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Discussione: Il Vero Amore: mito o realtà? Rispondi alla discussione
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18-04-2011 05:44
Inspiegabile
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

credo che esistano rarissime eccezioni div ero amore reciproco e incondizionato. (molto rare). Più comuni le forme di contratto sociale e quelle di auto persuasione che mascherano bisogni latenti dettati da categorie sociali come trend e altre manchevolezze. Infine forme ibride. Tra mi piaci e mi convieni. Trovati una bella sisona e vedrai che come per magia l'amerai.

Ciao
17-04-2011 23:29
Moonwatcher
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Non è niente di particolare, è che per esperienza passata questi argomenti son troppo, ehm, “reattivi”. Come ho già detto altrove, penso che uno trova quello che cerca. Perciò se l’ “l'amore non nasce perché non sei ricambiato mai”, è questo che vuoi. Chiaro, non a livello totalmente cosciente. Però fra la parte di te che lo desidera e quella che preferisce lo statu quo, evidentemente vince quest’ultima. È il “mai” che tradisce tutto, che già disegna la prospettiva, la traiettoria e il percorso. Il modo è banale, basta, appunto, scegliere persone che non ricambieranno.
(E’ da qui in poi che le discussioni degenerano)
Ma che #@#@# dici???



Guarda, posso anche essere in parte d'accordo con te.

Il problema è che:
1) non credo abbia molto senso scegliere una persona solo in base alla probabilità che ricambi;
2) calcolare la probabilità che una persona ricambi non è così semplice (c'è il rischio di sbagliarsi e ritrovarsi accoppiati quando invece si voleva il contrario );
3) se l'inconscio o comunque la parte più forte vuole quello, potrebbe anche scegliere il modo più semplice o.o

ps: la mia frase comunque era ipotetica, non riguardava me personalmente.
16-04-2011 08:48
Altamekz
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

eh nfatti -_-
16-04-2011 03:54
veratrum
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Non è niente di particolare, è che per esperienza passata questi argomenti son troppo, ehm, “reattivi”. Come ho già detto altrove, penso che uno trova quello che cerca. Perciò se l’ “l'amore non nasce perché non sei ricambiato mai”, è questo che vuoi. Chiaro, non a livello totalmente cosciente. Però fra la parte di te che lo desidera e quella che preferisce lo statu quo, evidentemente vince quest’ultima. È il “mai” che tradisce tutto, che già disegna la prospettiva, la traiettoria e il percorso. Il modo è banale, basta, appunto, scegliere persone che non ricambieranno.
(E’ da qui in poi che le discussioni degenerano )
15-04-2011 10:34
Moonwatcher
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Su questo, sussistendo il forte rischio di diventare polemica, mi autocensuro
Se ti va dimmi in privato senza censura, comprese le parolacce.

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Non intendevo quello. E’ che ti ho visto particolarmente intento a bacchettare quelli che associano al mero atto sessuale termini negativi o avvilenti.
Di solito questo l’ho visto fare a persone che, più che essere bigotte, avevano ricevuto un’educazione di quel tipo (sesso repressiva o sesso evitante) e tentavano di liberarsene. O magari se ne erano liberate ma gli era rimasta quell’uggia nel sentire certi discorsi.
Ok, ho capito. Non so, in realtà ho ricevuto un'educazione vita-repressiva (ma non tanto per bigottismo) quindi magari nella tua analisi c'è anche del giusto.
15-04-2011 03:46
veratrum
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Anche, ma in generale che non mi ritrovo molto nel modo con cui tipicamente nascono le relazioni.
Cioè forare l’involucro esterno, 3 minuti in microonde e via?
Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
se l'amore non nasce perché non sei ricambiato mai
Su questo, sussistendo il forte rischio di diventare polemica, mi autocensuro
Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Assolutamente no, solo due genitori che non hanno manifestato mai alcuna forma di affetto l'uno verso l'altro. Ma perché, ci vedi del bigottismo somewhere nelle mie parole? Se sì dove? :/
Non intendevo quello. E’ che ti ho visto particolarmente intento a bacchettare quelli che associano al mero atto sessuale termini negativi o avvilenti.
Di solito questo l’ho visto fare a persone che, più che essere bigotte, avevano ricevuto un’educazione di quel tipo (sesso repressiva o sesso evitante) e tentavano di liberarsene. O magari se ne erano liberate ma gli era rimasta quell’uggia nel sentire certi discorsi.
14-04-2011 09:58
LordDrachen
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

dipende cosa si intende.
nell'accezione moderna è sicuramente un mito. un'autoillusione al meglio.
poi ci sono autoillusioni che sono necessarie e/o che funzionano benissimo.

più che Vero Amore però bisognerebbe parlare di Vero Matrimonio/Vera Coppia. ^^
14-04-2011 01:24
Moonwatcher
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Non avevo metaintenzione di fare metapolemica…
No, ma non c'è problema, si discute, siamo in un forum per questo.

