FobiaSociale.com  
     

Home Messaggi odierni Registrazione Cerca FAQ Messaggi odierni Segna i forum come letti
 
Vai indietro   FobiaSociale.com > Off Topic > Off Topic Generale > Umberto Galimberti e la scuola
Discussione: Umberto Galimberti e la scuola Rispondi alla discussione
Il tuo nome utente: Clicca Qui per loggarti
Verifica immagine
Inserisci le lettere o i numeri (o entrambi) nell'immagine che visualizzi qui a destra.

Titolo:
  
Messaggio:

Opzioni addizionali
Opzioni varie

Visualizza l'argomento(prima i nuovi)
02-10-2018 20:25
Robin
Re: Umberto Galimberti e la scuola

A me Galimberti cm intellettuale piace e qndo posso lo ascolto volentieri.
Appena avrò tempo leggerò qlcosa dei suoi scritti perché molti a mio parer meritano sl x i temi trattati.
Delle sue conferenze disponibili su youtube ho gradito molto quella con Marco Guzzi:

L'unica csa che trovo proprio fuori luogo è cm pronuncia "Turgenev"...
Ogni vlta che lo "spronuncia" in ql modo una biografia di Henri Troyat si suicida
16-07-2018 17:37
Bluevelvet93
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma se vengono usati solo dei test in cui si chiede alla persona se è ansiosa, ad esempio, secondo me queste diagnosi risultano estremamente inaffidabili. Bisogna capire il meccanismo ansia in che casi si attiva (battito cardiaco, sudorazione, attivazione di certe aree cerbrali ecc. ecc.) in modo indipendente da giudizi personali di questo tipo, altrimenti non si capisce nulla.
Poi medici psichiatri che fanno tutte queste analisi effettivamente io non li ho mai conosciuti... Dove abitano? In un mondo parallelo?
Ma non è mica che si chiede "Sei ansioso? Sì o no?". Ci sono delle scale specifiche che valutano l'ansia in una miriade di aspetti e con moltissimi item, il tutto costruito in maniera scientifica (ovviamente poi si integrano le informazioni prese da questi questionari con colloquio e anamnesi). In ogni caso confondi l'oggettività dell'indicatore con l'oggettività della misurazione del costrutto. Se si parla di ansia non stiamo parlando della lunghezza di un arto o del peso specifico di un corpo, ma stiamo parlando appunto di un costrutto, di una categoria interpetativa della realtà, qualcosa di intangibile nella sua essenza, ergo è impossibile PER DEFINIZIONE misurarlo in maniera totalmente oggettiva. Come se poi l'interpretazione dei risultati fosse semplice: uno può sudare tanto per natura, uno può avere un battito cardiaco accellerato non per l'ansia ma per altri motivi (esempio: paura), uno può tremare ma affermare in buona fede di non essere stressato e così via. Per non parlare poi di questi benedettissimi scan che come ho detto prima sono pieni di difetti e di limitazioni e che spesso non misurano neanche direttamente quello che avviene nel cervello. Il fatto che sappiamo la frequenza del battito cardiaco non è di per sè indice di capire quanto uno è ansioso. Certo, troverai che chi ha l'ansia tenderà in media ad avere un battito cardiaco più accellerato e una maggiore sudorazione, ma è una misura grezzissima per capire cosa c'è dietro al paziente: se vuoi sapere come ti sei sentito quando ti ha lasciato la moglie, cosa provi durante una specifica situazione stressante, come ti comporti quando hai l'ansia e tutte queste cose qua, le cose di cui hai parlato non ci dicono nulla. Zero. Aggiungiamoci poi che devi anche spiegare in che contesti usare quegli strumenti: quando misuri il battito cardiaco? Quando uno è a riposo? Quando uno è sottoposto a una situazione stressante? E cosa è stressante per il paziente? E questo stimolo stressante lo misuro in laboratorio dove la situazione è artificiale? Lo misuro fuori nei contesti naturali? E come faccio, gli metto un cardiofrequenziometro con il quale riesco in maniera precisa a collegare il cambiamento del battito cardiaco con quello che sta venendo nell'ambiente?
Nessuno misura così l'ansia nei pazienti e se lo fa è comunque qualcosa di secondario rispetto agli altri strumenti che ci dicono molto di più.
Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
E come si fa a sapere se questi dati sono affidabili se poi non hanno un modo per rilevare il disturbo con altri sistemi?
Faccio un test e un tizio mi dice che ho la malattia neurodegenerativa y, come si fa a sapere se questa malattia y ce l'ho davvero? Dai sintomi più superficiali e comportamentali? Siamo ancora a livello del test anche qua. Se verificano così chi è malato davvero, ci troviamo a livelli di analisi simili che possono nascondere a monte cose ben diverse.
Sono malattie neurodegenerative, quindi peggiorando poi vengono fuori anche da un punto di vista medico (si può fare pure post-mortem).
Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Una malattia (anche funzionale) bisognerà descriverla e definirla a livelli molto più bassi, non solo sintomatici di alto livello.
Se una persona non riesce a camminare, c'è una funzione che l'organismo svolge male, ma per curarla non basta questo livello definitorio, bisogna arrivare ad una descrizione più mirata, il camminar male può essere causato da un mucchio di morbi diversi, il camminar male da solo non può costituire una malattia. E' proprio scorretto l'approccio.
Tutto può essere descritto a livelli più bassi, non per questo il livello più basso ha sempre la priorità ed è sempre più preciso del livello più alto. E infatti sono stati sviluppati dei trattamenti efficaci per certi disturbi come la dislessia che si basano proprio sul funzionamento a livello alto.
Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
E' da quando la medicina è saltata fuori dalle diagnosi sintomatiche superficiali che si è iniziato a capirci qualcosa.

