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08-03-2016 17:55
Sensemayá
Re: La qualità

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Io invece premetto che per quanto mi riguarda non stavo discutendo su cosa identificare come legittima opera d'arte e cosa no, ma se esistessero dei criteri, per quanto non condivisi universalmente, per poterlo fare. Cosa che trovo differente concettualmente e nient'affatto puerile.
Perdona la risposta tardiva.
In realtà credo di essere concorde col tuo assunto: che dei paramentri oggettivi per valutare (nel senso di: vagliare, cioè soppesare nei suoi elementi) un'opera esistano penso di averlo sostenuto anche nel mio messaggio precedente. Eppure non sono sufficienti a decretare univocamente quale creazione sia più o meno degna rispetto a un'altra. Ossia: rilevano un mero fatto empirico, ma raggiunta una data soglia di magistero tecnico (che è fissata come condicio sine qua non per farne arte etimologica: prodotto d'artigianato secondo date regole) si rende impossibile stilare graduatorie che non abbiano elementi d'arbitrarietà.

È perciò che, perché il proprio parere possa avere pretese di attendibilità, credo sia necessario un pensiero critico articolato.
In effetti però, finora non mi sembra di averti visto motivare il presunto merito che attribuisci ai brani che citi (non è una provocazione).

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Altra domanda: è possibile operare concretamente quanto da te suggerito, ovvero il riconoscimento del gusto senza previ condizionamenti culturali? E ti parlo da persona che sempre più stesso sta affinando i propri gusti in territori molto distanti dagli angusti confini della musica tonale.
Sebbene ritenga che una qualche componente imponderabile continuerà a influenzare ciascuno come fattore discriminante nell'orientarlo verso una data opera anziché un'altra, direi che si possa tentare di discostarsi dalla cogenza culturale riducendo il margine di approssimazione verso una maggiore genuinità del sentire.
Questo, anzitutto scardinando le certezze arbitrarie (forma canzone, tonalità, omofonia; ma anche: gradevolezza e culto del "bello").

Tuttavia un ascolto inconsapevole non è sufficiente, si rende necessario un metodo. Semplicemente esporsi, ad esempio, a serialismo, rumorismo, spettralismo, ecc. non comporta necessariamente l'assimilazione della loro essenza. Né, quindi, uno sviluppo del proprio criterio di valutazione. Ci si renderà solo meno disabituati a tali sonorità, non le si sarà davvero comprese: si tratterà soltanto di un fatto sensibile.

La musica si esprime anche in una dimensione intellettuale, ed è in tale ambito che bisogna intervenire: prendendo coscienza della teoria, della storia, della personalità dei singoli autori e dei loro intenti comunicativi, ecc.
Il solo ascolto non basta se si vuole sviluppare un pensiero critico (il che, del resto, dovrebbe essere autoevidente).
04-03-2016 18:09
muttley
Re: La qualità

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Che non siano condivisi da tutti è una cosa, che siano soggettivi e legati a una mera questione di gusti personali è un'altra. E' possibile introdurre altri parametri di giudizio che vadano al di là del mi piace-non mi piace, poi l'oggettività non deve necessariamente mettere d'accordo tutti.
La domanda che mi faccio è: perché? A che pro introdurre parametri di giudizio standard? Considera anche che la musica che piace a te è il prodotto, a livello culturale, del superamento di previ parametri di natura standard, ed è proprio questo superamento che ha permesso alla stessa di elevarsi al rango di "arte", raggiungendo livelli di diffusione commerciali mai raggiunti prima dai fautori del purismo.
Stai insomma disconoscendo i presupposti che hanno permesso a ciò che piace a te di non essere considerato "letame" dai più, come invece lo considerano ancora alcuni (tipo il mio insegnante di piano di cui ho già parlato).



Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Invece sì, si possono introdurre parametri al di là del gusto personale. Che ci sia unanimità di consensi non è una condizione necessaria per andare al di là dei meri gusti personali.
Esistono già questi parametri se proprio ne vogliamo parlare, specialmente all'interno degli ambiti più accademici e, come detto, non contemplano come arte ciò che piace a te che invochi la suddivisione del grano dalla crusca.




Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
La tua posizione è insostenibile, in quanto si contraddice da sola.
Delle due l'una[...]Non puoi parlare di merito e creatività e contemporaneamente dire che tutto si riduce ai gusti personali. Se è tutta una questione di mi piace-non mi piace, non puoi dire che un artista merita o è innovativo ma solo appunto che ti piace, stop.
Perché concetti come merito e creatività non possono essere soggettivi? Ma anche se lo fossero, che c'entra tutto questo col tema in discussione, ovvero il riconoscimento del titolo di arte a taluni prodotti a scapito di altri?


Quote:
Originariamente inviata da Sensemayá Visualizza il messaggio
Non sembrano idee troppo distanti dalla trita pratica di autoindulgenza dilagante in quest'epoca di ignoranza rivendicata come virtù.
Il pensiero che mi pare sottendente, cioè che ciascuno abbia una percezione fissata su un gusto innato e già compiuto, credo sia fallace. Perché sembra suggerire che ciò che di apprezzabile è contenuto all'interno di una data opera sia sempre immediatamente avvertibile a priori. Come se chiunque fosse ancestralmente predisposto al rilevamento della qualità estetica.
Il problema è che non credo possa essere così, in quanto il sistema cognitivo viene condizionato dall'ambiente plasmandosi sull'abitudine, adagiandosi arrivando anche a cristallizzarsi col tempo sugli stimoli che è solito ricevere con maggior frequenza (rifiutando per reazione quelli diversi).[...]Solo in un secondo momento, quando si saranno travalicati i propri limiti percettivi e si sarà effettivamente colta l'essenza di una specifica opera, si potranno avanzare pretese di poterne valutare i meriti o demeriti.
Altra domanda: è possibile operare concretamente quanto da te suggerito, ovvero il riconoscimento del gusto senza previ condizionamenti culturali? E ti parlo da persona che sempre più stesso sta affinando i propri gusti in territori molto distanti dagli angusti confini della musica tonale.
02-03-2016 02:13
Tether
Re: La qualità

Secondo me l'arte non solo è soggettiva, ma forse neppure esiste

Infatti, essa è modellata dalla moda, dai costumi e dalle abitudini dell'epoca in cui si vive. Prendiamo l'esempio degli impressionisti, erano banditi addirittura dalle mostre d'arte, erano trattati come appestati, eppure ora sono una corrente importantissima per quanto riguarda l'arte. Ma a quell'epoca andava di moda altro, e quindi venivano bistrattati. Quello che ci arriva a noi e che chiamiamo "arte" lo è solo perchè è stato portato in trionfo dalla gente, che l'ha fatto diventare icona del suo tempo facendolo arrivare a noi. Non possiamo sapere se, tra 100 anni, non saranno considerate opere d'arte lavori che oggi bistrattiamo, proprio come successe con gli impressionisti.

infatti chi è decide i canoni di bravura?? perchè è paul gilbert ad essere un maestro della chitarra e non un altro? chi ha deciso chi è bravo e chi fa schifo? la società, e la società cambia, magari tra 100 anni paul sarà considerato un mentecatto, mentre ci sarà un nuovo chitarrista che spopolerà suonando in maniera diversa, così come 60 anni fa il rock era una musica per pazzi, disadattati ed indemoniati. Nessuno decide i canoni se non la società, che cambia, l'illuminismo è stato soppiantato dal romanticismo, un illuminista avrebbe riso in faccia Goethe, eppure quest'ultimo è uno dei massimi scrittori di ogni tempo, giustamente. Per non parlare di Apollinaire, nel Rinascimento avrebbero avuto un infarto a vedere il suo nuovo stile di scrittura, eppure fu un innovatore. Ora mi direte, sì ma cavolo parli di Apollinaire e Goethe! Vero, ma parlo di loro ora, ai giorni nostri, ma ai giorni loro la società era diversa e col cavolo che se ne parlava cosi, vedete non se ne esce è un circolo senza fine
02-03-2016 01:07
Winston_Smith
Re: La qualità