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Il punto però non è questo. È un altro. Sarò di coccio, ma mi sfugge tuttora il senso di accostare la parola schizoide (in qualsiasi accezione la si usi) col termine amore. A me pare un ossimoro quasi. La visione schizoide (pura) dell’amore è pari alla visione di un paesaggio da parte di un cieco. “La mancanza del desiderio di relazioni strette con altri esseri umani, e il distacco emotivo del soggetto rispetto alle persone e alla realtà circostante” cosa c’entra con la tua visione dell’amore?
Sì, ma infatti voleva essere un po' un ossimoro.

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Forse ti riferisci al fatto di pensare che per te il v.a. sarebbe stato possibile solo se incontrato nell’adolescenza e che ora sia impossibile perché difficile gettare le basi etc. etc? cioè al fatto di pensare che ormai tutto è perduto?
Anche, ma in generale che non mi ritrovo molto nel modo con cui tipicamente nascono le relazioni. Da questo deriva un distacco emotivo del soggetto rispetto alle persone e alla realtà circostante (mi sto arrampicando sugli specchi sì ). Vabbè forse alienato, straniato erano termini più consoni forse.

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Nel caso non ci sarebbe nulla di schizoide, bensì cominci a pararti il culo in vista di fallimenti.
Sì, questo da sempre, visto che il fallimento è inevitabile e tentare è il primo passo verso il fallimento, ci si premunisce.

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Quindi quando scrivevi “Da ogni donna che conosciamo e che ci piace e interessa può nascere un amore, più o meno grande, ma può anche non nascere, e ciò non sarà una tragedia, ma se quella persona era davvero interessante, conoscerla sarà stata comunque un'esperienza piacevole, utile e di cui portare per sempre con sé il ricordo con gioia”: in realtà più che pensarlo stavi cercando di convincertene…
Lo penso, lo penso, ma come diceva qualcuno (precisamente il compagno WS) qualcosa come 15000 post fa, se l'amore non nasce perché non sei ricambiato mai c'è poco di gioioso da ricordare e di cui convincersi.

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Però, come sei tortuoso (cit)
Beh, non posso che quotare.

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
In ogni caso, se 2 tizi, senza particolari tare a livello psicologico, hanno la fortuna di riuscire a concentrare e vivere i 3 livelli di amore, col cavolo che si vanno a cercare qualcos’altro al di fuori del loro rapporto. E col cavolo che finisce (a meno che uno dei due non subisca dei cambiamenti così drastici da sconvolgere le carte in tavola, o che la coppia sia sottoposta a notevoli eventi traumatici).
Sì, appunto, io non concepisco i rapporti che finiscono senza essere mai iniziati, se la relazione o una delle due persone non subisce dei cambiamenti drastici - e ciò può avvenire solo nel lungo tempo o in caso di eventi traumatici come dici tu - allora secondo me se è basata su v.a. non dovrebbe teoricamente mai finire.

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Curiosità: sei cresciuto in una famiglia di bigotti per caso?
Assolutamente no, solo due genitori che non hanno manifestato mai alcuna forma di affetto l'uno verso l'altro. Ma perché, ci vedi del bigottismo somewhere nelle mie parole? Se sì dove? :/

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
[Però, secondo me, ci stai a pensa’ troppo. Talvolta ci vuole azione, e poi pensiero. Chi lo diceva? Fidèl mi pare…]
Fidel sarà estroverso, io sò introverso.