Quando l'elemento biologico non c'era proprio e si credeva che i pensieri fossero situati nel cuore materialmente secondo te si poteva avere una conoscenza affidabile lo stesso di queste cose? Io credo proprio di no.
Se non si afferra bene come mente e cervello son collegati queste cose rimangono abbastanza oscure secondo me.
Cosa vorrebbe dire una conoscenza affidabile? Se parliamo sempre di dislessia e simili direi di sì, il funzionamento del problema a livello cognitivo e le diagnosi sarebbero quelli. Che poi sia anche importante capire cosa avvenga a livello biologico e che i due piani si influenzino tra di loro è chiaro.
Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Per quanto riguarda i computer il collegamento risulta chiaro perché li abbiamo costruiti noi, con le persone non si può mettersi a studiare l'interfaccia utente, che corrisponde praticamente per analogia al sistema operativo supponendo che questa cosa rappresenti una conoscenza di alto livello di come funziona il computer.
L'interfaccia mostra solo entrata e uscita dei risultati, il come vengono elaborati là sotto non lo si può comprendere soltanto osservando questa, io ad esempio posso usare un sistema operativo e vari programmi senza capirci nulla di come il computer elabora tutta questa roba (infatti non ne ho idea). Posso anche mettermi a fare dei test sul tempo di elaborazione e via dicendo, ma se non scendo più in profondità fino ad arrivare ai livelli più bassi dove l'elaborazione si confonde col meccanismo effettivo che la produce, non credo che si riuscirà a capire bene come funziona la cosa.

E' come prendere un programma e mettersi a misurare quanto tempo impiega a fare un calcolo rispetto ad altri programmi su altri elaboratori e concludere che se è lento il problema è sicuramente del suo software che va riscritto o è difettoso.
Se non si capisce bene tutta la macchina nell'insieme come funziona non si può arrivare a conclusioni del genere facilmente con osservazioni di questo tipo.
Potrebbe essere l'hardwere nell'insieme che più di questo non può fare, e quindi se si vuole un calcolo più veloce bisogna cambiare processore e scheda (magari il software già è scritto nel modo più efficiente possibile), potrebbero esserci altri programmi che l'impallano tipo virus... E così via.
Prima di poter concludere che è quel software specifico inefficiente bisogna escludere tutte queste altre cause, e per escluderle bisogna capire bene tutta la macchina come funziona scendendo a livelli molto più bassi dell'interfaccia e dei linguaggi di alto livello.