Quote:
Originariamente inviata da Suicitazzo Visualizza il messaggio
Io allora ho cercato di farlo ragionare sul fatto che non avendo un minimo di familiarità con certe sonorità prog/psichedeliche è difficile trarre conclusioni positive, o negative, a riguardo. Dice che a lui sono sembrate delle prove, una lunga jam session. Che non è per niente convinto di quello che dico, e che la musica quando è di qualità piace indipendentemente dalla ricchezza del proprio background.
Che cazzata, tipica di chi non si rassegna all'impossibilità di identificare il proprio mi piace/non mi piace con un giudizio sulla validità dell'artista o dell'opera.
I gusti si possono affinare ed educare, e risentono delle esperienze del singolo individuo. Quindi non necessariamente i gusti personali sono un indicatore della qualità di un brano o di una composizione musicale. E' per questo che anche la musica di qualità può non piacere a tutti.
O, per dirla con parole migliori delle mie:

Quote:
Originariamente inviata da Sensemayá Visualizza il messaggio
Il pensiero che mi pare sottendente, cioè che ciascuno abbia una percezione fissata su un gusto innato e già compiuto, credo sia fallace. Perché sembra suggerire che ciò che di apprezzabile è contenuto all'interno di una data opera sia sempre immediatamente avvertibile a priori. Come se chiunque fosse ancestralmente predisposto al rilevamento della qualità estetica.
Il problema è che non credo possa essere così, in quanto il sistema cognitivo viene condizionato dall'ambiente plasmandosi sull'abitudine, adagiandosi arrivando anche a cristallizzarsi col tempo sugli stimoli che è solito ricevere con maggior frequenza (rifiutando per reazione quelli diversi).

Questa dovrebbe incontrare l'ammirazione di tutti, per esempio, ma probabilmente non sarà così:

13-02-2016 13:09
Suicitazzo
Re: La qualità

Ieri sera al concerto è venuto anche uno che conosco. Un tale che, come tanti, assiste ai concerti senza manco sapere chi suona. Uno come tanti, che apprezza la buona musica ma non ha un solo disco in casa, o un impianto per ascoltarlo decentemente. Uno di quelli che non sa nulla di nomi o fatti legati al mondo della musica, che non sa abbinare una canzone all'artista che l'ha scritta, e via dicendo. In sostanza, un ascoltatore passivo. Dopo il concerto mi fa: -Non mi sono piaciuti moltissimo. Da come ne parlasti, m' aspettavo grandi cose. Invece non sono niente di speciale. Io allora ho cercato di farlo ragionare sul fatto che non avendo un minimo di familiarità con certe sonorità prog/psichedeliche è difficile trarre conclusioni positive, o negative, a riguardo. Dice che a lui sono sembrate delle prove, una lunga jam session. Che non è per niente convinto di quello che dico, e che la musica quando è di qualità piace indipendentemente dalla ricchezza del proprio background. Io dico che a volte aiuta conoscere anche la storia dei musicisti, i primi lavori, ecc., e che effettivamente la scaletta non è stata grandiosa, ma restano comunque una spanna sopra tanti, nel genere. Alla fine potremmo dire che senza i Tortoise non esisterebbero svariate forme di sperimentazione odierne nel rock. Dice che a lui non sono sembrati bravissimi come musicisti. I Tortoise. Non bravissimi. I capoccioni del math-rock. Provo a fargli capire come funzionano i ritmi sincopati, ma è tempo perso. Non lo capisco manco io. Dice che è musica da supermercato. Io dico che hanno sicuramente un lato easy-listening, come quasi tutti i post-rocker di Chicago. Ma lui non sa nulla di post-rock, di definizioni o altro. Lui esterna le proprie impressioni senza filtrarle attraverso alcun sistema di valutazione. Io lo capisco, non ci riuscirei mai, ma lo capisco. Alla fine gli dico che la prossima volta che ci vediamo metto su un paio di pezzi dai primi lavori, tanto per sentire cosa ne pensa. Mi guardo intorno e capisco che sono circondato. Nessuno tra i presenti sembra entusiasta della serata. Sono usciti di casa tanto per fare qualcosa di diverso. La musica a volte è ok, un paio di birre, due chiacchere di politica interna e via. Qualità un cazzo.
09-02-2016 04:21
Winston_Smith
Re: La qualità