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Ah, grazie, Sci, per il sostegno.
(apprezzo, anche se non hai la più pallida idea di quel che volessi intendere…)
In effetti non avevo capito perché applaudisse.
13-04-2011 09:14
sciren
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Beh, e qualcosa lasciatemelo di cui ancora stupirmi -_-
Non avevo metaintenzione di fare metapolemica…
Il fatto è che per me il termine ha un’accezione strettamente psicopatologica, mentre invece ne esiste anche un utilizzo meno specifico. Come magari hai fatto tu, accostandoci infatti un termine (alienato) di uso solo comune (anche se però per definire il termine schizoide ti sei rifatto alla descrizione psichiatrica del DSP). E comunque io ho pensato alla definizione di alienato come folle, malato di mente nell’accezione più becera. Me la son presa per quello. Sì, ho fatto tutto da me.
Il punto però non è questo. È un altro. Sarò di coccio, ma mi sfugge tuttora il senso di accostare la parola schizoide (in qualsiasi accezione la si usi) col termine amore. A me pare un ossimoro quasi. La visione schizoide (pura) dell’amore è pari alla visione di un paesaggio da parte di un cieco. “La mancanza del desiderio di relazioni strette con altri esseri umani, e il distacco emotivo del soggetto rispetto alle persone e alla realtà circostante” cosa c’entra con la tua visione dell’amore?
Forse ti riferisci al fatto di pensare che per te il v.a. sarebbe stato possibile solo se incontrato nell’adolescenza e che ora sia impossibile perché difficile gettare le basi etc. etc? cioè al fatto di pensare che ormai tutto è perduto? Nel caso non ci sarebbe nulla di schizoide, bensì cominci a pararti il culo in vista di fallimenti. Quindi quando scrivevi “Da ogni donna che conosciamo e che ci piace e interessa può nascere un amore, più o meno grande, ma può anche non nascere, e ciò non sarà una tragedia, ma se quella persona era davvero interessante, conoscerla sarà stata comunque un'esperienza piacevole, utile e di cui portare per sempre con sé il ricordo con gioia”: in realtà più che pensarlo stavi cercando di convincertene…
Però, come sei tortuoso (cit)
Per il resto, suvvia, l’amore romantico non è il vero amore, o meglio il vero amore non corrisponde totalmente e solamente all’amore romantico (che mi sembra sempre troppo gravato da tragedie).
Infatti secondo me il concetto di vero amore non cambia nei secoli dei secoli amen come invece dice Stone. Ottomila post fa, qualcuno parlava dei 3 tipi (livelli) di amore (Myway, pag 6 in fondo) della mitologia greca:
Himeros, Anteros, Pothos
Ecco, il v.a. si può individuare quando questi coincidono fra loro (più o meno, ovvio: anzi, il Pothos direi che ne basta poco poco, mi sembra un elemento di sbilanciamento), come avevi notato. Non vedo perché questa cosa non possa esistere. È chiaro, il più facile da realizzare è Himeros (c’è chi si ferma a questo tentando di rabberciare tutto il resto, con esiti prevedibili), oppure c’è magari Anteros senza il primo. In ogni caso, se 2 tizi, senza particolari tare a livello psicologico, hanno la fortuna di riuscire a concentrare e vivere i 3 livelli di amore, col cavolo che si vanno a cercare qualcos’altro al di fuori del loro rapporto. E col cavolo che finisce (a meno che uno dei due non subisca dei cambiamenti così drastici da sconvolgere le carte in tavola, o che la coppia sia sottoposta a notevoli eventi traumatici). Negli altri casi, mancando uno o più degli elementi suddetti, l’unione diventa logicamente instabile: facile credere che il nuovo venuto sia più appetibile: diventa una specie di disperata fuga in avanti.
Ma mi dico: o si ha la fortuna di sapere “istintivamente” cosa siamo e cosa è il meglio per noi, o meglio, si ha la fortuna di unità di intenti tra il nostro conscio e il nostro inconscio (e in quel caso sarà possibile, se non addirittura facile, trovare il v.a) oppure ci sarà da fare un lavoro immenso di consapevolezza e accettazione (e qui ci infilo anche la gestione del modello che ci hanno gentilmente offerto i genitori *_* Curiosità: sei cresciuto in una famiglia di bigotti per caso?), che non sempre riesce, e allora, se siamo in guerra perenne con noi stessi, addio v.a.
Uff, perfetto, ho detto le stesse cose, con parole diverse, dell’altro post. Troppo tardi ormai…

[Però, secondo me, ci stai a pensa’ troppo. Talvolta ci vuole azione, e poi pensiero. Chi lo diceva? Fidèl mi pare… ]


Ah, grazie, Sci, per il sostegno.
(apprezzo, anche se non hai la più pallida idea di quel che volessi intendere…)
e poi gli attacchi di grafomania ce li avrei io? ammazza che pippone veratrum:P
13-04-2011 04:44
veratrum
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Non lo capisco tutto 'sto stupore.

