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Discussione: Paura del conflitto Rispondi alla discussione
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14-05-2019 22:33
lissa Sì capisco bene... E si collega con il non voler ferire l'altro, da sempre è così. Odio litigare, odio discutere e se ci penso mi vengono in mente troppi brutti ricordi ed è anche per questo che ormai mi isolo da tempo e non riesco/voglio conoscere gente. Quando coetanei mi prendevano in giro o attaccavano io non reagivo, che senso ha? Ok posso rispondere, difendermi... Ma con molta probabilità anzi al 100% la persona che ha attaccato risponderá con ancora più convinzione e cattiveria e io proprio non ce la faccio non mi interessa continuare... Mi farei del male incredibile. Non ne ho più voglia, gente che ti manipola, persone cattive che magari si reputano pure come "empatiche" ecco io non sopporto più nessuno... Il cercare sempre un confilitto, il giudicare e parlare parlare... Ma basta.... Basta..
01-04-2019 09:57
Fallen
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Perché alcune persone nella vita di tutti i giorni non aggrediscono in certi modi altri ed in rete si trasformano?
Perché in rete si sentono più sicure e protette nei confronti di certe conseguenze, e spostando lo scontro su questo piano le stesse persone che in altri contesti risultano indifese siccome le armi per colpire e reagire le possiedono non evitano più il conflitto. Anzi da difensive potrebbero trasformarsi addirittura in offensive.
Ti sei risposto da solo dall'ultima domanda che mi hai posto. È una prassi perché non è una scelta: il fatto che tu non abbia problemi in certi contesti a schiacciare chi hai dinanzi non significa che ciò valga per tutti: non riesci a metterti nei miei panni e in quelli di chi è nella mia stessa situazione, non puoi capire.
La questione non si riduce a un mero bilancio delle forze delle parti contrapposte e, dunque, a una stima delle conseguenze che il conflitto possa avere: indipendentemente da chi ho davanti il conflitto genera in me reazioni fisiche devastanti (tachicardia, nausea ecc..) che non riesco a gestire e il sapere il perché di tali reazioni (come avere avuto genitori tirannici o possedere una bassa autostima) non ha alcun effetto su di esse, al pari di chi ha la fobia sociale: sapere che in certi contesti è palesemente irrazionale avere paura (tipo mangiare in pubblico) non risolve il problema, come pure sapere da cosa è causata.
E comunque nell'altro 3d avevo ragione: le persone come te tendono ad approfittare se vedono che possono, come parecchie che ho incontrato nella mia vita: il mio non era pessimismo od ossessione era realismo.
01-04-2019 08:31
XL
Re: Paura del conflitto

Quote:
Originariamente inviata da Fallen Visualizza il messaggio
Non hai capito, è ovvio che non puoi scegliere di essere attaccato (lol). Intendevo dire che in certi contesti è ovvio evitare il conflitto: se il mio professore mi sfotte perché ho dato una risposta sbagliata a una sua domanda, non ci penso nemmeno a entrare in conflitto con lui. Ed è anche ovvio che, se facendo una stima delle conseguenze che potrebbe avere reagire a un comportamento che reputo un attacco nei miei confronti, prevedo che una mia reazione possa avere degli effetti nefasti ai miei danni, ugualmente non ci penso nemmeno a reagire sconsideratamente (piuttosto cerco una strategia per farmi rispettare comunque in un altro modo).
Il problema, che forse non hai afferrato, è che la strategia dell'evitamento -giusta da adottare nei casi da me citati- è per me la prassi: non è una scelta ma un obbligo.
Ma è una prassi perché?
Se possiedi i mezzi per schiacciare una persona come una formica avresti paura di certe conseguenze?
Io di entrare in conflitto con delle formiche non ho molta paura, casomai invadessero casa le schiaccerei e poi userei degli insetticidi (difenderei territorio e vivande), già le api e vespe inizierebbero a spaventarmi un po' e il mio grado di cautela salirebbe, dovesse entrare in casa una vipera sarei molto più cauto e probabilmente chiamerei altri per occuparsi della cosa. Ovvio che mi infastidisce avere un animale infestante in casa, ma come spaventarlo o aggredirlo per farlo desistere e buttarlo fuori senza beccarmi una puntura o un morso può essere un problema.