Quote:
Originariamente inviata da Sensemayá Visualizza il messaggio
Premettendo che la diatriba su cosa identificare come legittima opera d'arte la trovo puerile e improduttiva, e quindi non intendo portarla avanti, vorrei esprimere qualcosa a proposito di queste affermazioni
Io invece premetto che per quanto mi riguarda non stavo discutendo su cosa identificare come legittima opera d'arte e cosa no, ma se esistessero dei criteri, per quanto non condivisi universalmente, per poterlo fare. Cosa che trovo differente concettualmente e nient'affatto puerile.
04-02-2016 20:48
Ventolin
Re: La qualità

che domande. La qualità è quando fai bene una cosa. Se tu avessi ad esempio un grillo parlante, sarebbe un grillo di qualità, perchè parla. Poi non è detto che la qualità dei suoi discorsi sia elevata, ma questo perchè la qualità si riferisce alle singole cose che si vanno ad analizzare;

se io ad esempio analizzo Jessica Alba, sicuramente analizzo una donna di qualità. Ma se analizzassi ad esempio Emily Patatosky, ci sarebbe altrettanta qualità. Quando due patate hanno qualità simili, dunque, vanno analizzate nei loro letti, per saggiarne le loro differenze strutturali oggettive, e infine trarre una conclusione, tramite un ragionamento del cazzo.

Non è assolutamente vero, come potrebbero dire certi bacchettoni, che la qualità è una questione oggettiva: difatti, analizzando Scarlet Johanson, ma anche studiandola alla missionaria, senza analisi, potresti arrivare alla conclusione che ti soddisfa di più della Patatosky, che è meno chiatta della Johnson e ha delle bocce più grandi e oserei dire uniche al mondo; Dunque come si fa a dire per assoluto quale sia meglio tra le due? La Patatosky sembrerebbe migliore, ma non è troppo magra?

in questi casi, ci viene in aiuto il cosiddetto "ragionamento del cazzo", che è un modus cogitandi che ha le seguenti caratteristiche:

1) non funziona bene, poichè appunto del cazzo
2) aiuta ad indirizzarsi, come una bussola, verso la scelta che più lo soddisfa. A volte però può segnare due o più direzioni diverse, diventando come il mitologico Idra
3) non ammette repliche, per cui se anche l'UNESCO dichiarasse la Patatosky più topa della Johanson, la sua topaggine non rappresenterebbe un valore assoluto. Al contrario, la Johanson, sarebbe insindacabilmente più topa.

Tramite il ragionamento del cazzo insomma, io qui scrivo e dichiaro che abbiamo finalmente superato l'obiettività, consegnando al mondo post-moderno un nuovo metro di misurazione della qualità della topa

Pollock è diventato famoso con quelle robe astratte che saprebbe fare un bambino di 5 anni. Chiamalo pollock...
04-02-2016 18:20
Sensemayá
Re: La qualità

Premettendo che la diatriba su cosa identificare come legittima opera d'arte la trovo puerile e improduttiva, e quindi non intendo portarla avanti, vorrei esprimere qualcosa a proposito di queste affermazioni:
Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Non ho bisogno di appellarmi alla suprema autorità di una definizione per rassicurarmi sul fatto che i miei gusti siano degni...se una cosa mi piace è degna punto e basta.
E poi:
Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Quindi [i criteri per valutare un'opera] sono soggettivi, quindi il concetto di arte è soggettivo, quindi si riduce tutto ad una questione di gusti personali, esattamente ciò che intendevo io.
Non sembrano idee troppo distanti dalla trita pratica di autoindulgenza dilagante in quest'epoca di ignoranza rivendicata come virtù.
Il pensiero che mi pare sottendente, cioè che ciascuno abbia una percezione fissata su un gusto innato e già compiuto, credo sia fallace. Perché sembra suggerire che ciò che di apprezzabile è contenuto all'interno di una data opera sia sempre immediatamente avvertibile a priori. Come se chiunque fosse ancestralmente predisposto al rilevamento della qualità estetica.
Il problema è che non credo possa essere così, in quanto il sistema cognitivo viene condizionato dall'ambiente plasmandosi sull'abitudine, adagiandosi arrivando anche a cristallizzarsi col tempo sugli stimoli che è solito ricevere con maggior frequenza (rifiutando per reazione quelli diversi).