Beh, e qualcosa lasciatemelo di cui ancora stupirmi -_-
Non avevo metaintenzione di fare metapolemica…
Il fatto è che per me il termine ha un’accezione strettamente psicopatologica, mentre invece ne esiste anche un utilizzo meno specifico. Come magari hai fatto tu, accostandoci infatti un termine (alienato) di uso solo comune (anche se però per definire il termine schizoide ti sei rifatto alla descrizione psichiatrica del DSP). E comunque io ho pensato alla definizione di alienato come folle, malato di mente nell’accezione più becera. Me la son presa per quello. Sì, ho fatto tutto da me.
Il punto però non è questo. È un altro. Sarò di coccio, ma mi sfugge tuttora il senso di accostare la parola schizoide (in qualsiasi accezione la si usi) col termine amore. A me pare un ossimoro quasi. La visione schizoide (pura) dell’amore è pari alla visione di un paesaggio da parte di un cieco. “La mancanza del desiderio di relazioni strette con altri esseri umani, e il distacco emotivo del soggetto rispetto alle persone e alla realtà circostante” cosa c’entra con la tua visione dell’amore?
Forse ti riferisci al fatto di pensare che per te il v.a. sarebbe stato possibile solo se incontrato nell’adolescenza e che ora sia impossibile perché difficile gettare le basi etc. etc? cioè al fatto di pensare che ormai tutto è perduto? Nel caso non ci sarebbe nulla di schizoide, bensì cominci a pararti il culo in vista di fallimenti. Quindi quando scrivevi “Da ogni donna che conosciamo e che ci piace e interessa può nascere un amore, più o meno grande, ma può anche non nascere, e ciò non sarà una tragedia, ma se quella persona era davvero interessante, conoscerla sarà stata comunque un'esperienza piacevole, utile e di cui portare per sempre con sé il ricordo con gioia”: in realtà più che pensarlo stavi cercando di convincertene…
Però, come sei tortuoso (cit)
Per il resto, suvvia, l’amore romantico non è il vero amore, o meglio il vero amore non corrisponde totalmente e solamente all’amore romantico (che mi sembra sempre troppo gravato da tragedie).
Infatti secondo me il concetto di vero amore non cambia nei secoli dei secoli amen come invece dice Stone. Ottomila post fa, qualcuno parlava dei 3 tipi (livelli) di amore (Myway, pag 6 in fondo) della mitologia greca:
Himeros, Anteros, Pothos
Ecco, il v.a. si può individuare quando questi coincidono fra loro (più o meno, ovvio: anzi, il Pothos direi che ne basta poco poco, mi sembra un elemento di sbilanciamento), come avevi notato. Non vedo perché questa cosa non possa esistere. È chiaro, il più facile da realizzare è Himeros (c’è chi si ferma a questo tentando di rabberciare tutto il resto, con esiti prevedibili), oppure c’è magari Anteros senza il primo. In ogni caso, se 2 tizi, senza particolari tare a livello psicologico, hanno la fortuna di riuscire a concentrare e vivere i 3 livelli di amore, col cavolo che si vanno a cercare qualcos’altro al di fuori del loro rapporto. E col cavolo che finisce (a meno che uno dei due non subisca dei cambiamenti così drastici da sconvolgere le carte in tavola, o che la coppia sia sottoposta a notevoli eventi traumatici). Negli altri casi, mancando uno o più degli elementi suddetti, l’unione diventa logicamente instabile: facile credere che il nuovo venuto sia più appetibile: diventa una specie di disperata fuga in avanti.
Ma mi dico: o si ha la fortuna di sapere “istintivamente” cosa siamo e cosa è il meglio per noi, o meglio, si ha la fortuna di unità di intenti tra il nostro conscio e il nostro inconscio (e in quel caso sarà possibile, se non addirittura facile, trovare il v.a) oppure ci sarà da fare un lavoro immenso di consapevolezza e accettazione (e qui ci infilo anche la gestione del modello che ci hanno gentilmente offerto i genitori *_* Curiosità: sei cresciuto in una famiglia di bigotti per caso?), che non sempre riesce, e allora, se siamo in guerra perenne con noi stessi, addio v.a.
Uff, perfetto, ho detto le stesse cose, con parole diverse, dell’altro post. Troppo tardi ormai…