Se è una prassi perché hai pochi mezzi, devi acquisire i mezzi per affrontare queste situazioni, non basta l'atteggiamento. In alcuni casi in cui i mezzi non sai acquisirli puoi usare al più altri (altre persone) perché si occupino della cosa.

Di entrare in conflitto con certe persone in certi contesti io ho meno paura rispetto ad altre situazioni, non è così costante la cosa per me, per questo ho l'impressione che dipende da questi fattori. In certi territori e con certi avversari mi sento più ferrato, in altri mi sento (ma credo di esserlo davvero) più debole.
Per questo torno al detto popolare "quando sei incudine stai, quando sei martello dai".

Perché alcune persone nella vita di tutti i giorni non aggrediscono in certi modi altri ed in rete si trasformano?
Perché in rete si sentono più sicure e protette nei confronti di certe conseguenze (rispetto alle quali si sentono deboli nell'altro contesto), e spostando lo scontro e il conflitto su un altro piano le stesse persone che in certi contesti risultano indifese, siccome le armi per colpire e reagire le possiedono in quest'altro ambito, non evitano più il conflitto. Certe persone da difensive e poco assertive potrebbero trasformarsi addirittura in offensive.

Adesso non stai entrando in conflitto col mio modo di interpretare la cosa? Se era una prassi probabilmente non saresti intervenuto proprio.
31-03-2019 23:28
Fallen
Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma non è che accetti l'attacco, se ti attaccano non puoi affatto scegliere o meno di essere attaccato, la cosa problematica è come reagire in modo efficace per limitare il più possibile i danni.
Il contrattacco assertivo non è detto che sia la migliore strategia in ogni caso, dipende da quali armi disponi.
Non hai capito, è ovvio che non puoi scegliere di essere attaccato (lol). Intendevo dire che in certi contesti è ovvio evitare il conflitto: se il mio professore mi sfotte perché ho dato una risposta sbagliata a una sua domanda, non ci penso nemmeno a entrare in conflitto con lui. Ed è anche ovvio che, se facendo una stima delle conseguenze che potrebbe avere reagire a un comportamento che reputo un attacco nei miei confronti, prevedo che una mia reazione possa avere degli effetti nefasti ai miei danni, ugualmente non ci penso nemmeno a reagire sconsideratamente (piuttosto cerco una strategia per farmi rispettare comunque in un altro modo).
Il problema, che forse non hai afferrato, è che la strategia dell'evitamento -giusta da adottare nei casi da me citati- è per me la prassi: non è una scelta ma un obbligo.
31-03-2019 23:03
Equilibrium
Re: Paura del conflitto

Sicuramente lavorare sull autostima ti protegge dalla dipendenza del giudizio altrui, lo stress poi è dovuto al fatto probabilmente che a uno stimolo ti parte il disco del pensiero ossessivo, che tormentone
31-03-2019 23:01
cancellato15324
Re: Paura del conflitto

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma anche per un'aggressione verbale guarda che ci si trova nella stessa situazione.
Se dialetticamente sei una pippa, il fatto che tu apra bocca e voglia aver ragione in una certa situazione non conta nulla.
Su qualsiasi piano si pone lo scontro bisogna disporre di armi adeguate per contrattaccare, se si vuol contrattaccare. Vuoi rispondere ad un'offesa verbale con un'offesa verbale? Devi poi essere capace effettivamente di farlo, di colpire, non è che col solo atteggiamento riesci.
Ho osservato anche in certe dinamiche i tentativi di risposta offensivi andare a vuoto e divenire altri agganci per chi aveva fatto partire l'offensiva e rincarare la dose e le prese in giro in pubblico.