Parlando della musica, ad esempio: data la sua vasta diffusione nei mezzi di comunicazione di massa, il linguaggio armonico con cui le persone avvertono maggiore familiarità è quello del sistema tonale; la fisionomia delle melodie che si ascoltano è tipicamente breve e ridondante; la struttura a cui si viene esposti è soprattutto quella della cosiddetta forma canzone; ecc.
L'apprezzamento di questi criteri non è atavico, ma è dato dall'assuefazione a cui si giunge essendovi assoggettati per un cruciale periodo formativo che si dispiega a partire dall'infanzia. E questo processo, come dicevo, tendenzialmente avversa il gradimento di ciò che utilizzi moduli espressivi differenti (un esempio cruciale: la tradizione colta, con le sue sintassi complesse, rigorose e quindi impenetrabili ai più). Perché si è assimilata una convenzione che diventa indebitamente canonica nella propria sensibilità e si tende a rivolgersi a quella per confermare le proprie sicurezze cognitive.

Insomma, fondamentalmente quella incolta, epidermica e intuitiva, spesso credo non sia tanto una preferenza personale autentica, quanto piuttosto il prodotto di un giogo culturale di cui si è inconsapevoli, il risultato di un pressoché ineludibile processo di massificazione. E quindi senz'altro non si rende sufficiente per individuare un'opera degna. È una mera suggestione, e come tale resta vacua e priva di qualunque autorevolezza.

Al fine di elaborare delle competenze critiche, ritengo l'inclinazione sensoriale debba essere affinata integrandola con la ragione, con l'approfondimento, lo studio dell'oggetto in sé (ammesso che si voglia rivolgersi a qualsivoglia opera dell'ingegno umano per interesse verso questa e non per mero diversivo). Quindi ci si deve adoperare per comprendere le grammatiche, l'estetica, la storia, le modalità di fruizione di un dato mezzo espressivo.
Solo in un secondo momento, quando si saranno travalicati i propri limiti percettivi e si sarà effettivamente colta l'essenza di una specifica opera, si potranno avanzare pretese di poterne valutare i meriti o demeriti.
04-02-2016 08:02
Winston_Smith
Re: La qualità

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Quindi sono soggettivi, quindi il concetto di arte è soggettivo, quindi si riduce tutto ad una questione di gusti personali, esattamente ciò che intendevo io.
Che non siano condivisi da tutti è una cosa, che siano soggettivi e legati a una mera questione di gusti personali è un'altra. E' possibile introdurre altri parametri di giudizio che vadano al di là del mi piace-non mi piace, poi l'oggettività non deve necessariamente mettere d'accordo tutti. Anche oggi esistono quelli che parlano di creazionismo, eppure nessuno si sognerebbe di dire che la scienza è una mera questione di gusti personali solo perché non tutti sono d'accordo con i criteri del metodo sperimentale.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Non possiamo quantificare con parametri universalmente validi l'ispirazione, e il solo fatto che più persone concordino nel definire ispirazione una determinata opera, non significa che altri abbiano tutt'altra opinione. Ergo, siamo ancora bloccati nel mero dominio della soggettività.
Invece sì, si possono introdurre parametri al di là del gusto personale. Che ci sia unanimità di consensi non è una condizione necessaria per andare al di là dei meri gusti personali.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Parlo di parametri personali, ciò che è per me una determinata cosa, senza però estendere il concetto in maniera universale.
La tua posizione è insostenibile, in quanto si contraddice da sola.
Delle due l'una:
1) o è possibile introdurre altri parametri di giudizio al di là dei gusti personali (come l'ispirazione, la creatività, l'innovazione, ecc.), pur potendo essi non essere condivisi da tutti, e allora è possibile definire l'arte in base a questi fattori
2) oppure, se si riduce tutto ad una questione di gusti personali (cit.) allora non esistono il merito e la creatività, e in ultima analisi nemmeno l'arte (se tutto può essere arte, nulla è arte).
Non puoi parlare di merito e creatività e contemporaneamente dire che tutto si riduce ai gusti personali. Se è tutta una questione di mi piace-non mi piace, non puoi dire che un artista merita o è innovativo ma solo appunto che ti piace, stop.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Immagino che a te il capitano non piaccia, mentre a me, Suicida e Mimum si...per noi la sua è arte, per te no, credo...chi ha ragione? E in base a cosa?
Non conosco abbastanza CB da poter esprimere un giudizio su di lui. Se non dovesse incontrare i miei gusti, ciò non implicherebbe automaticamente che io non lo considerassi un artista.
27-01-2016 17:19
muttley
Re: La qualità