Questo con mente e cervello secondo me ancora non l'hanno capito, sono in alto mare, per questo penso che questo tipo di diagnosi non siano molto affidabili attualmente.
Il paragone dovrebbe essere: ho un software che gira su tot computer. Se vedo che il software funziona nello stesso modo in tutti i computer mentre in uno, che per il resto funziona alla perfezione, no, di fatto posso dire che c'è un problema in relazione a quel software, indipendentemente da quello che capita nell'hardware. Cioè, se chiami un informatico e gli dici che hai un problema a uno specifico programma, quale è la prima cosa da fare? Controllare direttamente il software, non troverai mai nessuno che ti smonta il PC e che analizzi le parti magnetiche, meccaniche ecc. Che poi il tutto sia riconducibile all'hardware (senza hardware non hai software ed è l'hardware che ti fa girare il software) è un altro discorso. E' come dire che un medico è più esperto di calcio di un allenatore di calcio perchè il calcio si basa sul movimento, che è una cosa che viene studiata dalla medicina. Che è verissimo, ma come puoi vedere a volte andando al livello più basso le cose non sono affatto più chiare, anzi. E comunque nessuno dice che anche l'hardware non sia importante, il punto è che non sempre l'hardware ha la priorità.
16-07-2018 12:37
Winston_Smith
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da Labocania Visualizza il messaggio
Mi trovo d'accordo con quel copione compulsivo di Galimberti su diverse cose, però mi ha fatto cadere le braccia quando ha denunciato il fatto che se un professore ce l'ha con un alunno questo non potrà mai essere promosso. Che un uomo di pensiero e speculazione creda alla fregnaccia di certi professori che perseguitano alunni che gli stanno antipatici non va bene, abbassa la sua percezione della realtà a quella dei genitori che picchiano i professori.
In alcuni casi è tutt'altro che una fregnaccia.
14-07-2018 13:26
XL
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da ila82 Visualizza il messaggio
Non me ne intendo ma per me l'ansia e' anzitutto mentale-psicologica prima che fisica.
Ma se è solo mentale/psicologica in senso privato, non è più nemmeno misurabile e confrontabile questa cosa.
Se A dice "sono ansioso" e B dice poi "no non lo sei tanto, io lo sono più di te", come si risolve la cosa?
Dei parametri effettivi poi bisognerà usarli per rendere la cosa di dominio comune, confrontabile, misurabile, se si vuol definire un disturbo correlato a questa cosa, altrimenti di cosa si parla?
Se bisogna poi dare anche delle pensioni di invalidità o cose del genere non ci si può basare sull'opinione soggettiva dell'individuo, bisogna definire il disturbo di cui è affetto in modo indipendente e le diagnosi non possono esser fatte in maniera tale da dipendere in modo artigianale da chi le fa.
Altrimenti secondo me non si ha a che fare con malattie, ma con altro.
A sentir certe persone ipocondriache sembra che stiano morendo se interrogate quando poi in concreto hanno dei disturbi lievi: bisogna mettere sullo stesso piano queste persone qua e i moribondi veri?
Secondo me non è un buon sistema questo per valutare tutte queste cose, l'intervista privata per me rappresenta un sistema molto limitato, bisogna per forza sviluppare, ideare e pensare ad altri strumenti di indagine per dividere e catalogare questi fenomeni mentali apparentemente simili ma che possono esser prodotti da cose diverse e quindi rappresentare disturbi oggettivi di diversa natura.
La sensazione di star morendo la possono provare molte persone ma ognuna di queste sensazioni va distinta poi in termini oggettivi e non semplicemente mentali (ossia descrittivi in senso soggettivo) secondo me.
14-07-2018 13:19
cancellato2824
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma se vengono usati solo dei test in cui si chiede alla persona se è ansiosa, ad esempio, secondo me queste diagnosi risultano estremamente inaffidabili. Bisogna capire il meccanismo ansia in che casi si attiva (battito cardiaco, sudorazione, attivazione di certe aree cerbrali ecc. ecc.) in modo indipendente da giudizi personali di questo tipo, altrimenti non si capisce nulla.
Poi medici psichiatri che fanno tutte queste analisi effettivamente io non li ho mai conosciuti... Dove abitano? In un mondo parallelo?