Reagire in certi contesti quando non si hanno certi strumenti per me può essere ancora più controproducente, dipende.

Per me è valida l'idea relativa al fatto che se hai gli strumenti più che adeguati per colpire di rispondere all'attacco (e in tal caso direi che è condivisibile questa idea), in caso contrario bisogna cercare altre strategie, non si può essere assertivi, bisogna parare i colpi in altri modi come il pugile che alza la guardia e non attacca, indietreggia senza avere un atteggiamento di dominanza, non se lo può permettere adesso a differenza dell'avversario.
Eh, ma così passi la vita a subire.
Chiariamoci, se una persona mi insulta io i mezzi per rispondergli li ho, magari non so usarli, ma se posso parlare posso anche rispondere a tono e farmi rispettare.
Se una persona per strada mi da una coltellata già è diverso, perchè magari sono fisicamente più debole e non vado in giro armata.
Non li metterei sullo stesso piano.
E anche qui, ho possibilità di essere aggredita per strada? Sì, ma magari nella vita non mi capiterà mai (speriamo), ma ho possibilità di non avere mai nessuno scontro con nessuno? Direi che è impossibile, quindi se voglio (sottolineo se) smettere di subire certe situazioni, farò in modo di imparare a gestirle, anche se non mi piacciono.
Poi chiaro che la scelta sia personale eh. Non è che devi, ma puoi farlo.
31-03-2019 22:22
Teach83
Re: Paura del conflitto

La paura del conflitto è presente, ma più di tutte la paura del giudizio che ne può scaturire da tale confronto.
Poi c'è il desiderio di cercare di avere la situazione sotto il totale controllo, di prevedere e calcolare ogni possibile conseguenza ( cosa impossibile). Partendo da questi presupposti è inevitabile l'evitamento e l'emarginazione sociale. Ovviamete parlo per me stesso.
31-03-2019 22:05
XL
Re: Paura del conflitto

Quote:
Originariamente inviata da Stregatta13 Visualizza il messaggio
Aspetta. Ovviamente non parlavo di estremi, ma di piccoli scontri che possono accadere ogni giorno, incomprensioni con la famiglia, gli amici, gli sconosciuti, chi vuoi. Gli anassertivi si comportano in modo tale da subire l'altro anche su sciocchezze.
Ovvio che se mentre cammino per strada vengo aggredita da 5 uomini, non è che me la sono andata a cercare o sono anassertiva o masochista, nè ho i mezzi per potermi difendere.
Ma anche per un'aggressione verbale guarda che ci si trova nella stessa situazione.
Se dialetticamente sei una pippa, il fatto che tu apra bocca e voglia aver ragione in una certa situazione non conta nulla.
Su qualsiasi piano si pone lo scontro bisogna disporre di armi adeguate per contrattaccare, se si vuol contrattaccare. Vuoi rispondere ad un'offesa verbale con un'offesa verbale? Devi poi essere capace effettivamente di farlo, di colpire, non è che col solo atteggiamento riesci.
Ho osservato anche in certe dinamiche i tentativi di risposta offensivi andare a vuoto e divenire altri agganci per chi aveva fatto partire l'offensiva e rincarare la dose e le prese in giro in pubblico.

Reagire in certi contesti quando non si hanno certi strumenti per me può essere ancora più controproducente, dipende.