[Però, secondo me, ci stai a pensa’ troppo. Talvolta ci vuole azione, e poi pensiero. Chi lo diceva? Fidèl mi pare… ]


Ah, grazie, Sci, per il sostegno.
(apprezzo, anche se non hai la più pallida idea di quel che volessi intendere…)
12-04-2011 10:21
Moonwatcher
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Non lo capisco tutto 'sto stupore.

Quote:
Alienazione deriva dall'aggettivo latino alienus e questo, a sua volta, dal pronome indefinito "alius" (in greco allos): altro. Il termine fa riferimento a colui o a ciò che è altro, straniero, non appartenente alla nostra comunità, in pratica che "non è dei nostri" e che, quindi, ci è estraneo. L'alienazione, nel suo verbo "alienare", fa parimenti riferimento all'atto dell'allontanare o dell'estraniare da sé e, quindi, all'atto di prendere distanza da qualcuno o da qualcosa.
Quote:
Il disturbo schizoide di personalità (così come definito secondo i criteri diagnostici DSM-IV–TR e, similmente, nel ICD-10) è un disturbo di personalità del Gruppo A, il cui tratto principale è la mancanza del desiderio di relazioni strette con altri esseri umani, e il “distacco” emotivo del soggetto rispetto alle persone e alla realtà circostante. La sua prevalenza è bassa rispetto ad altri disturbi della personalità ed è stata valutata inferiore all' 1% nella popolazione. La personalità schizoide manifesta chiusura in sé stessa o senso di lontananza, elusività o freddezza. La persona tende all’isolamento oppure ha relazioni comunicative formali o superficiali, non appare interessata a un legame profondo con altre persone, evita il coinvolgimento in relazioni intime con altri individui, con l'eccezione eventuale dei parenti di primo grado.
Mi sembra che i punti in comune ci siano. "Schizoide" lo intendevo tra virgolette beninteso, ma dato che non era inserito in un'affermazione ma in una proposizione interrogativa, il cui valore di verità era incerto, non mi sembra comunque errato averlo scritto senza virgolette (tanto per metacomunicare al livello del metalinguaggio ).
12-04-2011 09:31
sciren
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio

Orrore!! tu usi il termine schizoide come sinonimo di alienato???
Su di te anatema! (cit)
12-04-2011 04:01
veratrum
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?


Orrore!! tu usi il termine schizoide come sinonimo di alienato???
Su di te anatema! (cit)
12-04-2011 01:59
Moonwatcher
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

E quale? Alienato va meglio?
12-04-2011 01:43
veratrum
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Uff, uff, uff, non usate quel termine (schizoide) a sproposito. Grazie grazie grazie.
11-04-2011 23:08
Qwerty
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

io lo voglio amore romantico e ci voglio credere che esiste
11-04-2011 23:03
barclay
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Volevo chiedere se qualcuno ha da commentare quello che ho scritto, che ne pensate?
"Schizoide" o "adolescenziale" non sono gli aggettivi adatti: la tua è una visione dell'amore tipica della letteratura romantica; se fossi vissuto nell'epoca in cui il romanticismo era in voga probabilmente nessuno l'avrebbe trovata strana. Questa è anche l'ennesima dimostrazione che il “vero amore” non esiste, essendo un concetto soggetto alla moda: cio che è "vero" lo è sempre. Oltretutto l'eroe romantico è spesso anche un personaggio tragico, destinato a non trovare quello che cerca. Per quanto riguarda il cd. “amore maturo”, è solo uno stratagemma per nascondere la libidine e/o l'interesse economico.
11-04-2011 21:27
Moonwatcher
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da moonwatcher Visualizza il messaggio
Comunque non sono d'accordo con chi dice che l'amore come ogni cosa finisce (tranne nel senso banale che finisce sicuramente per morte naturale degli amanti). In generale può finire ma può anche durare fino alla morte. Altra osservazione: il moltiplicarsi delle relazioni a mio avviso è dovuto al fatto che quasi nessuno prova il v.a., bensì trova estremamente appagante l'idea di sedurre o di esser sedotta da qualcuno/a e in ultima analisi di "possederlo/a", una volta "posseduta" la persona trova il tutto molto noioso e allora dice che l'amore non c'è più (quando in realtà il v.a. non c'è mai stato, altrimenti dove sarebbe finito?), e si getta in una nuova relazione ricominciando daccapo il ciclo. Tutto ciò indica quindi che le persone hanno forse in qualche modo preso consapevolezza di non amare davvero (anche se magari solo a livello inconscio), però ciò purtroppo non basta a render loro in grado di mettere in atto il v.a.: a me sembra assurdo mettersi insieme dopo qualche settimana/mese di conoscenza (come si fa?) e lasciarsi magari sempre dopo qualche altrettanto mese. Penso spesso che avrei potuto amare solo qualcuna che avessi conosciuto anni fa, nella mia adolescenza almeno, in caso contrario da dove si costruiscono quelle basi solide e profonde di conoscenza reciproca che mi sembrano indispensabili per il v.a.?
Volevo chiedere se qualcuno ha da commentare quello che ho scritto, che ne pensate? ho una visione schizoide-adolescenziale dell'amore secondo voi? comunque l'amore "maturo" come lo intende la maggioranza mi sta abbastanza sul cazzo, alla fine intendono esattamente il contrario, cioè "facciamo un po' ciò che cazzo ci pare"...
11-04-2011 08:43
RobRock
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

