedi perché considererà risolto il suo problema solo se la casa gli viene regalata, e fatta come vuole lui, non considerando altre alternative come risolutive del problema in oggetto. In quei casi che può fare il terapeuta, più che augurarti di vincere la Sisa e consigliarti una buona agenzia? Non può e non deve regalarti case, non è di sua competenza farlo.
su questo sono d'accordo. Ma sono casi rarissimi. Neppure io che sono particolarmente ambizioso e pretenzioso nei confronti della vita arrivo a tanto

insomma, il caso che riporti è così poco comune che ha davvero poco senso parlarne.

Quote:
In quei casi che può fare il terapeuta, più che augurarti di vincere la Sisa e consigliarti una buona agenzia? Ti può aiutare facendoti vedere che si può essere felici anche in affitto, ti può spronare a lavorare per farti il mutuo, ti può dare ragionare sul perché non vuoi lavorare, ma se tu non li vuoi questi compromessi?
- può obbligare a lavorare. magari una volta iniziato il lavoro, la persona non si trova così male
- può offrire l'eutanasia, se proprio si soffre tanto e non si vuole compromessi
- altro
20-06-2022 09:53
claire
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Quote:
Originariamente inviata da Darby Crash Visualizza il messaggio
non ti può regalare la casa (giustamente!), ma può fare molto di più che consigliarti una buona agenzia.
Si riflette: quali sono gli ostacoli che ti impediscono di comprarti la casa? Poi si procede trovando soluzioni agli ostacoli e mettendole in atto.
Il punto fondamentale è che una persona non può essere lasciata abbandonata a se stessa coi suoi desideri irrisolti: o la si aiuta facendole fare concreti miglioramenti; o si trova il modo di farle abbandonare tali desideri frustranti; oppure le si propone l'eutanasia o qualche altro sistema radicale per annientare i pensieri generatori di sofferenza.

Detto ciò, è riduttivo limitarsi all'esempio della casa. Del tipo, mettiamo tu soffra di insonnia e che gli psicoterapeuti non siano riusciti a fare nulla di buono per questo tuo problema. Eh, non va mica bene.
Se è un esempio è ovvio che sia riduttivo. È ovvio che un terapeuta non è un agente immobiliare ma lavora su altro.
Il mio esempio è relativo al caso in cui, chi vuole comprarsi la casa voglia farlo senza lavorare, senza chiedere prestiti, senza essere nato ricco, e punti i piedi perché considererà risolto il suo problema solo se la casa gli viene regalata, e fatta come vuole lui, non considerando altre alternative come risolutive del problema in oggetto. In quei casi che può fare il terapeuta, più che augurarti di vincere la Sisa e consigliarti una buona agenzia? Ti può aiutare facendoti vedere che si può essere felici anche in affitto, ti può spronare a lavorare per farti il mutuo, ti può dare ragionare sul perché non vuoi lavorare, ma se tu non li vuoi questi compromessi? Non può e non deve regalarti case, non è di sua competenza farlo.
20-06-2022 09:48
claire
Re: A chi o cosa chiedere aiuto?

Se sei malato e ti convinci che sei sano hai qualche psicosi che ti stacca dal reale. L'obiettivo non è questo, è riuscire a stare comunque meglio possibile di umore e atteggiamento, pur consapevoli di avere una malattia. Qualcuno ci riesce? Sì. Gli esempi si sprecano.Quindi è possibile. È possibile per tutti? Non lo so, non è certo, ma chi è interessato a questo obiettivo, può solo provarci coi mezzi dati, non vedo altre vie.
Se la situazione è oggettivamente di merda, bisogna solo impazzire per vederla positiva, e non si può impazzire a comando e nemmeno è sano. Il malato di Aids ha trovato questa via perché non accetta la realtà, si può allargare ai negazionisti COVID(realtà che non si accetta e si va a credere ad altre fantasiose narrazioni), e hai ragione a dire io non me la bevo, nemmeno io figurati la merda è merda non sarà mai zucchero, ma si può stare meglio, o comunque non sempre male psicologicamente, pur con problemi reali di cui si é pienamente consapevoli. Né facile né certo. Solo possibile. Come? La ricetta universale non c'è. Ma ripeto, oltre a tentare le vie esistenti, non vedo altre strade, oppure come dicevi, darsi al negazionismo, sciamanesimo, misticismo, per chi riesce a darsela a bere in quei modi là, e lo trova sensato.
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