Per me è valida l'idea relativa al fatto che se hai gli strumenti più che adeguati per colpire di rispondere all'attacco (e in tal caso direi che è condivisibile questa idea), in caso contrario bisogna cercare altre strategie, non si può essere assertivi, bisogna parare i colpi in altri modi come il pugile che alza la guardia e non attacca, indietreggia senza avere un atteggiamento di dominanza, non se lo può permettere adesso a differenza dell'avversario.
31-03-2019 22:02
XL
Re: Paura del conflitto

Quote:
Originariamente inviata da Fallen Visualizza il messaggio
Dovresti essere più specifico: in quali contesti, secondo te, è giusto accettare un attacco ai propri confronti?
C'è una frase, attribuita se non sbaglio a Mao:

"Se nessuno ci attacca, non attaccheremo di conseguenza"

La frase che hai citato potrebbe essere intesa anche come "se puoi prevaricare fallo": io non approfitterei mai della debolezza altrui per prevaricare.
Ma non è che accetti l'attacco, se ti attaccano non puoi affatto scegliere o meno di essere attaccato, la cosa problematica è come reagire in modo efficace per limitare il più possibile i danni.
Il contrattacco assertivo non è detto che sia la migliore strategia in ogni caso, dipende da quali armi disponi.
31-03-2019 20:34
bukowskiii
Re: Paura del conflitto

Stesso problema ma nel mio caso non è legato all'autostima quanto alla consapevolezza che sono senza amici ormai da parecchi anni ed è come se malgrado sappia di avere qualità alla fine il mio carattere spinge sempre per chiudere i rapporti, e quando incontri nuove persone non sono mai totalmente isolate come me e quindi quando alzo la testa in risposta a qualche maltrattamento sono sempre accerchiato inevitabilmente.
31-03-2019 20:01
Daytona
Re: Paura del conflitto

Se pensi che questo malessere non sia l'espressione di un'autostima minata da brutte esperienze,rimangio l'intero post sopra. Ti chiedo sinceramente scusa se ho dato l'impressione di voler sminuire i tuoi probelmi, se scrivo la mia è perché,davanti a una certa problematica,mi sento di dare qualche consiglio. Ma mica detto di riuscire a comprendere davvero una persona,specialmente da uno schermo

Ho aggiunto alla fine "io ne sono uscito così" perché mi ricordo grosso modo come sia sentirsi inferiori a TUTTI gli altri e arrivare al punto di evitare qualsiasi confronto. Non ho affermato che sia semplice o che in un pomeriggio,magari con qualche formula magica,si possa risolvere tutto. Son percorsi lunghi,tortuosi e faticosi,spesso sembra anche di fare 1 passo avanti e 2 indietro,personalmente ci ho messo qualche anno,magari altre persone ci avrebbero messo 1/4 del tempo,altri il doppio. Non siamo tutti uguali né reagiamo allo stesso modo davanti allo stesso stimolo.
In ogni caso faccio tesoro del tuo consiglio, peserò meglio le parole la prossima volta,non sono certamente qui per fare polemica o far star peggio qualcuno
31-03-2019 19:56
cancellato15324
Re: Paura del conflitto

Quote:
Originariamente inviata da Fallen Visualizza il messaggio
Io ho avuto genitori tirannici (in particolare mio padre): dovevo sempre stare zitto e obbedire, ricevevo insulti, minacce e colpi se non facevo quello che dovevo fare, ho sempre ricevuto tantissimi "no, non puoi" durante tutta l'infanzia l'adolescenza, ogni mia iniziativa incontrava una resistenza che manco l'urss ai tempi dell'operazione barbarossa: forse l'esito dei conflitti con i miei mi ha traumatizzato.
Togli pure il forse, viene sicuramente da lì.
Il discorso autostima che faceva Daytona non è mica sbagliato. Certo che non è facile, ma di quello si parla. Se rafforzi la tua autostima imparerai a relazionarti con gli altri nel bene come nel male, ma bisogna lavorare su se stessi, altrimenti gli automatismi non riuscirai a cambiarli.
31-03-2019 19:49
cancellato15324
Re: Paura del conflitto

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Secondo me questa è una cosa falsa.
Se un ragazzino cattura una lucertola e la tortura, questo implica in automatico che la lucertola è consenziente e masochista?

Se si possiedono strumenti adeguati per controllare l'altro e impedirgli di pisciarti in testa in vari sensi e non li si usa è un conto, ma se questi strumenti non li possiedi (ancora) non sei masochista, risulti soltanto debole nei confronti di forme di potere maggiore, e ce ne possono essere tante.