Non me ne intendo ma per me l'ansia e' anzitutto mentale-psicologica prima che fisica.
Se uno dice che sta crepando dall'ansia se anche non ha tachicardia o sudorazione o altro...be' io gli credo.
Mentre se suda ma si sente tranquillissimo magari ha un problema di termoregolazione o di tiroide o chesso'...e idem il batticuore magari ha uno scompenso cardiaco ma che nulla c'entra con lo psicologico.
Mi pare strano che uno abbia un'ansia che lo invalidi profondamente e non se ne renda conto... comunqque al limite si puo' chiedere alla persona se gli capita di sudar tanto o ha mai mai batticuore, dubito non si renda conto neanche di quello e servano esami oggettivi (che poi diciamolo di solito uno ansioso si riconosce a vista)
poi certo piu' analisi si fanno meglio e' piu' si trova il vero problema, le cause e la soluzione ma questo sempre, con qualunque disturbo.
14-07-2018 12:25
Labocania
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Mi trovo d'accordo con quel copione compulsivo di Galimberti su diverse cose, però mi ha fatto cadere le braccia quando ha denunciato il fatto che se un professore ce l'ha con un alunno questo non potrà mai essere promosso. Che un uomo di pensiero e speculazione creda alla fregnaccia di certi professori che perseguitano alunni che gli stanno antipatici non va bene, abbassa la sua percezione della realtà a quella dei genitori che picchiano i professori.

D'accordo con lui per quanto riguarda l'esclusione dei genitori da qualsiasi questione scolastica.
14-07-2018 08:08
E. Scrooge
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma se vengono usati solo dei test in cui si chiede alla persona se è ansiosa, ad esempio, secondo me queste diagnosi risultano estremamente inaffidabili. Bisogna capire il meccanismo ansia in che casi si attiva (battito cardiaco, sudorazione, attivazione di certe aree cerbrali ecc. ecc.) in modo indipendente da giudizi personali di questo tipo, altrimenti non si capisce nulla.
Poi medici psichiatri che fanno tutte queste analisi effettivamente io non li ho mai conosciuti... Dove abitano? In un mondo parallelo?



E come si fa a sapere se questi dati sono affidabili se poi non hanno un modo per rilevare il disturbo con altri sistemi?
Faccio un test e un tizio mi dice che ho la malattia neurodegenerativa y, come si fa a sapere se questa malattia y ce l'ho davvero? Dai sintomi più superficiali e comportamentali? Siamo ancora a livello del test anche qua. Se verificano così chi è malato davvero, ci troviamo a livelli di analisi simili che possono nascondere a monte cose ben diverse.

Una malattia (anche funzionale) bisognerà descriverla e definirla a livelli molto più bassi, non solo sintomatici di alto livello.
Se una persona non riesce a camminare, c'è una funzione che l'organismo svolge male, ma per curarla non basta questo livello definitorio, bisogna arrivare ad una descrizione più mirata, il camminar male può essere causato da un mucchio di morbi diversi, il camminar male da solo non può costituire una malattia. E' proprio scorretto l'approccio.

E' da quando la medicina è saltata fuori dalle diagnosi sintomatiche superficiali che si è iniziato a capirci qualcosa.

Quando l'elemento biologico non c'era proprio e si credeva che i pensieri fossero situati nel cuore materialmente secondo te si poteva avere una conoscenza affidabile lo stesso di queste cose? Io credo proprio di no.
Se non si afferra bene come mente e cervello son collegati queste cose rimangono abbastanza oscure secondo me.
Per quanto riguarda i computer il collegamento risulta chiaro perché li abbiamo costruiti noi, con le persone non si può mettersi a studiare l'interfaccia utente, che corrisponde praticamente per analogia al sistema operativo supponendo che questa cosa rappresenti una conoscenza di alto livello di come funziona il computer.
L'interfaccia mostra solo entrata e uscita dei risultati, il come vengono elaborati là sotto non lo si può comprendere soltanto osservando questa, io ad esempio posso usare un sistema operativo e vari programmi senza capirci nulla di come il computer elabora tutta questa roba (infatti non ne ho idea). Posso anche mettermi a fare dei test sul tempo di elaborazione e via dicendo, ma se non scendo più in profondità fino ad arrivare ai livelli più bassi dove l'elaborazione si confonde col meccanismo effettivo che la produce, non credo che si riuscirà a capire bene come funziona la cosa.

E' come prendere un programma e mettersi a misurare quanto tempo impiega a fare un calcolo rispetto ad altri programmi su altri elaboratori e concludere che se è lento il problema è sicuramente del suo software che va riscritto o è difettoso.
Se non si capisce bene tutta la macchina nell'insieme come funziona non si può arrivare a conclusioni del genere facilmente con osservazioni di questo tipo.
Potrebbe essere l'hardwere nell'insieme che più di questo non può fare, e quindi se si vuole un calcolo più veloce bisogna cambiare processore e scheda (magari il software già è scritto nel modo più efficiente possibile), potrebbero esserci altri programmi che l'impallano tipo virus... E così via.
Prima di poter concludere che è quel software specifico inefficiente bisogna escludere tutte queste altre cause, e per escluderle bisogna capire bene tutta la macchina come funziona scendendo a livelli molto più bassi dell'interfaccia e dei linguaggi di alto livello.

