A distanza di 4 mesi circa posso raccontare un po' l'esperienza.
Premesso: ho fatto una serie di test e controlli con due diverse terapiste, una specializzata in disturbi specifici dell'apprendimento, e questa che mi sta somministrando la terapia di neurofeedback.
La prima esclude categoricamente il disturbo di ADHD tipo inattentivo. Ha però diagnosticato un blocco nello sviluppo psicomotorio su competenze di 9-11 anni. Su questo mi ci ritrovo, ho sempre avvertito delle difficoltà a rapportarmi con la mia corporeità.
La seconda è meno netta, ma parla più che altro di un eccesso in distraibilità anziché di un difetto di attenzione, e ritiene ci possa essere una forma di disprassia.
Anche questo può tornarmi. Probabilmente la distraibilità è una strategia maladattiva, un meccanismo dissociativo che mi consente di "rifugiarmi" in un mio universo mentale e/o sensoriale ma scorrelato alle incombenze contingenti.
Ora descrivo la terapia. E' da considerarsi una forma di allenamento, quindi è qualcosa che va reiterato costantemente per produrre risultati tangibili e duraturi.
Nella prima seduta la terapeuta misura diverse variabili come l'attività cerebrale, la sudorazione, la temperatura della fronte, la respirazione, ecc., sottoponendo il paziente a diverse attività (fare piccoli conti matematici, rilassarsi, mi ha fatto fare un gioco con delle carte, ecc.). Una volta che si è fatta un'idea dell'attività cerebrale da correggere, decide che tipo di programma attuare.
Io ne ho provati due. Il primo era più legato all'attenzione e alla plasticità cerebrale.
Dopo aver avuto gli elettrodi e le cuffie collegati, vedevo su di uno schermo davanti a me un omino stilizzato che, alternativamente, ne indicava un altro tra due incolonnati alla sua destra.
L'omino in alto era all'interno di un riquadro rosso, aveva un mantello "a la Superman", e quando veniva indicato bisognava "muoverlo" verso l'alto.
L'omino in basso era invece all'interno di un riquadro blu. Aveva un costume e andava mosso verso il basso.
I "movimenti" venivano impartiti attraverso le onde cerebrali. Non c'è un modo per spiegarlo. Semplicemente si impara a farlo con la pratica costante. Ad ogni comando eseguito correttamente il sistema restituiva un suono vittorioso. Vi era inoltre presente un indicatore a barra verticale, che poteva alzarsi o abbassarsi in base al tipo di onde cerebrali rilevato.
Ho fatto 6 sedute di questo esercizio, senza notare particolari differenze.
Il secondo programma, a dire della specialista, è più indirizzato a restituire un senso di "presenza", a migliorare la socialità e le capacità sensoriali. Credo. Non ricordo bene.
Ha un numero di sensori ed elettrodi superiori ed è più complicato da impostare (20' circa a posizionare gli elettrodi, sempre che non vadano fatte correzioni in corso d'opera). In compenso l'esercizio è assai più semplice, e gradevole.
Viene riprodotto un film. Finora ho fatto questo esercizio per 2 volte, e in entrambe i film scelti erano caratterizzati da scene di bullismo o abusi verso i bambini da parte di insegnanti (niente di esagerato; anche se io mi agito un sacco su scene simili).
La finestra in cui il film viene mostrato può restringersi fino ad assumere la dimensione di un francobollo, se le onde cerebrali indicano uno stato indesiderato; e quindi per seguire il film diventa automatico cercare di "ricondurre" la propria attività neuronale su livelli differenti.
Penso di aver capito che il sistmea avverte se si sta entrando in uno stato dissociativo, e lo rappresenta "stringendo" la finestra del film e costringendo quindi a prestare maggior attenzione per riuscire a capire, da quella manciata di pixel, che sta succedendo.
E' pure bastardo 'sto sistema, perché il film si rimpicciolisce quasi sempre durante le scene clou
Ecco, questo secondo programma forse sta avendo dei risultati. Non riesco ad esserne certo, ma non mi sentivo così sociale e interconnesso col mondo dall'estate del 2016.
Purtroppo sto cacchio di neurofeedback è costoso. Siamo su 80 euro a settimana, e ci vorranno un bel po' di sedute per stabilizzarne gli effetti. Però, finché posso e finché sembra produrre giovamento, continuerò a farlo.