Per ferire qualcuno in svariati modi non c'è bisogno del suo consenso, basta essere più forti e acuminati delle barriere che questa persona riesce ad erigere.

Il sadico può esistere e come in modo indipendente dai masochisti, il sadico deve solo possedere determinate forme di potere per esercitare il suo sadismo.
Aspetta. Ovviamente non parlavo di estremi, ma di piccoli scontri che possono accadere ogni giorno, incomprensioni con la famiglia, gli amici, gli sconosciuti, chi vuoi. Gli anassertivi si comportano in modo tale da subire l'altro anche su sciocchezze.
Ovvio che se mentre cammino per strada vengo aggredita da 5 uomini, non è che me la sono andata a cercare o sono anassertiva o masochista, nè ho i mezzi per potermi difendere.
31-03-2019 19:42
Ton93
Re: Paura del conflitto

Gli unici che non hanno paura del conflitto son quelli che compiacciono gli altri sempre e comunque, i lecchini.
31-03-2019 19:39
Fallen
Quote:
Originariamente inviata da Daytona Visualizza il messaggio
Lavorando sulla tua autostima, se ti sei già messo in testa di essere davvero un omega come pareva nell'altro 3d. O più semplicemente smettendo di ripeterti che sei passivo, che sei un ignavo etc.

Non sono un terapeuta quindi prendi tutto con le pinze, ti parlo limitatamente a quello che ho vissuto per mia esperienza, confrontarsi con gli altri dovrebbe essere la normalità quotidiana quando si socializza. Quando però inizi a non avere più fiducia in te stesso è chiaro che il senso di inferiorità porta a subire passivamente ciò che ti capita attorno e a percepire qualsiasi confronto come uno scontro. Poi aggiungici che,purtroppo,può capitare davvero di trovare brutte persone che sotto effetto branco cercano di deridere o sfruttare quello che viene considerato debole,se ti avvolgi in questo loop (1 faccio schifo,2 la gente lo vede e mi sfotte->3 allora è vero che faccio schifo e riprendi dal punto 1) non potrai che uscirne ancora più distrutto. Ti consiglierei innanzitutto di staccarti,e da subito,da amicizie e conoscenze tossiche,se ne hai ancora intorno. In un secondo momento,per quanto sia possibile farlo il più serenamente che puoi,prova a migliorare qualche tuo aspetto che ti farebbe stare meglio con te stesso e capire il tuo vero valore. O per lo meno,io ne sono uscito così
Premesso che l'autostima non c'entra nulla con ciò di cui parla il topic, credi sia così semplice "migliorare l'autostima"? Io non so in che tipo di famiglia tu sia cresciuto, ma io ho avuto due genitori ipercritici: volevano il figlio perfetto e, perciò, il mio io reale è lontano tipo nettuno dal sole dal mio io reale. Ti do un consiglio (non lo sto dicendo con cattiveria e non voglio creare polemiche o ferirti) pesa di più le parole: da ciò che hai scritto, anche se hai specificato di prendere tutto con le pinze, sembra quasi che migliorare l'autostima sia semplice come andare a prendersi un caffè al bar, mentre per le persone
come me è una fatica degna di quella degli Argonauti, dato che si tratta di risolvere un problema strutturale serio: io leggendo le tue parole -come penso succederebbe a chiunque con il mio stesso problema- mi sono sentito incompreso e i miei problemi sminuiti.