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Esistono, possono non essere universalmente condivisi ma esistono.
Quindi sono soggettivi, quindi il concetto di arte è soggettivo, quindi si riduce tutto ad una questione di gusti personali, esattamente ciò che intendevo io.

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Se poi qualcuno vuol strumentalmente tirare fuori cavilli ad capocchiam non per legittimamente affermare i propri gusti, ma negare addirittura la dignità di arte a tutto quello che non gli piace, problemi suoi.
Non credo tu ti riferisca a me, in quanto non è mai stato il mio pensiero, però ho conosciuto gente di questo tipo (uno fra tutti, il mio insegnante di piano di cui ho già parlato)


Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
L'ispirazione è la capacità di "vedere" diversamente l'ordinario e di restituirlo più vero del vero, di renderlo iconico, come ad esempio The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde è qualcosa di diverso e di più dal semplice parlare di personalità sdoppiata, e così come Bowie ha fatto della propria malattia e morte una rappresentazione tramite il suo ultimo album, nel solco della tradizione secondo cui l'arte è più vera della vita stessa, che va da Augusto a Wilde a Chaplin.
Non possiamo quantificare con parametri universalmente validi l'ispirazione, e il solo fatto che più persone concordino nel definire ispirazione una determinata opera, non significa che altri abbiano tutt'altra opinione. Ergo, siamo ancora bloccati nel mero dominio della soggettività.



Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Improvvisamente non si parla più di puri gusti, non è più vero che "se una cosa mi piace è degna, punto e basta", ma saltano fuori concetti come merito, rinnovamento, creatività... quindi che si fa? Si può uscire dal mero mi piace/non mi piace o no? Esistono il merito, la qualità, l'ispirazione, la creatività o no? No perché, secondo quanto hai detto più su, chi ha grande successo commerciale piace, quindi è degno punto e basta (cit.), e non ha senso sindacare il suo merito.
Parlo di parametri personali, ciò che è per me una determinata cosa, senza però estendere il concetto in maniera universale.


Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Immagino che a te il capitano non piaccia, mentre a me, Suicida e Mimum si...per noi la sua è arte, per te no, credo...chi ha ragione? E in base a cosa?
27-01-2016 09:56
Da'at
Re: La qualità

Mi pare che confondiate la qualità con l'eccellenza.
27-01-2016 07:55
barclay TCC MODE ON
È arte se l'autore pensa che lo sia e se ne frega del giudizio altrui
TCC MODE OFF
15-01-2016 17:34
Winston_Smith
Re: La qualità