non c'ò pacco di leggermi tutti i commenti...però una volta ci credevo a sta cosa del vero amore. ma è una cazzata e credo di aver capito anche il perchè.
Apparte che non può esistere chi soddisfa i nostri bisogni emotivi/fisici senza doverci poi noi stessi sforzarci nell'altro senso, anche la tendenza a imitare chi ci piace cercando di diventare uguale, è poi indice di poca identità personale... e in più succede sempre che una volta che l'innamoramento passa e il rapporto diventa normale magari ti accorgi che fare le cose che fa l'altro/a non è poi così interessante come ti eri immanicnato/a.
Quindi alla fine, succede perchè succede, ma bisogna sempre sforzarsi peressere capiti e per capire....
Tra l'altro a me le ragazze che mi lasciano fare tutto quello che voglio non mi garbano!

concludo dicendo che le più belle coppie che vedo in giro sono fatte da persone che in gran parte si assomigliano , e che si vengono incontro; oppure che uno dei due ha un carattere molto aperto e comprensivo
11-04-2011 00:55
Moonwatcher
Re: Il Vero Amore: mito o realtà?

Quote:
Originariamente inviata da veratrum Visualizza il messaggio
Non aggiungerò niente di nuovo, è già stato detto tutto.
No, comunque trovo che hai detto delle robette davvero interessanti (io ora non ricordo neanche che cavolo avessi scritto a suo tempo né ho intenzione di rileggerlo ).

Comunque non sono d'accordo con chi dice che l'amore come ogni cosa finisce (tranne nel senso banale che finisce sicuramente per morte naturale degli amanti). In generale può finire ma può anche durare fino alla morte. Altra osservazione: il moltiplicarsi delle relazioni a mio avviso è dovuto al fatto che quasi nessuno prova il v.a., bensì trova estremamente appagante l'idea di sedurre o di esser sedotta da qualcuno/a e in ultima analisi di "possederlo/a", una volta "posseduta" la persona trova il tutto molto noioso e allora dice che l'amore non c'è più (quando in realtà il v.a. non c'è mai stato, altrimenti dove sarebbe finito?), e si getta in una nuova relazione ricominciando daccapo il ciclo. Tutto ciò indica quindi che le persone hanno forse in qualche modo preso consapevolezza di non amare davvero (anche se magari solo a livello inconscio), però ciò purtroppo non basta a render loro in grado di mettere in atto il v.a.: a me sembra assurdo mettersi insieme dopo qualche settimana/mese di conoscenza (come si fa?) e lasciarsi magari sempre dopo qualche altrettanto mese. Penso spesso che avrei potuto amare solo qualcuna che avessi conosciuto anni fa, nella mia adolescenza almeno, in caso contrario da dove si costruiscono quelle basi solide e profonde di conoscenza reciproca che mi sembrano indispensabili per il v.a.?

(sì, senza tenere poi conto che c'è anche il problema che la società produce troppo poche ragazze interessate ai film sul risorgimento di 170' )
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