Quote:
Originariamente inviata da Stregatta13 Visualizza il messaggio
Capisco perfettamente di cosa parli, ci son cresciuta così e per anni ho tenuto due soli comportamenti: subire finchè non ne potevo più e poi scappare via, o evitare del tutto fin dall'inizio. So anche da dove viene, crescendo con una madre borderline non hai molte alternative, o diventi come lei o ti sposti sul polo apposto. Io ho scelto l'opposto appunto e da bambina mi ha salvata questo atteggiamento, era l'unico modo di disinnescarla: ignorarla, lasciarla perdere, non risponderle. Alla fine si stancava di parlare da sola e si teneva a distanza da me, tanto che sembrava quasi intimorita.
Ma ovviamente quando si cresce questo atteggiamento non può funzionare, almeno non con tutti. Non si può evitare sempre il conflitto. E non tutti poi se ne stanno buoni al loro posto, tendono comunque ad invadere i tuoi spazi, ad approfittarsene, le opzioni possono essere diverse.
Io non mi arrabbiavo mai, ero assolutamente zen qualunque cosa accadesse, semplicemente mi chiudevo in me stessa ed evitavo. Semplice.
Lavorando in terapia ho iniziato a scoprire che ho dei diritti anche io, a sentire la rabbia, a rispondere a tono. Una fatica che levati. E tutt'ora non riesco sempre come vorrei, quando ci riesco invece sto fisicamente molto male per somatizzazioni varie che durano giorni. E' che non le so gestire queste cose, vorrei che nessuno mi rompesse mai le palle, ma questo non è possibile e difendermi mi costa tanto in termini di energie fisiche e mentali.
Per lo stesso motivo mi tengo a debita distanza dalla gente che percepisco come aggressiva, ma vedere gli altri come aggressivi è veramente facile per me, suonano campanelli d'allarme ad ogni cosa, basta una parola, una frase che mi suona male e inizio a prendere le distanze di sicurezza.



Se non esistesse il masochista, non esisterebbe nemmeno il sadico.
La colpa non sta mai da una parte sola.
Io ho avuto genitori tirannici (in particolare mio padre): dovevo sempre stare zitto e obbedire, ricevevo insulti, minacce e colpi se non facevo quello che dovevo fare, ho sempre ricevuto tantissimi "no, non puoi" durante tutta l'infanzia l'adolescenza, ogni mia iniziativa incontrava una resistenza che manco l'urss ai tempi dell'operazione barbarossa: forse l'esito dei conflitti con i miei mi ha traumatizzato.

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Io penso che anche per attuare certe forme di conflitto bisogna avere delle armi appropriate e se per una serie di motivi di queste armi non si dispone ancora non è che si possa fare di più.
In questi articoli da rivista femminile semplificano tutto, anche per negoziare con qualcuno a certi livelli devi avere qualcosa da offrire effettivamente, se in mano non hai nulla e si gioca a carte scoperte il tuo potere di negoziazione è quello che è.

C'è il detto popolare che dice "Quando sei incudine stai, quando sei martello dai".

Se sei martello ti suggerirei anche io di menare, ma se non sei un martello attuare certe forme di conflitto in certi ambiti potrebbe anche danneggiarti ancora di più, non è detto che si possa esser colpiti solo fisicamente, c'è anche l'ostracismo sociale.
Ho visto e osservato situazioni degenerare alle spese della persona che voleva reagire non essendone abbastanza capace davvero, perciò tutti questi scienziati dell'"è meglio reagire sempre" prendono in esame solo i casi di successo, ma ci sono molti casi che degenerano.
Dovresti essere più specifico: in quali contesti, secondo te, è giusto accettare un attacco ai propri confronti?
C'è una frase, attribuita se non sbaglio a Mao:

"Se nessuno ci attacca, non attaccheremo di conseguenza"

La frase che hai citato potrebbe essere intesa anche come "se puoi prevaricare fallo": io non approfitterei mai della debolezza altrui per prevaricare.
31-03-2019 19:11
Keith
Re: Paura del conflitto

Quote:
Si, certo che ho paura del conflitto, ho realmente paura che se dovessi discutere con le persone queste possano picchiarmi. E io per evidenti limiti fisici non posso rispondere nel modo giusto.
Ho anche paura che se si arrivasse agli insulti potrebbero attaccarsi ai miei difetti e questo mi ferirebbe a morte.
In poche parole sono una pippa.
.
31-03-2019 19:07
XL
Re: Paura del conflitto

Quote:
Originariamente inviata da Stregatta13 Visualizza il messaggio
Se non esistesse il masochista, non esisterebbe nemmeno il sadico.
La colpa non sta mai da una parte sola.
Secondo me questa è una cosa falsa.
Se un ragazzino cattura una lucertola e la tortura, questo implica in automatico che la lucertola è consenziente e masochista?