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Come si misura l'ispirazione? O esistono criteri per la misurazione di questa caratteristica, o altrimenti non si può parlare di arte strictu sensu.
Esistono, possono non essere universalmente condivisi ma esistono. Quindi si può definire cosa è arte e cosa no. Se poi qualcuno vuol strumentalmente tirare fuori cavilli ad capocchiam non per legittimamente affermare i propri gusti, ma negare addirittura la dignità di arte a tutto quello che non gli piace, problemi suoi.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Da giovincello studiai pianoforte per 2-3 anni, con un insegnante dalla mentalità estremamente elitista/elitaria, per cui la musica poteva essere degna di essere chiamata tale solo se classica (con qualche sporadica concezione al jazz). Il resto era tutto letame, per citarlo verbatim.
E questo fa il paio con quelli che a suo tempo leggevano Dante con la puzza sotto il naso per non aver usato un bell'esametro latino per la DC.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Per cui a me non interessa stabilire che ciò che piace a me è arte, anche perché ci sarà sempre qualcuno più in alto nella conoscenza della materia che avrà l'ardire di dire (cit.) che un brano costituito sulla ripetazione circolare dello stesso riff con in aggiunta un assolino in pentatonica, non è fare arte e non è necessaria alcuna ispirazione per composizioni così semplici.
Come ho già detto, la tecnica è uno strumento per l'ispirazione. La tecnica da sola non è arte, altrimenti la macchina per la fototessera sarebbe tout court "più artista" di Monet.
L'ispirazione è la capacità di "vedere" diversamente l'ordinario e di restituirlo più vero del vero, di renderlo iconico, come ad esempio The strange case of Dr. Jekyll and Mr. Hyde è qualcosa di diverso e di più dal semplice parlare di personalità sdoppiata, e così come Bowie ha fatto della propria malattia e morte una rappresentazione tramite il suo ultimo album, nel solco della tradizione secondo cui l'arte è più vera della vita stessa, che va da Augusto a Wilde a Chaplin.
Tutto questo non si ritrova nel Pulcino Pio, onde per cui è abbastanza ovvio distinguerlo dall'arte vera.
Chi la pensasse diversamente è pregato di non parlare più di artisti o di merito (parente della qualità?), ma solo di "persone che fanno cose che mi piacciono" (vedi sotto).

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Morale della favola? A me piace ciò che a Tizio repelle e a Caio piace ciò che invece repelle a me: l'opinione di tizio non mi farà cambiare idea, né tanto meno la mia opinione cambierà quella di Caio. Non ho bisogno di appellarmi alla suprema autorità di una definizione per rassicurarmi sul fatto che i miei gusti siano degni...se una cosa mi piace è degna punto e basta.
Come si concilia questa posizione con quest'altra?

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Ci sono molti musicisti che hanno avuto successo commerciale e riconoscimento come Frank Zappa e hanno davvero meritato ciò che hanno ottenuto perché hanno davvero rinnovato ed espanso i confini della musica, ma spesso il successo commerciale si affida a strategie di marketing dove, per vendere, si rinnovano le stesse formule in accordo tra discografici e musicisti (a meno che vogliate credere che chi incide per grandi corporation abbia piena libertà sul proprio materiale) e quindi si limita la creatività. Io associo il merito in campo musicale alla creatività, quindi è difficile che la maggior parte dei musicisti di grande successo commerciale mi possa piacere. Ad ogni modo ci sono eccezioni
Improvvisamente non si parla più di puri gusti, non è più vero che "se una cosa mi piace è degna, punto e basta", ma saltano fuori concetti come merito, rinnovamento, creatività... quindi che si fa? Si può uscire dal mero mi piace/non mi piace o no? Esistono il merito, la qualità, l'ispirazione, la creatività o no? No perché, secondo quanto hai detto più su, chi ha grande successo commerciale piace, quindi è degno punto e basta (cit.), e non ha senso sindacare il suo merito.

P.S.: A proposito di Wilde: La cattiva arte è molto peggiore dell'assenza di arte (cit.)
15-01-2016 17:20
Winston_Smith
Re: La qualità

Un altro "siamo quasi ai livelli del Pulcino Pio" in 3, 2, 1...


13-01-2016 19:34
Suicitazzo
Re: La qualità

Amo Captain Beefheart e il suo approccio alla creatività, specialmente nel caso di Trout Mask Replica.