Questo con mente e cervello secondo me ancora non l'hanno capito, sono in alto mare, per questo penso che questo tipo di diagnosi non siano molto affidabili attualmente.
Sono d'accordo con te.

Aggiungo anche che se il problema fosse solamente genetico (problema all'hardware) le possibilità di miglioramento del paziente sarebbero nulle (o quasi); ma, dal documento succitato, emerge il fatto che molti riescono ad ottenere significativi miglioramenti; anche se lì non si fa riferimento a casi di "recupero totale". Questo significa che almeno parte del problema riguarda la mancanza di allenamento del paziente stesso (problema al software).

Rimane il fatto che i criteri traverso i quali viene diagnosticato tale disturbo certificano - traverso test del QI, analisi della storia pregressa del paziente, test di lettura ecc - il fatto che uno studente si trovi indietro rispetto ai suoi compagni relativamente alle competenze nella lettura e nella comprensione di un testo scritto, ma non prova, traverso evidenze empiriche, che il problema sia legato alla genetica del paziente stesso. Non ci sono prove evidenti del fatto che la malattia sia una malattia (con origini fisiochimiche), e non una semplice lacuna culturale protrattasi nel tempo.

Dato che la "velocità di lettura" è un qualcosa di perfettibile (nella maggior parte dei casi), diagnosticare una patologia relativa ad essa senza aver prima controllato i nessi che collegano la disfunzione alla macchina biologica, caso per caso, secondo me risulta un atteggiamento quantomeno azzardato. C'è il rischio che vengano messi insieme, in un unico calderone, casi diversissimi.

Qualora non ci fossero nessi evidenti tra manifestazione del disturbo e corpo biologico, le cause del disturbo stesso potrebbero essere molteplici e disparate: la mancanza di allenamento, l'educazione impartita in famiglia ecc. È chiaro però come coloro i quali risultino affetti da un disturbo legato alla genetica, non siano in nulla assimilabili a coloro i quali risultino invece vittime di un disturbo legato a lacune culturali protrattesi nel tempo. C'è il rischio di assimilare queste due figure, pur così diverse fra loro.

Sarebbe interessante avere a disposizione i dati statistici relativi all'incidenza della dislessia rispetto alla classe sociale di provenienza. La mia ipotesi è che i casi di dislessia, ma più in generale i casi di DSA, si manifestino precipuamente in famiglie con un basso livello culturale: famiglie proletarie, sottoproletarie o della classe medio-bassa.
14-07-2018 07:14
E. Scrooge
Re: Umberto Galimberti e la scuola

È stato persino pubblicato un libro sull'attività di plagio di Galimberti https://www.ibs.it/umberto-galimbert.../9788860632968
14-07-2018 06:59
E. Scrooge
Quote:
Originariamente inviata da Palladipelo Visualizza il messaggio
Galimberti non ha la credibilità da quando è venuto fuori che ha plagiato varie opere di altri autori.. correggetemi se sbaglio ma non mi pare sia stata smentita sta cosa
Vero vero... Si era giustificato, (o qualche altro collega lo aveva giustificato), se non ricordo male, dicendo che molti autori spesso riprendono in maniera inconscia parti di alcune opere lette molto tempo addietro . L'accusa di plagio però era gravissima, mi pare si trattasse di intere parti prese e ricopiate... Adesso provo a vedere cosa trovo su google...
14-07-2018 06:53
XL
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93 Visualizza il messaggio
E infatti come ho detto prima l'analisi viene fatta a tutti i livelli: sensoriale, oculistico, uditivo, del QI e mille altre cose.
Ma se vengono usati solo dei test in cui si chiede alla persona se è ansiosa, ad esempio, secondo me queste diagnosi risultano estremamente inaffidabili. Bisogna capire il meccanismo ansia in che casi si attiva (battito cardiaco, sudorazione, attivazione di certe aree cerbrali ecc. ecc.) in modo indipendente da giudizi personali di questo tipo, altrimenti non si capisce nulla.
Poi medici psichiatri che fanno tutte queste analisi effettivamente io non li ho mai conosciuti... Dove abitano? In un mondo parallelo?

Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93 Visualizza il messaggio
Non è che se c'è l'elemento biologico all'improvviso tutto diventa migliore e più affidabile. Come ti ho detto prima per certe malattie neurodegenerative ci si affida di più ai dati testistici che alle prove neurologiche.
E come si fa a sapere se questi dati sono affidabili se poi non hanno un modo per rilevare il disturbo con altri sistemi?
Faccio un test e un tizio mi dice che ho la malattia neurodegenerativa y, come si fa a sapere se questa malattia y ce l'ho davvero? Dai sintomi più superficiali e comportamentali? Siamo ancora a livello del test anche qua. Se verificano così chi è malato davvero, ci troviamo a livelli di analisi simili che possono nascondere a monte cose ben diverse.

Una malattia (anche funzionale) bisognerà descriverla e definirla a livelli molto più bassi, non solo sintomatici di alto livello.
Se una persona non riesce a camminare, c'è una funzione che l'organismo svolge male, ma per curarla non basta questo livello definitorio, bisogna arrivare ad una descrizione più mirata, il camminar male può essere causato da un mucchio di morbi diversi, il camminar male da solo non può costituire una malattia. E' proprio scorretto l'approccio.

E' da quando la medicina è saltata fuori dalle diagnosi sintomatiche superficiali che si è iniziato a capirci qualcosa.

Quando l'elemento biologico non c'era proprio e si credeva che i pensieri fossero situati nel cuore materialmente secondo te si poteva avere una conoscenza affidabile lo stesso di queste cose? Io credo proprio di no.
Se non si afferra bene come mente e cervello son collegati queste cose rimangono abbastanza oscure secondo me.
Per quanto riguarda i computer il collegamento risulta chiaro perché li abbiamo costruiti noi, con le persone non si può mettersi a studiare l'interfaccia utente, che corrisponde praticamente per analogia al sistema operativo supponendo che questa cosa rappresenti una conoscenza di alto livello di come funziona il computer.
L'interfaccia mostra solo entrata e uscita dei risultati, il come vengono elaborati là sotto non lo si può comprendere soltanto osservando questa, io ad esempio posso usare un sistema operativo e vari programmi senza capirci nulla di come il computer elabora tutta questa roba (infatti non ne ho idea). Posso anche mettermi a fare dei test sul tempo di elaborazione e via dicendo, ma se non scendo più in profondità fino ad arrivare ai livelli più bassi dove l'elaborazione si confonde col meccanismo effettivo che la produce, non credo che si riuscirà a capire bene come funziona la cosa.

E' come prendere un programma e mettersi a misurare quanto tempo impiega a fare un calcolo rispetto ad altri programmi su altri elaboratori e concludere che se è lento il problema è sicuramente del suo software che va riscritto o è difettoso.
Se non si capisce bene tutta la macchina nell'insieme come funziona non si può arrivare a conclusioni del genere facilmente con osservazioni di questo tipo.
Potrebbe essere l'hardwere nell'insieme che più di questo non può fare, e quindi se si vuole un calcolo più veloce bisogna cambiare processore e scheda (magari il software già è scritto nel modo più efficiente possibile), potrebbero esserci altri programmi che l'impallano tipo virus... E così via.
Prima di poter concludere che è quel software specifico inefficiente bisogna escludere tutte queste altre cause, e per escluderle bisogna capire bene tutta la macchina come funziona scendendo a livelli molto più bassi dell'interfaccia e dei linguaggi di alto livello.

Questo con mente e cervello secondo me ancora non l'hanno capito, sono in alto mare, per questo penso che questo tipo di diagnosi non siano molto affidabili attualmente.
13-07-2018 23:23
Palladipelo
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Galimberti non ha la credibilità da quando è venuto fuori che ha plagiato varie opere di altri autori.. correggetemi se sbaglio ma non mi pare sia stata smentita sta cosa
13-07-2018 20:03
TM
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Ci sta. Bisogna spingere in quella direzione, si avranno contro un sacco di persone e quasi tutti i "vecchi" professori, ma come cosa aiuterebbe tantissimo il paese. Approvato. Fondiamo un partito di fobici (con copertura, si agirà dall'ombra)
13-07-2018 19:27
Da'at
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da E. Scrooge Visualizza il messaggio
È interessante l'idea di Galimberti di mettere ad insegnare professori carismatici; penso che sia un'idea giusta; il problema è: come fai a reclutare professori del genere?
Stipendio a partire da 4000/mese + poderosi bonus sulla base dei risultati medi su test standardizzati (invalsi, pisa ecc.) e somministrati ovviamente da commissioni esterne, contratti solo a tempo determinato e nessuna tutela per licenziamenti ecc.