Se si possiedono strumenti adeguati per controllare l'altro e impedirgli di pisciarti in testa in vari sensi e non li si usa è un conto, ma se questi strumenti non li possiedi (ancora) non sei masochista, risulti soltanto debole nei confronti di forme di potere maggiore, e ce ne possono essere tante.

Per ferire qualcuno in svariati modi non c'è bisogno del suo consenso, basta essere più forti e acuminati delle barriere che questa persona riesce ad erigere.

Il sadico può esistere e come in modo indipendente dai masochisti, il sadico deve solo possedere determinate forme di potere per esercitare il suo sadismo.
31-03-2019 19:03
incompresa88
Re: Paura del conflitto

Io è come se avessi una doppia personalità.
Nella vita reale ho un atteggiamento estremamente evitante. Ho sempre evitato ogni conflitto. Se uno mi insulta, faccio finta di niente e vado via. Da molti anni non ho più contatti con nessuno, ma se ad esempio sono in macchina e vengo insultata per qualcosa, faccio finta di niente (augurandogli le peggio cose tra me e me). Apparentemente sembro sempre pacifica e imperturbabile, ma dentro sono un vulcano. Alla minima osservazione, me la lego al dito, ho voglia di distruggere l'avversario e lo cancello silenziosamente dalla mia vita.
Nel virtuale emerge il mio lato respresso, aggressivo. E quando capitava di avere relazioni virtuali con sporadici incontri reali, tendevo a sembrare molto tranquilla di persona per poi sputare veleno via messaggi o email.
Il problema nel mio caso è che di persona non mi so spiegare e che mi sentirei una pazza a perdere il controllo. Nel virtuale sono più me stessa, quindi se sono arrabbiata o mi sento offesa, si nota. Di persona sono piuttosto inespressiva e apparentemente fredda.
31-03-2019 18:53
Hor
Re: Paura del conflitto

Quote:
Originariamente inviata da Fallen Visualizza il messaggio
Comunque ho scritto il thread per sapere se c'è qualcuno che ha il mio stesso problema e , se sì, come lo ha o sta affrontando?
L'ho affrontato chiudendomi praticamente in casa ed evitando quasi ogni tipo di confronto in cui possano accendersi dei conflitti, anche in rete.
Metodo che non consiglio a nessuno, visto che non risolve il problema. L'evitamento non fa che rafforzarsi e autoalimentarsi.
31-03-2019 17:02
XL
Re: Paura del conflitto

Io penso che anche per attuare certe forme di conflitto bisogna avere delle armi appropriate e se per una serie di motivi di queste armi non si dispone ancora non è che si possa fare di più.
In questi articoli da rivista femminile semplificano tutto, anche per negoziare con qualcuno a certi livelli devi avere qualcosa da offrire effettivamente, se in mano non hai nulla e si gioca a carte scoperte il tuo potere di negoziazione è quello che è.

C'è il detto popolare che dice "Quando sei incudine stai, quando sei martello dai".

Se sei martello ti suggerirei anche io di menare, ma se non sei un martello attuare certe forme di conflitto in certi ambiti potrebbe anche danneggiarti ancora di più, non è detto che si possa esser colpiti solo fisicamente, c'è anche l'ostracismo sociale.
Ho visto e osservato situazioni degenerare alle spese della persona che voleva reagire non essendone abbastanza capace davvero, perciò tutti questi scienziati dell'"è meglio reagire sempre" prendono in esame solo i casi di successo, ma ci sono molti casi che degenerano.
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