Quote:
Il gruppo lavorò sulle complicate e astruse composizioni di Van Vliet per circa otto mesi, vivendo tutti insieme in una sorta di comune "freak" all'interno di una casa presa in affitto a Woodland Hills, un quartiere periferico di Los Angeles. Van Vliet implementò le sue visioni pretendendo ed ottenendo un completo dominio artistico e psicologico sui suoi musicisti. A turno, ogni membro del gruppo veniva messo "all'interno di un barile", e Van Vliet lo rimproverava continuamente, alle volte per giorni interi, sino a che il musicista crollava in lacrime o si assoggettava completamente a lui.[6] Secondo quanto riferito da John "Drumbo" French e Bill Harkleroad queste sessioni spesso includevano anche episodi di violenza psicologica. French descrisse la situazione come quella di una specie di "setta"[7] e che l'atmosfera che si respirava nella casa era simile a quella della famigerata "family" di Charles Manson.[8] Anche le loro condizioni di vita non erano delle migliori. Con nessun altro reddito al di fuori del sussidio statale e dei contributi dai parenti, il gruppo sopravvisse con una dieta miserrima. French ha raccontato che vissero mangiando non più di una tazzina di soia a testa al giorno per un mese intero,[9] e che una volta alcuni membri della band furono arrestati per furto di cibo in un supermercato (e che Zappa li tirò fuori di galera).[10] Un visitatore descrisse l'aspetto del gruppo come "cadaverico" e aggiunse che "sembravano tutti in cattiva salute" (Beefheart compreso). I membri della band erano costretti a provare per 14 ore o più al giorno e non potevano assolutamente lasciare la casa. Van Vliet una volta confidò al batterista John French che gli era stata diagnosticata una forma di schizofrenia paranoica e che il suo comportamento "dittatoriale" era dovuto al fatto che credeva sempre esistessero cospirazioni inesistenti alle sue spalle
13-01-2016 19:32
cancellato13248
Re: La qualità

Un ruolo importante nel ricoscere la qualita e anche l'esperienza. Da bambina o da adolescente mi piacevano cose che oggi mi danno noia o indiferenza. Poi anche le informazioni sicuramente influiscono sulle percezioni.
13-01-2016 19:20
muttley
Re: La qualità

Come si misura l'ispirazione? O esistono criteri per la misurazione di questa caratteristica, o altrimenti non si può parlare di arte strictu sensu. Da giovincello studiai pianoforte per 2-3 anni, con un insegnante dalla mentalità estremamente elitista/elitaria, per cui la musica poteva essere degna di essere chiamata tale solo se classica (con qualche sporadica concezione al jazz). Il resto era tutto letame, per citarlo verbatim.
Per cui a me non interessa stabilire che ciò che piace a me è arte, anche perché ci sarà sempre qualcuno più in alto nella conoscenza della materia che avrà l'ardire di dire (cit.) che un brano costituito sulla ripetazione circolare dello stesso riff con in aggiunta un assolino in pentatonica, non è fare arte e non è necessaria alcuna ispirazione per composizioni così semplici.
Morale della favola? A me piace ciò che a Tizio repelle e a Caio piace ciò che invece repelle a me: l'opinione di tizio non mi farà cambiare idea, né tanto meno la mia opinione cambierà quella di Caio. Non ho bisogno di appellarmi alla suprema autorità di una definizione per rassicurarmi sul fatto che i miei gusti siano degni...se una cosa mi piace è degna punto e basta.

Ecco, a me ad esempio (e penso anche al topic starter), il Capitano piace e il mio parere non cambierà solo perché il 99,9% reputa il suo disco più celebre un ammasso di suoni senza capo né coda

13-01-2016 17:29
Winston_Smith
Re: La qualità

Classico esempio di come, a privilegiare eccessivamente la forma e la tecnica sulla sostanza e l'ispirazione, si rischi di prendere grosse cantonate:

http://www.internetculturale.it/open...dante/c41.html
13-01-2016 17:19
Winston_Smith
Re: La qualità

Altro esempio di qualità, checché ne dicano i passatisti:

12-01-2016 17:47
muttley
Re: La qualità

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
In conclusione, se l'arte esisteva un tempo, ora non esiste più. Quindi non ha neanche senso rimproverare agli "artisti" moderni l'applicazione di una tecnica poco elaborata, né valutarli in base a tale grado di elaborazione.
Discussione chiusa per non esistenza dell'argomento
Quell'idea di arte non può vivere senza il contesto che l'ha generata. Del resto, certa gente non sarebbe mai riuscita a concepire Acqualung come un'opera d'arte.
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