Bisogna far diventare la professione dell'insegnante una roba ambita, parte finale di un cursus honorum ambito come riconoscimento da parte di chi possiede esperienza comprovata da risultati nelle discipline.

Far sì che quando uno alla domanda "che lavoro fai" se risponde "sono un insegnante" la mascella cada per terra come se ci si trovasse dinnanzi un luminare della medicina.

A questo ovviamente va abbinato un potenziamento proporzionale negli investimenti scolastici, dalle infrastrutture agli strumenti.

Fare in modo insomma che ci sia una ressa incredibile per esser chiamati a insegnare, così che si possa scegliere la creme de la creme.


Come cazzo si può pretendere di aver insegnanti carismatici quando questa è una professione che attrae soprattutto scarti delle università o quando va bene persone allettate più dalle poche ore di impegno settimanale richieste e dal lungo periodo di vacanze estive (da abolire imho) che dal successo sociale, personale o economico, è un enigma a cui non so dare risposta.

Se l'insegnante non viene stimato come portatore di una professionalità insostituibile e conseguentemente retribuito per tale, sarà troppo vulnerabile alle critiche e agli attacchi altrui. Attualmente a un insegnante vien chiesto sia di saperne della materia che spiega, sia di aver competenze pedagogiche e sociali tali per poterle spiegare con efficacia e nel contempo fungere da figura educativa.


Questa proposta peraltro avrebbe anche l'effetto collaterale di rimettere in ordine il rispetto gerarchico e ridicolizzare gli attacchi a quella "elite intellettuale", i cosiddetti comunisti col rolex, chiarendo una volta per tutte che se uno si può permettere un rolex vuol dire che è capace di far cose che quello che non se lo può permettere se le scorda.

Inoltre i rolex sono belli massicci, un bel rolex in faccia a qualsiasi cretino che osa criticare chi lo possiede è una soluzione da non sottovalutare.



In sintesi: professori fighi, con belle auto, orologi di lusso e circondati di modelle, ecco.
13-07-2018 19:16
E. Scrooge Comunque, informazione di servizio: il compagno di classe che mi aveva chiesto il parere sul video da me postato non si è fatto più sentire Per fortuna che esiste FS
13-07-2018 18:48
E. Scrooge Ho letto il link che mi hai postato. Ho un dubbio, se posso chiedere. Ho notato che si parla in più punti della possibilità di conseguire un parziale recupero (miglioramento di condizione) del paziente affetto da dislessia. Volevo chiederti se per caso fossi a conoscenza di casi di recupero totale. Più in generale: quale tipo di trattamento viene utilizzato per aiutare il paziente a fare dei progressi?
13-07-2018 18:23
Bluevelvet93
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Io ho detto solo che sotto questo tipo di diagnosi ci possono finire molte cose e non è chiaro poi secondo me il tipo di sostegno o aiuto che bisogna dare, è chiaro solo che c'è bisogno di aiuto.
Infatti non esiste la diagnosi di DSA in generale, esiste una diagnosi di uno specifico DSA con relativa analisi delle sue varie sotto-componenti.
Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Una persona va a scuola e non ottiene lo stesso rendimento di altre, questa è una cosa misurabile, chi lo nega, ed è anche condivisibile che ci sia bisogno di una forma di intervento per metterla in pari, ma a monte cosa c'è che non va secondo me non lo si può evincere con test del genere.
E perchè non lo sarebbe? Se uno ha problemi di lettura può valutare qualsiasi cosa in maniera oggettiva: velocita; strategia di lettura, analisi dei movimenti oculari, tipo di errore (omissioni, inversioni di fonemi ecc.).
Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Se è una funzione cognitiva specifica deficitaria in un continuo di deficitarietà (e si possiedono analisi sofisticate non comportamentali capaci di verificare una cosa del genere) ci sarà bisogno di un sostegno in tal senso, ma può essere benissimo che altro funziona male e disturba le cose.
E infatti come ho detto prima l'analisi viene fatta a tutti i livelli: sensoriale, oculistico, uditivo, del QI e mille altre cose.
Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Se non si possiedono analisi specifiche che rilevano "materialmente" il disturbo bisogna conoscere molto bene la persona per poter escludere un mucchio di altri problemi, familiari, di insicurezza e via dicendo, con quattro test del genere dubito che si possa fare una diagnosi adeguata per individuare il problema così come dubito che un medico ad orecchio sia capace di diagnosticare correttamente una polmonite.
E si ritorna al riduzionismo. Il DSA c'è se ci sono problemi a livello di specifici processi cognitivi coinvolti nell'apprendimento. Il modo "materiale" per valutare questo è appunto tramite testistica comportamentale proprio perchè valuta questi processi. Il modo meno diretto è al contrario è proprio quello di avere una scansione del cervello. Non è che se c'è l'elemento biologico all'improvviso tutto diventa migliore e più affidabile. Come ti ho detto prima per certe malattie neurodegenerative ci si affida di più ai dati testistici che alle prove neurologiche.
13-07-2018 18:12
cancellato2824
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Io ho detto solo che sotto questo tipo di diagnosi ci possono finire molte cose e non è chiaro poi secondo me il tipo di sostegno o aiuto che bisogna dare, è chiaro solo che c'è bisogno di aiuto.
e chi lo nega?

ho cercato un link a caso per vedere se come pensavo e leggo

Tra le cause sono state principalmente indagati i fattori genetici e quelli acquisiti (sofferenza cerebrale precoce, lesioni di varia natura, ritardi maturativi, ecc.).

L’esperienza clinica e i dati riportati da numerose ricerche suggeriscono che i disturbi specifici dell’apprendimento altre che tra loro si presentano frequentemente associati a disturbi emotivi e comportamentali.[...]

E’ necessario, nella fase diagnostica, indagare gli aspetti neuropsicologici e quelli emotivi (indicare fattori di vulnerabilità e fattori protettivi) ed impostare un intervento adeguato.

[...]
Gli interventi devono interessare sia il trattamento del disturbo specifico, attraverso operatori specializzati e programmi mirati, che l’organizzazione emotivo-relazionale.


vero che e' un sito di psicoterapia, non ho tempo di leggere ogni sito, ma perche' c'e' chi nega che le cause possono essere svariate e che bisogna tenere in considerazione anche l'aspetto psicologico?

anche quando si ha chesso' una dermatite o una depressione non e' ben chiaro come procedere e si cerca di far fronte al problema tramite una certa indagine (caratteristiche del problema, storia del paziente, esami diagnostici se possibile) e poi per tentativi
13-07-2018 17:31
Bluevelvet93
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Invece è chiaro per chi interviene visto che come detto prima i meccanismi cognitivi alla base di certi problemi sono noti e di conseguenza si possono realizzare trattamenti efficaci.
13-07-2018 17:25
XL
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93 Visualizza il messaggio
Mi sono stufato di ripetere sempre le stesse cose.
Io ho detto solo che sotto questo tipo di diagnosi ci possono finire molte cose e non è chiaro poi secondo me il tipo di sostegno o aiuto che bisogna dare, è chiaro solo che c'è bisogno di aiuto.
Una persona va a scuola e non ottiene lo stesso rendimento di altre, questa è una cosa misurabile, chi lo nega, ed è anche condivisibile che ci sia bisogno di una forma di intervento per metterla in pari, ma a monte cosa c'è che non va secondo me non lo si può evincere con test del genere.
Se è una funzione cognitiva specifica deficitaria in un continuo di deficitarietà (e si possiedono analisi sofisticate non comportamentali capaci di verificare una cosa del genere) ci sarà bisogno di un sostegno in tal senso, ma può essere benissimo che altro funziona male e disturba le cose.
Se non si possiedono analisi specifiche che rilevano "materialmente" il disturbo bisogna conoscere molto bene la persona per poter escludere un mucchio di altri problemi, familiari, di insicurezza e via dicendo, con quattro test del genere dubito che si possa fare una diagnosi adeguata per individuare il problema così come dubito che un medico ad orecchio sia capace di diagnosticare correttamente una polmonite.
13-07-2018 17:16
Bluevelvet93
Re: Umberto Galimberti e la scuola

Mi sono stufato di ripetere sempre le stesse cose.
Questa discussione ha più di 20 risposte. Clicca QUI per visualizzare l'intera discussione.



Tutti gli orari sono GMT +2. Attualmente sono le 02:24.
Powered by vBulletin versione 3.8.8
Copyright ©: 2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.